Riassunto vita Italo Calvino

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  1. Kadaj93
     
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    Allora regà, per scuola ci hanno dato da leggere la vita di Calvino che si trova nelle prime 30pag del libro "Le Città Invisibili" è come una biografia, quindi mi servirebbe sì un riassunto, ma con qualche dettaglio.. Oppure un riassunto normale.
     
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  2. <kikkina>
     
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    Nasce a Santiago de Las Vegas (Cuba) nel 1923. Studia al liceo Cassinis di Sanremo, avendo per compagno di banco il futuro direttore di "Repubblica", Eugenio Scalfari. Partecipa alla guerra partigiana, esperienza poi trasfusa in uno dei capisaldi della narrativa resistenziale, "Il sentiero dei nidi di ragno" (1947).
    Successivamente, ha modo di lavorare con vari giornali e riviste, svolgendo anche attività di consulenza editoriale; inoltre, soggiorna a lungo in Francia.
    Politicamente impegnato nel Partito Comunista Italiano, se ne dissocia dopo i fatti d’Ungheria; all’immobilismo del PCI nella circostanza, dedica il feroce apologo de "La Grande Bonaccia delle Antille", pubblicato nel 1957 su "Città aperta".
    Tra le sue numerose opere narrative, meritano senz’altro menzione "Il visconte dimezzato" (1952), "Il barone rampante" (1957), "Il cavaliere inesistente" (1959), "La giornata di uno scrutatore" (1963), "Le cosmicomiche" (1965), "Ti con zero" (1968) "Le città invisibili" (1972), "Il castello dei destini incrociati" (1973), "Se una notte d’inverno un viaggiatore" (1979), "Palomar" (1983). Nel 1956, dà alle stampe una selezione di "Fiabe italiane", ricavate dai dialetti d’ogni regione; è, pure, autore d’un celebre libro per ragazzi, "Marcovaldo" (1963). In "Una pietra sopra" (1980), raccoglie numerosi interventi sul dibattito letterario dell’epoca; in "Collezione di sabbia" (1984), prose sparse concepite per particolari occasioni. Dal 1974, collabora per un lustro al "Corriere della Sera" con racconti, resoconti di viaggio, interventi sulla realtà politica e sociale del paese; dal ‘79, continua detta attività sulle colonne di "Repubblica", sino alla morte. Che lo coglie, nel 1985, mentre è ricoverato all’ospedale di Siena.

     
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  3. rascal
     
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    Italo Calvino nasce a Cuba, nei pressi dell´Avana, nel 1923: il padre è un agronomo e la madre una ricercatrice di botanica che avevano soggiornato in America Centrale per ragioni di lavoro e sarebbero tornati in Italia subito dopo la nascita del figlio primogenito Italo.

    L´infanzia e l´adolescenza del futuro scrittore hanno come teatro la città di San Remo, in provincia di Imperia, tra la stazione sperimentale di floricultura diretta dal padre e la casa di campagna di famiglia, in cui si sperimentavano coltivazioni di frutti esotici.

    I genitori gli impartiscono un´educazione di stampo razionalistico e laico, e il giovane Italo frequenta anche delle scuole valdesi. Dopo la maturità si iscrive alla facoltà di agraria dell´università di Torino, dove insegna anche il padre, ma gli manca un vero interesse per la materia e si arena sui primi esami.

    Dopo l´armistizio dell´8 settembre 1943 la Liguria si trova sotto l´occupazione tedesca e il giovane si dà alla macchia per non essere arruolato nell´esercito della Repubblica di Salò.

    Partecipa alla lotta partigiana sulle Alpi Marittime, e i genitori vengono anche arrestati per un breve periodo dai tedeschi.

    Durante la resistenza aderisce al Partito Comunista e dopo la guerra svolge attività politica e comincia a scrivere racconti, legandosi agli ambienti letterari milanesi ( Vittorini ) e torinesi (la casa editrice Einaudi).

    Intanto era passato alla Facoltà di Lettere di Torino, dove si sarebbe laureato con una tesi sullo scrittore di lingua inglese Joseph Conrad. È di questi anni un aneddoto simpatico accaduto a Calvino. Si era messo a scrivere racconti e appena ne terminava uno lo sottoponeva a Cesare Pavese e Natalia Ginzburg , che stavano rimettendo in piedi dopo la guerra la casa editrice Einaudi. Per non averlo tutti i giorni intorno, Pavese gli suggerisce allora di scrivere un racconto più lungo, magari un romanzo. Nasce così Il sentiero dei nidi di ragno , che viene accolto e pubblicato con entusiasmo da Giulio Einaudi nel 1947, e ottiene anche un certo successo di vendite.

    Calvino entra come collaboratore stabile presso questa casa editrice e prenderà il posto di Cesare Pavese, suicida nel 1950. Viene così in contatto con tanti intellettuali, una gamma di personalità che andavano dalla sinistra cristiana, al partito d´azione, al partito comunista, e che rispecchiava tutto l´arco delle forze antifasciste.

    Pur non sentendosi la stoffa del politico né del giornalista, si appassiona a documentare le lotte sindacali e le condizioni del lavoro in fabbrica e resta nel partito nonostante gli strappi e la rottura di molti amici (Vittorini).

    Siccome i critici gli stroncavano i suoi tentativi di romanzi e racconti di stampo neorealista, allora si dà alla sua vocazione letteraria più confacente, quella fiabesca, e Vittorini pubblica allora nella collana "Gettoni" il "Visconte dimezzato". Questo romanzo gli vale riconoscimenti letterari ufficiali e viene bene accolto, pur tra contrasti e polemiche legate al presunto impegno politico e legame con la realtà sociale ed economica della letteratura, anche all´interno del partito comunista.

    Negli anni Cinquanta egli occupava ormai un suo posto e aveva una sua cifra stilistica nella letteratura italiana, e intanto si trasferiva sempre più spesso a Roma, che diventava il centro della produzione letteraria.

    In quegli anni porta a termine un lavoro più u filologico ed erudito che letterario, la raccolta di "Fiabe italiane" della tradizione popolare, prese da varie regioni e tradotte dai dialetti.

    La cultura del Settecento, il razionalismo e l´illuminismo cosmopolita, cosituiscono un altro ambito di grande interesse per Calvino. Da questo sottofondo ideologico e culturale nasce uno dei suoi romanzi più impegnativi: "Il barone rampante" (1957).

    Intanto, in seguito agli irrigidimenti ideologici che avevano a poco a poco frantumato l´unità del fronte antifascista all´indomani della Liberazione, e in particolare come reazione alla repressione della Primavera di Praga (1956) Calvino era alla fine uscito dal Partito Comunista.

    Nel 1959 Vittorini lo chiama come condirettore dalla sua nuova rivista letteraria di testi e critica intitolata "Il Menabò", che coma abbiamo visto era dedicata soprattutto all´approfondimento di temi legati al rapporto fra letteratura e nuova società industriale.

    Negli anni successivi sono sempre più frequenti i viaggi e i soggiorni all´estero e in particolare dal 1964 si stabilisce a Parigi, dove abita la moglie, argentina e di origine russa.

    Negli ultimi anni continua l´attività di saggista e di scrittore.

    Intellettuale e letterato ormai al culmine della carriera e del successo, nel 1984 la Harward University gli chiede di tenere per l´anno accademico successivo un ciclo di lezioni sul ruolo della letteratura alla fine del millennio. In quell´estate Calvino morirà improvvisamente in seguito a ictus, lasciando incompiute le "Lezioni americane. Sei proposte per il nuovo millennio".



     
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  4. lulic al 71
     
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    t ho alzato la coppa in faccia... riomma merda... lulic al 71
     
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  5. anonimo de nonimus
     
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    t'attacchi al tram e il riassunto te lo fai da solo
     
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    Alter ego escursionista

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    CITAZIONE (<kikkina> @ 27/11/2008, 17:47) 
    Nasce a Santiago de Las Vegas (Cuba) nel 1923. Studia al liceo Cassinis di Sanremo, avendo per compagno di banco il futuro direttore di "Repubblica", Eugenio Scalfari. Partecipa alla guerra partigiana, esperienza poi trasfusa in uno dei capisaldi della narrativa resistenziale, "Il sentiero dei nidi di ragno" (1947).
    Successivamente, ha modo di lavorare con vari giornali e riviste, svolgendo anche attività di consulenza editoriale; inoltre, soggiorna a lungo in Francia.
    Politicamente impegnato nel Partito Comunista Italiano, se ne dissocia dopo i fatti d’Ungheria; all’immobilismo del PCI nella circostanza, dedica il feroce apologo de "La Grande Bonaccia delle Antille", pubblicato nel 1957 su "Città aperta".
    Tra le sue numerose opere narrative, meritano senz’altro menzione "Il visconte dimezzato" (1952), "Il barone rampante" (1957), "Il cavaliere inesistente" (1959), "La giornata di uno scrutatore" (1963), "Le cosmicomiche" (1965), "Ti con zero" (1968) "Le città invisibili" (1972), "Il castello dei destini incrociati" (1973), "Se una notte d’inverno un viaggiatore" (1979), "Palomar" (1983). Nel 1956, dà alle stampe una selezione di "Fiabe italiane", ricavate dai dialetti d’ogni regione; è, pure, autore d’un celebre libro per ragazzi, "Marcovaldo" (1963). In "Una pietra sopra" (1980), raccoglie numerosi interventi sul dibattito letterario dell’epoca; in "Collezione di sabbia" (1984), prose sparse concepite per particolari occasioni. Dal 1974, collabora per un lustro al "Corriere della Sera" con racconti, resoconti di viaggio, interventi sulla realtà politica e sociale del paese; dal ‘79, continua detta attività sulle colonne di "Repubblica", sino alla morte. Che lo coglie, nel 1985, mentre è ricoverato all’ospedale di Siena.
     
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5 replies since 27/11/2008, 17:11   12770 views
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