tre metri sopra il cielo

analisi e critica

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  1. <Linotto>
     
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    Tre metri sopra il cielo
    Sintesi
    Babi e Step provengono da due realtà completamente diverse. Lei ha 18 anni, è una studentessa modello, ha un buon rapporto con i suoi genitori e ha tanti amici tra cui Pallina, quella a cui è più legata e a cui confida tutto. Step ha 19 anni è un tipo violento che passa il suo tempo tra corse di moto clandestine e piccoli furti, i suoi amici sono tutti teppisti, anche Pollo, il suo migliore amico. Babi e Step si incontrano per caso e nonostante le differenze si innamorano vivendo una forte e appassionata storia d’amore che terminerà con la stessa facilità con cui era iniziata ma che lascerà segni indelebili nei due ragazzi che li porterà ad una crescita interiore.Lui infatti smette di picchiare la gente senza motivo e riscopre un’amicizia con suo fratello che non pensava di aver mai avuto.
    Commento
    Della serie: il primo amore non si scorda mai. Ecco l’ennesima libro scritto apposta per appagare le indoli più nostalgiche del pubblico, in particolare quello giovanile. In Tre metri sopra il cielo ci ritroviamo inghiottiti da quella mielosa solfa dei primi amori con le rispettive delusioni, con la coppia di amici che incontra una coppia di amiche ad una festicciola poco raccomandabile e - toh! Tutti s’innamorano immediatamente, pur essendo ognuno l’opposto dell’altro (ma tutti rigorosamente ricchi, tranne il povero Pollo!). Ed è un amore chiaramente profondo, vero, un amore che nasce per caso e che dura per sempre. O quasi...
    Eppure, nonostante tutto, le possibili accuse di scontatezza, superficialità e banalità, perfettamente imputabili ad una libro che tratta certe tematiche e che ben si presta ad essere aspramente criticato da svariati punti di vista, crollano di fronte alla definizione l’autore stesso ha fornito alla critica: “…la più bella storia d’amore che un adolescente possa sognare”. Ed in effetti è proprio di questo che si tratta: una storia d’amore inevitabilmente costruita secondo parametri surreali, quei parametri che sorridono al cuore gonfio di speranza di un teenager che vive le sue prime esperienze; Tre metri sopra il cielo non è che un continuo ammiccamento ai suoi sogni, pieno com’è di ogni fantasia possibile ed immaginabile dell’universo adolescenziale: la prima volta, le amicizie vere cresciute fra motorini e banchi di scuola, le cattive compagnie, la famiglia borghese tutta regole e niente affetto, la scuola (privata) che non capisce e non aiuta, le droghe leggere, i debiti di gioco, gli amori clandestini, la dedica sul muro (o sul ponte!), le corse proibite... Tutto studiato nel minimo dettaglio per strappare l’applauso di un pubblico giovanile, fino a calcare palesemente la mano con i vari piercing tatuaggi sms e cantanti più in auge del momento (Tiziano Ferro, Le Vibrazioni).
    Se vogliamo dirla tutta, non solo le situazioni proposte ma anche i personaggi sanno di stereotipo: il bel tenebroso violento e sbandato che riesce a sedurre la brava studentessa portandola sulla famosa cattiva strada e finendo per innamorarsene perdutamente; l’amico simpatico ma sfigato chiamato Pollo che se la fa con l’amichetta un po’ facilotta di lei, Pallina, il fratello affermato di Step che pensa solo alla carriera e dimentica l’amore, una madre che si fa scoprire col suo amante, un padre che non ha più autorità, un altro che ridiventa ragazzo per una partita a biliardo...
    Tre metri sopra il cielo rappresenta una società francamente deprimente nei suoi monotoni cliché, nonché, ci auguriamo, molto lontana dalla realtà quotidiana. Ma a parte questo, la sua visione risulta in fondo gradevole, anche grazie ad una perfettamente azzeccata voce fuori campo che congiunge frame su frame: il dj di Radio Caos che fa tanto "Noi siamo i giovani" e che dissemina dal primo all’ultimo minuto improbabili pillole di spicciola saggezza, tutte consacrate al mito del carpe diem, del vivere al meglio il presente: "Forza fratellini, spingete la vostra vita a tutta velocità..."
    Nota inevitabilmente stridente, da eliminare seriamente, i buffi nomignoli dei protagonisti, alla lunga più che fastidiosi: Step e Babi già fanno ridere, ma Pallina e Pollo proprio non si possono sentire! Sembra quasi che Lucino, colpito per sua stessa confessione dal libro di Moccia, indubbia fonte di materiale quanto mai interessante sull’universo giovanile, si sia fatto prendere un po’ la mano cedendo infine alla tentazione di creare un film cult per una determinata generazione. E chissà che, visto il successo che continua a riscuotere anche a livello letterario, questo non sia davvero il destino di Tre metri sopra il cielo...

     
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0 replies since 30/5/2005, 20:17   1819 views
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