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Posts written by HF123

  1. .
    Questa volta, il compleanno di mio figlio Fabio sarebbe stato importante.
    18 anni!
    Sono sempre stata orgogliosa di lui; dal giorno del mio divorzio, mi sono dedicata maggiormente alla sua crescita, e posso dire che, anche per me, questo traguardo, i suoi diciotto anni, suonavano come un traguardo importante.
    Aveva organizzato una festa, e mai mi sarei aspettata di vederlo entrare, col volto afflitto, le spalle abbassate, alle cinque del pomeriggio.
    "Fabio, cosa è successo?"
    Lui, stavolta, neppure mi guardò, tenne la testa bassa, mi passò a fianco come un fantoccio, e mormorò: "Pamela mi ha lasciato, la festa non la faccio più."
    "Cosa?" mormorai, stupita, delusa, innervosita. Come può una ragazza lasciare un ragazzo il giorno del proprio compleanno? Questo pensiero mi fece irrigidire.
    "Scusami mamma, vado di là".
    Lo vidi camminare di spalle, nel corridoio, aprire la porta della sua stanza, scomparire in un silenzio surreale.
    Rimasi impietrita.
    Bussai alla porta.
    Non ottenendo risposta, aprii da sola quella porta che, negli anni passati, mai avevo varcato senza il suo permesso.
    Rividi i suoi giochi, i quadri, i poster di un ragazzo sempre solare ed allegro.
    Ora era chino, seduto sul letto, immobile come gli oggetti colorati di una stanza che, ora, sembrava immota nel tempo.
    "Fabio, ascolta..."
    "No" bofonchiò.
    "Ma i tuoi amici?"
    Scosse il capo: "Non mi interessa, avremo altre occasioni".
    "Ma cosa dici?" chiesi. "Il diciottesimo avviene solo una volta, è importante"
    Non rispose.
    Era immobile, i gomiti sulle ginocchia, le mani alle guance.
    Mi sedetti al suo fianco, su quel letto che mi ricordava ogni fase della sua vita.
    "Fabio, vai alla festa"
    Il suo volto si rigò di una lacrima.
    "Mamma, è colpa mia. Mi ha lasciato perché non sono all'altezza delle sue aspettative, ho qualcosa che non va".
    Quali parole avrei potuto dirgli?
    "Pensaci, ma domani. Non oggi, non rovinare questo giorno"
    Lui mi guardò: "Questo giorno ha sancito la nascita di un fallimento! Non va festeggiato!"
    Non lo avevo mai visto così, mai, neppure in momenti difficili.
    Cosa avevo sbagliato?
    Cosa avrei potuto fare?
    Mi sentii abbracciare.
    "Mamma scusami, non è colpa tua, tu hai fatto tanto, tutto, di più per me."
    Lo abbracciai, in quel frangente rividi ogni istante, un susseguirsi di immagini, di ricordi, di emozioni.
    Mi venne da piangere.
    Lui parve destarsi dal torpore, ebbe un sussulto.
    "Mamma?"
    Lo guardai.
    Ci guardammo.
    Distogliemmo lo sguardo.
    Fu la prima volta che avvenne, cosa era accaduto?
    "Dopo la separazione da papà, hai fatto tutto per me" disse, con lo sguardo rivolto al pavimento macchiato delle nostre lacrime. "So quanto tu abbia sofferto, mamma, sempre sola contro tutto"
    Mi sentii meglio, ora era lui, ora era Fabio.
    "Mamma, devo assimilare la fine della storia con Pamela, scusami, non hai fatto nascere un fallito"
    Feci per alzarmi, mi tenne la mano, la sentii calda, carica di affetto, di gratitudine.
    "Grazie mamma"
    Ci guardammo.
    La stanza era silenziosa, qualcosa mi aveva fatto battere il cuore più velocemente, la sua mano mi stava trasmettendo una emozione che non riuscivo a decifrare.
    Feci per staccarmi, lui mi tenne, con delicatezza.
    "Ero già nato, da un'ora" disse.
    Guardai l'orologio: erano le 17.30, lui era nato alle 16.30.
    "Buon compleanno, figlio mio" dissi in modo strano, quasi automatico.
    "Grazie" replicò lui. "Adesso sono maggiorenne, un uomo a tutti gli effetti"
    Ero turbata: prima era afflitto, ora era come l'opposto.
    Stranamente, desideravo andarmene, ma la sua mano mi teneva ancora.
    "Stai qui"
    "Vai alla festa, dammi retta" replicai.
    "Ho voglia di stare un po' con te. Pamela aveva tentato diverse volte, di metterti in cattiva luce, sai?"
    La cosa non mi stupiva. Non dissi nulla, volevo solo andare via.
    "Diceva che mi avevi cresciuto al tuo cospetto, reso insicuro, tarpato le ali"
    "Addirittura?!?"
    "Mi ha lasciato per te sai, alla fine. Ha capito che tu sei più importante di lei, per me"
    "Fabio, penso che per chiunque la madre sia più importante..."
    "Mi ha lasciata per te" mi interruppe.
    La stanza mi parve meno colorata, i giochi della sua infanzia erano solo pezzi di plastica nella penombra.
    La mano mi teneva ferma.
    Guardai l'orologio: 17.40.
    Lui mi sorrise.
    Gli occhi impenetrabili.
    "Sei stata sempre sola, mi hai accudito sempre. Mai uno svago, mai nulla. Ti sono debitore".
    "Ma non dire sciocchezze..."
    La mano si strinse.
    "Sei la donna che è stata sempre con me, sempre"
    Ero stranamente agitata: "Fabio, ogni mamma sta sempre accanto ai suoi figli..."
    "Anche adesso"
    "Cosa vuol dire?"
    "È il mio compleanno, il mio diciottesimo. Hai ragione. Bisogna che sia memorabile" concluse con un sospiro.
    Si alzò, sentii il rumore della chiave. Aveva chiuso la stanza?
    Si girò.
    "Fabio?!"
    Era in piedi, alto, il sorriso distorto dalla penombra.
    Si avvicinò, feci per alzarmi, mi fece stare seduta sul letto, mi carezzò il mento, poi la guancia.
    Allontanai la mano, infastidita.
    "Fabio!"
    Lui riprese a carezzarmi il viso, non era più chino nella postura, ma dritto e sicuro.
    "Pamela diceva che sono bello"
    "Sì..."
    "Lo dicevi sempre anche tu"
    "Erano situazioni diverse..."
    "Lo dicevi anche tu!" replicò.
    Volevo andare via, sentivo il disagio attorno a me.
    Cosa stava accadendo?
    "Mamma, sei sempre sola, come può essere che nessuno ti voglia?"
    Era troppo!
    "Fabio, ma cosa stai dicendo?!?"
    "È colpa mia...lo diceva sempre Pamela. Scusami"
    "Fabio, sei ancora in tempo ad andare alla festa con i tuoi amici, credimi sarà meglio che stare qui a casa a non fare nulla"
    Lui si imbronciò: "Passerei la sera a sentirmi dire cose su Pamela, no, non voglio".
    "Va bene, vado a preparare la cena allora"
    Mi tenne ferma.
    Mi carezzò i capelli, mi prese il mento, ci guardammo.
    "Mamma..."
    Come in un sogno, al rallentatore, vidi la sua mano aprire la zip dei jeans, i suoi slip erano bagnati, e non solo.
    "Fabio!"
    "È il mio diciottesimo.
    Mi hai sempre fatto dei bei regali. Delle buone torte"
    "Ma???"
    La sua mano scostò gli slip, e vidi la punta del suo pene uscire con un guizzo, un serpente rosa da troppo in trappola.
    Chiusi gli occhi.
    Feci per alzarmi.
    Era forte e dolce, la sua presa.
    "Ricordi quando mi lavavi il pisellino mamma?"
    "Fabio!"
    Ero spaventata, la porta era chiusa, ma non solo.
    Volevo andare via, ma aprii gli occhi.
    Lui mi sorrise, carezzò i capelli, iniziò a masturbarsi.
    Chissà quante volte lo aveva fatto, in quella stanza.
    Non lo avevo mai visto, né desiderato vederlo.
    Ero ferma: la sua cappella era gonfia, la pelle scorreva al ritmo lento della sua mano, iniziavo a sentire l'odore...
    "Mamma scusa..."
    La punta si poggiò alle mie labbra, un contatto mai avvenuto, un contatto spregevole, innaturale.
    Era il suo compleanno.
    Guardai nuovamente i giochi, i pupazzi, quadri, e l'orologio.
    Alle 17.55 la mia lingua si mosse, e toccò la sua cappella.
    Ci guardammo.
    Eravamo tristi.
    Ma lui sorrideva.
    Continuavo a guardarlo, mentre iniziavo a dargli piacere.
    Era il suo compleanno.
    Ora le mie labbra avvolgevano la sua cappella, un sapore che da anni non sentivo più, un odore fresco...
    "Oh mamma..." disse lui, con il viso all'indietro.
    Ecco, lo stavo facendo: la mia bocca adesso scorreva lungo la sua asta, i suoi umori facevano scorrere le mie labbra.
    "Ohhhhh..."
    Ora non mi teneva più.
    Non c'era più bisogno.
    Le mie labbra sentivano il pizzicore dello sfregamento, il suo pene era diventato duro, turgido.
    Si mise a gambe larghe.
    Cosa stavo facendo?
    Presi la sua asta con le mani, tirai indietro la pelle ed iniziai, stupendo anche me stessa, a succhiarlo come fosse un gelato irresistibile.
    "Oddio mamma...scusa... succhia, leccami, oddio..."
    Adesso anche io non mi riconoscevo piú, ero caduta in una trappola spaventosa ma piacevole.
    Mi misi in ginocchio.
    Stavo facendo un pompino a Fabio, mio figlio.
    E mi piaceva...
    Era durissimo, aveva iniziato a gemere nella stanza.
    "Succhia mamma...mi fai impazzire...succhia troia!"
    Mi fermai.
    "Come ti permetti?!?"
    Lui mi prese la testa, affondò il pene nella bocca ed iniziò a penetrarla muovendo il bacino.
    Non potevo parlare.
    La sua punta scorreva sulla mia lingua, ed andava a sbattere in fondo alla gola.
    La mia saliva lo lubrificava.
    Mi stava violentando la bocca.
    Ruotai la lingua.
    Urlò dal piacere.
    A quel punto mi prese ed in un attimo mi mise sul letto, con le spalle sul materasso.
    Ero intontita, la saliva ed i suoi umori su labbra e mento.
    Sentii che mi sfilava la tuta, non opposi resistenza.
    L'orologio segnava le 18.15.
    Fabio era rosso, aveva i pantaloni abbassati, un membro che pulsava.
    Sentii che mi scostava le mutande in pizzo che mi aveva regalato il mio ex marito, anni prima.
    Ero immobile, lui ansimava.
    Mi mise i piedi sulle spalle, si avvicinò.
    Non ero pronta.
    Volevo tornare indietro, resettare tutto...la sua punta entrò, lenta ed inesorabile, iniziò ad allargare la mia vagina, ormai stretta da anni, lentamente...ma inesorabile.
    Era tutto dentro.
    Ci guardammo.
    Spinse.
    Ed indietreggiò... spinse.
    Chiusi gli occhi.
    "Ah mamma..."
    Ecco...il mio corpo riprovò un brivido.
    Spinse ancora.
    Aprii la bocca.
    Un lieve gemito mi uscì...
    Fu un suono che lo stupì, ma lo caricò a tal punto da spingere con più vigore.
    "Ah Fabio..." dissi.
    Iniziò a muovere il bacino con una forza che mai avrei immaginato, il letto cigolava, il letto innocente era ora teatro di un accoppiamento forte ed innaturale.
    "Ah mamma, siii"
    "Spingi Fabio, continua..."
    Ora lui spingeva, ed io mi muovevo con lui.
    Il suono della mia vagina, martellata dal suo pene giovane, era come uno schiocco di un motore che si rimetteva in moto.
    I nostri liquidi erano divenuti una omogenea viscosità, che permetteva ad un figlio di penetrare sua madre con un impeto crescente.
    "Ti scopo...prendilo tutto, godi troia!"
    Non dissi nulla, il piacere prevaricava la mia moralità.
    "Godo mamma, godo! Troia godi!"
    "Oh Fabio..."
    "Troia sentilo, senti come ti apre!"
    La mia schiena era inarcata, il suo cazzo entrava ed usciva, provavo un piacere immenso.
    Non capivo nulla.
    "Mamma ti sborro dentro!"
    Non potevo permetterlo, feci per muovermi, ma lui mi mise una mano sulla pancia e mi blocco.
    Spingeva forte, sentii la vagina cedere, un piacere mai provato si impossessò di me, una energia assopita da troppo anni.
    "Spingi Fabio, spingi continua ti prego..."
    Mi prese le gambe, mi alzò, iniziò a spingere con le punte dei piedi, quasi volesse entrare con tutto il corpo.
    "Troia... troia!"
    Strinsi i piedi sulla nuca di Fabio, ci guardammo...
    "Sborrami tutta...sborra tua mamma..." disse una voce fuori controllo, la mia voce.
    "Ecco..."
    Il suo viso era rosso, sentii il suo enorme pene gonfiarsi ancora di più.
    Mi mossi quel poco per mettermi ancora più contro al suo bacino.
    Eravamo attaccati, sudati.
    "Fabio siiiii, scopami!"
    "Ti scopo... ohhhhh"
    Ero fuori di me: "Spingi, fai uscire la sborra calda figliolo...entra da dove sei uscito, rientra in me...sborrami dentro!"
    Lui ansimò, emise un gemito animalesco, si irrigidì ed iniziò a tremare.
    Ad ogni colpo sentivo la mia vagina accogliere quei fiotti di seme.
    "Sborro..eccola...ahhhhh!"
    Era venuto dentro, il suo pene ancora duro scivolava in me, ero stravolta, ma tremavo tutta.
    Fabio rimase fermo, vidi che tirò fuori il pene, ancora duro.
    Il seme colava ancora e cadeva sul pavimento.
    Ed era anche dentro di me.
    Ci guardammo.
    Lui tirò su i pantaloni.
    Si volse, non disse nulla, aprì la porta con la chiave, chiuse la porta.
    Io ero ferma, con la schiena sul letto, abbassai le gambe, tentai di ricompormi, vidi la mia vagina rossa, il suo sperma che usciva, le labbra che avevano spasmi per la penetrazione subíta.
    La stanza era davvero buia.
    Il silenzio era assordante.
    Vidi solo l'orologio.
    Erano le 18.30.
    Buon compleanno Fabio.
  2. .
    Mi chiamo Marco, all’epoca dei fatti avevo 18 anni e non avevo mai pensato ne tanto meno immaginato di avere un rapporto incestuoso.
    Mia sorella aveva 22 anni, era molto carina e snella. Lei aveva un fidanzato. Non l'ho mai spiata e non mi sono mai masturbato pensando a lei. Quello che è successo è accaduto per caso...
    Vivevamo in un appartamento con tre stanze da letto, cucina-soggiorno e bagno, una era la stanza da letto dei nostri genitori, nella seconda stanza dormiva mia sorella e nella terza io.
    Un giorno nostra nonna si è ammalata e nostra madre per poterla accudire l'ha portata a casa nostra. Io sono stato costretto a trasferirmi nella stanza di mia sorella. Mia sorella dormiva su un letto matrimoniale che permetteva a entrambi di dormire comodamente.
    Mia sorella era in procinto di sposarsi e andare a vivere con il marito nella sua nuova casa. Avremmo dovuto condividere il letto di mia sorella solo per 4 giorni. L’idea di dividere il letto con mia sorella non mi entusiasmava tanto e anche lei risultava particolarmente infastidita dalla nuova situazione che si era creata per necessità.
    Durante la prima notte non ho dormito abbastanza, non avevo abbastanza spazio e mia sorella ha fatto il possibile per impedirmi di dormire come avrei voluto, ha occupato quasi tutto il letto e ha scalciato continuamente. La sera successiva ho sperato che andasse a dormire a casa del suo futuro marito... e invece NO, il mio desidero non è stato esaudito.
    Quando sono entrato in stanza per mettermi a letto a cazzeggiare con il mio notebook mia sorella era davanti allo specchio, indossava una camicetta bianca, una gonna corta e aveva i capelli ben sistemati come se stesse per uscire di casa. Le ho chiesto:
    “Dove stai andando?”
    Lei ha risposto che insieme alle amiche aveva organizzato un addio al nubilato...
    Guardando con attenzione e curiosità mia sorella, mi è sembrata particolarmente bella e sexy. Per un attimo mentre riflettevo sulla circostanza ho avvertito il desiderio di fare sesso con lei .
    Lei è uscita di casa e probabilmente avrà raggiunto le sue amiche. Anch'io sono uscito e con i miei amici siamo andati a casa di una nostra amica. Verso l'una del mattino sono tornato a casa. Mentre salivo lungo le scale per raggiungere l’appartamento nel quale vivo insieme a tutta la mia famiglia ho sentito dei rumori in prossimità del portone d’ingresso della palazzina condominiale. Ho guardato in basso nell’androne e ho visto una donna presumibilmente ubriaca distesa accanto al bidone della spazzatura, guardando più in là ho notato mia sorella in compagnia di un ragazzo ma non era il suo fidanzato. Lui la palpava ovunque mentre lei gli ripeteva continuamente che non aveva voglia di fare sesso con lui. Mia sorella era palesemente ubriaca lui invece sembrava più sobrio. Per un attimo ho pensato di intervenire... ma ho deciso di desistere, ero curioso di vedere come sarebbe andata a finire...
    Mia sorella riusciva a malapena a reggersi in piedi e per farlo più facilmente si aggrappava alla ringhiera delle scale. Lui ad un certo punto l’ha abbracciata, impedendole di muoversi e la bacia sulle labbra! A lei non sembra importasse più di tanto la cosa... anche se, era evidente, cercava di respingerlo. Lui le ha infilato la mano sotto la gonna e le ha accarezzato la fica. Lei gli ha detto: "No, per favore. Non Farlo. Sto per sposarmi.”
    Mentre mia sorella cercava di sottrarsi invano alle sue carezze lui ha scostato le sue mutandine nere e ha infilato le dita della mano all’interno toccandole la fica. Dalla bocca di lei è uscito un gemito di piacere... Lui subito dopo le ha sbottonato la camicetta, ha abbassato il reggiseno e ha cominciato a baciarle le tette e a succhiare con foga i capezzoli.
    Ero stupito, non sapevo cosa fare. Per un attimo ho pensato di intromettermi con l’intento di proteggere mia sorella, ma allo stesso tempo ero curioso di vedere come sarebbe andata a finire e una potente erezione nelle mie mutande mi ha fatto escludere totalmente questa eventualità.
    Lui ha sbottonato la patta dei pantaloni e ha tirato fuori un cazzo enorme circonciso di almeno 20 cm.
    Con la mano accarezzava e masturbava la fica di mia sorella, le baciava i seni e la teneva premuta contro la ringhiera delle scale per tenerla ferma impedendole di sottrarsi alle sue attenzioni. Mia sorella continuava a dirgli di no senza successo.
    All'improvviso lui la gira facendola sporgere e piegare oltre la ringhiera, le solleva il vestito, spinge di lato la sottile striscia delle mutandine, sputa nella sua mano per poi spalmare la saliva sul pene.
    Mia sorella ha emesso un urlo soffocato... lui le ha coperto la bocca con la mano per impedirle di urlare ancora e ha iniziato a scoparla, molto velocemente e con forza.
    Dopo pochi colpi di reni lei ha avuto un orgasmo e lui ha sborrato nella fica di mia sorella e ha cominciato a ridere.
    "Che stronza... che puttana. Non volevi e invece hai goduto come una cagna in calore."
    Ha tirato fuori il cazzo ancora gocciolante di sperma... le ha abbassato la gonna, ha tirato su i suoi pantaloni, ha poggiato mia sorella esanime sulle scale e silenziosamente è andato via.
    Ero scioccato! Non sapevo cosa fare. Mi sono avvicinato a mia sorella, accanto a lei c'era una pozza di secrezioni e sperma sul pavimento, anche la gonna era imbrattata dallo sperma. Lei dormiva già. L'ho presa in braccio e l'ho portata a casa silenziosamente. Ho cercato di non svegliare nessuno. L’ho adagiata sul letto e l’ho osservata. Ho guardato le sue calze logore e la gonna sporca di sborra. Le ho tolto la gonna, le ho tolto la camicetta, ho sfilato il reggiseno e le mutandine lasciandola completamente nuda sul letto.
    Mi sono denudato completamente, ero eccitatissimo, avevo il cazzo talmente duro che sembrava di legno. Ho accarezzato la fica, era bagnatissima e colma di umori vaginali e sperma lasciato dal ragazzo che l’aveva scopata sulle scale. Sono salito sul letto, le ho allargato le gambe e l’ho penetrata. L'ho scopata per circa 5 minuti, ho sborrato dentro di lei. Subito dopo aver goduto l’ho ripulita, ho asciugato tutto con cura, mi sono disteso accanto a lei e mi sono addormentato.
    Al mattino mia sorella non ricordava nulla. Non sapeva nemmeno come fosse riuscita a tornare a casa! Le ho detto quasi tutto quello che era accaduto, non proprio tutto, le ho riferito solo quello che a me faceva comodo. Stando a quanto le ho raccontato lei ha riconosciuto il ragazzo che l’aveva scopata, era stato un amico del suo futuro marito.
    Le ho detto di aver visto tutto quello che era successo sulle scale, le ho anche detto che lei lo aveva voluto e che gli aveva chiesto di scoparla. Lei rimase inorridita e mi chiese di non dirlo allo sposo e nemmeno ad anima viva!
    Ho anche ammesso che anche io l'avevo scopata dopo averla riportata a casa. È rimasta senza parole per qualche secondo, poi si è avventata su di me e mi ha colpito ripetutamente con calci, pugni e schiaffi, esausta si è lasciata cadere sul letto e ha pianto a lungo.
    Quando l'isteria è passata e le lacrime si sono asciugate mi ha chiesto:
    “Non ti ha dato fastidio infilare il tuo cazzo nella mia fica dopo che qualcun altro ci aveva sborrato?”
    Le ho risposto di no, anzi le ho detto onestamente che mi era davvero piaciuto!
    L’ho ricattata e le ho detto che se voleva davvero il mio silenzio avrebbe dovuto continuare a scopare con me tutte le volte che io lo desideravo.
    Lei ed io abbiamo continuato ad avere rapporti sessuali anche dopo il suo matrimonio!
    A distanza di poche settimane dal matrimonio mia sorella ha avuto una gravidanza dalla quale sono nati due gemelli!
    Ancora oggi io e mia sorella quando siamo insieme e facciamo l’amore ci chiediamo chi sia il padre dei due gemellini. Forse un giorno indagheremo, o forse no, del resto che importanza ha sapere chi sia il vero padre... “Mater semper certa est, pater numquam.”
  3. .
    Sin dall’adolescenza mi ero accorto di provare attrazione per i ragazzi. Erano strane pulsioni che si facevano sempre più difficili da contenere e di cui provavo una certa vergogna. Quando mi masturbavo, è capotava più volte al giorno, fantasticavo di farmi inculare da qualche mio amico ben dotato (negli spogliatoi del campetto di calcio che frequentavo ne avevo adocchiati diversi che potevano fare al mio caso) mentre con la bocca facevo sontuosi pompini immaginari con relativa bevuta di sborra. Naturalmente, per rendere il sogno erotico il più reale possibile, mi sditalinavo il buchetto del mio culo femminile e spesso lo stimolavo introducendo gli oggetti più vari: piccoli ortaggi tipo carote o cetrioli, würstel, impugnature di cacciaviti, fusi di legno per la lana che aveva mia madre è che io usavo per auto incularmi. Le sborrate che seguivano quelle mie strane pratiche erano veramente intense e naturalmente il tutto finiva con il raccogliere la mia dolce sborra con le mani che ripulivo avidamente con la bocca. Era qualche anno che vivevo la mia omosessualità cercando di lenire gli insani impulsi che provavo con l’autoerotismo ma iniziavo a non esserne più appagato e decisi che dovevo sedurre un vero maschio con il quale avrei potuto dare sfogo a tutta la mia troiagine repressa. Le mie attenzioni si rivolsero ad Emilio di poco più giovane di me. Era di aspetto efebico, come me del resto, molto carino di viso, con un corpo glabro e longilineo ed aveva due caratteristiche che lo rendevano adatto ai miei scopi: era molto riservato, quindi sul problema della discrezione mi faceva stare tranquillo ed aveva un cazzo lungo e non molto spesso, almeno così lo avevo stimato vedendolo nudo sotto la doccia, che secondo me si sarebbe rivelato assai adatto a prendere la mia semi verginità di culo. Non mi ci volle molto a convincerlo ad appartarsi con me per divertirci reciprocamente con i nostri corpi perché anche lui era solleticato dall’idea di farsi toccare il cazzo da mani che non fossero le sue e magari a farselo anche trastullare con la bocca. Non credo infatti che immaginasse che potessimo spingerci oltre. Ci mettemmo d’accordo di vederci a casa dei suoi anziani nonni dove lui aveva una cameretta con lo stereo e con la scusa di ascoltare musica e giocare ai video game, potevamo contare sulla privacy necessaria al nostro scopo. Ci chiudemmo a chiave e subito iniziammo a scoprire i nostri corpi palpandoci dappertutto, dapprima in maniera impacciata ma dopo alcuni istanti la naturalezza e l’istinto ebbero il sopravvento e tutto iniziò a procedere in maniera perfetta. Rapidamente ci spigliammo e vidi la sua magnifica erezione. In effetti il suo cazzo era davvero lungo, circa una ventina di centimetri ma, contrariamente alla mia valutazione negli spogliatoi, anche la circonferenza era di tutto rispetto. Insomma, Emilio aveva il cazzo che avevo sempre sognato mentre il mio cazzetto di 12 centimetri in erezione appariva più come un grosso clitoride. Ma a me interessava godere dalla parte del culo, di come fosse il mio cazzo mi importava poco. Iniziammo a scambiarci delle carezze, palpandoci il culo, segandoci a vicenda e ad un certo punto baciandoci con la lingua. Poi iniziai a condurre il gioco in maniera più esplicita, sempre facendo attenzione alle reazioni di Emilio che comunque pensavo fosse etero. Gli chiesi di stendersi sul letto e mi misi sopra di lui mettendogli il mio cazzetto eccitato vicino alla bocca e iniziando con naturalezza a succhiargli la verga turgida, partendo dalla cappella e andando in su ed in giù fino a farmelo arrivare in gola. Lo stavo spompinando come se lo avessi fatto chissà quante volte ma in realtà era la prima volta che assaporavo un cazzo ed era buonissimo anche se all’inizio avevo provato un senso di disgusto che avevo subito superato per la grande eccitazione che stavo vivendo. Dopo un po’ che lo stavo deliziando, iniziai a sentire che anche lui mi stava delicatamente leccando il pisello, prima con timidezza ed incertezza, come se non sapesse bene cosa fare, poi via via in maniera più convinta fino a prendermelo tutto (si fa per dire) in bocca. Iniziava così il nostro primo 69 che, vista la nostra inesperienza, non fu affatto male se si eccettua che Emilio ogni tanto mi provocava dolore con i denti. Ma quello che volevo più di ogni altra cosa non era farmelo secchiate oppure spompinare senza ritegno il mio amico: io volevo che mi prendesse il culo con quel suo cazzo gigante. Gli chiesi di baciarmi il buchino perché volevo provare a prenderlo nel culo e bisognava lubrificarlo il più possibile. Il fatto che subito Emilio si mise ad esaudire il mio desiderio mi fece capire che anche lui aveva voglia di sperimentare fino alle estreme conseguenze e che scoparsi il mio culo iniziava davvero ad intrigarlo molto. Nel frattempo io continuavo a sbocchinarlo a più non posso bagnandogli tutta l’asta con la mia saliva. Emilio continuava a leccarmi il culo e di tanto in tanto mi infilava dentro la lingua provocandomi spasmi di piacere. Quando mi sentii pronto, cambiammo posizione per agevolare la penetrazione. Mi misi sul bordo del letto con il culo per aria e la schiena ben inarcata per protendere verso il mio stallone il buchetto bagnato e evoglioso. Lo invitai a dilatarmi lo sfintere con le dita perché altrimenti sarebbe stato complicato ricevere la sua verga e anche in questo caso Emilio mi assecondò. Prima mi infilò il dito medio, poi l’indice, poi, man mano che l’anello anale si allargava, mi introdusse un’altro dito ed inizio a fare Simo e giù per il retto per alcuni minuti. Mi stava facendo impazzire di piacere e di desiderio per ciò che di lì a poco sarebbe accaduto. Durante questi preliminari sentivo che con l’altra mano, il mio amico si masturbava il cazzo per mantenerlo in erezione, mostrando così un’esperienza che pensavo non avesse. Infatti poi mi confido che aveva avuto un’esperienza con una ragazza che gli aveva insegnato qualche trucco ma che la scopata con me fosse stata di gran lunga la più eccitante della sua vita. Tornando a noi, quando Emilio fu al culmine del desiderio di sfondarmi, dopo avermi preparato per bene l’ano, stando in piedi dietro di me che ero sempre a pecora, con la schiena ben inarcata, mi appoggiò il suo glande durissimo ed enorme sul buco del culo allargato e spinse con decisione. La sua asta fu come inghiottita dal mio sfintere arrapato. Stranamente sentii pochissimo dolore che quasi subito si trasformò in piacere indescrivibile. Avevo un vero cazzo nel culo e me lo stavo godendo in tutta la sua imponente virilità. Emilio aveva iniziato a spingermi dentro e fuori il suo gioiello, mi stava allargando come una cagna in calore. Mi pompava in maniera ritmica e cadenzata, sbattendomi con forza e con una passione che davvero non mi aspettavo. Si capiva che stava godendo anche lui come me di quel momento di grandissima trasgressione. Ad un tratto i suoi colpi di fecero più forti e rapidi, io gemevo come una femminuccia e iniziai a sbrodolare senza che nessuno mi sfiorasse il cazzetto. A quel punto, dopo un altro paio di poderose impalate, sentii Emilio esplodermi una sborrata calda e prolungata nelle viscere, riempiendomi il culo della sua crema. Fu un’esperienza entusiasmante. Non avrei mai creduto che essere scopato nel culo avrebbe potuto provocarmi un tale piacere. Sfiniti da quell’incontro così intenso, ci stendemmo l’uno affianco all’altro per alcuni minuti. Una volta riaviti, ci rivestimmo, ci salutano con un certo imbarazzo ma leggendo nei nostri occhi l’appartamento per aver goduto così intensamente, ciascuno dal lato che preferiva. Naturalmente ripetemmo i nostri incontri erotici molte volte, sempre con reciproca soddisfazione e mantenendo assoluto riserbo.
  4. .
    Era il lontano 2008 e io avevo da poco compiuto 20 anni e stavo frequentando l'università di lettere. Ero ancora piuttosto atletico visto che facevo attività sportiva diverse volte a settimana e avevo ancora tutti i capelli neri. Gli occhi azzurri glaciali li avevo allora come adesso.
    Uscivo da qualche mese con Roberta, una ragazza con due anni in meno di me, che abitava nel mio paesino di provincia. Aveva i capelli di un biondo ramato tenuti lunghi fino alle spalle, gli occhi verdi, diverse lentiggini sul viso, era alta 1,70 circa, magra, con due tettine piccole ma invitanti (una seconda circa) e culetto bello sodo.

    Ci eravamo dati diversi appuntamenti in quel paio di mesi, ma non eravamo mai andati oltre il bacio, supportato da qualche palpatina. Qualche volta timidamente le mie mani avevano osato toccare i suoi seni sotto la maglietta mentre ci baciavamo appassionatamente, ma niente di più. Io non ero alla prima esperienza, né di uscita con una ragazza né sessuale, ma sapevo che invece lei lo era, per cui stavo prendendo le cose con calma.

    In luglio i miei genitori erano andati in ferie mentre io ero rimasto a casa per poter dare gli ultimi esami della sessione. Decisi quindi di invitarla a casa mia, dal momento che era libera, per vedere un film. Andai a prenderla sotto casa e la vidi uscire dalla porta dirigersi verso l'auto. Aveva indosso una canottierina bianca semplice con la spallina stretta a filo; un paio di shorts di jeans cortissimi, che coprivano appena i glutei; un paio di sandaletti semplici, leggeri e senza tacco. Si dirigeva verso di me con una camminata leggera e un sorriso felice stampato in faccia. Era bellissima. Salita in auto la salutai con un bacio e partimmo per andare a casa mia.

    Arrivati a casa mia presi il computer su cui avevo alcuni film scaricati e le feci scegliere il film.«Guardiamo questo!», disse lei selezionando Dragon Heart.
    Iniziammo la visione del film svaccati sul divano, io le avevo passato un braccio dietro le spalle e lei aveva appoggiato la testa sopra il mio braccio. Dopo una decina di minuti di film, lei iniziò a reclinare la testa e ad avvicinarla al mio viso. Stette così per qualche minuto e poi si girò e mi dette un lieve bacio sulla guancia, passando poi a sussurrarmi all'orecchio: «Sai io ho già visto questo film e l'ho scelto perchè arrivata a casa potrei tranquillamente raccontarne la trama anche se non dovessi vederlo».Mi voltai e la fissai negli occhi con uno sguardo interrogativo.
    «Sai... Se volessimo fare altro adesso io potrei tranquillamente raccontare la storia del film ai miei...»

    Iniziai a intuire dove voleva andare a parare per cui le chiesi con un sorriso sornione: «E cosa proporresti di fare?» Mentre lo dicevo le passai una mano tra i capelli dietro le orecchie, andando ad avvolgere la mia nuca e avvicinando, con una leggera pressione, il suo viso al mio, per darle un piccolo bacio, che in un istante si trasformò in un intenso limone. Sentivo la sua lingua dolce accarezzare la mia e il lieve profumo del suo balsamo permeava il mio naso. Sentivo anche le sue mani che mi accarezzavano i capelli all'altezza della nuca. Nel frattempo un'evidente erezione cresceva nei miei pantaloni.
    Dopo qualche minuto azzardai ad abbassarle la canottierina dalle spalline e a provare a farla scendere verso il basso. Aveva addosso un top sportivo bianco, tutt'altro che contenitivo che lasciava decisamente intravedere i suoi capezzolini turgidi per l'eccitamento e il suo piccolo e bel seno. Passai quindi a baciarla sul collo, scendendo poi con le mie labbra sul suo petto, fino al seno. a quel punto provai fare la mossa successiva, anche perchè la sentivo ansimare. Le abbassai quindi il top e rivelai le sue tettine perfette. Presi dunque a baciarle e a solleticare i capezzoli con la mia lingua. Lei ansimava sempre di più.

    A quel punto sentii che portava la sua mano sulla mia patta dei pantaloni e iniziava ad accarezzare la mia evidente erezione. Continuammo così per qualche minuto. Continuai a prendere l'iniziativa e dissi: «Mettiamoci più comodi».
    Finii quindi di sfilarle canottiera e top e la feci nuovamente sedere. Poi mi misi in piedi davanti a lei e mi tolsi i pantaloni. L'erezione nelle mie mutande era proprio davanti al suo viso. Mi tolsi anche i boxer e lasciai che si godesse la vista per un'istante. Sembrava a metà tra l'imbarazzata e l'eccitata, ma decisamente era indecisa e impreparata sul da farsi. Le presi una mano e la feci alzare lentamente. Nel farlo il suo viso e la pelle del suo corpo dal seno fino alla pancia sfiorò il mio cazzo.
    Quando fu in piedi davanti a me presi a baciarla nuovamente con passione e l'abbracciai facendoli sentire il contatto della sua pelle nuda contro la mia. Nel frattempo iniziai a sbottonarle gli short e lentamente li sfilai fino a farli cadere per terra. Solo quel punto mi resi conto che indossava un perizoma bianco davvero minuscolo che lasciava il suo culo completamente scoperto. Presi quindi a palparle quel fantastico ben di Dio che aveva al termine della schiena.

    Dopo qualche minuto mi staccai da lei, mi abbassai e le sfilai le mutandine. Quello che apparse davanti al mio viso era una fighetta, che era stata rasata per l'occasione e che lasciava intravedere quindi un cespuglieto curato e dello stesso color biondo ramato dei capelli. La feci sedere comoda sul divano e le allargai le gambe. A quel punto tuffai la mia faccia nella sua figa e iniziai a leccargliela avidamente. Ad ogni colpo dì lingua la sentivo ansimare, sospirare e gemere. Era evidente che stava apprezzando il mio trattamento anche perché mise le sue mani sulla mia testa e, mentre me la accarezzava, la spingeva sempre di più verso la sua fighetta. Dopo qualche minuto i suoi gemiti aumentarono. Sentii che iniziava a spingermi la testa con maggior veemenza e che le sue gambe mi stringevano all'altezza delle orecchie. Poi fu presa da tremiti incontenibili e che richiamavano certamente l'orgasmo. Dopo qualche istante si lasciò cadere sul divano.

    Fu a quel punto che mi alzai e la vidi oscenamente aperta sotto di me. Mi infilai al volo il preservativo e volai dentro di lei. Entrai con un unico colpo netto e preciso facendo sparire tutto il mio cazzo nella sua figa.
    La sua reazione fu impagabile: trattenne per qualche istante il fiato, incapace di proferire parola, con gli occhi spalancati e la bocca aperta in un "oh" di meraviglia e di incapacità a gestire la quantità di sensazioni.
    Presi a muovermi lentamente dentro di lei e non appena capii che aveva preso le misure del mio cazzo iniziai ad alternare ritmo, spinte e movimenti rotatori. Le intanto mi baciava appassionatamente e stringeva con forza le sue gambe intorno al mio corpo. Ogni tanto con la sua boccuccia mi dava un morso al labbro o cercava di farmi un succhiotto sul collo. Dopo 15 minuti buoni sentii che stava per venire di nuovo per cui aumentai il ritmo: dopo qualche colpo ben assestato sentii che stava nuovamente tremando di piacere e stavolta non si limitava ad ansimare ma mi stava gemendo nell'orecchio un «Sei fantastico».
    «Il meglio deve ancora venire» dissi baciandola appassionatamente.
    «Non vedo l'ora» ansimò lei cercando di riprendere fiato.

    Decisi però di non lasciarle troppo tempo per riprendersi. La feci girare sul divano: ora il suo fantastico sedere era davanti a me, mentre lei poggiava le ginocchia sulla seduta del divano e le braccia sullo schienale. Io mi misi dietro di lei e glielo infilai dentro. Poi l'afferrai per i fianchi e iniziai a dare dei colpi precisi e profondi, facendo uscire quasi tutto il cazzo e poi facendolo risparire velocemente dentro di lei. Ad ogni colpo lei dava un gemito. Io le chiesi allora: «Ti piace?»
    «Sì» gemette Roberta.
    «Ti piace il mio cazzo dentro di te?» insistetti io.
    «Sì» gemette di nuovo.
    «Allora dimmelo».
    Dopo un instante di pausa di evidente sorpresa lei gemette di nuovo: «Mi piace».
    «Cosa ti piace?»
    «Mi piace... averti dentro... È davvero stupendo!»
    A quella dichiarazione sentii che stavo per venire per cui aumentaii il ritmo fino ad esplodere dentro di lei.

    Quella sera intuii che Roberta era una ragazza che aveva voglia di sperimentare e che era portata istintivamente per il sesso e per le sue bellezze. Per questo nei mesi successivi decisi di provare con lei molte cose interessanti ed eccitanti.
    Ma queste sono altre storie.
  5. .
    Dopo un anno mi lascio con Stefania Sono triste e chiamo Marco gli racconto che è finita e sono deluso e triste e ho bisogno di parlare e lui mi invita a casa sua prendo da bere per dimenticare arrivo sono distrutto occhi rossi e lui mi abbraccia e mi dice vedrai che ti passa e lei non ti merita e beviamo e parliamo e io mi sfogo racconto tutto pure le scopate la testa mi gira e piango siamo sul divano e mi butto sul suo petto Dico da oggi basta donne se viene un uomo vado con lui mi diverto e non mi fa soffrire sta stronza e ci abbracciamo e lui si stende e io vado sopra e mi accarezza la testa e lo bacio sul collo mi gira io sotto e lui sopra e mi afferra le mani sulla testa e il viso sul mio mi guarda e io lo guardo e le sue labbra sulle mie e infila la lingua io lo bacio e poi lo stringo e i nostri corpi si strusciano allargo le gambe e le metto sui fianchi e i nostri cazzi si toccano ci eccitiamo e lui mi toglie la maglia e io la sua e mi bacia i capezzoli e me li morde e mi eccita e io ansimo e mugolo e lecco il suo petto ,mi lecca la pancia e scende mi sbottona e mi sfila i pantaloni e poi si spoglia nudo e ci abbracciamo ci rotoliamo e mi alza e mi porta in camera ci baciamo lui mi accarezza il corpo il culo me lo accarezza e io a lui abbiamo i cazzi duri e siamo messi bene a misura il mio più largo lui si gira al contrario e assecondo le sue mosse non diciamo una parola ma ci godiamo provo un piacere forte e mi faccio trasportare e lui mi dice a te ci penso io vedrai che piacere e ci succhiamo i cazzi come una cosa normale poi mi allarga le gambe e mi viene sopra e mi bacia con passione forte e mi truscia il cazzo sul culo e mi mette la saliva e appoggia la cappella e mi dice se ti faccio male fermami e spinge lo sento entra ma lo blocco e lui si ferma mi bacia e mi spinge il cazzo e entra metà si ferma e mi accarezza e mi dice mi sei sempre piaciuto ma eri con la stronza ma adesso sei mio e ha spinto colpo secco e lo ha mandato tutto ho fatto un urlo e lo stretto e lui si è mosso piano e io da sotto ho iniziato a godere mi piaceva e poi mi ha fatto sedere su di lui e io andavo su e giù e mi sono eccitato e lui mi segava e io saltavo e mi ha fatto schizzare e si è leccato il mio sperma e mi ha baciato e ho assaporato il mio sapore poi mi ha messo a pecorina e mi sbattuto e mi ha riempito ... Siamo rimasti abbracciati sudati è un nostro segreto nessuno deve saperlo e lo abbiamo rifatto e stavolta lui si è fatto scopare e io ho provato un piacere forte Quando avevamo voglia ci vedevamo a casa sua e scopavamo Una sera eravamo lui mi preparava la cena quando hanno suonato e venuto il suo fratello Marcello più grande è rimasto a cena abbiamo parlato si è accorto di come guardavo il fratello e mi ha detto anche tu sei caduto nella sua magia ci siamo guardati tutti e tre e mi hanno alzato e abbracciato e ci siamo baciati poi mi hanno spogliato e loro anche e mi hanno portato in camera e io al centro tra i due li ho succhiati e mi hanno scopato a turno e poi uno sopra me altro scopava il fratello e poi a turno tutti e tre abbiamo presi due cazzi nel culo sono venuto tre volte e loro anche in bocca e in culo .....
  6. .
    Sapevo una storia, che ci si drogava doveva ammetterlo a se stesso e gli altri, ma chi non si droga e non l’aveva mai fatto andava a cercare il cazzo di un elefante per far in modo di smettere di essere così bigotto.
    Persone su persone che fingevano andavano India e posti asiatici proprio per quello.
    Il fatto di non drogarsi li limitava mentalmente e spiritualmente, per questo chi non si drogava aveva paura di morire, molto di più di chi si drogava e a volte impazziva a tal punto da capire di avere un problema.
    Chi invece si drogava, e non rubava ne faceva del male agli altri sopravviveva alla vita molto di più di chi non si era mai drogato.
    Il non drogato era limitato, per questo se non si drogava andava a prendere lo sperma di elefante, chi invece si drogava lo ammetava senza timore e giudizi altrui.
    Fu così che molti persero la vita, perché dire la verità era un obbligo morale chi non diceva la verità moriva, e se mentiva gli accadevano sciagure di ogni genere.
    Per quello molte persone dicevano non lo so, ma quando dicevi non lo so, poi dovevi andare davanti andare in giro nudo per i paesi che tu fossi donna o uomo.
    La gente che mentiva andava agli zoo per farsi inculare dagli animali.
    Ecco perché c’era la fila di persone!
    Dovevate vederli, ecco perché le persone stavano sempre più in silenzio e taciturne.
  7. .
    Ciao Carla.
    Dopo una settimana che dialoghiamo via email, ormai abbiamo entrambi capito con chi abbiamo a che fare.
    Mi diverte il tuo sogno segreto di essere montata da animali, possibilmente grossi cani, ma ho capito che non ti formalizzi sulla specie.
    Potrebbe essere interessante per te anche essere montata da un equino -dal pony all'asinello fino allo stallone- ma, ancora meglio, chiusa in una porcilaia, ovviamente nuda, a sciaguattare nel brago in terra ed essere ripetutamente violata da un verro, il capobranco.
    So che adesso hai già gli slippini zuppi, dopo aver letto queste poche righe e penso al tuo dover tenere tutto segreto, a causa del piccolo centro dove vivi (“il paese è piccolo, la gente mormora”) faccia parte della tua eccitazione e, sopratutto, tenere all'oscuro di queste tue animalesche pulsioni il tuo compagno.
    Pensa alla faccia che farebbe, se solo immaginasse... Cosa potrebbe fare, dire, come reagirebbe, cosa direbbe in giro...
    Ma tu no: tu continui nei tuoi atteggiamenti di tranquilla signora -ancora in età fertile!- di gradevolissimo aspetto e di rinomata rispettabilità, mentre, dentro di te, ripensi alle immagini pornografiche che ti invio via email, che mostrano donne (e tutte loro sono TE!) mentre vengono bestialmente possedute da animali con grossi cazzi, oppure lasciate a colare sborra animale dai loro tartassati buchi, magari creando anche laghetti sotto di te.
    Magari, hai mai pensato a che effetto ti farebbe se ti introducessero un rettile, tipo un pitone in uno dei tuoi orifizi?
    Ovviamente, questa email la pubblicherò anche su erotici racconti e poi mi divertirò a leggere i commenti, degradanti per te, dei lettori che avranno la bontà di commentare scrivendo cosa ti farebbero fare, se solo potessero disporre di te e della tua consenziente voglia di lasciarti massimamente degradare per una giornata.
    Ti immagino mentre provi a succhiare l'ingombrante cappella di un asinello...
    Attendo una tua risposta che, a mio insindacabile parere, potrò pubblicare nei commenti di questa email/racconto
    Ciao troia (nel senso di femmina di suino)
  8. .
    Domenica piovosa, dovevo scegliere se stare in casa, o andare a bere una birra a casa di Stefano.
    L'entusiasmo era identico in entrambi i casi, ma optai per la seconda.
    Arrivai, mi accolse in tuta e maglietta, entrai e subito notai una cuccia in un angolo della sala.
    "Ma da quando?"
    "Ah sì" rispose lui, "da un mese ho un nuovo cane. Lo vuoi vedere?"
    "Va bene"
    Emise un fischio: "Ron! Vieni!"
    Dalle scale del piano superiore, sentii il rumore delle unghie, ed un ansimare
    Un Pitbull.
    Mi ritrassi.
    "Hai paura?" rise Stefano. "È ancora cucciolo,non ti preoccupare".
    Subito Ron mi annusò le gambe, mi diede un colpetto con la testa squadrata, mi guardò con occhi stranamente penetranti.
    "Allora Giovanni, che mi racconti?"
    "Non ho grosse novità, il solito"
    "Allora beviamoci una birra".
    Come al solito, la solita domenica di noia, se avesse piovuto sarebbe stata perfetta.
    Mentre lui era in cucina, Ron mi mise una zampa sulla gamba.
    Lo carezzai.
    Scodinzolò.
    Gli diedi una carezza al muso, e lo sentii caldo, un cucciolotto.
    Lui si mise su due zampe, mi guardò e...
    "Ma che fate?!?" rise Stefano con le birre in mano.
    Ron era stato velocissimo, mi aveva avvolto la gamba con le zampe anteriori e stava spingendo!
    "Via!" dissi.
    Stefano rise ancora: "È giovane, non ti preoccupare"
    Ero rimasto spaesato.
    "Magari avverte qualcosa di te" ironizzò Stefano.
    Mi infastidì.
    "Evidentemente lui apprezza la bellezza, cosa che tu hai sempre ripudiato" dissi freddo.
    "Giovanni, lo sai e lo ribadisco: sono etero, non è questione di bellezza o meno".
    Silenzio.
    Carezzai nuovamente Ron.
    Il cane mi iniziò a leccare la mano, il braccio, era una cosa delicata.
    "Volete che vi lasci soli?" rise nuovamente Stefano.
    Non so perché, ma guardai le zampe del cane, curioso, e lo vidi...una protuberanza avvolta dal pelo.
    "Giovanni, ti senti bene?"
    "Sì sì"
    "Hai appena guardato il cazzo del mio cane!"
    Se ne era accorto.
    Silenzio.
    Iniziammo a bere.
    "Sei invidioso, Stefano?"
    "Non ne hai idea"
    "Guarda..."
    La birra stava facendo effetto, mi alzai ed iniziai a simulare una danza del ventre; Ron si agitava, zampettava sul pavimento.
    Alla fine mi misi a terra, con le gambe a gattini...ed il pitbull mi si portò sopra la schiena.
    Mi alzai.
    Iniziammo a ridere.
    E bere.
    "Che zoccola sei Giovanni ah ah ah!"
    "È il tuo cane che è frocio!"
    Ero gay, ma scherzavo molto su questo termine.
    "Dai, togliamo i pantaloni!"
    Lo feci.
    Mi misi a gattonare, il cane mi raggiunse, io mi muovevo e lui dietro di me, con le zampe anteriori sulla schiena.
    Stefano rideva e beveva.
    Io ero come ubriaco.
    Mi fermai e Ron iniziò a spingere con forza.
    "Guarda Stefano...oh oh siiiii"
    "Ahahahah troia!"
    Le zampe mi serrarono la pancia, le unghie erano dure, il cane si mise in posa, e spinse ancora.
    Rimasi fermo.
    Stefano guardava.
    Ma non rideva più.
    "Togliti le mutande, troia..."
    Era ubriaco, stava fissando quella scena irreale.
    Io sentivo una sensazione strana, sbagliata, cosa stavo pensando?
    Sfilai le mutande, senza grossa vergogna, e mi trovai con la parte inferiore del corpo completamente nuda.
    Stefano era già alla terza birra.
    Stirai la schiena, agitai le natiche.
    Ron ansimò, mi serrò, ed iniziò a mettere il bacino peloso sul mio sedere.
    Qualcosa di umido mi toccò l'ano.
    "Eccolo..." disse Stefano.
    Non provavo alcuna vergogna, anzi, era una rivalsa nei suoi confronti, che non mi aveva mai voluto.
    Mi misi a 90.
    Il cane mi montò.
    Era diverso dal cazzo di un uomo; era più morbido, così con le mani allargai le natiche.
    Stefano osservava.
    Sentii il mio ano che veniva violato da un animale, una cosa ripugnante che però mi stava eccitando...ci stava eccitando, anche Stefano erano immobile.
    Il pene entrò, era scivoloso, ed iniziai a sentire male; i testicoli del cane formavano, erano durissimi, le zampe scivolavano sul pavimento.
    Stefano si alzò e lo aiutò.
    Lo tenne fermo, e fui penetrato anche da quei testicoli enormi.
    Il cane smise di montare, era fermo, il suo pene pulsava, si gonfiava dentro di me.
    Inizia a gemere.
    Stefano vedeva me a quattro zampe, col suo cane che mi stava ingroppando.
    "Sei una cagna..."
    Io stavo godendo, era completamente differente: avevo un pezzo di carne dura,ferma che pulsava.
    Il mio ano iniziò a pulsare, mi si inturgidì il pene, iniziai a gocciolare precum sul pavimento.
    Stefano guardava il suo amico scopato da un cane.
    Gemevo, sembravo una donna.
    Il muso del cane mi ansimava sulla testa, il suo pene gonfio sembrava scoppiare.
    Iniziò a guaire di piacere, ed io sentii un lieve calore nel retto.
    Stava eiaculando lentamente; solo ora ricordai che i cani continuano ad emettere seme, mentre stanno fermi.
    Mi eccitai: il cane mi stava sborrando nel culo.
    Stefano ci guardava, e vidi che aveva il cazzo duro tra le mani. Non mi ero accorto, ma lo aveva estratto perché non resisteva.
    Sentivo il retto scoppiare, mi dovevo muovere, il cane si mosse ed iniziò a spingere ancora, con le zampe mi graffiava i fianchi, la lingua mi penzolava sulla schiena, l'ano era larghissimo grazie ai suoi testicoli.
    Stefano si segava fuori controllo, estasiato da quella incredibile scena.
    Il cane iniziò a guaire forte, sentii la spinta coitale, e poi un dolore tremendo; i testicoli del cane stavano tentando di uscire, intrappolati dal mio ano.
    Gemevo dal male, il cane guaiva, il seme dell'animale iniziava ad uscire dal mio ano, Stefano aveva la cappella dura mentre si segava come un adolescente.
    Guaivo, era la cagna.
    Il mio ano una vagina di una cagna in calore, posseduta da un Pitbull.
    Iniziai a spingere, come quando si defeca, e sentii che le palle del cane stavano aprendo l'ano dall'interno, ci fu un attimo di stallo, poi accadde: il culo mi sembrò esplodere quando il cazzo del cane guizzò fuori, l'animale ansimava e gocciolava sul pavimento, io avevo l'ano dolorante, misi una mano dietro e sentii che era sfondato ed umido.
    Stefano era al culmine.
    Si alzò, scostò il pitbull e mi ficcò il cazzo nel culo, scivolò nello sperma del suo cane e mi venne dentro urlando.
    Si tolse, respirava come se stesse per svenire.
    Eravamo immobili, tutti e tre.
    Avevamo fatto una cosa innaturale, ed ora sembrava che ne fossimo venuti al corrente.
    Il cane andò nella sua cuccia, a testa bassa, Stefano si tirò su i pantaloni e si adagiò stremato sul divano.
    Io mi alzai, sentivo il buco aperto come una vagina, misi una mano dietro ed andai in bagno.
    Mi sedetti sul water: dal retto usciva lo sperma del cane Ron, e del suo padrone Stefano.
    La cagna ero io, e guardai orgoglioso quel mix di sperma che colava nell'acqua dello scarico.
    Nel mio ano adesso potevano passarci tre dita in verticale.
    Uscii dal bagno, Stafano dormiva, ed il cane anche.
    Me ne andai senza dire nulla.
    Non ero lontano da casa mia, dovevo solo attraversare il parco...ci sarebbero stati cani a quell'ora?
  9. .
    La storia che racconto è vera ma per questione di privacy non dirò i nomi delle persone. Avevo poco più di 15 anni e come tutti aspettavo la sera tardi per vedere in tv qualche pubblicità dei numeri erotici per prenderlo in mano e segarmi di brutto …. Fino a qui tutto normale , i miei ormoni erano impazziti , a quell età davvero mi eccitava anche un manichino della standa. Avevo la fortuna di abitare vicino ad una mia zia , una donna molto prosperosa una quinta di seno un culo abbastanza grande ed una fica bella pelosa come andava negli anni 90 insomma una vera curvy . Il nostro rapporto era molto stretto e confidenziale ma il problema era che da parte di mia zia non c era nessuna malizia nei gesti e nelle parole invece da parte mia sii o almeno così credevo …aspettavo che lei andasse a fare la doccia per poterla spiare del buco della serratura e che spettacoli che vedevo , quelle sue mammelle enormi con quel suo culone con un po’ di cellulite che mi faceva diventare il cazzo duro come il marmo , riuscivo a segarmi mentre la spiavo e schizzavo sempre sulla porta dove ero appoggiato per guardarla dal buco della serratura o quando usciva dal bagno entravo e andavo ad odorare e succhiare le sue mutande appena tolte … che sapori una delizia .Una sera rimasi a dormire da lei perché i miei genitori erano fuori e quindi visto che io ero solo e lei anche abbiamo deciso di dormire insieme … ed ora viene il bello .Da bravo nipote mi misi nel letto con il pigiama , lei invece si presenta con una vestaglia senza reggiseno e sotto solo con le mutandine… Quelle pere enormi faticavano a rimanere chiuse in quella vestaglia dove si intravedevano due chiodi duri sicuramente dovuti dal freddo dell’inverno . Io ero fuori di testa … il cazzo andava da solo , potevo pensare anche alla cosa più brutta sulla faccia della terra ma niente lui era lì dritto e con la cappella che pulsava … Dopo che mi da la buona notte sarà passata un oretta e in quel silenzio e buio mia zia si addormentò mentre io no non riuscivo avevo il fuoco dentro … bollivo . A quel punto prendo coraggio mi avvicino ed inizio piano piano a toccarle il seno piano per vedere se si accorgeva ed invece niente, quindi mi feci coraggio e a fatica infilai una mano dentro la sottana e prendendo in mano una sua mammella e con molta calma impastavo questa sisona calda ed ero in paradiso , la cappella pulsava come il mio cuore ero un misto tra eccitazione e paura più che altro pronto a tutto nel caso si fosse svegliata … prendo coraggio sfilo la mano da sopra e la piazzo sul pacco della sua fica pelosa … prima con delicatezza e poi leggermente più deciso , sentivo il suo clitolide gonfiarsi con i miei sfregamenti ….a quel punto mi accorsi che il suo respiro diventava più affannoso e sentivo le sue cosce che si allargavano piano piano per poter permettere alla mia mano di arrivare meglio sul buco della sua fica…. Signori miei io ero partito di brutto mi feci largo tra l ‘elastico delle sue mutande ed i peli e infilai il mio dito medio proprio lì dentro ed iniziai un lento su e giù… intanto con la mia testa mi appoggiavo sulla sua mammella destra e succhiavo il suo capezzolo direttamente da sopra la sottana , la sua fica era un lago ma lei furba e vacca faceva finta di sognare che scopava con qualcuno perché implorava un certo Francesco di spingere ancora di più ed io eseguivo …. Ad un certo punto sento la sua mano vicino al mio cazzo ed è stato un’attimo glielo misi in mano e lei sempre facendo finta di sognare inizió con una sega prima lenta e poi veloce …poi rallentava di nuovo perché sentiva che la mia cappella era pronta per esplodere e quindi faceva questo giochetto che mi faceva godere come un porco ….ad un certo punto mi sono messo in bocca quel dito unto dei suoi liquidi vaginali e da lì in poi ho iniziato a schizzare come un idrante …. Ho inzaccherato tutto … lenzuola pigiama le sue mani ricordo che ogni schizzata era accompagnata da un tremore delle mie gambe … dopo quella venuta epica mi addormentai esausto . La mattina mi sveglia e lei non c era era in cucina a preparare la colazione , mi sentivo un verme ma ormai il danno era stato fatto … lei mi guardò e mi disse bello di zia questa notte hai avuto una notte movimentata… mi tocca cambiare le lenzuola per colpa tua e poi scoppió a ridere dicendomi tranquillo è l età che fa accadere queste cose vedrai che crescendo diventi come me penserai solo al lavoro e alle bollette da pagare ….. sarà ma secondo me lei pensava prima a prendere il cazzo e poi a tutto il resto … che vacca !!!
  10. .
    Mi chiamo Maria. Ho 38 anni e voglio raccontarvi la mia storia, anche se provo un certo imbarazzo a farlo. Ho divorziato otto anni fa e d’allora vivo sola con mio figlio.
    Nonostante molti uomini mi abbiano corteggiata, durante questi otto anni, ho preferito evitare qualsiasi nuova relazione di coppia. I miei desideri sessuali, sempre molto presenti nella mia vita, li ho appagati con la masturbazione praticandola quasi quotidianamente.
    Mio figlio Andrea crescendo ha iniziato, giorno dopo giorno, a trascorrere sempre più tempo, da solo, nella sua cameretta ed io sentendomi meno impegnata nei suoi riguardi, mentre lui risultava impegnato nelle sue faccende, mi rinchiudevo nella mia stanza da letto a masturbarmi, fregandomene del fatto che Andrea fosse in casa mentre mi concedevo piacere.
    Mio figlio, in occasione di Capodanno 2023, ha invitato a casa nostra alcuni suoi amici. Dopo i convenevoli saluti, i ragazzi hanno stappato alcune bottiglie di Prosecco dando inizio ai rituali festeggiamenti, in attesa della mezzanotte.
    Io ho deciso di ritirarmi nella mia stanza da letto, lasciando che i ragazzi si divertissero senza di me, visto che non ero assolutamente interessata a partecipare. Ho chiuso la porta della stanza da letto, ho tolto jeans e mutandine, mi son seduta sul letto completamente nuda poggiando sulle mie gambe il mio notebook. Ho aperto la pagina di un famoso sito porno e ho cominciato a guardare alcuni video. Sono bastati solo alcuni secondi per eccitarmi adeguatamente e ovviamente l’eccitazione mi ha spinto a masturbarmi senza fretta e con delicatezza. Mi piace accarezzare il clitoride con i polpastrelli, per poi far scendere la mano verso il basso e infilare due dita nella fessura tra le mie gambe, mi eccita ancora di più sentire quella sensazione di bagnato, il calore che emana la vagina al suo interno e il profumo pungente che emana quel liquido dolce che ne fuoriesce e che mi spinge a leccare le dita cremose ogni volta.
    Ho socchiuso gli occhi immaginando di essere io la donna che nel video stava ricevendo le attenzioni sessuali da parte dell’uomo che era al suo fianco e quando ho riaperto gli occhi mi sono accorta che Paolo, un amico di mio figlio Andrea, era entrato nella mia stanza e mi stava guardando con un espressione inebetita e la porta alle sue spalle era richiusa.
    Io, sbigottita per la situazione davvero imbarazzante, ero sul mio letto con le gambe completamente spalancate e sollevate, mentre due dita della mano destra si muovevano nella fica come fossero un cazzo duro e la mano sinistra stringeva con forza il seno. Dopo un breve attimo in cui mi son sentita paralizzata, ho chiuso le gambe e ho messo i piedi giù dal letto e tirando su le lenzuola ho cercato di coprire al meglio il mio corpo completamente nudo.
    Ho chiesto a Paolo, con voce ferma di uscire immediatamente dalla mia stanza e lui invece di ubbidire a quanto gli avevo detto si è avvicinato al mio letto sedendosi accanto a me, ha scostato il lenzuolo e ha cominciato ad accarezzarmi i seni. Ho provato a spingerlo via, non volevo che mi toccasse, ma lui ha continuato a strusciare le sue mani sul mio corpo, ha strizzato i miei capezzoli con le dita provocandomi un intenso brivido di piacere. Volevo che Paolo andasse via mentre il mio corpo cominciava ad apprezzare la sua presenza facendo si che una forte ondata di calore esplodesse nell’addome fuoriuscendo poi dalla fica. Mi girava la testa, ho provato a ripetergli di lasciarmi stare ma non ci sono riuscita.
    Lui mi ha spinta sul letto facendomi distendere, ha tolto via le lenzuola che a stento coprivano il mio corpo nudo, ha accarezzato con le dita il mio clitoride, il mio addome si è contratto più volte per il piacere, si è disteso sul letto poggiando il capo fra le mie gambe e con la lingua ha lambito il mio clitoride. Sentivo il calore delle sua bocca sulla fica, il suo respiro, la lingua mi penetrava come fosse un cazzo per poi ricominciare a titillare il clitoride. Ho avuto un potentissimo orgasmo, sono quasi svenuta mentre la fica si contraeva spruzzando fuori il suo denso liquido biancastro.
    Con gli occhi semichiusi per il piacere provato, inebriata dalla situazione ho visto che lui ha sbottonato i suoi jeans e ha tirato fuori il suo cazzo completamente eretto, teso e lucido. Desideravo il suo cazzo. Ho allungato la mano e ho stretto quel magnifico pene nel palmo, sentivo le vene di quel cazzo gonfie e dure mentre pulsava. Ho avvicinato la mia bocca e ho ingoiato il sesso di quel ragazzo fino a farlo scomparire completamente nella mia cavità orale.
    Muovevo la testa ritmicamente su è giù su quell’asta dura, annusavo l’odore acre che emanavano i peli del suo pube come fossi assatanata di sesso. Sono bastati pochi minuti e quel magnifico e giovane cazzo è esploso nella mia bocca come fosse un fontana. Ho ingoiato fino all’ultima goccia del suo sperma, salato e dolce allo stesso tempo, era denso, pastoso, ho deglutito con forza per spingerlo giù nella profondità della gola. Stretto ancora nella mia bocca ho sentito che si sgonfiava rimpicciolendosi.
    Paolo ha sfilato dalle mie labbra il suo cazzo molliccio, lo ha riposto nelle mutande e dopo essersi ricomposto è andato via dalla stanza da letto senza dire una sola parola.
    Io ho indossato una vestaglia e sono andata in bagno, mi son lavata velocemente sotto la doccia, tornando presto nella mia stanza a riflettere sull’accaduto. Vergogna, desiderio, rabbia, piacere e tante altre emozioni e sensazioni rimbalzavano nella mia testa in modo confuso. Ero arrabbiata con me stessa per non averlo respinto con forza, ero arrabbiata con lui per essere entrato nella stanza da letto, ma desideravo ancora il suo cazzo, dispiaciuta per non averlo scopato come invece avrei dovuto. Quella notte non ho chiuso occhio per il tormento. Ho cercato di rivivere più volte nella notte ogni singolo istante dell’episodio che aveva coinvolto me e l’amico di mio figlio, mi sono masturbata più volte godendo ripetutamente. Il cazzo di Paolo mi mancava già.
    Nei giorni a seguire ho sperato di rivedere Paolo nella nostra casa, desideravo venisse a trovare mio figlio e tutte le volte che Andrea mi diceva che sarebbero venuti a trovarlo i suoi amici mi preparavo in ghingheri per accoglierlo con la speranza di ricevere nuovamente le sue attenzioni.
    L’ultima settimana di gennaio Paolo è venuto a far visita a mio figlio. Ho provato una fortissima emozione, ero tesa, nervosa, elettrizzata per il suo arrivo, ma Paolo e Andrea si son chiusi quasi immediatamente nella stanza di mio figlio senza dare a me la possibilità di condividere parte del loro tempo. Ho provato disappunto, avrei voluto guardare gli occhi di quel ragazzo per capire se fosse venuto a casa nostra anche per me, in un certo qual modo ero arrabbiata con Andrea perché mi aveva privato del piacere di stare con Paolo anche solo per qualche istante.
    Ho raggiunto la mia stanza, ho chiuso la porta alle mie spalle e come a ripetere un rituale propiziatorio mi sono spogliata completamente sedendomi sul letto come a Capodanno in attesa di rivedere Paolo nella stanza da letto. La mia fica era madida di succo, sentivo la vulva contrarsi con forza, desideravo pazzamente quel cazzo, avrei fatto qualsiasi cosa pur di riaverlo tra le mani, nella bocca, nella fica e nel culo, a quel cazzo avrei donato qualsiasi parte del mio corpo pur di riaverlo con me.
    Bruciavo di desiderio e di vergogna. Come poteva una donna adulta desiderare così tanto un ragazzo poco più che adolescente??
    Ho aspettato circa un’ora e quando lui è entrato nella mia stanza sono rimasta senza fiato, il mio desiderio si era avverato, non riuscivo a muovermi per l’emozione.
    Paolo ha tolto i suoi vestiti, non aveva ancora l’erezione, io sono scesa dal letto velocemente mi sono inginocchiata d’avanti a lui e ho ingoiato il pene moscio del giovane ragazzo. Mentre con la lingua accarezzavo il cazzo tenendolo stretto con le labbra, ho sentito che diventava sempre più grande e duro. Il glande di quel cazzo ha toccato il fondo della gola, ha toccato l’ugola facendomi provare un piccolo rigurgito, ho succhiato i testicoli morbidi, ho mosso la testa avanti e indietro stringendo nella mano lo scroto rugoso, ho poggiato le mani sui glutei di Paolo e ho spinto con forza il sedere verso di me affinché penetrasse più profondamente in gola. Lui, dopo alcuni minuti, ha sfilato il cazzo dalla bocca ordinandomi di mettermi carponi sul letto, ho obbedito, mi ha allargato le gambe e io ho sollevato il bacino il più possibile, si è posizionato dietro di me poggiando il glande turgido sulla fica bagnatissima, è scivolato nelle profondità della vagina come un coltello caldo affonda nel burro. Mi colpiva forte col cazzo duro ritmando velocemente, mi schiaffeggiava i glutei con violenza, puniva la lussuria di una madre troia che desiderava scopare un un giovane ragazzo. Non so quanti orgasmi ho avuto mentre mi prendeva da dietro, sono quasi svenuta per l’intenso piacere.
    Senza avvisarmi, senza che io potessi dire nulla ha sfilato completamente il cazzo dalla fica e con un gesto rapido ha puntato il glande sull’orifizio anale. Ha spinto con forza il cazzo causandomi una fitta dolorosa, come se un affilato coltello avesse sfondato e ferito l’ano che fino a quel momento non era mai stato penetrato da un pene. Ho soffocato un urlo di dolore per evitare che mio figlio Andrea potesse capire cosa stesse succedendo nella mia stanza. Sono bastati pochi colpi a Paolo per godere dentro il mio culo. Ho sentito ripetuti fiotti di sperma caldo svuotarsi dentro di me. Lui si è adagiato sulla mia schiena sfinito per poi stendersi sul letto supino. Ho guardato il suo pene afflosciarsi con dolcezza, ho avvicinato la bocca accogliendo al suo interno. Ho succhiato ancora quel cazzo moscio desiderosa di gustare i sapori dell’atto di sesso consumato tra noi.
    Di lì a poco lui si è rivestito e ha lasciato la stanza. Io ho raggiunto il bagno, ho riempito la vasca d’acqua e mi sono immersa completamente ripensando a quella magnifica scopata. Dopo circa mezz’ora ho sentito la voce di Andrea che mi salutava dicendomi che andava in centro città con Paolo a incontrare altri amici.
    Nei giorni a seguire ho chiesto insistentemente ad Andrea di invitare più spesso Paolo a casa nostra sottolineando che, la loro, era una buona amicizia che andava privilegiata e salvaguardata. In pochi giorni mi sono trasformata nella schiava di Paolo, ero completamente alla sua mercé, ero pronto a fare qualunque cosa mi chiedesse, solo per sentire il suo cazzo dentro di me. Lui ha voluto che fosse solo mio figlio a invitarlo a casa nostra e questo mi ha costretta a chiedere ad Andrea di portare a casa il suo amico ogni giorno fino a che Andrea ogni mattina era portato a chiedermi:
    “Mamma faccio venire anche oggi Paolo a casa nostra??”
    Io rispondevo regolarmente:
    “Si figlio mio! Voglio che stia con noi.”
    Sono certa che Andrea sa tutto di me e di Paolo, probabilmente avendolo sentito dalla stessa voce di Paolo. Mio figlio sa che scopo con il suo amico, del resto quando è a casa Paolo viene nella mia stanza e si trattiene delle volte anche per novanta minuti. Come potrebbe giustificare ad Andrea tutto il tempo che trascorre da solo con me??
    Dopo un’ora l’amico ritorna da mio figlio e io mi fiondo nel bagno dove trascorro il tempo a lavarmi dallo sperma che mi ha imbrattato.
    Da qualche mese a questa parte Paolo ha cominciato a filmare i nostri incontri, riprende con lo smartphone gli atti sessuali, scatta foto di me nuda con le gambe aperte nelle quali è sempre visibile il volto. Registra video mentre gli succhio il cazzo mettendo in risalto il volto quando è completamente ricoperto di sborra.
    Paolo mi ha anche riferito che il gruppo di amici che lui e Andrea frequentano hanno indetto una sfida che dura da diversi mesi e che si concluderà alla fine del 2024, una sfida con una vera giuria che valuterà tutte le foto e i video delle mamme dei ragazzi coinvolti mentre fanno sesso a viso scoperto in modo tale da essere riconosciute facilmente da tutti. Paolo ha anche affermato di aver coinvolto sua madre in questa sfida e mi ha mostrato un video nel quale lui e sua madre scopano in presenza di mio figlio e di un altro loro amico che non conosco. La madre di Paolo e una ex compagna di scuola e ora, tutte le volte che la incontro, sono certa che anche lei ha visto i video nei quali faccio sesso con suo figlio.
    Quante persone, mi chiedo spesso, sono a conoscenza di questi video?? In quanti mi hanno visto fare sesso con Paolo?? Cosa pensa di me la gente?? A quanto ho capito sono in tanti a competere in questa sfida.
    Qualche giorno fa mi è stato ordinato da Paolo, di restare completamente nuda dentro casa, tutte le sere, per sessanta minuti circa con le finestre libere da tende e tapparelle mentre mio figlio e in casa nella sua stanza con la porta spalancata davanti alla quale devo passare spesso non curante del fatto che Andrea possa vedermi. Come ho già sottolineato, non riesco a sottrarmi alla volontà di questo giovane amante, in realtà non voglio sottrarmi e sono consapevole del fatto che queste istruzioni ricevute mi eccitano molto. Paolo mi ha anche anticipato che prossimamente mi chiederà di filmarmi inginocchiata nuda mentre succhio il cazzo di Andrea e che, a distanza di qualche altro giorno, dovrò fare sesso con la porta della stanza da letto completamente aperta mentre Andrea e tutti i suoi amici sono in casa pronti ad entrare nella stanza per guardarmi e partecipare come in una gangbang.
    Ormai l’idea di vedere coinvolto mio figlio Andrea mi eccita immensamente e non vedo l’ora che lui insieme a tutti i suoi amici mi scopino fino allo stremo. Voglio assaggiare e gustare la sborra di tutti i ragazzi, soprattutto quella di mio figlio. Non vedo l’ora che tutto questo si realizzi e non m’importa di quante persone abbiano già guardato i video hard nei quali sono coinvolta o di chi li gusterà in futuro.
  11. .
    Zio Giulio ha 49 anni e porco patentato bellissimo uomo muscoli e separato perchè tradiva mia Zia e vive solo cosi una sera lo incontro in locale con una ragazza e mi chiama e mi invita al suo tavolo e mi offre da bere e la sua nuova amica è una sudamericana piccola ma fatta bene mi dice di portarlo a casa ha bevuto e non vuole guidare la auto e lei dietro e lui affianco andiamo a casa salgo lui è brillo in casa offre altro Lei ha figlio di 16 anni lei mi dice se bevesse di meno sarebbe un uomo favoloso e lo porto in camera e lui mi da un bacio e mi dice ti voglio bene perchè non mi giudichi mai e poi mi dice Dolores è una bella donna ti piace ? Zio ma che domande è una bella donna la tua donna e lui mi ha detto siiiii ma non riesco a farla godere Lei ha voglia ti prego fallo per me vai falla urlare di piacere non voglio perdere . e mi spinge in sala ,Dolores sta lavando e cosi le chiedo di bere un liquore insieme e lei mi offre una bevanda del suo paese e bello forte e parliamo e mi racconta come si sono conosciuti e il figlio di 16 avuto da un altro che Zio vuole bene e lo aiuta e siamo vicini e lei mi confida che da piu di un mese che lui non la occa e lei è una donna e non vuole mancargli di rispetto ma una donna è femmina e calda e allora la accarezzo sulle spalle e la avvicino a me tranquilla vedrai cerco di dargli speranza lei si fa accarezzare e le passo la lingu asul collo e lei ha brividi trema e mi stringe le mani e io la giro e la bacio liei partecipa e la stendo sotto di me sul divano le vado sopra e struscio il cazzone duro e mi bacia con passione e voglia trema ansima mugola e la spoglio tutta e lei a me e mi succhia il cazzo e me lo ingoia tutto le metto la mano nella fica e la sfondo dentro e fuori trema si piega ha convulsioni e le faccio avere un orgasmo e urla si tappa la bocca e poi la scopo a pecorina e si dibatte sotto ha la fica bagnata e scivolo ho un 22 cm lei si gira e io sopra lei apre le gambe e la scopo forte e lei mi bacia e veniamo insieme restiamo abbracciati e sudati e poi lei si fa una doccia e io aspetto vado a vedere in camera zio e nudo nel letto ha il cazzo duro ha sentito ho visto la scopata si è eccitato , in settimana vado a trovarli e conosco il figlio di lei un bel ragazzo lo porto con me a fare la spesa e parliamo e mi parla della loro storia ha paura che Zio lasci la mamma loro sono stanchi di cambiare case e piange e lo abbraccio è delicato magro mi abbraccia e ha dei bei capelli lisci occhi a mandorla e una bocca carnosa preparo la cena e fatto felici tutti si beve e si brinda avevamo preso una dolce e poi la dolores riceve una chiamata la signora dove lavora e lei va a passare la notte da lei e cosi io le prometto di restare con il ragazzo e accompagnamo e torniamo a casa apro il divano Zio dorme nel lettone e russa e io il ragazzo nel letto insieme e in slip al buio il ragazzo mi viene addosso sul mio petto mi abbraccia e mi parla delle sue storie e la scuola e io lo accarezzo e il mio cazzo pressato dalle sue gambe lui mi accarezza il viso e viene su e abbiamo la faccia vicine e mi struscia il suo pisello sulla coscia e duro piccolo ma doppio mi giro di lato e afferro il culo del ragazzo bello sodo liscio e sporgente lui mi mette la faccia sul collo e senti il respiro caldo sul collo e mi eccito il mio cazzone duro la mia mano sulle sue chiappe e lui che si muove avanti e indietro poi mi giro la SUa bocca affianco alla mia e lo bacio ho voglia e tremo e lui mi stringe e mi viene sopra e lo spoglio e lui a me ci rotoliamo nel letto e il ragazzo esperto scende e mi succhia il cazzo lo giro el o lecco e bello aperto e gli chiedo chi è stato e lui mi dice Zio mi ha scopato la prima volta e da allora quando ha voglia mi chiama e io faccio quello che mi chiede lo scopato alla grande abbiamo goduto poi lo portato nel letto e ho svegliato Zio e insieme lo abbiamo scopato due cazzi nel culo e il ragazzo impazziva
  12. .
    Con la chiusura delle scuole solitamente cercavo di darmi da fare per accumulare un gruzzoletto da spendere poi nell'arco dell'anno. Papà faceva il muratore, come si chiamava allora, mentre mamma era casalinga. Purtroppo se il diavolo ci mette la coda
    i programmi vanno a farsi benedire, così successe che papà è caduto da una impalcatura
    riportando diverse fratture, fra cui il bacino. A dire il vero gli è andata bene perché
    cadendo da un'altezza di sei metri non sempre si racconta. Contemporaneamente una facoltosa vicina cercava una donna che le facesse dei servizi in casa. Se ne è parlato in casa, la decisione era facilmente prevedibile, per compensare il minore salario di papà, mamma ha accettato ed io in barba alle vacanze e al gruzzoletto avrei dovuto
    stare con papà che era totalmente immobilizzato. Mamma dava le disposizioni, le difficoltà comunque erano tante, gestire chi non si può muovere non è facile. I primi
    giorni sono stati difficili per poi adattarci sempre di più. A papà dovevo fare tutto,
    tutto vuol dire lavarlo, pulirlo, farlo mangiare, l'unica cosa che non doveva fare era vestirlo, era nudo, non poteva muoversi. C'era anche un pochino di vergogna da parte sua, se doveva fare la pipì o la pupù dovevo usare il pappagallo o la pala per poi
    lavarlo. All'inizio queste operazioni si facevano superficialmente per mancanza di pratica per poi migliorare sempre. Per lavarlo utilizzavo dei fiocchi di ovatta bagnati per poi asciugarlo. Il problema, per lui era quando agivo sui genitali, il cazzo tendeva ad indurirsi, io lo rassicuravo, per la pupù era appena più complicato, soprattutto per lavarlo. In ospedale gli avevano messo il pannolone, a casa non lo ha
    voluto, facevo tutto io e dopo aver finito lo lavavo, infilavo un dito nell'ano per
    pulirlo a fondo. Sempre più spesso quando agivo sull'ano aveva delle erezioni pazzesche. -Sei bravo- mi diceva tanto che a volte aumentavo il numero delle dita, da uno a due e perfino tre. Avevo il suo cazzo molto vicino alla bocca, anche il mio diventava duro, papà aveva proprio un bel cazzo. Col passare dei giorni entravamo
    sempre di più in sintonia ed una mattina l'ho baciato sul cazzo. Qualche goccia di liquido è apparsa sul glande, invece di pulirlo con un panno l'ho fatto con la lingua.
    Aveva gli occhi chiusi stava godendo, non poteva scopare con mamma perché non poteva muoversi. Ho preso il cazzo in bocca ha cominciato a gemere prima piano, poi sempre
    più forte fino a quando mi ha sborrato in bocca. -Grazie- mi ha sussurrato con un filo
    di voce. La sborra l'ho sputata sul panno, poi con la scusa di sciacquarmi la bocca
    sono andato in bagno dove mi sono sottoposto ad una meravigliosa sega. Da quel giorno
    la nostra intimità l'abbiamo vissuta intensamente, era diventato un rito mattutino quello di lavarlo con tutti gli annessi. Godeva da morire quando gli mettevo le dita nel culo, le erezioni erano sempre maestose, la sborra non la sputavo più, la ingoiavo.
    Dopo averlo soddisfatto completamente avvicinavo il mio cazzo alla sua bocca, mi faceva
    un pompino straordinario, anche lui ingoiava la mia sborra. Ci facevamo delle confidenze, ci piaceva da matti quello che facevamo, è arrivato a dirmi che godeva più
    con me che con mamma. Anche lui ha voluto mettermi le dita nel culo mentre gli succhiavo il cazzo. Ci davamo dei baci restando con le bocche attaccate per decine di minuti. Mi diceva -Non vedo l'ora di guarire, voglio abbracciarti, stringerti, sentire
    il tuo corpo sul mio. Sperava che mamma si facesse scopare da qualcuno, insomma papà
    era un vero porco sotto l'aspetto sessuale. Dopo qualche tempo, quando ormai le ossa
    si erano quasi rinsaldate, mi ha chiesto di aiutarlo a mettersi disteso sulla pancia,
    è stato bellissimo, finalmente ho potuto lavarlo per bene sulla schiena sui glutei.
    Quella mattina abbiamo osato, dopo averlo lavato in profondità, con la lingua sono
    andato sull'ano, gemeva forte quella mattina papà, ha sborrato sul letto, non è
    riuscito a trattenersi. Abbiamo scoperto di avere le stesse affinità, ci piaceva il
    cazzo ad entrambi, la condizione di essere padre e figlio ci eccitava ancora di più.
    Una mattina è successo l'imprevisto, è tornata mamma sorprendendoci in piena azione.
    Ad un primo attimo di smarrimento, dove abbiamo cercato di giustificarci, lei si è
    adattata dicendo -Meglio tra voi che con altri- Ecco ora non dovevamo più nasconderci
    io e papà, il nostro amore era doppio, prima come padre e figlio e poi come amanti.
    Papà è guarito, ha ripreso il suo lavoro, io la scuola dormivamo in tre nello stesso letto, abbiamo fatto l'amore anche con mamma, lei godeva molto a guardarci nelle nostre effusioni, si masturbava perfino. Papà l'ha invitata, qualora l'avesse voluto, a farsi
    un'amante, lei ha detto di trovarsi molto bene con noi nonostante la nostra condizione.
  13. .
    Quella sera ero particolarmente stanca, dopo il lavoro non vedevo l'ora di tornare a casa e rilassarmi un pò. I blocchi informatici che avevamo avuto avevano fatto accumulare i pazienti ed erano tutti nervosi..soprattutto con me che sono in accettazione. Sono Chiara e lavoro in un laboratorio di analisi. Era tutto il giorno che sognavo il mio divano..la mia doccia ed il mio letto, ma non appena sono arrivata a casa, ho mangiato qualcosa al volo e mi sono diretta in doccia, l'acqua calda sulle spalle mi aveva fatto immediatamente scorrere via la tensione accumulata durante la giornata. I miei pensieri viaggiavano su tutto quelle persone che avevo saputo gestire nonostante le difficoltà informatiche, tante avevano capito e portavano pazienza ma altre di pazienza ne avevano poca e non appena alzavano un pò la voce, interveniva un infermiere del centro prelievi che con la sua voce ferma e calda chiedeva a tutti di pazientare e spiegava che il problema non era del laboratorio ma era generalizzato. Luis si chiamava. Sapevo ben poco di lui. Ci scambiavamo i saluti ogni giorno e giusto qualche informazione relativa al lavoro. Era alto, moro..occhi scuri e penetranti..e quando passava lasciava una scia deliziosa del suo profumo che inebriava la mia testa. Nonostante il nostro rapporto si limitava ai scambi di informazioni lavorative, tra noi c'era uno scambio di sguardi e sorrisi che non mi lasciava per nulla indifferente. Avevamo preso lo stesso ascensore e fu lui a rompere i ghiaccio "giornatina pesante oggi, eh?" Mi sorrise delicatamente "per fortuna è finita" replicai io e toccandomi inconsciamente il collo aggiunsi "mi ci vorrebbe un bel massaggio, ma mi accontento anche di una doccia rilassante". Le porte dell'ascensore si aprirono e lui appoggiò una mano sulla mia schiena per accompagnarmi fuori "ti auguro una buona serata..di relax" strizzando l'occhio. Lo salutai a malincuore, avrei voluto passarla decisamente con lui la mia serata.

    Pensando a Luis mi ero ritrovata ad avere i capezzoli induriti e la mia fica rasata che pulsava, richiedeva le mie attenzioni. Avevo finito di lavarmi in velocità, una volta uscita dalla doccia, avevo avvolto un asciugamano attorno al corpo e avevo sciolto i capelli biondi per dirigermi in camera da letto. Dal mio comodino avevo scelto un vibratore di colore fuxia, da un lato è come un pene, dall'altro ha un buchino aspirante.
    La mia mente tornò su quei suoi occhi che mi osservano, mi sentivo nuda dal modo in cui mi guarda. La mia mano iniziò a toccare il mio clitoride, due dita allargarono le labbra e il dito medio iniziò a disegnare dei piccoli cerchi sul clitoride. Poco dopo i piccoli cerchi si alternarono a dei colpetti e poi ancora a dei massaggi insistenti che mi provocarono un orgasmo. Cambiai posizione, appoggiai i piedi sul bordo del letto, presi quindi il vibratore, lo infilai nella mia fica e lo azionai con la vibrazione massima, avevo voglia di godere ancora, subito. Bastò veramente poco, inarcai la schiena..il vibratore toccò la parete con l'ano e la mia mente si offuscò letteralmente. Iniziai a massaggiarmi il clitoride velocemente e con l'altra mano mi scopai la fica fino ad esplodere, tolsi via il vibratore e un fiotto parti sul pavimento..adoro squirtare.
    Risi da sola e mi definii come una puttana, come mi faccio definire dai miei amanti.
    Pulii tutto e ormai distrutta ma compiaciuta, andai a dormire.

    Non so da quanto dormivo, ma fui svegliata da un rumore alla porta, come se qualcuno volesse entrare..nessuno aveva le chiavi se non i miei genitori, ma erano fuori città.
    Un ladro! Che dovevo fare? Dovevo sorprenderlo? Dovevo far finta di dormire? Ero terrorizzata e incapace di muovermi, decisi di far finta di dormire.
    La porta di casa si aprì, sentii i suoi passi felpati. Prima si diresse in soggiorno, ma non toccó nulla...poi in cucina, nemmeno lì tocca nulla.
    Lo sentii percorrere il corridoio..stava venendo verso me. Aprii la porta della mia camera, rimase sull'uscio per un pò, mi sentivo osservata..d'altronde ero con una canottiera e un perizoma. Avevo il cuore a 1000, avevo paura di respirare. Il ladro si tolse le scarpe e si avvicinò al mio letto, mi scostò I capelli dalla faccia mi accarezzò la guancia.
    Provavo terrore misto ad eccitazione, cercavo di stare più ferma possibile per far credere che stessi dormendo. Il ladro mi accarezzò la schiena, le sue dita seguivano tutta la colonna vertebrale fino a raggiungere l'ano. Ebbi un sussulto, penso se ne accorse. Scostò il mio perizoma e si fece strada nella mia fica con le dita, la trovò bella bagnata e ne infilò almeno un paio. Cercavo di assecondare i suoi movimenti per godere di quella violenza che poi tanto violenza non era. Quasi con mia delusione, dopo poco tolse le dita.. si staccò da me, si mise in piedi, tirò fuori il suo pene e iniziò a segarlo davanti la mia faccia. Strinsi le gambe perché mi stavo eccitando..evidentemente lui lo notò e si mise a cavalcioni sopra di me e mi passò il suo pene tra le natiche..e poi pian piano me lo infilò nella fica. Istintivamente portai la gamba sinistra verso il petto per aiutarlo nella penetrazione. Lui si distese sopra me appoggiando il petto sulla mia schiena, la sua bocca sul lobo del mio orecchio sinistro mi provocò una serie di brividi lungo la schiena facendola inarcare..il suo cazzo entrò perfettamente dentro me e iniziò a muoversi delicatamente.
    Il ladro mi baciò l'orecchio, poi il collo..la spalla. Iniziai a mugolare dal piacere e più mugolavo più il ritmo aumentava. Sentivo quel cazzo riempirmi e lo sentivo sbattere contro le pareti dell'ano provocandomi un orgasmo intenso.
    Lui quindi si tolse da me, mi girò mettendomi giù di schiena e io fingendo sempre il sonno profondo, mi arresi alle sue gesta. Mi aprii le gambe, puntò di nuovo il suo cazzo sulla mia fica e riniziò a scoparmi. Il suo viso era vicino al mio, sentivo il suo respiro e il suo odore..il suo profumo. Quel profumo che tanto mi inebriava ogni giorno..era lui il ladro. Lo lasciai fare, ormai non contavo gli orgasmi che mi faceva provare. Anche solo mordicchiando i miei capezzoli. Lo sentivo ansimare tra i miei grossi seni, mentre me li leccava sentivo il suo cazzo farsi sempre più grosso e duro, pronto ad esplodere, mi auguravo non dentro la mia fica.

    Pochi colpi intensi dopo, uscì dalla mia fica fradicia, prese il suo cazzo e con la mano iniziò a segarsi velocemente, fino a venire sulle mie tette.
    Si rivestì, mi diede un leggero bacio sulle labbra e se ne andò, lasciandomi in quel letto sporca, goduriosa e tanto incredula.
    La mattina successiva mi svegliai presto, avevo mille pensieri per la testa, non sapevo se affrontarlo o lasciar stare, fare una denuncia o assecondarlo. Devo ammettere che mi aveva fatto godere..ma era pur un abuso..cazzo se mi aveva fatto godere.

    Le labbra della mia fica si gonfiarono di nuovo, era di nuovo bagnata e vogliosa, presi quindi il dildo a ventosa e lo fissai alla parete della doccia, aprii l'acqua, aprii le cosce, mi piegai a 90 e mi scopai il mio fedele amico.
    Mentre la mia fica era piena, mi toccavo il clitoride con la mano destra, e con la sinistra mi strizzavo i capezzoli. I pensieri affollavano la mia mente, e di colpo raggiunsi il piacere..mi tolsi dal dildo e un fiotto uscì dalla mia fica..adoravo vedere quanto riuscivo a venire.
    Finii di farmi la doccia, mi preparai velocemente e andai in ufficio prima del solito.
    Sentii vociferare, andai nella stanza prelievi con il cuore in gola ma trovai solo due infermiere "Buongiorno! Siete solo voi?" Chiesi. L'infermiera più anziana mi rispose "Ciao Chiara, no c'è anche Luis, ma dev'essere in ufficio", le ringraziai e mi diressi in ufficio, mi mancava il fiato.
    Aprii di scatto la porta e lo trovai con il cazzo in mano e si stava segando, cercò di ricomporsi velocemente. "Ciao Chiara, mi dis". Lo interruppi dicendo semplicemente " A stasera" e gli porsi la chiave di casa.
    Me ne andai, vogliosa più che mai.
  14. .
    Non uso più tinder come ai tempi d’oro, ma c’è stato un tempo in cui conobbi una MILF che divento la mia troia.
    Mi invito a casa sua e fu una esperienza unica.
    Con le donne sono molto bravo riesco a capirle, farle divertire, emozionare e anche a farli sentire dei sentimenti nei miei confronti.
    Entrai in casa, lei era molto più bassa di me, ci sedemmo sul divano, e mentre conversavamo del più e del meno.
    Gli chiesi se voleva un massaggio ai piedi, così tanto per iniziare a scaldarla.
    Avendo studiato riflessologia plantare, sapevo come stimolarla al meglio.
    Infatti si eccito così tanto che mi mando i segnali classici della donna che voleva farlo.
    Iniziai a baciarla dai piedi per salire sulle gambe, non importa se aveva ancora i vestiti, era lei che si doveva spogliare per prima.
    Fu presto detto, si tolse tutto e pure io, a me piacciono un sacco le donne mature, (anche le ragazzine) solo che loro pensano ancora al vero amore.
    Per me l’amore esiste ed è condividere il proprio corpo con una persona che non conosci, ma che vuoi bene.
    Lei: “Sai che sei diverso da tutti gli uomini che ho avuto”
    Io: “Mi fa molto piacere”
    Lei: “Davanti a te mi sento una troia”
    Ci baciammo, gli leccai la figa, gli feci tutto quello che era necessario per farla sentire unica.
    Venne più di una volta, il suo unico desiderio fu…
    Lei: “Vorrei chiederti se posso metterti un dito nel culo. Posso?”
    Io: “Se è quello che desideri, ma tutte quelle che l’hanno messo sono diventate le mie donne, le mie troie”
    Lei: “Si, voglio essere la tua puttana”
    Mi mise un dito nel culo, dalle donne è sempre un piacere averlo, così al meno se mi mettono un dito in culo, io posso mettergli il mio cazzo di 17 cm nello deretano.
    Lei: “Che bello, sei un tesoro, non avevo mai fatto queste esperienze con il mio uomo di prima”
    Facemmo l’amore per due giorni di fila, con il cane che ogni tanto ci osservava.
    Mi preparo anche il pranzo era fantastica, ovviamente giravamo in casa nudi.
    Aveva dei capezzoli grossi e turgidi, molto belli che attiravano la mia attenzione, chi sa quante volte mi misi a succhiare come un bambino quel ben di Dio.
  15. .
    Eravamo in macchina..lui mi inizò a baciare..sul collo la sua lingua mi faceva impazzire..mi prese il seno..lo strinse con le sue mani forti..gemevo..poi avvicinò la bocca ai capezzoli duri..li leccava e succhiava -si si- ansimavo..ero già eccitata. Mi abbassò i pantaloni e mise una mano nelle mie mutandine bagnate..infilò due dita..io spostai in dietro la testa..mi stava facendo un ditalino spingendo sempre più forte -si bravo cosi- passò poi a baciarmi il seno..la pancia..in mezzo alle cosce e arrivò sulla mia fica piena di piacere..la iniziò a leccare delicatamente tutta poi a succhiare il clitoride..ansimavo e tremavo..era sempre più forte..gemevo -si dai così bravo- lo guardavo fare..la sua lingua mi bagnava tutta..mangiava il mio umore..stavo per venire -ancora si ancora- gli slacciai i pantaloni..volevo prendere il suo cazzo duro in bocca..era stupendo..iniziai a baciarlo poi a succhiarlo..lo prendevo tutto fino in gola..lui mi stringeva la testa tra le mani -brava così sei fantastica- mi sdraiai sul sedile lui si mise sopra di me..entrò dentro -ti scopo si- iniziò a muoversi sempre più forte..godevo da impazzire -si si fammi venire scopami- lui aumentò sempre più il ritmo..sentivo il suo cazzo nella fica e godevo sempre di più-ti piace eh?- ansimava anche lui..mi misi sopra..iniziai a cavalcare il suo cazzo che aveva voglia di esplodere sempre più forte -si si- urlavo dal piacere stavo venendo -vengo siii vengoooo- -dai vieni per me- mi diceva..tremavo e godevo da impazzire il suo cazzo mi dava dei colpi forti-vengo anche io si- stava per riempirmi -non ti fermare si vengooo- aumentaì sempre di più la spinta..lo prendevo tutto -vieni si- gli dicevo per eccitarmi..ad un tratto sentiii tutto il suo sperma nella mia fica bagnarmi tutta..
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