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IL VARICOCELE
Il 17,7% dei maschi presenta il varicocele sinistro, ovvero una dilatazione patologica delle vene che costituiscono il “plesso pampiniforme” sinistro, un agglomerato di vene che si trova posteriormente e sopra il testicolo. La comparsa del varicocele avviene , nella stragrande maggioranza dei casi in occasione dello sviluppo puberale (dopo i 10-11 anni). Il varicocele può essere piccolo ( I grado), medio (II grado) o molto voluminoso (III grado) e può determinare una serie di “fastidi” localizzati al testicolo, allo scroto, alla faccia interna della coscia, alla regione inguinale, al fianco e financo al lato destro. Nella famiglia del soggetto con il varicocele potrebbero essere presenti casi di varicocele stesso o di vene varicose alle gambe o di emorroidi (tutte espressione di una debolezza familiare delle pareti venose che tendono a sfiancarsi formando la “varice”)
La presenza del varicocele può determinare una serie di fenomeni patologici quali il reflusso di sostanze adrenergiche dal sistema venoso renale al testicolo, la stasi venosa scrotale e peri-epididimaria, l’aumento della temperatura scrotale, l’alterato scambio metabolico testicolare , tutti fenomeni che possono alterare la funzionalità della spermatogenesi testicolare, prima sinistra e poi bilaterale, fino a determinare la produzione di spermatozoi malformati ( a punta), poco mobili, con ridotta capacità fecondante e progressivamente una ridotta produzione stessa. Questi sono i motivi che rendono il varicocele una delle cause più frequenti di OligoZooSpermia e di Infertilità Maschile. Sostanzialmente, questo rappresenta l’unico motivo per cui oggi si decide di correggere il varicocele sinistro. Il problema viene oggi accentuato dal fatto che i maschi tendono a sposarsi o a decidere di procreare dopo i 35 anni, quindi dopo che il varicocele a determinato danni testicolari per oltre 20 anni dalla sua comparsa. Ogni qualvolta si sospetti o si scopra la presenza di un varicocele, il maschio dovrebbe farsi visitare, effettuare un esame del liquido seminale ed un EcoColorDoppler Testicolare per verificare che non ci siano alterazioni epididimo- testicolari e sia presente un reflusso venoso patologico. Altri accertamenti sono pleonastici.
La correzione del varicocele più idonea è quella chirurgica-microchirurgica a livello (inguinale) del funicolo spermatico, che può essere effettuata in anestesia locale, può consentire la esplorazione del testicolo e da’ i migliori risultati. Le altre tecniche chirurgiche quali la legatura alta delle vene spermatiche o la resezione del plesso pampiniforme o i by-pass microchirurgici sono oggi utilizzate solo in casi selezionati, spesso recidivi. La Chirurgia Laparoscopica va riservata a casi particolari, bilaterali, richiedendo l’anestesia generale e tempi operatori anche molto lunghi. La procedura di Sclero-Embolizzazione delle vene spermatiche per “via radiologica” presenta alcuni rischi, anche importanti, non può escludere la possibilità di recidive e, nella esperienza di altri Paesi ove da decenni si pratica, non viene più considerata prima opzione terapeutica per il varicocele | IL PENE CURVO Molti ragazzi, sin dalla nascita, presentano una malformazione congenita (minore sviluppo) delle guaine dei corpi cavernosi del pene che determina, in erezione (allorché i corpi cavernosi sono distesi ed allungati dal sangue), una curvatura dell’asta. Le curvature più frequenti sono quelle verso sinistra, verso il basso, verso destra e verso l’alto.
Si deve operare |
Si deve operare |
Queste curvature sono presenti dalla nascita. Alcune volte vengono osservate dalle mamme durante il bagno dei bambini , in occasione di erezioni riflesse; il più delle volte il fenomeno viene osservato e vissuto dagli interessati nella adolescenza, allorché compaiono le prime erezioni mattutine ed iniziano le prime erezioni indotte e la pratica della masturbazione. Il fenomeno può determinare un senso di sorpresa, di sconcerto, di paura e di varia angoscia nel timore di non “essere normale”. Attualmente le prime esperienze sessuali sono abbastanza precoci, spesso con giovani ragazze che non hanno ancora avuto gravidanze e che quindi presentano una vagina abbastanza stretta, e la curvatura del pene può rendere difficile, se non impossibile la penetrazione vaginale. In molti ragazzi questo fenomeno può far scattare sensi di frustrazione con reazioni ansiose (il timore di essere impotenti).
In molti casi il ragazzo non sa con chi affrontare il problema.Con i genitori si vergogna; con il Medico di famiglia non ha confidenza; con gli amici teme di essere deriso e quindi tende a chiudersi in se stesso. Non sono rari i casi di maschi che arrivano al matrimonio con tali problemi.
Potrebbe non operarsi
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Si deve operare
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Non tutti i casi di incurvamento debbono essere corretti. Spesso può bastare la riassicurazione. Nei casi che sicuramente costituiscono un ostacolo alla penetrazione si può procedere ad un intervento di CORPOROPLASTICA , effettuabile anche in day hospital, con ottimi risultati. | INDURATIO PENIS PLASTICA-PEYRONIE Si tratta di una malattia degenerativa delle guaine albuginee dei corpi cavernosi del pene che determina zone di ispessimento locale ( le placche) con incurvamenti dell’asta in erezione e progressivo deterioramento della erezione stessa. Il momento di massima comparsa corrisponde al 5° decennio di vita, senza escludere casi a 20-30 anni o più tardivi. Spesso si tratta di pazienti che hanno in famiglia altri casi di malattie delle strutture fibrose articolari o perineurali; spesso si tratta di pazienti con Diabete, Ipertensione arteriosa o di terapia per l’ipertensione, storia di procedure invasive uretrali ( cateterismi, cistoscopie, interventi endoscopici). La modalità classica è legata alla scoperta casuale di un nodulo, placca, a carico del pene con dolore locale o dolore nel momento della erezione (mattutina o sessuale).
Contemporaneamente o successivamente può comparire una curvatura del pene in erezione che può aumentare nei primi mesi e che può determinare difficoltà di penetrazione. Al di là dello sconcerto iniziale (spesso il paziente teme di avere un tumore o di avere qualche “strana” malattia sessuale) è opportuno per il paziente farsi visitare ed effettuare i pochi accertamenti specifici che devono documentare la lesione e verificare il possibile coinvolgimento del sistema vascolare cavernoso. Non esistono farmaci specifici. Utile sembra essere la Vitamina E. Sono stati proposti Radioterapia, Ultrasuoni, LaserTerapia, Microonde, Termoterapia, Litotrissia Extracorporea, Ionoforesi… ma i risultati sono molto scarsi o mai dimostrati. L’uso di Infiltrazioni della placca con Cortisonici o Verapamil, ha avuto un momento di certo interesse circa 10 anni orsono ma non è chiaro il meccanismo terapeutico ed i potenziali vantaggi ottenibili. Nei casi in cui la placca abbia determinato un incurvamento significativo del pene o abbia accelerato un Disfunzione Erettile non più gestibile con altre procedure ( Caverjet, Viagra, Cialis, Levitra) la soluzione è rappresentata dalla chirurgia che può essere:
di semplice raddrizzamento di un pene curvo con buona erezione (Corporoplastiche di Nesbit, Yachia) con modico accorciamento del pene stesso di incisione-escissione della placca e copertura con tessuto autologo (proprio del soggetto, come la vaginale, la parete venosa, etc) o con tessuto eterologo (di animali diversi quali Alloderm, SIS…) con il rischio di peggiorare la funzione erettile pre-esistente di incisione-escissione della placca, e copertura con materiale diverso ed inserimento di elastomeri in silicone all’interno dei corpi cavernosi in modo tale da favorire il raddrizzamento e migliorare la funzione erettile
inserimento di sistemi protesici endocavernosi di tipo malleabile o idraulico che consentono di avere un ottimale raddrizzamento ed una perfetta funzione erettile. <p align="center"> | |
Gli interventi richiedono un ricovero brevissimo e possono essere effettuati anche con anestesia locale. |
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