I MIRACOLI? LI CREIAMO CON LE NOSTRE ENERGIE

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  1. #Duck#
     
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    Il caso Socci spacca anche il mondo della filosofia



    La polemica scatenata dall'ultimo libro di Antonio Socci infiamma anche il mondo della filosofia: c'è chi sostiene tout court la tesi di Socci secondo cui la figlia è uscita dal coma grazie alla fede e alle preghiere della famiglia e chi al contrario ritiene 'antireligioso' e perverso rifugiarsi nella miracolistica.




    "La gente si rifugia nei miracoli - dichiara in esclusiva ad Affaritaliani.it Carmelo Vigna, ordinario di Filosofia Morale all'Università Ca' Foscari di Venezia -. Il grido al miracolo è puro feticismo e colma con la risposta più semplice l'incapacità dell'uomo di capire il mistero divino. Il territorio del volere divino è insondabile, e non dimentichiamo che il fatto potrebbe avere una spiegazione dal punto di vista medico. Sono quindi necessari sobrietà e silenzio, come del resto fa la Chiesa, sempre molto scettica davanti a questi 'deliri collettivi' a cui la gente facilmente si abbandona. E non dimentichiamo: 'Dio lo vuole' è il il grido della vendetta e delle guerre di religione".




    Diversa è la posizione di Virgilio Melchiorre, professore emerito di Filosofia morale all'Università Cattolica di Milano: "Non intervengo nel caso specifico perchè non ho letto il libro di Socci - commenta con Affaritaliani.it il filosofo - ma posso provare a dare una spiegazione quasi scientifica del miracolo. Dentro ognuno di noi c'è la possibilità di avere un contatto diretto con la radice dell'essere, il divino: se la fede dell'individuo è così profonda da sollecitare queste energie, queste si liberano dando luogo a fenomeni, come i miracoli, che la scienza non può spiegare. Con Gesù di Nazareth abbiamo la prova che la profondità del vissuto consente di entrare in relazione con Dio".

    "Non dimentichiamoci però - conclude Melchiorre - che Dio ascolta tutti e risponde nel modo più giusto, seguendo un disegno che può essere diverso da quello che è il nostro desiderio". Quindi - ecco il senso del discorso - potrebbe intervenire anche nei confronti di chi non crede in lui o non lo prega: il suo volere è insondabile e si può accettare solo con la fede.


    L'ANTEFATTO

    Settembre 2009, Caterina, ventiquattro anni, la figlia maggiore di Antonio Socci, è in coma dopo un arresto cardiaco. Attorno a lei e alla sua famiglia si crea una straordinaria catena di solidarietà e di preghiera, uno spettacolo di fede e amore offerto non solo dagli amici, ma anche dai numerosi lettori del blog di suo padre. Fra di loro molti sono atei e agnostici, eppure l'esperienza di Caterina spinge queste persone a riscoprire il significato e il valore della preghiera, a ritrovare il senso di una fede perduta o lasciata in disparte. Ma sono soprattutto i suoi genitori e gli amici più cari che, giorno dopo giorno, malgrado la durezza della prova a cui sono sottoposti, si affidano con ancora maggior certezza a Gesù Cristo.

    Il loro è un atto di fede che ottiene presto segni di speranza: il cuore di Caterina riprende a battere da solo e il suo respiro non ha più bisogno di macchine. Di lì a poco, in una sera del gennaio 2010, mentre sua madre le sta leggendo un divertente passo del "Giovane Holden", Caterina si lascia andare a una bellissima e contagiosa risata. Da quel giorno, un po' alla volta, riprende conoscenza e intraprende un faticoso cammino di riabilitazione, sia pure pieno di incognite. In questo diario, Socci ci mostra che con la fede (nella presenza viva di Gesù fra noi) e la preghiera possiamo trovare un aiuto straordinario per superare i momenti più drammatici della vita.



    affaritaliani.it
     
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  2. animahominis
     
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    "Il miracolo non è la ricompensa per chi crede, ma il credito per chi vuol credere. Se non c’è questa volontà non ci sarà miracolo, giacchè Colui che conosce tutte le intenzioni “non gioca a dadi”". (io non so chi sono)
     
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1 replies since 3/8/2010, 09:09   93 views
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