La signora fà sesso con il cavallo

racconti erotici animal sex sesso col cavallo

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    Faccio il palafreniere, da una vita, amo i cavalli perché sono molto intelligenti.
    Sono stato assunto da poco tempo in una tenuta, da una Baronessa. Una donna molto elegante di
    circa quarantanni. Anche lei è amante dei cavalli, ed adesso ho scoperto il perché !.
    Una mattina come tutte le altre mi sono recato nella stalla per spazzolare i cavalli, prima di
    consegnarne uno alla baronessa per la cavalcata mattutina. Quando mi accorsi che – Breda – uno
    splendido stallone bianco era agitato. Cercando di capire cosa aveva e di calmarlo, lo accarezzai. Si
    era fatto tardi, rispetto agli altri giorni e la signora non scendeva per farsi la solita cavalcata.
    Quando ad un tratto vidi spuntare la baronessa, dicendo – Gragie Ernesto, e scusa il ritardo, mio
    marito mi trattenuto al telefono con le sue solite chiacchere
    La signora nonostante fosse di sangue nobile, con noi servitù era molto socievole. Breda era già
    sellato, e lo consgnai alla signora. Montò in sella e si allontanò velocemente verso la boscaglia.
    Breda era molto irritato. Sellai un’altro cavallo e dopo circa cinque minuti, montai in sella e pian
    piano mi diressi verso il bosco, dove era andata la Baronessa. Sentivo il nitrito di Breda, da lontano.
    Scesi da cavallo e mi incamminai a piedi. Il nitrito, man mano lo udivo sembre più forte. Scostai i
    rami per vedere meglio. Uno spettacolo fuori dalla norma, la signora in ginocchio sotto allo stallone
    gli accarezzava il membro. Breda nitriva, ad ogni carezza sul membro, quasi eretto, di circa
    quaranta centrimetri. La signora, lo masturbava e lo accarezzava. Io ero molto eccitato, sentivo il
    cazzo che mi esplodeva nella patta. La donna si avvicono la faccia verso il membro del cavallo che
    era in perfetta erezione ed aveva superato i sessanta cm. Tirò fuori la lingua e la fece guizzare sulla
    cappella. Cominciò a farla roteare sul glande. Spalancò la bocca alle massime dimenzioni e si fece
    scivolare, appena, la capella dentro la bocca. Il cazzo dell’animale non andava più avanti della
    cappella, dentro la bocca della padrona.
    La maiala stava facendo un pompino al cavallo. Sempre con la cappella dentro la bocca, respirando
    affannosamente, faceva scorrere le mani sulla lunga asta dello stallone, che nitriva sempre più
    spesso. Mi tirai fuori l’uccello e cominciai a menarlo, non avevo mai visto uno spettacolo simile, e
    non capita tutti i giorni di vedere una donna spompinare un cavallo. La signora si alzò da sotto la
    pancia del cavallo. Prese le retini e lo legò all’albero. Il pene dell’animale strisciava per terra tanto
    era lungo. Aprì la bisacca, prese un tubetto, presumo fosse vasellina. Si tolse la gonna e si alzo la
    camicetta trasparente legandola come un contadino sull’addome. Aprì il tubetto, versò il contenuto
    sulle dita e lo passo sulla fica. Prese l’asta dello Stallone, la pulì per bene, perché si era sporcata di
    terreno, e gli spalmò il contenuto del tubetto che aveva in mano. Si posizionò sotto la pancia del
    cavallo, a pecorica, afferrando il pene dell’animale lo poggiò in direzione della vulva. La bestia
    nitriva, perché sapeva già cosa l’aspettava. Pian piano spinse l’enorme arnese dentro la fica, e
    riuscendo a farsi penetrare. Non credevo ai mie occhi. Mi decisi ad avvicinarmi verso di loro. La
    Signora non si accorse nemmeno della mia presenza. Aveva gli occhi socchiusi e la bocca
    spalancata dal quale uscivano grida di piacere. Si accorse di me solo quando gli presentai il mio
    cazzo davanti alla sua bocca. Non si stupi, della mia presenza e con voce rauca mi disse
    - Era ummh…..che volevo che mi s…….ahhhh!!!- Non fece in tempo a fine di parlare che gli
    piazzai il cazzo in bocca. Cominciò a succhiare con vigore, mentre era impegnata a farsi
    spaccare in due dal cavallo. Ad ogni colpo di reni della bestia, rispondeva con un succhio
    violento. Tanto l’eccitazione che gli eculai in gola, come un verginello. Lei raggiunse un’
    orgasmo, tanto violento che stava per svenire, si chinò nuovamente sotto la pancia della
    bestia e gli riprese in bocca l’arnese, mi chiese di aiutarla a masturbare lo stallone, mentre lei
    teneva salda in bocca la cappella. Cosi, feci. Dopo poco, l’animale eccitato al culmine, gli
    esplose in bocca, era una fontana di sperma, sembrava che non finisse più, mentre lei
    cercava di bere più nettare possibile da quell’asta enorme.
     
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