Analisi presa di coscienza di Nora, Casa di bambola - Ibsen

per favore aiuto!

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  1. suenacursi
     
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    ciao ragazzi! ho bisogno del vostro aiuto. Devo fare un compito per italiano que non lo capisco e la professoresa mi odia, lo devo fare bene si o si se non volgio beccare un 4! pero favore aiutatemi!!! senza di voi non so cosa fare. grazie!!
    gli lascio la tasca:
    1) L'antefatto. Le battute dei personaggi contengono accenni all'antefatto, oggetto del drama. SApresti ricostruire gli avvenimenti?
    2) La condizione della protagonista. IL passaggio dalla casa del padre a quella del marito non ha significato per Nora un cambiamento, ma una continuitá. Per quale motivo?
    3) La caratterizzazione di Helmer. Helmer appare un personaggio egoista e bisognoso di affermare la propia superioritá. Quali espressioni lo deenotano?
    4) LA moglie ideale. Quali caratteristiche ha, secondo Helmer, la buona moglie?
    5) PResa della cosienza della protagonista. In che cosa consiste la presa di coscienza di Nora?
    per favore aiutatemi! hi bisogro del vostro aiuto.
    il testo é: LA PRESA DI COSCENZA DI NORA, un pezzo di CASA DI BAMBOLE di HENRIK IBSEN!!
    aiutto, conto con voi! siete tutto!

    per favore!!! aiutooo
     
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  2. • Sbirulino
     
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    1) L'antefatto. Le battute dei personaggi contengono accenni all'antefatto, oggetto del dramma. Sapresti ricostruire gli avvenimenti?

    Si tratta di una pungente critica sui tradizionali ruoli dell’uomo e della donna nell’ambito matrimoniale dell’epoca vittoriana.
    La bambola a cui allude il titolo è Nora, la giovane moglie dell'avvocato Helmer Torvald: una sposa allegra, ingenua, deliziosa per il marito. Ella gli nasconde però un segreto*, da cui nasceranno tutte le vicissitudini della trama, fino alla decisione finale della protagonista di abbandonare marito e figli.

    *Per salvare la vita al marito Torvald (Helmer), ammalatosi gravemente, Nora ha contratto un debito con un usuraio – tale Krogstad – ed ha falsificato una firma.
    Per restituire il denaro ha fatto di nascosto piccoli lavoretti e ha risparmiato sulle spese personali. Krogstad, a conoscenza di tutto e impiegato nella banca presso cui Torvald è appena stato nominato direttore, ricatta Nora, poiché Helmer vuole licenziarlo.


    Antefatto:

    Nora è una donna di una famiglia di medio-alta borghesia. Quando suo marito, che ama profondamente, si ammala a causa dello stress, la donna viene a sapere che l’unica cura che potrebbe salvargli la vita è un lungo viaggio ricostituente in un paese mediterraneo. Per potersi permettere un viaggio del genere, Nora è costretta a chiedere un prestito ad un usuraio, il signor Krogstad, apponendo come garanzia la firma del padre morto, opportunamente falsificata. Naturalmente la donna non rivela nulla al marito, che si sarebbe sentito offeso dall’essere aiutato da una donna, e per giunto con un atto criminoso. Grazie al viaggio Torvald, il marito di Nora, si ristabilisce completamente. Dopo qualche tempo dal loro ritorno la coppi ha due figli, e il marito viene promosso a direttore di banca. Nel periodo natalizio, otto anni dopo il prestito ricevuto, Nora non ha ancora finito di restituire il danaro a Krogstad. Un giorno riceve la visita di una sua vecchia amica, Cristina Linde, che le racconta di essere vedova ed in cerca di un lavoro. Allora Nora intercorre per lei nei confronti del marito, che la assume, dandole il posto che era di Krogstad. Questi minaccia la donna di rivelare il suo crimine al marito se non riotterrà il posto di lavoro, e magari anche una promozione. Per colmare definitivamente il suo debito, Nora decide di farsi fare un prestito dal vecchio dottor Rank, che è invaghito di lei. Ma quando egli le si dichiara, affermando in oltre di essere prossimo alla morte, lei desiste dal suo intento. Parlando con Cristina scopre che questa è la donna che Krogstad aveva amato tempo addietro, e la convince quindi a parlare con lo strozzino, per far sì che Torvald non venga a sapere di nulla. L’usuraio, però, d’accordo con la signora Linde, decide di spedire comunque la lettera che aveva preparato, ed in cui aveva scritto il fatto di otto anni prima. Quando la coppia tornò da una festa tenutasi al piano superiore del loro condominio, Torvald trova la lettera di Krogstad. Irato si foga sulla moglie, incolpandola di un suo prossimo fallimento. Poco dopo trova nella buca delle lettere anche la ricevuta del prestito. L’uomo, calmatosi, la strappa, e ricomincia a trattare a moglie come una bambolina. Nora ha però deciso di averne abbastanza di quella vita, e perciò va via dalla casa del marito, per tornare al suo paese e ricominciare tutto da capo. In questa tragedia, Ibsen ci descrive, con tratti a volte un po’ esagerati, la condizione di molte donne del suo tempo, costrette a sottostare alla volontà maschile sia sotto il tetto paterno che sotto quello coniugale. L’opera è una protesta contro questa situazione di disparità, che costringe alcune donne, magari anche dotate di ottime caratteristiche naturali, alla non espressione delle loro idee, ponendo un forte limite al progresso. È inoltre evidente che le differenze non si realizzavano solo tra le mura domestiche, ma anche all’esterno di esse: probabilmente un tribunale dell’epoca, trovatosi a dover giudicare il reato di Nora, avrebbe posto come aggravante il fatto che lei era una donna, e che aveva per anni mentito al marito, mancandogli di rispetto e tradendo la sua fiducia. In effetti, però, fiducia e rispetto non erano alla base delle relazioni sentimentali del periodo di Ibsen, come dovrebbero invece essere oggi. Il marito aveva il diritto di sapere tutto della moglie, la quale non poteva in alcun modo, salvo diversa volontà del coniuge maschio, partecipare alle scelte ed alla risoluzione dei problemi che un matrimonio, e, magari, dei figli, possono causare.
    Nella tragedia compare anche la figura di una donna meno soggetta ad altrui volontà: la signora Linde. Essa è infatti vedova, e suo padre è morto, percui si trova libera da ogni vincolo, e può pensare ed agire senza temere alcun giudizio. Si noti come, sfortunatamente, l’unico modo per ottenere di essere degli esseri umani fosse il perdere entrambe le figure che avrebbero potuto esercitare il controllo sulla donna, ma sarebbero dovute esserle care.
    Un altro dei temi dell’opera è la forza della speranza, che da a Nora l’energia necessaria per compiere un reato e per tenerlo nascosto al marito per otto lunghi anni, con il solo scopo di vivere felice con un uomo che crede di amare. Ma è sempre la speranza che le fa credere fino in fondo che il marito si opporrà alla minaccia di Krogstad, anche mentre lo ha davanti nel bel mezzo di una scenata isterica. Ed è nuovamente la speranza ad illudere Nora sul fatto che conosce suo marito. La speranza le da la forza di tirare avanti, così come lo spezzarsi delle speranze le darà il coraggio per ricominciare. Come si dice: non tutti i mali vengono per nuocere.
    Un altro problema posto da questo testo è la presunta giustezza delle leggi, che considerano marginali, quando le considerano, le motivazioni che possono spingere una persona a compiere un determinato gesto, quasi a pretendere che la ragione prevalga sempre su tutto il resto. È questa una richiesta impossibile a realizzarsi, per quanto uno ci provi, perché ci si troverà sempre in alcune situazioni che non daranno molto tempo di pensare, o molte scelte, e si dovrà perciò agire senza averci ragionato su prima. Ma le leggi, essendo degli ideali teorici, non possono prevedere tutti le condizioni che possono influenzare una persona, il modo in cui la influenzeranno, e si limitano quindi a stabilire dei criteri entro cui devono rientrare le decisioni di giudici e tribunali, ai quali si dovrebbe forse dare una maggiore possibilità di valutazione, impedendo che la teoria giuridica entri in conflitto con la morale comune che impone, nel caso trattato, di fare ogni cosa per salvare chi ci è caro.

    Intreccio:

    Sul finire dell'800, in una cittadina della Norvegia, Nora e Torvald Helmer vivono apparentemente felici: si amano, sono sposati da 8 anni, hanno tre bei bambini e lui è stato recentemente nominato direttore di una banca importante. Torvald vezzeggia la moglie con graziosi nomignoli, e la giudica incapace di pensieri seri, e lei, per compiacerlo, lo asseconda. La vigilia di Natale arriva di lontano un'antica amica di Nora, Kristine Linde, rimasta vedova, dopo un matrimonio accettato per salvare la propria famiglia. Con l'aiuto di Nora ottiene subito nella banca di Helmer il lavoro che cerca, togliendolo, però, senza saperlo, a Krogstad, vedovo, ex procuratore, rovinatosi per delle firme false, e anche strozzino, che ora, col suo piccolo impiego vorrebbe riacquistare la rispettabilità per amore dei figli. Appreso il proprio licenziamento, Krogstad ricatta Nora, la quale, non solo gli deve ancora molto del denaro ottenuto tempo prima segretamente per salvare la vita di Torvald, gravemente ammalato, ma ha falsificato, per ottenerlo, la firma di suo padre. Sotto la minaccia della denuncia, la donna vive una segreta angoscia, senza avere il coraggio di rivelare tutto al marito, ma certissima che egli, per evitare un rischio a lei, si assumerebbe tutta la responsabilità del falso. Continuando a fingersi allegra, si confida però con Kristine e vorrebbe farlo anche col fedele amico di famiglia, il Dottor Rank, che è ricco e solo. Però questi, che sa di essere prossimo alla morte per una tremenda malattia, le rivela improvvisamente di amarla, e perciò Nora non può più chiedergli aiuto. Gli Helmer partecipano ad un ballo mascherato, e Nora danza la tarantella in costume napoletano, incantando tutti. Ma quando Torvald, al ritorno dalla festa, legge la lettera di Krogstad, si scaglia subito infuriato contro la moglie, la insulta, le ordina di non occuparsi più dei figli, perchè ne è indegna. Tutta la sua posizione è minacciata, egli sa di essere in balìa di un ricattatore e pensa solo a se stesso. Nora assiste pietrificata al crollo del suo sogno. Ma intanto Kristine, che un tempo Krogstad ha amato, ottiene da lui che rinunci alla vendetta e gli offre invece di unire le loro due vite solitarie. Perciò Torvald, riavuto e distrutto il documento infamante, e ormai tranquillizzato, si dichiara disposto a perdonare la moglie e a dimenticare tutto. Ma Nora, che sa finalmente quale uomo meschino egli sia, pensa di essere vissuta con uno sconosciuto, che ora non ama più, e giudica il proprio matrimonio come mai esistito. Perciò, dopo una spiegazione amara, abbandona il marito e i figli (che non si sente capace di educare) e se ne va alla ricerca della propria identità, riprendendo anche indietro l'anello nuziale, rifiutando qualunque aiuto e lasciando all'uomo sconvolto poche speranze che in futuro un "miracolo" possa far del loro rapporto un vero matrimonio.

    Tempo:

    L’intera vicenda si svolge sul finire dell’ottocento.
    Nel libro non sono presenti molti indicatori temporali, ma si può comunque ben capire che essa si consuma in pochi giorni, partendo dalla sera di Natale.

    Spazio:

    Essendo un dramma teatrale, Casa Di Bambola è completamente ambientato in un’unica stanza, il salotto di casa Helmer.

    Personaggi:

    Torvald Helmer, avvocato e marito di Nora;
    E' un uomo abbastanza all’antica, convinto che tutto il “governo” della casa debba stare nelle mani del marito, e che la moglie debba sottostare al suo volere senza lamentarsi e facendosi andare bene ciò che per lui va bene. Considererebbe un insulto il fatto di essere aiutato dalla moglie a risolvere i suoi problemi di salute, e sicuramente non approverebbe il fatto che essa per aiutarlo ha dovuto compiere un crimine. Egli infatti non vede le buone ragioni che l’hanno spinta a fare ciò che ha fatto: vede solo il fatto che essa ha fatto qualcosa che, se risaputo, rovinerebbe la sua carriera.
    Nora, sua moglie;
    La protagonista della tragedia, è una donna che è sempre stata succube degli uomini. Suo padre, prima, e suo marito, poi, l’hanno sempre trattata come una bambina incapace, considerandola alla stregua di un giocattolo, pur volendole molto bene. Non ha mai lavorato, e otteneva i soldi dal marito mostrandosi allegra e spensierata per lui, e divertendolo. Sotto sotto, però, aveva una grande decisione, un buon sangue freddo, che le hanno permesso di falsificare la firma del padre e tagliare sulle proprie spese per ripagare il debito che aveva contratto, senza che il marito si accorgesse mai di nulla. Si renderà conto di aver sposato l’uomo sbagliato quando questi si preoccuperà solo della sua reputazione, inifischiandosene di quanto sarebbe potuto accaderle.
    Il dottor Rank;
    Amico di lunga data dei coniugi Helmer, è segretamente innamorato di Nora, e sarebbe perciò disposto a fare qualunque cosa per lei. Malato di una malattia incurabile e mortale, si rassegna alla sua fine prossima, decidendo di non avere accanto a sé i suoi amici nel suo ultimo momento, perché essi possano conservare un ricordo di lui in salute. Quando, dopo essersi dichiarato a Nora, si offre di aiutarla economicamente, essa rifiuta, perché le sembra che sarebbe quasi uno sfruttamento.
    Kristine Linde, vecchia amica di Nora;
    E' la donna che potrebbe togliere dall’inghippo in cui si è messa con le sue stesse mani. Infatti è, un tempo, stata la donna di Krogstad, ed anche se lo ha abbandonato per un matrimonio di convenienza egli la ama ancora. Infatti egli acconsentirà alle sue richieste, togliendo l’amica dal pericolo di tipo legale, e mettendola nella condizione di vedere la sua vita con un occhio più critico.
    Krogstad, procuratore;
    E' l’usuraio che, otto anni prima della vicenda, prestò a Nora i soldi necessari al viaggio terapeutico del marito. Un tempo amico di Torvald, è ora un suo dipendente, ma viene licenziato per i suoi trascorsi criminosi e per il fatto che, dandogli del tu, mina la reputazione del suo direttore. Per ottenere salvo il posto minaccia Nora di dire tutta la verità al marito. Nonostante, poi, ogni malvagio proposito abbandoni la sua mente, consegna la lettera alla coppia, perchè Cristina gli ha consigliato di porre fine alla serie di menzogne e segreti che componevano il matrimonio tra Nora e Torvald..
    I tre bimbi degli Helmer;
    Anne Marie, la bambinaia;
    Una domestica;
    Un fattorino.

    Narratore:

    Essendo Casa Di Bambola un dramma teatrale, quindi interamente composto da dialoghi, il narratore è assente.

    2) La condizione della protagonista. Il passaggio dalla casa del padre a quella del marito non ha significato per Nora un cambiamento, ma una continuitá. Per quale motivo?

    Perchè non è mai riuscita ad affermare una propria autonomia e la possibilità di essere sè stessa

    Nora è una delle prime raffigurazioni letterarie della donna moderna: una "pre-femminista" capace di ribellarsi alle convenzioni e alla sottomissione sociale cui è costretta. Nelle ultime pagine del testo Nora non è più solo una bambolina col compito di svagare il marito, ma si rende conto di essere vissuta fino ad allora in un mondo dominato dall'ansia di affermazione, poco attento ai rapporti interpersonali e che finisce con l'inghiottire l'universo interiore degli uomini.
    Ibsen individua col suo lavoro un’insanabile frattura tra gli autentici valori della vita e le norme comportamentali imposte dalla società.
    Tuttavia la provocazione di Nora si traduce anche nella ribellione di una donna che aspira ad essere considerata "individuo" al pari di chiunque altro.

    3) La caratterizzazione di Helmer. Helmer appare un personaggio egoista e bisognoso di affermare la propria superioritá. Quali espressioni lo denotano?

    Devi cercare nel testo del libro le frasi (i dialoghi) che il marito rivolge alla moglie tipo quando la chiama “passerotto sventato”; “lodoletta”; scoiattolino” che indicano la bassa considerazione che , le frasi quando il marito scopre il segreto di Nora e si dimostra più preoccupato di salvare sé stesso e le apparenze piuttosto che perdonare e proteggere la moglie

    4) La moglie ideale. Quali caratteristiche ha, secondo Helmer, la buona moglie?

    Una donna assoggettata ai voleri del marito e dedita solo a marito e figli

    5) Presa della coscienza della protagonista. In che cosa consiste la presa di coscienza di Nora?

    Il mutamento e la presa di coscienza di Nora avvengono improvvisamente quando finalmente capisce che suo marito non era in realtà quella nobile creatura che lei sperava che fosse. Nora comprende che il suo ruolo in quel matrimonio durato 8 anni, è stato quello di una semplice e bella marionetta costretta a vivere in una casa di bambola, come aveva d'altronde sempre fatto fin dalla nascita.
    Nora vuole vivere pienamente e realizzarsi come persona, badando a sé stessa autonomamente senza essere mai più la bambola di qualche bambino viziato. "Credo di essere prima di tutto una creatura umana, come te...o meglio, voglio tentare di divenirlo."
    Helmer la chiama incessantemente "lucherino", considerandola alla stessa stregua di un animale domestico molto rumoroso e vivace.
    Passata col matrimonio dall’autorità paterna a quella maritale come un oggetto qualsiasi, nel finale Nora comprende che la sua felicità è stata solo apparente.
    Ma la nostra casa non è mai stata altro che una stanza da gioco. Qui sono stata la tua moglie-bambola, come ero stata la figlia-bambola di mio padre. E i bambini sono stati le bambole mie” (pagina 85)
    Ora: “Debbo esser sola per rendermi conto di me stessa e delle cose che mi circondano”. (pagina 85)
    Nora decide di abbandonare suo marito in cerca della sua vera identità e, come dice lei stessa ad Helmer che la richiama al suo ruolo istituzionale di sposa e madre, Nora risponde così:
    Non lo credo più. Credo di essere prima di tutto una creatura umana, come te…o meglio, voglio tentare di divenirlo. So che il mondo darà ragione a te, Torvald, e anche nei libri sta scritto qualcosa di simile. Ma quel che dice il mondo e quel che è scritto nei libri non può più essermi di norma. Debbo riflettere col mio cervello per rendermi chiaramente conto di tutte le cose”. (pagina 86)
    L'autore, Ibsen, descrive nei suoi appunti la decisione di Nora dicendo: "Depressa e confusa dalla sua fede nell'autorità, perde la sua fede nella sua correttezza morale e nella sua capacità di crescere i suoi figli. Una madre in una società contemporanea che proprio come certi insetti che fuggono e muoiono quando compiono i loro doveri nella propagazione della loro razza."

    Esempi di dialogo che esprimono la presa di coscienza di Nora:

    « NORA: Tu non pensi e non parli come l'uomo di cui possa essere la compagna. Svanita la minaccia, placata l'angoscia per la tua sorte, non per la mia, hai dimenticato tutto. E io sono tornata ad essere per te la lodoletta, la bambola da portare in braccio. Forse da portare in braccio con più attenzione perché t'eri accorto che sono più fragile di quanto pensassi. Ascolta, Torvald; ho capito in quell'attimo di essere vissuta per otto anni con un estraneo. Un estraneo che mi ha fatto fare tre figli...Vorrei stritolarmi! Farmi a pezzi! Non riesco a sopportarne nemmeno il pensiero!
    HELMER: Capisco. Siamo divisi da un abisso. Ma non potremmo, insieme...
    NORA: Guardami come sono: non posso essere tua moglie.
    HELMER: Ma io non ho la forza di diventare un altro.
    NORA: Forse, quando non avrai più la tua bambola. »



     
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  3. suenacursi
     
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    ohhh! tante graziee! sei un solcino
     
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2 replies since 19/11/2008, 03:06   14174 views
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