ho URGENTE BISOGNO DI UN RIASSUNTO CAPITOLO X CAPITOLO DEL LIBRO " IL VISCONTE DIMEZZATO"

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  1. Michi<3
     
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    VI PREGO MI SERVE ENTRO 2 SETTIMANE IL RIASSUNTO DI OGNI CAPITOLO DEL LIBRO " IL VISCONTE DIMEZZATO " SE è POSSIBILE DI OGNI CAPITOLO, PERCHè LA MIA PROF CHIEDE SIA FATTO COSì IL COMPITO ... GRAZIE MILLEEEE :)
     
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  2. Michi<3
     
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    qualcuno mi deve aiutare per favore
     
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  3. ¬Extreme™
     
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    Io sono riuscito a trovare solo questo:

    CITAZIONE
    Il protagonista di questo romanzo di Italo Calvino è il visconte Medardo di Terralba. La storia, narrata da suo nipote, figlio illegittimo della sorella, comincia quando Medardo in Palestina si dirige col suo scudiero all’accampamento dei crociati; è la prima battaglia a cui partecipa a recargli la ferita fatale: una cannonata lo divide in due esatte metà, di cui una viene salvata dai medici dell’esercito, l’altra viene scovata ancor viva in mezzo a un cumulo di cadaveri e rinsanata da un gruppo di eremiti.

    Il Medardo salvato dall’esercito arriva a Terralba e si dimostra perfido e privo di scrupoli. L’altra metà, che giunge a casa dopo un lungo peregrinaggio, è sconfinatamente buona. I due visconti (quello cattivo, arrivato per primo, si è accaparrato il feudo) convivono a Terralba, il primo arrecando danni e dolore, l’altro aggiustando le cose e predicando il bene; per questo vengono soprannominati il Gramo e il Buono.

    Non solo il Gramo però suscita ostilità nella corte: anche il Buono, che al suo arrivo è ben voluto da tutti per il suo altruismo, con le sue buone azioni protratte all’esagerazione che arrivano perfino a provacare disagi, alla fine risulta sgradevole e quasi insopportabile. Anche Pamela, la contadinella di cui i due visconti a metà sono innamorati, non tollera più né l’uno né l’altro. Ma sarà proprio lei, oggetto dell’amore di entrambi, a promuovere la loro riunificazione: acconsentendo alla proposta di matrimonio del Gramo e chiedendo lei stessa al Buono di sposarla, accade che il giorno delle nozze entrambi i visconti siano all’altare; il Gramo sfida a singolar tenzone la metà buona, che si vede costretta ad accettare: nel duello le enormi cicatrici che ognuno di loro aveva dove l’altra metà mancava si riaprono. I Medardi cadono a terra svenuti; il dottor Trelawney, di cui poi parlerò ampiamente, prende i due corpi, o meglio, il corpo dimezzato e con le sue abilità chirurgiche ricuce le due parti: rinvenuto il visconte finalmente completo torna una persona vera, seppur segnata da una sottile cicatrice, eterno simbolo della sua straordinaria esperienza, e sposa Pamela, che diventa viscontessa, moglie di un uomo capace di amarla di un amore completo. Così finisce la storia del visconte dimezzato.

    Questo romanzo per quanto concerne la problematica del doppio ricorda molto il dottor Jekyll e il signor Hyde: infatti la dualità del protagonista riguarda la divisione tra bene e male, il conflitto interiore (e in questo caso anche esteriore) ad essa legato. Nel libro di Stevenson è solo il male a incarnarsi puro in un altro corpo; Calvino invece divide Medardo in modo che anche il bene si trovi da solo. Il risultato è che entrambi i mezzi uomini suscitano ostilità, diffidenza e talvolta rabbia. L’autore dunque introduce un concetto che Stevenson non aveva considerato: non è solo la parte malvagia ad essere peggiore del visconte intero, ma anche la parte buona, che apparentemente potrebbe sembrare migliore, non è invece all’altezza dell’individuo completo. Inoltre nel duello finale tra i due Medardi, nessuno dei due esce vittorioso, ma anzi proprio grazie a questo scontro diretto il visconte torna ad essere intero. Il duello descritto da Calvino è emblematico: l’uomo non è completo se non è turbato dal conflitto tra bene e male, ed è anzi proprio questo a renderlo una persona.

    Una cosa che mi ha colpito particolarmente è di come in questo romanzo il doppio incentrato essenzialmente sul visconte influenzi anche l’evoluzione di un altro personaggio, il dottor Trelawney. Questi è un medico inglese che aveva prestato servizio su innumerevoli navi prima di naufragare a Terralba, proprio nel periodo dell’assenza del visconte; quindi mentre Medardo veniva dimezzato, il dottore cambiava radicalmente stile di vita. Si dimostra per la maggior parte del tempo disinteressato alla medicina, addirittura inorridito dalla presenza di malati, appassionato invece di tutti i fenomeni naturali (ad esempio i fuochi fatui); è come se avesse perso o rifiutasse una parte di sé. Ricomincia ad occuparsi del suo mestiere solo quando torna dalla Palestina anche il Buono; dunque, quando entrambe le parti del visconte si trovano nello stesso posto, Trelawney ritorna almeno in parte ad essere come prima. È lui infine a ricucire le due metà dopo il duello, ed eseguito questo compito salpa sulla la nave del capitano Cook, dove era fiero di aver già prestato servizio; quindi, rende il visconte nuovamente completo e riprende la sua vita di sempre, riaccettando del tutto quella parte di sé che prima sembrava quasi odiare: torna completo anche lui.

    Oltre quello fondamentale del doppio, ci sono anche altri temi, che si possono abbinare ad uno o ad un gruppo di personaggi: l’amore per la scienza è tipico di Trelawney, ma anche del narratore allora bambino; l’amore materno della balia Bastianina, rivolto ai Medardi (nonostante il Gramo l’avesse rinchiusa nel villaggio dei lebbrosi) e al narratore; gli ugonotti rappresentano l’amore per la religione, nonostante sia questa monca proprio come i visconti (avevano infatti perso da generazioni i loro testi sacri); i lebbrosi di Pratofungo infine rappresentano l’amore per il divertimento, unico sentimento rimasto nei loro ultimi anni di vita, votati allo spasso senza limiti.

    Infine l’amore per Pamela è l’unico sentimento che hanno in comune il Gramo e il Buono ed è proprio questo a far esplodere il conflitto tra le due parti, rimaste per tanto tempo separate; ma è ancora l’amore per Pamela la ragione della loro riunificazione.

    Questo romanzo è sicuramente di genere fantastico. L’ambientazione e le vicende di contorno sono però abbastanza veritiere: Calvino descrive un medioevo vero e spietato, con le crociate, le esecuzioni di massa, il villaggio dei lebbrosi, inserendo nel suo stile di narrazione molto semplice e lineare sprazzi di macabro barocco, come i cumuli di carcasse umane fuse con quelle degli uccelli, o i cavalli che si chinavano per non perdere le budella una volta colpiti dalla sciabola turca.

    E questo continuo cambiamento di registro dal secco al barocco è una delle cose che mi è piaciuto di più nel leggere questo libro; un’altra cosa che mi ha stimolato è stata individuare il doppio, vedere come alla fine tutto quadra alla perfezione: la duplicità del visconte che si ripercuote sul resto dei personaggi (sul dottore ad esempio), il fatto che tutto è intrecciato con l’amore in qualche modo e che è proprio l’amore la soluzione di tutto. Infine mi ha divertito molto che Calvino per il personaggio del dottore abbia usato un nome de ‘L’isola del tesoro’ di Stevenson citando l’autore de ‘Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde’ a cui si ispira evidentemente, e che abbia nominato il capitano Cook, scopritore dell’Australia, appartenente non certo al medioevo ma al ‘700, seccolo in cui è ambientato anche ‘L’isola del tesoro’.

     
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  4. Michi<3
     
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    Grazie mille lo stesso... però avevo bisogno di un riassunto capitolo x capitolo...
     
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    io ne ho trovatu una parte ma non è completa....

    1 Medardo di Terralba si arruola nell'esercito imperiale che combatte in Boemia contro i Turchi. All'inizio del primo capitolo, mentre si dirige all'accampamento cristiano con il suo scudiero, Curzio, gli chiede il perché di cose strane che nota durante il cammino: invece degli avvoltoi, i cadaveri sono mangiati dalle cicogne, i cavalli si impennano, ecc. Curzio spiega che gli uccelli rapaci sono morti di peste come i soldati, e le cicogne ne hanno preso il posto. I cavalli si impennano perché non sopportano l'odore delle budella dei cavalli morti. Arrivati all'accampamento cristiano, Medardo nota la presenza delle prostitute. Con sarcasmo, Curzio spiega che sono cosí appestate che non le vorrebbero nemmeno i Turchi. Poi nota degli artiglieri che setacciano il terreno. Curzio interviene di nuovo a spiegare che la polvere da sparo scarseggia e cercano di recuperarla in questo modo. Mentre Medardo osserva i soldati che fanno il pediluvio e gli ufficiali che si incipriano le ascelle, Curzio spiega che vogliono far vedere che si trovano a proprio agio nella vita militare. L'imperatore, occupato a mettere e togliere spilli da una carta geografica, accoglie Medardo con un mugolio interrogativo. Dopo che glielo hanno presentato, lo nomina tenente. Quella notte Medardo non si addormenta subito, pensando alla battaglia del giorno dopo.

    2 Durante la battaglia Curzio cerca di incoraggiare Medardo dicendogli di non voltarsi indietro. Non vuole che Medardo si accorga che l'esercito cristiano è meno numeroso di quello turco. Medardo è emozionato perché finalmente potrà vedere il nemico. Quando vede i Turchi nota che sono proprio come se li aspettava, anzi, somigliano ai contadini di Terralba. Nella battaglia uccide un turco, ma poco dopo il suo cavallo viene ferito. Medardo, a causa della sua inesperienza, si mette davanti ad un cannone e viene colpito. Durante la raccolta dei morti e dei feriti, i suoi resti vengono considerati un ferito. I medici lo curano. Ma ormai è dimezzato.

    3 Medardo torna a Terralba durante la vendemmia, trasportato su una lettiga. Lo accolgono tutti i membri della comunità, tranne suo padre, il vecchio visconte Aiolfo, che ormai si è ritirato in una voliera e vive con i suoi uccelli, e non esce mai. Medardo riesce ad alzarsi in piedi, appoggiato ad una stampella, e con movimenti a compasso, entra nel castello e vi si rinchiude. La balia Sebastiana è l'unica a provare compassione per lui. Gli altri provano solo sgomento. Aiolfo prova a comunicare con Medardo tramite un'averla addestrata a volare negli appartamenti del figlio e a tornare nella voliera. Medardo uccide l'averla storpiandola, e la scaglia contro la finestra del padre, che si mette a letto e muore di dolore.

    4 Dopo la morte del padre, Medardo comincia ad uscire dal castello. Sebastiana dà l'allarme della sua scomparsa e i servi si mettono a inseguire le tracce per la campagna: pere, rane, funghi, tutti tagliati a metà. A un certo punto i servi si accorgono che Medardo ha gettato via tutti i funghi mangiabili. Poi capiscono il perché: Medardo ha dato tutti i funghi velenosi a un bambino, il narratore, per farlo morire avvelenato. Da questo episodio, Sebastiana arguisce che di Medardo è tornata solo la metà cattiva. Infatti quel giorno Medardo presiede un processo contro dei briganti, che hanno assalito e derubato dei forestieri. I briganti si difendono dicendo che i forestieri sono colpevoli di bracconaggio. Medardo condanna tutti a morire impiccati. Mastro Pietrochiodo costruisce una forca spettacolare in grado di impiccare tutti i condannati contemporaneamente, e siccome avanzano le funi, impiccano anche dei gatti, alternati ai condannati.

    5 Il narratore racconta il tempo passato con il dottor Trelawney, un inglese naufragato a Terralba, dopo essere stato medico di bordo sulla nave del capitano Cook. Trelawney non ha interesse per i malati, preferisce studiare i fuochi fatui. Il narratore spiega le proprie origini: sua madre, figlia di Aiolfo, aveva disonorato la famiglia, fuggendo di casa con un bracconiere. Da quest'unione era nato lui. I genitori sono morti da tempo e lui è stato accolto al castello, ma non è un membro della famiglia a tutti gli effetti. Il suo compagno di avventure è quindi Trelawney. Passano il tempo andando a caccia di fuochi fatui, frequentando i cimiteri. Un giorno vengono inseguiti dai paesani, che li credono ladri sacrileghi. Nell'inseguimento si nascondono sotto una roccia, i ladri non li vedono e corrono su un ponte che cede e cadono in un precipizio. Il ponte è stato tagliato da Medardo che voleva uccidere Trelawney e il narratore.
    Infatti Medardo ormai va in giro a cavallo a compiere misfatti. Un giorno promette a Trelawney di aiutarlo nei suoi studi sui fuochi fatui: il giorno dopo condanna a morte dieci contadini, e al cimitero aumentano i fuochi fatui.
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  6. Michi<3
     
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    Grazie mille, con il resto mi arrengerò :)
     
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  7. salva295
     
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    Grazie è servito anche a me
     
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  8. LOL8
     
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    Alter ego escursionista

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    CITAZIONE (¬Extreme™ @ 2/8/2010, 18:11) 
    Io sono riuscito a trovare solo questo:

    CITAZIONE
    Il protagonista di questo romanzo di Italo Calvino è il visconte Medardo di Terralba. La storia, narrata da suo nipote, figlio illegittimo della sorella, comincia quando Medardo in Palestina si dirige col suo scudiero all’accampamento dei crociati; è la prima battaglia a cui partecipa a recargli la ferita fatale: una cannonata lo divide in due esatte metà, di cui una viene salvata dai medici dell’esercito, l’altra viene scovata ancor viva in mezzo a un cumulo di cadaveri e rinsanata da un gruppo di eremiti.

    Il Medardo salvato dall’esercito arriva a Terralba e si dimostra perfido e privo di scrupoli. L’altra metà, che giunge a casa dopo un lungo peregrinaggio, è sconfinatamente buona. I due visconti (quello cattivo, arrivato per primo, si è accaparrato il feudo) convivono a Terralba, il primo arrecando danni e dolore, l’altro aggiustando le cose e predicando il bene; per questo vengono soprannominati il Gramo e il Buono.

    Non solo il Gramo però suscita ostilità nella corte: anche il Buono, che al suo arrivo è ben voluto da tutti per il suo altruismo, con le sue buone azioni protratte all’esagerazione che arrivano perfino a provacare disagi, alla fine risulta sgradevole e quasi insopportabile. Anche Pamela, la contadinella di cui i due visconti a metà sono innamorati, non tollera più né l’uno né l’altro. Ma sarà proprio lei, oggetto dell’amore di entrambi, a promuovere la loro riunificazione: acconsentendo alla proposta di matrimonio del Gramo e chiedendo lei stessa al Buono di sposarla, accade che il giorno delle nozze entrambi i visconti siano all’altare; il Gramo sfida a singolar tenzone la metà buona, che si vede costretta ad accettare: nel duello le enormi cicatrici che ognuno di loro aveva dove l’altra metà mancava si riaprono. I Medardi cadono a terra svenuti; il dottor Trelawney, di cui poi parlerò ampiamente, prende i due corpi, o meglio, il corpo dimezzato e con le sue abilità chirurgiche ricuce le due parti: rinvenuto il visconte finalmente completo torna una persona vera, seppur segnata da una sottile cicatrice, eterno simbolo della sua straordinaria esperienza, e sposa Pamela, che diventa viscontessa, moglie di un uomo capace di amarla di un amore completo. Così finisce la storia del visconte dimezzato.

    Questo romanzo per quanto concerne la problematica del doppio ricorda molto il dottor Jekyll e il signor Hyde: infatti la dualità del protagonista riguarda la divisione tra bene e male, il conflitto interiore (e in questo caso anche esteriore) ad essa legato. Nel libro di Stevenson è solo il male a incarnarsi puro in un altro corpo; Calvino invece divide Medardo in modo che anche il bene si trovi da solo. Il risultato è che entrambi i mezzi uomini suscitano ostilità, diffidenza e talvolta rabbia. L’autore dunque introduce un concetto che Stevenson non aveva considerato: non è solo la parte malvagia ad essere peggiore del visconte intero, ma anche la parte buona, che apparentemente potrebbe sembrare migliore, non è invece all’altezza dell’individuo completo. Inoltre nel duello finale tra i due Medardi, nessuno dei due esce vittorioso, ma anzi proprio grazie a questo scontro diretto il visconte torna ad essere intero. Il duello descritto da Calvino è emblematico: l’uomo non è completo se non è turbato dal conflitto tra bene e male, ed è anzi proprio questo a renderlo una persona.

    Una cosa che mi ha colpito particolarmente è di come in questo romanzo il doppio incentrato essenzialmente sul visconte influenzi anche l’evoluzione di un altro personaggio, il dottor Trelawney. Questi è un medico inglese che aveva prestato servizio su innumerevoli navi prima di naufragare a Terralba, proprio nel periodo dell’assenza del visconte; quindi mentre Medardo veniva dimezzato, il dottore cambiava radicalmente stile di vita. Si dimostra per la maggior parte del tempo disinteressato alla medicina, addirittura inorridito dalla presenza di malati, appassionato invece di tutti i fenomeni naturali (ad esempio i fuochi fatui); è come se avesse perso o rifiutasse una parte di sé. Ricomincia ad occuparsi del suo mestiere solo quando torna dalla Palestina anche il Buono; dunque, quando entrambe le parti del visconte si trovano nello stesso posto, Trelawney ritorna almeno in parte ad essere come prima. È lui infine a ricucire le due metà dopo il duello, ed eseguito questo compito salpa sulla la nave del capitano Cook, dove era fiero di aver già prestato servizio; quindi, rende il visconte nuovamente completo e riprende la sua vita di sempre, riaccettando del tutto quella parte di sé che prima sembrava quasi odiare: torna completo anche lui.

    Oltre quello fondamentale del doppio, ci sono anche altri temi, che si possono abbinare ad uno o ad un gruppo di personaggi: l’amore per la scienza è tipico di Trelawney, ma anche del narratore allora bambino; l’amore materno della balia Bastianina, rivolto ai Medardi (nonostante il Gramo l’avesse rinchiusa nel villaggio dei lebbrosi) e al narratore; gli ugonotti rappresentano l’amore per la religione, nonostante sia questa monca proprio come i visconti (avevano infatti perso da generazioni i loro testi sacri); i lebbrosi di Pratofungo infine rappresentano l’amore per il divertimento, unico sentimento rimasto nei loro ultimi anni di vita, votati allo spasso senza limiti.

    Infine l’amore per Pamela è l’unico sentimento che hanno in comune il Gramo e il Buono ed è proprio questo a far esplodere il conflitto tra le due parti, rimaste per tanto tempo separate; ma è ancora l’amore per Pamela la ragione della loro riunificazione.

    Questo romanzo è sicuramente di genere fantastico. L’ambientazione e le vicende di contorno sono però abbastanza veritiere: Calvino descrive un medioevo vero e spietato, con le crociate, le esecuzioni di massa, il villaggio dei lebbrosi, inserendo nel suo stile di narrazione molto semplice e lineare sprazzi di macabro barocco, come i cumuli di carcasse umane fuse con quelle degli uccelli, o i cavalli che si chinavano per non perdere le budella una volta colpiti dalla sciabola turca.

    E questo continuo cambiamento di registro dal secco al barocco è una delle cose che mi è piaciuto di più nel leggere questo libro; un’altra cosa che mi ha stimolato è stata individuare il doppio, vedere come alla fine tutto quadra alla perfezione: la duplicità del visconte che si ripercuote sul resto dei personaggi (sul dottore ad esempio), il fatto che tutto è intrecciato con l’amore in qualche modo e che è proprio l’amore la soluzione di tutto. Infine mi ha divertito molto che Calvino per il personaggio del dottore abbia usato un nome de ‘L’isola del tesoro’ di Stevenson citando l’autore de ‘Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde’ a cui si ispira evidentemente, e che abbia nominato il capitano Cook, scopritore dell’Australia, appartenente non certo al medioevo ma al ‘700, seccolo in cui è ambientato anche ‘L’isola del tesoro’.
     
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8 replies since 2/8/2010, 12:06   13077 views
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