Piloti- Francesco Baracca

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    Francesco Baracca (Lugo di Romagna, Ravenna, 9 maggio 1888 - Nervesa della Battaglia, Treviso, 19 giugno 1918) fu un asso dell'aviazione italiano.

    Durante la prima guerra mondiale partecipò a 63 combattimenti aerei, abbattendo 34 velivoli nemici. Il suo primo abbattimento venne effettuato sopra il cielo di Gorizia, dopo vari minuti di ingaggio riuscì a portarsi con una cabrata in coda al velivolo avversario e, scaricandogli adosso 45 colpi, l'aereo non ebbe scampo e precipitò. Baracca atterrò subito nei pressi dello schianto per sincerarsi delle condizioni del pilota nemico e congratularsi con lui per il combattimento. Questo gesto da parte di Baracca non fu isolato infatti sosteneva "è all'apparecchio che io miro non a l'uomo". Morì durante una missione di mitragliamento a bassa quota, abbattuto probabilmente da un colpo di fucile sparato da terra. Recentemente è stata avanzata una tesi secondo la quale Baracca piuttosto che bruciare con il velivolo o essere fatto prigioniero abbia preferito suicidarsi, mentre da tempo esiste la rivendicazione dell'abbattimento da parte di un pilota austriaco, ma nessuna di queste due tesi sembra supportata da elementi concreti.

    L'insegna personale di Baracca, che l'asso faceva dipingere sulle fiancate dei suoi velivoli, era il famoso cavallino rampante, sul cui colore esatto esiste un piccolo mistero. Sembra infatti accertato che il colore originario del cavallino fosse il rosso, tratto per inversione dallo stemma del 2° Reggimento "Piemonte Reale Cavalleria" di cui l'asso romagnolo faceva parte, e che il più famoso colore nero fu invece adottato in segno di lutto dai suoi compagni di squadriglia solo dopo la morte di Baracca.

    La teoria secondo cui Baracca abbia copiato il disegno del cavallo rampante da un pilota tedesco che aveva l'emblema della città di Stoccarda sul suo aeroplano sembra essere quindi del tutto infondata.

    Qualche anno dopo il termine della Prima guerra mondiale, nel 1923, la madre di Francesco Baracca donò il suo emblema ad Enzo Ferrari che, modificato nella posizione della coda e del colore dello sfondo, ora giallo, prima ornò le macchine della scuderia da corsa della Alfa Romeo che il Ferrari stesso aveva fondato nel 1929 e quando questa si sciolse, andò a ornare le vetture della ditta che il Ferrari fondò subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, ancora oggi rappresenta il simbolo dell'omonima casa automobilistica.

    L'odierno ex aeroporto militare con sede a Centocelle (Roma) porta oggi il suo nome ed è sede dello CSA e del COI.

    L'attuale 9° Stormo Caccia" dell'Aeronautica Militare Italiana, con sede a Grazzanise (CE), porta il suo nome ed emblema, che è anche presente negli stemmi dei Gruppi Caccia 10° e 12°, mentre è presente a colori invertiti (cavallino bianco in campo nero)negli stemmi del 4° Stormo e del 9° Gruppo Caccia.

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  2. Erox92
     
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    Mitico, l'uomo dal "cavallino rampante"
     
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1 replies since 25/9/2006, 17:31   282 views
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