-
<Linotto>.
User deleted
Università/ Giovani e occupati: in Italia oramai sette su dieci già lavorano
Lunedí 04.07.2005 10:37
L'eccezione diventa la regola: lo studente-lavoratore che fino a poco tempo fa era un'anomalia oggi è la normalità. Secondo una ricerca della Cofimp Business School di Bologna, infatti, il 70% dei ragazzi iscritti all'università non considera più lo studio l'impegno principale che assorbe tutte le energie e al quale dedicarsi a tempo pieno e, fra una lezione e l'altra, ha deciso di lavorare.
Fino a non molti anni fa la figura dello studente-lavoratore era impersonificata, soprattutto, da quegli studenti ormai fuori corso che non erano riusciti a concludere il corso di studi in maniera regolare. Oggi, al contrario, risulta che almeno sette iscritti all'università su dieci lavorano, fra i quali il 3,8% ha addirittura un impiego all'estero.
In testa alla graduatoria, nel variegato universo di lavori e lavoretti, sono il cameriere, cuoco o barista (16,4%), il promoter di negozi e aziende (10,7%), l'attività di volantinaggio (9%), la commessa/o di negozio 8,6%. Ma c'è anche chi mette a frutto il proprio talento sportivo (il 6,1% fa l'istruttore di una disciplina sportiva) o la propria preparazione universitaria dando ripetizioni scolastiche (il 5,3%).
E ancora il 5,3% aspetta l'estate per fare l'animatore o il bagnino (il 2,5%), o anima il popolo della notte facendo il pr di locali notturni o la cubista (il 7%) o il deejay (1,2%). Non mancano, infine, le baby sitter (4,1%), lavori di segreteria (2,9%), gli infermieri (1,2%) e i servizi domestici (il 2%).
Osservando la tipologia di lavoro svolti e il tempo dedicato agli impieghi (la fetta più grande del campione - il 39,2%- dedica a queste occupazioni da 5 a 10 ore settimanali e il 28,5 % è impegnato da 10 a 20 ore) sembrerebbe che la motivazione che spinge gli studenti a non trascorrere tutto il tempo a loro disposizione sui banchi di studio delle biblioteche universitarie, è quella di avere qualche soldo in tasca. Dopotutto, dal punto di vista economico si tratta di lavori mediamente retribuiti: il 40,8% degli intervistati guadagna da 5 a 10 euro all'ora e il 27,7% riesce a portarne a casa, al contrario, da 10 a 15 per ogni ora di prestazione.
E invece, se 4 su 10 dichiarano di svolgere queste attività solo per non dipendere totalmente dalla paghetta di mamma e papà, 6 su 10 lavorano avendo in testa, abbastanza consapevolmente, un preciso progetto di crescita professionale. Il 23,9%, infatti, ha affermato di lavorare perché ciò arricchisce il proprio curriculum vitae e il 23,2% ha spiegato che questi impieghi rappresentano un utile apprendistato rispetto alle attività che vorrebbero svolgere da laureati e le reputano una "scuola di vita", per imparare a relazionarsi con colleghi, clienti e boss.
Infine, una buona percentuale ha motivato la propria scelta, dicendo che il lavoro, seppur part-time, è un buon modo per attivare relazioni che, alla fine del corso di studi, potranno facilitare l'ingresso nel "mondo del lavoro vero".
____
libero.it. -
Ryo_Saeba.
User deleted
Ricordiamoci che questi ragazzi (e io che nell'università ci vivo lo so bene) sono praticamente soggetti al caporalato, non hanno praticamente nessuna garanzia per il loro lavoro. . -
stefanya.
User deleted
CITAZIONE (Ryo_Saeba @ 4/7/2005, 13:39)Ricordiamoci che questi ragazzi (e io che nell'università ci vivo lo so bene) sono praticamente soggetti al caporalato, non hanno praticamente nessuna garanzia per il loro lavoro.
INFATTI!!!!!!!!!!!. -
<Linotto>.
User deleted
vabbè ms i soldi servono....o ti piovona dal cielo come a me oppure ti devi fare il . -
<Fariska>.
User deleted
si lavora x vivere
nn si vive di sola cultura. -
<Linotto>.
User deleted
certamente....ma se hai qualcuno che ti mantiene agli studi è molto più semplice...non trovate? . -
stefanya.
User deleted
hai detto bene ...se hai qualcuno ke t mantiene agli studi!!!!! .