Rifugio nella fede...

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  1. clavdio
     
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    QUOTE (wesuckyoungblood @ 17/12/2003, 16:50)
    è la proprietà privata signori...quella è la nostra tragedia...

    Il volere è il problema l'autorità

    sembrava un manifesto anarchico....
     
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  2. wesuckyoungblood
     
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    beh certo....
    se leggi solo quello...
    e se guardi solo il mio avatar...

    quella era la parte meno sensata ....(cioè magari non centrava...magari era detta ironicamente...si...credo di si...ma anche no )
     
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  3. clavdio
     
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    Nulla è mai detto per caso,... ogni cosa che noi diciamo è specchio del nostro carattere e del nostro pensiero, ancheavulsa dal contesto ed anche nella scelta di un simbolo.... o no?
     
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  4. clavdio
     
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    comunque non avevo fatto caso, o meglio non avevo dato peso (precedentemente) al tuo avatar,..... che mi sembra J lennon,... ma potrei pure sbagliarmi......
     
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  5. tosca
     
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    Che bella domanda!! Bello questo topic, mi piace molto!
    Dunque....a me capitò di passare un perido di profonda crisi spirituale, che data l'ora tarda non starò qui a spiegare, però non mi è mai successo di trovare me stessa aderendo alla fede...diciamo che è accaduto il contrario...è stata la presenza di Dio a aprirmi gli occhi su me stessa, perciò non so di preciso cosa si prova. Ma credo che i momenti di crisi spirituale siano diversi da persona a persona, per origine e natura. Ci sono persone che si riavvicinano alla religione a causa del dolore (la malattia e/o la morte di un caro), per un senso di vuoto interiore, per disperazione o magari per semplice curiosità. Credo che l'ottica debba essere ribaltata: non è il momento di debolezza che ti spinge ad aderire alla fede, solitamente è molto diverso....si ha la sensazione che quel che fino a quel momento si è vissuto, sia privo di valore e significato, come avessimo vissuto un sogno fasullo e il senso della vita fosse altrove. In un certo senso è Dio che chiama al risveglio. Quando si è colti dal dolore per la perdita o la malattia di un caro, ad esempio, la visione che abbiamo avuto sino a quel momento della nostra vita subisce un drastico sconvolgimento, come un terremoto. E allora apriamo gli occhi su realtà che prima non scorgevamo nemmeno presi come eravamo dalle cose di ogni giorno, date per scontate. Ma il terremoto ci cambia, ci scuote sin nel profondo, ci suscita una marea di domande a cui, le certezze che prima avevamo, non riescono a dare risposta. In un certo senso si va' oltre a ciò che eravamo abituati a vedere e si apre sotto i nostri occhi un abisso di misteri ancora da sondare. Il nostro cuore e la nostra mente, scossi dal dolore, diventano più flessibili e aperti all'ignoto, a ciò che è nascosto e che ignoravamo prima....insomma, è come quando un equilibrio, rotto da una fonte di energia esterna, per legge di natura precipita nel caos per cercare un altro equilibrio. e non è detto che l'equilibrio raggiounto sia per forza una fede o un credo.
     
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  6. clavdio
     
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    ..... quello che dici ha molta forza.

    Qual è l'evento che ti ha segnato,... o che ha rafforzato la tua fede,... sempre che ce ne sia uno...... e sempre se non sono indiscreto

    io purtroppo o per fortuna non sono una persona "emozionale" ed i cambiamenti radicaliin me sono sempre stati lenti. ogni mia scelta è andata avanti durante gli anni...
     
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  7. tosca
     
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    Mmmm, beh, un evento che mi ha segnato? E che mi ha ricondotto alla fede? Lo sai che non lo so nemmeno io? ^^'' Il fatto è che, come già ho detto, vissi una profonda crisi spirituale...per caso in quel periodo venni a conoscenza dei fatti accaduti e che ancora accadono a Medjugorije, dove si dice vi siano da 20 anni, presunte apparizioni mariane. Dico presunte perchè io, personalmente, avendo visto coi miei occhi i frutti di 20 anni di apparizioni, ci credo, ma la Chiesa non si pronuncia in merito. Insomma, questa curiosità mi spinse ad andare là e quello fu solo l'inizio. Sono anni che non torno a Medjugorije, eppure Cristo lo sento camminare affiancoa me ogni giorno.
    In seguito accadde che mio padre sio ammalò di tumore (è morto l'anno scorso). Non fu la malattia di mio padre a farmi riavvicinare alla fede, era successo già da un pezzo; ma per 5 anni sono stata a contatto con ospedali, ambulatori, ritiri per malati e anziani....e nelle famiglie di chi aveva un caro colpito da tumore, vedevo il terremoto interiore di cui parlavo nel post precedente. Non c'è un attaccamento a Dio per chiedere la guarigione o il miracolo o di star bene. All'inizio c'è sempre una sorta di rifiuto del dolore, della prova, della malattia e, o ci si adira con Dio, o gli si chiede, gli si supplica di far tornare le cose come prima. Fortunatamente questa fase è molto breve e Dio dà sempre la grazia di rialzarsi e accettare la realtà. In seguito, in chi soffre, c'è un cambiamento: non si chiede a Dio il cambiamento di una situazione irrevertebile, si chiede a Dio la forza per sopportare, la forza di andare avanti, la forza di poter portare sulle spalle il fardello del dolore....fino alla fine.

    Edited by tosca - 9/5/2004, 11:27
     
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  8. clavdio
     
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    CITAZIONE
    ... Dico presunte perchè io, personalmente, avendo visto coi miei occhi i frutti di 20 anni di apparizioni, ci credo, ma la Chiesa non si pronuncia in merito...


    hai visto FORSE solo persone che hanno avuto fede.. e forse hanno trovato la forza di andare avanti nella fede, nel seguire un pensiero e qualcosa di intangibile e di pefetto ed onnipotente, come noi non siamo...
    ....oppure hai visto l'effetto della forza di dio e di chi crede in lui...

    sono due opzioni importanti... che purtroppo non ho la forza di far prevalere l'una sull'altra
     
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  9. clavdio
     
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    CITAZIONE
    non si chiede a Dio il cambiamento di una situazione irrevertebile, si chiede a Dio la forza per sopportare, la forza di andare avanti, la forza di poter portare sulle spalle il fardello del dolore....fino alla fine.


    non si potrebbe chiedere altrimenti,.... ma non è vero che non si chiede che chi sta male guarisca e se ho problemi che vengano risolti

    non è vero che Non c'è un attaccamento a Dio per chiedere la guarigione o il miracolo o di star bene.
     
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  10. tosca
     
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    CITAZIONE (clavdio @ 9/5/2004, 11:50)
    CITAZIONE
    non si chiede a Dio il cambiamento di una situazione irrevertebile, si chiede a Dio la forza per sopportare, la forza di andare avanti, la forza di poter portare sulle spalle il fardello del dolore....fino alla fine.


    non si potrebbe chiedere altrimenti,.... ma non è vero che non si chiede che chi sta male guarisca e se ho problemi che vengano risolti

    non è vero che Non c'è un attaccamento a Dio per chiedere la guarigione o il miracolo o di star bene.

    Io non ho mai affermato che non si chieda il benessere (forse hai frainteso le mie parole), ho invece detto che il più delle volte è così all'inizio, quando la prova e il dolore ti assale inaspettatamente e tu sei impreparato ad accettarlo e affrontarlo. Solitamente sono periodi. C'è sempre la speranza di guarigione del caro, lo si vorrebbe sempre egoisticamente al proprio fianco, non vederlo soffrire (e non soffrire noi stessi), tornare ai bei tempi....è naturale che sia così, perchè siamo umani e quando il cuore soffre si chiede sollievo e consolazione...in ognuno è così, siamo umani fatti con un cuore di carne e non di pietra. Ma ciò che diventa importante, soprattutto in malattie incurabili o nella morte improvvisa (o peggio, attesa con agonia) del caro, il più delle volte, anzi, forse sempre, si chiede a Dio la forza di sopportare il dolore, la forza di portare fino allla fine quella croce che il destino e Dio ti ha dato e che non può essere tolta.
     
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  11. clavdio
     
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    diciamo che non eri stata molto chiara, ...
     
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  12. tosca
     
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    Tu dici? ^^''

    CITAZIONE
    All'inizio c'è sempre una sorta di rifiuto del dolore, della prova, della malattia e, o ci si adira con Dio, o gli si chiede, gli si supplica di far tornare le cose come prima.


    questo l'ho scritto io proprio nel mio primo post....
     
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  13. clavdio
     
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    CITAZIONE
    .....Non c'è un attaccamento a Dio per chiedere la guarigione o il miracolo o di star bene. All'inizio c'è sempre una sorta di rifiuto del dolore, della prova, della malattia e, o ci si adira con Dio, o gli si chiede, gli si supplica di far tornare le cose come prima. Fortunatamente questa fase è molto breve e Dio dà sempre la grazia di rialzarsi e accettare la realtà. In seguito, in chi soffre, c'è un cambiamento: non si chiede a Dio il cambiamento di una situazione irrevertebile, si chiede a Dio la forza per sopportare, la forza di andare avanti, la forza di poter portare sulle spalle il fardello del dolore....fino alla fine.


    dico

    non vorrei andare avanti con la sfida sull'italiano corregiuto .....

    sinceramente penso non sia carino né corretto dire a chi ascolta "non hai capito".... sai com'è ogni tanto mi salta la mosca al naso
     
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  14. tosca
     
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    CITAZIONE
    .....Non c'è un attaccamento a Dio per chiedere la guarigione o il miracolo o di star bene.


    Allora si necessita di ulteriori spiegazioni. Ripeto, non c'è un'attaccamento a Dio per questo, perchè la fede (non parliamo di false fedi, delle fedi di comodo, esse sono rare nel vero dolore della vita) si basa su altro. Ripeto, il sollievo dal dolore e il chiedere il lenimento del dolore (con la guarigione) è il passo iniziale, che riavvicina a Dio. Ma l'attaccamento a Dio avviene per altri motivi ed in seguito il più delle volte. Dio, nel tuo percorso di prove e dolori, diventa il tuo fedele compagno nella sofferenza, non il guaritore mistico. Diventa l'amico che ti consola quando piangi, che ti conforta quando sei triste, che ti sostiene quando vacilli, che ama e soffre insieme a te...e non perchè glielo chiedi, ma perchè Dio te lo offre spontaneamente per mezzo della fede. Chiedere di guarire è la reazione iniziale che ti riavvicina a Dio, ma è l'accettazione della volontà di Dio e soprattutto la sua presenza costante nella tua vita, sentita per mezzo della fede e che si rafforza di giorno in giorno, a causarne l'attaccamento.

    CITAZIONE
    non si chiede a Dio il cambiamento di una situazione irrevertebile


    Non si chiede è vero. Ripeto, la guarigione si chiede all'inizio, quando siamo colti di sorpresa e ci sembra di vivere un incubo. In seguito, come ho sottolineato, si chiede la forza di sopportare la prova. Quando un figlio è morto improvvisamente, si può reagire inizialmente con rabbia verso Dio, ma poi si comincia ad accettare il dolore della perdita, a conviverci, perchè il dolere della perdita di un caro amato non si estinguerà mai. Ciò che cambia è che col tempo si accetta e la fede ti spinge a chiedere a Dio di aiutarti a sopprtare e accettare il dolre. Lo stesso avviene per chi ha un caro ammalato di tumori praticamente incurabili (come tumori cerebrali o tumori con talmente tante metastasi che non c'è più nessuna cura che regga). Qui siamo di fronte all'inevitabile. E' naturale che speriamo sempre nella guarigione, siamo umani, ma non si chiede più a Dio la guarigione e basta, si è preparati alla morte, si chiede di poter far fronte a quel momento, si chiede a Dio la forza di non crollare. Credimi, è così.
     
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  15. clavdio
     
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    ehm nn stavo controbbattendo a quello che avevi scritto, che condivido,.... ma a come lo avevi scritto.... sul resto mi trovi d'accordo e mi trovavi già dall'inizio.... eccetto che per il fatto che si finisce di sperare che avvenga il miracolo e possa guarire chi è malato terminale....

    Per il resto penso che l'uomo arriverà a curarli tutti .... a poco a poco purtroppo e spero di non essere tanto vecchio per vedere quel giorno. Dio potrebbe centrarci .... ma più probabilmente è l'uomo stesso che si toglie le castagne dal fuoco.
     
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29 replies since 30/4/2003, 06:45   420 views
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