La donna di mio cugino: Ho montato Cinzia come un'asina da soma

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  1. La Fenice
     
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    Si dice agosto moglie mia non ti conosco e invece per me e mia moglie i quindici giorni di vacanza insieme ad agosto sono sacri. Diverso è invece il fatto per quanto concerne la frequentazione sessuale, che è continuata ad essere sempre molto scarsa, direi rada, proprio nel periodo in cui la vista di donne molto belle a mare fa crescere il mio desiderio, da sempre molto cospicuo. Il mio desiderio cresce sempre in maniera esponenziale, ma spesso rimango a bocca asciutta. Mia moglie mi tampina continuamente nel corso delle vacanze che passiamo al paese di cui sono originari i miei genitori, densamente popolato dai miei innumerevoli parenti, i quali ritornano tra fine luglio ed agosto anche loro come consuetudine. Potrei dire che rappresentiamo un clan all’interno del nostro paese sul mare, quando i parenti che vivono sparsi per tutta Italia si uniscono a quelli che sono rimasti li. Le spiagge sono straordinariamente belle, il mare limpido, il clima splendido e il posto tranquillo, tranquillissimo: un paradiso per le famiglie che decidono di vivere la loro estate nella quiete. Anche quest’anno, tanta quiete, tanto, sole, tanta abbronzatura e poco pochissimo sesso dispensato da mia moglie veramente in maniera assai parsimoniosa. Morale della favola per circa metà delle vacanze ho fatto come al solito una cura di castità forzata, allentata solo dalle volte in cui Beba mi si è concessa. Avrei potuto forzarla ma i rapporti sono così da tempo e io ho oramai imparato a sfogare altrove il mio desiderio irrefrenabile, sulla base delle occasioni che mi si offrono e senza calcare più di tanto la mano. Del resto è una legge non scritta che più ti dimostri desideroso e minori possibilità hai con il gentil sesso. So che conviene essere distaccati, riconoscere le proprie forze e soprattutto i propri limiti, evitando desideri impossibili e fantasticando cose che non potranno mai realizzarsi, scegliendo il meglio fra quello che si può raggiungere e puntando decisamente tutto solo una volta che si è convinti di poter prendere. Certo quando capita che Beba mi si concede faccio in modo che questa concessione sia totale e assoluta e così godo pienamente io ma faccio godere appieno anche lei. Si tratta quando capita di una opportunità che va sfruttata integralmente e quindi è una pratica, per così dire, molto lunga da cui usciamo molto spesso provati entrambi. Ebbene, ligio alla mia filosofia di vita che ho appena esposto, in questi quindici giorni di mare intenso ho avuto modo di ammirare una splendida donna di colore capoverdiana che con il suo gelosissimo marito locale e con i due figli, un maschietto e una femminuccia, ha frequentato il lido in cui facevo i bagni. Tuttavia, la gelosia del marito e la dedizione pressoché totale che la donna mi è sembrato gli dimostrasse mi ha indotto a lasciar perdere anzitempo, senza neanche provare un approccio o qualche cosa di simile. Sono sempre fedele al pensiero che tentare con una donna non è uno sport ma si prova solo con chi mi dimostra disponibilità, margini utili per avere un rapporto. Cerco di evitare quanto più possibile complicazioni. Preferisco non avere guai e soprattutto non voglio, nei limiti del possibile, relazioni complicate. Del resto, sto ancora tirando un enorme sospiro di sollievo per come sembra essersi risolta la situazione con mia cognata Laura, che mi stava coinvolgendo assai, ora che lei non si è più fatta sentire, né vedere. Presumo, dunque, che questa esperienza sia, oramai, agli sgoccioli, come anche finita è la vicenda con mia suocera, che non poteva non esaurirsi. Ho ritenuto di puntare tutto sulla mia vicina francese, sposata con un paraplegico. Sono certo che lei mai creerà problemi, richiedendomi solo di soddisfarla come, del resto, sto già ampiamente facendo, con mio enorme godimento. A lei ho deciso, salvo imprevisti, di dedicare molto di me stesso e, del resto, dopo averla posseduta a casa sua, a mare, quasi di fronte a tutti i suoi parenti marito compreso, neanche venti giorni fa, tenuto conto della dedizione con cui lei mi si è donata, non ho dubbi che questo sarà il mio immediato futuro, almeno a partire dal 25 agosto, data del suo rientro nella nostra città. Io continuerò la mia vita un po’ da girovago per tutta Italia ma Sabine la potrò sempre soddisfare a dovere, con i miei frequenti ritorni.

    Ho proiettato, dunque, tutto, con il pensiero alla fase post 25 agosto e per il resto ho deciso di accontentarmi. Una sorta di carpe diem.

    I giorni sono passati tranquilli si sono inanellati in serie e io non ho avuto particolari sollecitazioni se non il desiderio irrefrenabile di quella splendida cavalla nera capoverdiana, alta, longilinea e con un culo da favola, tutta da contemplare e desiderare sognando per una volta di essere nei panni di suo marito. Mia moglie, invece, ha fatto sfoggio di apprezzabilissimi bikini dove la sua quarta naturale, molto soda e un culo ben impostato si sono potuti evidenziare provocando sommovimenti piuttosto vistosi da parte di quella gioventù dai 16 ai 20 anni che affollava la spiaggia con ragazzine smunte e longilinee.



    La mia vera dannazione estiva, tuttavia, è giunta a pochi giorni dal mio arrivo a mare quando ho saputo che sarebbe venuto anche mio cugino Vittorio, che abita nei pressi di Roma, con al seguito, ovviamente, la sua donna, Cinzia, una splendida valkiria 40enne che gioca a fare l’ochetta in qualche situazione, che sembra un po’ futilina ma che mi fa da sempre un sangue incredibile e che per questo motivo ho accuratamente cercato e cerco di evitare di incontrare da sempre. Convivono da tre anni Vittorio e Cinzia, ma io meno li vedo e meglio mi sento, più li vedo e peggio sto. Sono molto legato a questo mio cugino, sin da piccoli, e gli voglio molto bene, per cui ho sempre declinato ogni suo invito a pizzerie, feste e cose varie, tranne le inevitabili feste di famiglia a cui non posso, ovviamente ritrarmi, non è per lui ma per il desiderio malato, perverso che il corpo della sua donna ispira in me. A me capita, specie con alcune donne che il loro corpo, il loro odore, il loro modo di essere, il loro modo di muoversi, di atteggiarsi mi faccia perdere i barlumi della ragione e so che senza controllo potrei saltarle addosso e violentarle fino allo sfinimento loro e mio. Cinzia è una di quelle donne che mi suscitano sesso violento, desiderio irrefrenabile, ma è soprattutto la donna di mio cugino. Quando capita che ci incontriamo cercò di fuggire ma mio cugino sembra avere un fiuto incredibile nel trovarmi sedendosi spesso vicino a me e con lui colloquiamo mentre, ovviamente, c’è lei, Cinzia ed io prego sempre Beba di stare con me, guardando di sottecchi, sbirciando senza sbavare le sontuose giunoniche forme, classica romanaccia de Roma, alta 1.75, quindi un po’ più bassa di me ma notevolmente più alta del suo uomo, mio cugino che è bassino. Lei è vestita sempre in maniera molto generosa e appariscente, bionda tinta con un fisico spettacolare, nonostante abbia 40 anni, iperginnica, come del resto il suo uomo, mio cugino. Non resisto nel vederla, è, fra l’altro sebbene sia logorroica il suo culo da sballo marmoreo e una quinta di seno debordante che non si può non vedere, non desiderare di toccare e che ho sempre bramato strizzare e ciurrare con tutte le mie forze, le consentono tutto. Sono anni che tento di evitare e anni che, invece, sistematicamente me la ritrovo davanti con mio cugino che non si accorge di niente, mia moglie che vede ma non provvede, e Cinzia che mi fa letteralmente morire mi prende in giro ridendo con mio cugino. Cinzia credo abbia compreso molte cose e ritengo che dopo un primo momento, ostenti sempre di più e rida ai miei buffi tentativi di evasione, quando cerco di allontanarmi e me la ritrovo sempre li davanti o dietro, con la sua voce monotona e il difetto di pronuncia suo peculiare, il sigmatismo (parla con il pisello in bocca), pronunciando la s in maniera eccitantissima, erotica. Sono tre anni che questa tortura mi accompagna nelle mie vacanze fortunatamente brevi. Del resto, Vittorio ha le ferie che coincidono solo per pochi giorni con le mie e poi riparte. Questo anno, invece, no!! maledizione è sceso quattro giorni dopo me ed è partito il mio stesso giorno. Non sapevo come potesse essere possibile, e solo dopo mia moglie candidamente mi ha spiegato che su facebook, avendo l’amicizia con Cinzia, le aveva detto che saremmo stati a mare dall’8 al 21 e Cinzia le aveva risposto che ci avrebbero raggiunto, ovviamente senza che nulla trapelasse a me. Che fare……… mi sono imbestialito con Beba la quale non immaginando nulla mi ha preso per pazzo e pazienza. Sono rimasto sempre in tensione con Cinzia che aveva canale preferenziale con mia moglie la quale ha accettato inviti su inviti conoscendo anche gli stretti rapporti di affetto che mi legano a mio cugino, mentre io non sapevo che fare. Non potevo certo dire che preferivo evitare di frequentare mio cugino per non avere la tentazione di saltare addosso alla sua donna. Inutile dire che in questo periodo ho frequentato Vittorio come in gioventù e se ciò in parte mi ha fatto piacere quando Cinzia mostrava spudoratamente il suo essere donna e si prodigava in baci a tutta lingua con mio cugino io rimanevo pieno di desideri repressi da sfogare a mano solitaria o grazie ad una fugace ingroppata con Beba. Era certo che non riuscivo più. Fortuna ha voluto che ci fosse con noi anche una coppia di amici Raffaele ed Emma, con piccolo pargolo a seguito e ciò mi ha consentito di evitare la spinosa compagnia di Vittorio e Cinzia, almeno finché Cinzia non è stata in grado di coinvolgere nelle nostre uscite anche i nostri amici. Cinzia iniziò a fare sangue anche a Raffaele, mentre mio cugino continuava a non rendersi conto di nulla deliziato dai suoi baci e da quel corpo spettacolare che più passava il tempo più si abbronzava, divenendo per me ancora più eccitante. La sera del 10 agosto però sentii chiaro che qualche cosa si era rotto in me, sentivo di non poter continuare a forzarmi, mentre Emma viste le serate e soprattutto considerata l’attrazione che Cinzia iniziava a provocare in Raffaele, meno avvezzo di me nel contenersi, smise di frequentare il gruppo con nonchalance. Si vedeva che era gelosa e poverina, aveva ragione, piccolina come era scompariva al confronto con la donna bionica e lo stesso ovviamente accadde a Raffaele, il quale, però, fu ampiamente ricompensato dalla sua donna, evidentemente. Il 10 mattina Cinzia e Vittorio hanno iniziato a venire a nuoto da un altro lido a quello dove faccio il bagno. Cinzia sperava di incontrare Beba, ma mia moglie non c’era era tornata a casa. La donna di mio cugino indossava un bikini scosciatissimo e ridotto, mentre mio cugino rideva e scherzava. Non potevo continuare ad ammirare solamente quella donna. Ogni volta che si muoveva era per me un trauma. Mio cugino rideva sempre, era orgoglioso di quelle bombolone naturali che Cinzia si portava avanti e a giudicare dalla tensione della coppa traboccante e di rinforzo anche all’aureola mammaria, il capezzolone, doveva essere duro e rigido come il batacchio di una campana. Avevo più volte toccato quasi inavvertitamente Cinzia più volte ed era tutto irrimediabilmente sodo, sodo il seno, sodo il culo ma i fianchi larghi erano davvero troppo era un monumento al sesso. La nerchia era dritta all’inverosimile e io mentre parlavamo mi tuffai con Vittorio che sorrideva e mi prendeva in giro visto che li avevo lasciati sulla battigia nel mezzo di un discorso. Farfugliai qualche cosa sul sole, il caldo un rischio di insolazione e andai a nuoto fino ad un certo punto. Ben presto Vittorio mi raggiunse. Non vi era dubbio continuava ad essere un atleta e lo stesso fece Cinzia. Anche li in mezzo mare il suo seno sporgeva e l’acqua si insinuava in quelle fantastiche insenature, al che pensai che la mia nerchia sarebbe stata troppo bene li dentro, tra le grosse colline come riparato in un golfo. Mi venne, inoltre in mente un fantastico hot dog con il mio cazzo nelle sue tette. No, non riuscivo più a stare no questi pensieri mi distruggevano, iniziai a sentire la tachicardia mentre Cinzia e Vittorio si baciavano a piena lingua. Chiesi a Vittorio e Cinzia di allontanarsi, Vittorio perplesso mi chiese perché, non sapevo cosa fare, decisi allora io di ritornare a riva e lo feci nonostante una incessante tachicardia piano, lentamente. Avevo la mazza grossa e dura che usciva prepotentemente dal mio costume-pantaloncino. Inutile dire che al mio arrivo mi accolse nuovamente il sorriso ingenuo di Vittorio e quello da Femmina di Cinzia. Mio cugino mi chiese se stavo male, io bofonchiai qualche cosa ma non potevo muovermi visto il turgore del pene. Maledizione, troppi bambini erano in acqua, troppi genitori sulla spiaggia e poi lo sguardo irrisorio di Cinzia che sottolineava come dovessi perdere un bel po’ di pancetta e quello di Vittorio che sembrava canzonatorio mi costrinsero a rimanere in acqua finché non mi sgonfiai. Quando mi resi conto che il cazzo si era ammosciato a dimensioni regolari andai alla doccia e li venne ancora Cinzia, la quale mi disse che ci saremmo visti a casa di un mio zio che proprio quella sera aveva deciso di invitare in campagna tutti i suoi nipoti. Mi ha anche detto che aveva già parlato con Beba e lei era d’accordo. La doccia fredda mi aiutò ancora e così andai all’ombrellone ma Cinzia mi seguì, rideva e io credetti di notare, in quell’istante, che aveva capito dal mio sguardo che non ero più lo stesso, quindi ad un certo punto seccata e con aria un pochettino snob mi salutò dicendomi che andava da Vittorio e rientrava a nuoto al loro lido, sottolineando come i muscoli, la forma fisica fossero importanti e come io mi stessi notevolmente appesantendo di anno in anno. Lo diceva per me, mi disse. Andò via ancheggiando in quel suo magnifico modo. Non era vero ma la lasciai dire, sapevo che non poteva non dirlo. Nel periodo che passai sotto l’ombrellone iniziai a fare caso, a ripensare a tutto di lei, per cercarle un difetto fisico, ma l’unico vero grande unico difetto era che fosse la donna del cugino a cui sono più affezionato. La serata a casa di mio zio iniziò e come al solito io feci di tutto per arrivare in ritardo, riuscendoci pienamente, ma nonostante il ritardo Vittorio e Cinzia ci attendevano, avevano preso i posti per noi alla tavola vicini e mentre Beba e Cinzia parlavano io facevo lo stesso con mio cugino, guardavo Cinzia dal seno traboccante che non stava nel top elasticizzato e decisi in quel preciso istante, in cui anche lei mi guardava, che l’avrei fottuta con tutto me stesso senza darle un attimo di tregua in tutti i modi che mi sarebbe stato possibile metterglielo, sperando di toglierle quel sorriso sfottente e riempiendola da capo a piedi del mio seme. Due giorni prima, del resto, aveva raccontato a me e Beba il fatto che prendeva la pillola per non rischiare inconvenienti di alcun genere. Pensai fra me e me che avrei avuto un infarto a continuare a nascondere il mio desiderio oramai irrefrenabile, ma avrei preferito di gran lunga avere un infarto nel godermela tutta che non nello sfuggire. Capii subito che Cinzia si era accorta del momento in cui io iniziai a guardarla con l’occhio del desiderio concupiscente quindi pronto a non fuggire ma a accettare l’occasione se fosse arrivata e questo mutamento nel mio comportamento. Cercai di trasmetterlo anche a mio cugino, sebbene egli non colse l’allarme, rideva e scherzava beato lui, mentre io oramai tramavo per trombarle la donna. Ci pensai, ci ripensai, mi sentii un verme per quello che avevo in mente di fare, ma ora che ci penso a mente fredda, ho esitato troppo tempo nella paura di ferire mio cugino. Non ho, invece, avuto mai alcun dubbio nel poter soggiogare ai miei piaceri, ai miei desideri Cinzia, ero certo di dominarla, sebbene nulla mi sembrava potesse mai aver dato vita ad una disponibilità, Come mi accadeva di solito quando avevo chiaro in mente che volevo fottere una donna, divenni improvvisamente tranquillo, sapevo che le avrei fottuto tutti i buchi che aveva senza scherzi. Cinzia sembrava quasi avermi sfidato. Nel corso della discussione serale scoprimmo che la coppia ginnica correva circa 5 km al giorno ogni giorno, nuotava, e a sera ballava. Si vedeva come fossero orgogliosi della loro muscolosità. Era davvero un bel vedere. Devo ammettere che mio cugino è sempre stato atletico e muscoloso, ci ha sempre tenuto, tuttavia, rimanendo un po’ bassino era rimasto con il suo soprannome di Big Jim, che un altro nostro cugino gli aveva assegnato, mettendolo in relazione con un famoso bambolotto americano e lui quello è rimasto nonostante abbia superato i 40 anni. Cinzia era ginnica per eccellenza, poteva essere senza altro la Barbie, e così i due ginnici, per la cura del corpo s’erano pigliati. Muscolosi e abbronzati erano perfetti l’uno per l’altra. Lei continuò a sorridermi beffardamente per tutta la serata e anche mio cugino sprecava sorrisi e battute, mentre io sorridevo sicuro anche ad una ulteriore battuta di Cinzia e ad un suo affondo sulla mia panzetta e sul fatto che mi avrebbe fatto bene correre con loro, se per caso ci fossi riuscito……. Solo in macchina, al ritorno dalla campagnaripensai un attimo a mio cugino ad un possibile legame parentale che sarebbe potuto andare in crisi o quanto meno incrinare nel caso in cui mi fossi fatto la sua Cinzia, ma pensai alle tettone della donna, al suo fantastico culone e ai suoi possenti fianchi, scacciando i dubbi in un attimo. Il gioco valeva la candela, io non ero geloso e dove fotteva mio cugino avrei potuto fottere anche io e, soprattutto, dove inculava lui, ammesso e non concesso che Vittorio inculasse la sua donna, avrei certamente potuto incularla anche io. Per non dire di quelle borraccione inaudite che io avrei saputo sfruttare a dovere, visto la mia enorme esperienza con mia suocera Anna che a dire la verità aveva una sesta addirittura, con cui mi sono sempre fatto delle ricchissime spagnolone. Un brivido di piacere mi percorse a pensare come avrei dovuto trombarla, visto che Vittorio e Cinzia erano sempre insieme. La mattina seguente attesi mio cugino e la sua donna sapevo che mai e poi mai avrebbero derogato alla nuotata e così giunsero a bracciate lunghe, quasi pari. Cinzia dovetti ammettere che nuotava benissimo, di Vittorio lo sapevo era un culturista in miniatura. Vittorio mi disse che oggi avrebbe corso 10 km per recuperare la cena abbondante di ieri, mentre Cinzia telefonò a Beba, invitandola per una pizza in serata che Beba accettò. Io avevo già registrato la corsa di 10 km, a partire dalle 18, 18 e 30, chiesi se Cinzia si misurasse sulla stessa distanza, ma mio cugino sorridendo con sufficienza mi disse che era impossibile anche per una donna allenata come la sua compagna. Mi invitò, tuttavia, ad accompagnarlo, ma mi schernii avevo troppa pancia per fare quello che il mio super cugino era in grado di fare, sorrisi io, sorrise mio cugino e sorrise Cinzia, che disse: “Amo’ tu cugino te more pe strada co sta panzetta dove voi che vada”. Misero gli occhialini e ripartirono a nuoto. Alle 18 mi ero appostato di fronte casa di mio cugino e quando vidi che apriva il cancelletto e partiva per l‘allenamento aspettai qualche minuto, poi aprii il cancelletto, il portoncino della casa era socchiuso e io bussai, chiesi permesso e entrai. Cinzia era nuda come sua mamma l’aveva fatta. Mi disse che Vittorio era uscito e io le dissi che lo sapevo. La abbrancai, era il momento più difficile questo per prendere una donna, era l’inizio, lo sapevo, temevo l’unica cosa le urla ma anche se mi aspettavo delle urla, ciò non avvenne. La casa era piccolissima un bilocale, la spinsi di getto facendole lo sgambetto, ai miei tempi avevo fatto judo la deposi sul divano comodo in pelle e mi tuffai sopra, letteralmente. Devo ammettere che era molto forte, profumava di fica, era bagnata, la stavo prendendo mentre avevano da poco finito di chiavare. Lei non aveva fatto la doccia, non se lo aspettava e io arrivavo a prendere quello che restava, si avevano fatto l’amore, le aprii le cosce era calda, troppo calda, liquida aveva orgasmato molto e anche Vittorio l’aveva inficata, non pensai ad altro che a goderla e sebbene lei si dimenasse con forza e irruenza non gridava, non faceva nulla per chiedere aiuto: si misurava con la forza. Accennava ora a urlare ma le avevo infilato la lingua in bocca e la baciavo senza tregua. L’odore di femmina era fortissimo, sudava molto la porca, si difendeva e io nonostante le sue contorsioni le avevo aperto le cosce, ero sceso e mi ero imposto con il viso iniziando a lapparla tenendole le grandi labbra apertissime, con lei che ora diceva i suoi no, no, no, sempre più convinta era convintissima. Aveva stretto le cosce è il mio viso era in una morsa. Mi graffiava, anzi aveva infilato le unghie nelle mie spalle, nella schiena e all’altezza della pancia, si dimenava anche con le gambe muscolose forti. Mi usciva sangue ma Incurante del dolore che mi provocava iniziai a scavare con la lingua la sua vagina, con violenza come violenta era lei. Ero veloce di lingua. Le sue difese non cessavano non cedevano minimamente. Tentai con tutta la mia forza di spostarmi da quella posizione e progressivamente mi impadronii della parte superiore. Quelle bombolone erano fantastiche con i capezzoloni duri, grossi, spigolosi, pesanti, già ritti dalla scopata precedente. Cinzia era dimezzata nelle sue forze me ne sono subito reso conto, aveva già dato al suo uomo e ora si trovava a dover soddisfare anche me, ma io non ero facile. Iniziai a parlare a dirle che nonostante la panzetta mia i suoi senazzi erano nella mia bocca e la sua lingua rispondeva ai miei intensi baci alla francese. Le poppazze iniziavo a suggerle nella maniera migliore, riempiendoli di saliva e sublimando i suoi batacchi marrone chiaro. Succhiavo i capezzolotti e lei diede i primi segni di cedimento. Il seno è sempre stata la mia passione e fui in grado di fare su quelle colline di tutto e di più, la lingua strusciava tra le poppe in maniera naturale e lo stesso facevano le mie dita che palpavano in maniera ora più morbida ora più sostanziosa. Curiosamente Cinzia era andata a sditalinare la sua ficona depilatissima mentre io le ciurravo da quelle megaborracce tutte le sue essenze e ora Cinzia gemeva, orgasmava un orgasmo irruento, in cui ad una condivisione di tutto il corpo oramai, dei no, continui. La lasciavo dire quei no a alta voce ma tutto il resto diceva si. Aveva smesso di torturarmi con le unghie e meno male che non erano lunghe. Finalmente si iniziava a ragionare e io seppure con fatica iniziavo a farle quello che avevo in mente. Una volta capito che il seno era la zona erogena di cui impadronirmi Cinzia si era in parte addomesticata, l’importante era succhiare, spremere, leccare, titillare i capezzoloni e io l’ho sempre fatto molto bene. Ora iniziava la parte più complessa, quella di soddisfarla per soddisfarmi. La richiesta di succhiarle i capezzoli era continua assillante e io lo feci con tale forza da farle uscire il sangue. Ero vorace mi beavo di dominare con la mia lingua i suoi senazzi, tettazzone che mi hanno fatto perdere il sonno per tanto tempo e che sono state motivo di seghe continue. Li strizzavo e la porca godeva, godeva e più godeva, più ansimava, più gemeva più io strizzavo, mungevo la vacca. Ora mentre lei si dimenava ripetendo no, e dicendomi: oh che sei impazzito sta a scopa’ la donna de tu cugino io mi stancai di sentirla e la schiaffeggiai tre o quattro volte sul viso, duro, poi messala in ginocchio le misi la nerchia vicino alle labbra, mi chiese cosa volevo in romanesco, le dissi di succhiare, le diedi due ceffoni e le riproposi il cazzo enorme. Mi disse che era troppo grosso, sorrisi: “come è troppo grosso per una donna bionica come te, non esiste un cazzo troppo grosso, ricorda che tu sei l’atleta e io sono quello con la pancetta, facciamo sta maratona, dai……” e le diedi un altro ceffone, meno forte degli altri ma in modo che capisse chi comandava. Finalmente aveva aperto la bocca e io infilai il cazzo. “Dai da brava, su, succhiamelo” la trattenevo dalla nuca, tentò brevi proteste, poi lo prese tutto. Ecco brava, iniziò a spompare con un suo stile, volevo il bocchino, mentre le mungevo a fondo le tettonazze tanto forte che lei gridava, sentivo il desiderio di farle i lividi. “Su vaccona, che sta succedendo che l’uomo con la pancetta sta fottendo la bocca della donna bionica. Come succhia bene la donna bionica….. ciurra proprio bene la vacca. Ero padrone delle tettone e mungevo come mai avevo munto, riuscivo ad alzarle le tette sino a fargliele arrivare alle sue labbra e quindi mi venne l’idea di farle fare una spagnolona particolare. Tolsi il cazzo insalivato dalla sua bocca con notevole difficoltà visto che Cinzia iniziava a prenderci gusto e infilai la nerchia bagnata nel decolté stringendo le due poppazze e lasciando a lei il compito di trattenere il bastone nel solco, cosa che fece egregiamente, mentre io la insenai con foga inaudita. Lei ci stette, lasciò fare, questo non l’aveva mai fatto, mi dava del porco, ribadiva che non lo potevo fare, che lei era la donna di mio cugino, che gli avrebbe detto tutto ma io la stavo scopando, la montavo come avevo sempre sognato e quando sentiva che la mia cappella le arrivava in bocca produceva la sua succhiata la porca, ciurrava, ciurrva senza ritegno anche se fingeva di non starci. Avevo trovato la posizione giusta e lei mi sbocchinava ma al contempo faceva lo spagnolone. Voleva che arrivassi, io avevo i miei tempi e quelli seguii, continuai a devastarle il seno e soprattutto la bocca. Quando schizzai la riempii tutta, le irrorai tutto il senone, la bocca e il volto. Si stravolse, riconobbi nel suo sguardo il godimento, si era sditalinata la vagina a dovere mentre io le aravo il petto col mio cazzone. Non aspettai un attimo e Cinzia rimase sorpresa, leccai e feci leccare il mio seme, lei lo sputò mi disse che non ingoiava neanche quello del suo uomo quindi figurarsi il mio. Le tirai i capelli tanto forte che mi rimase una ciocca in mano, capì, succhiò il rimanente e lo ingoiò. La lasciai fare soddisfatto e scesi fra le sue gambe all’altezza della vulva. Era pregna di umori dolciastri, appiccicosi, secrezioni su tutte le cavità e pareti, la leccai dentro,nella sua intimità. Lei ebbe una reazione nervosa, sembrava non volere ma non poteva fare nulla. Ho pensato che forse aveva capito finalmente che io fossi il più forte, la sentii tuttavia che non si dava per vinta, non si arrendeva. Io le infilai il mio naso prominente e soprattutto la mia lingua che raggiunsee, finalmente il clitoride, e Cinzia iniziò la sua danza da tarantolata ora urlando e singhiozzando senza tregua, finalmente è fatta penso, la spennellai senza fretta facendola gemere, orgasmare, dandole tutto lo spazio che voleva, singhiozzava, la sentii finalmente mia, tratteneva la mia nuca tra le cosce, desiderava essere slinguata da me, venne per me, era finalmente mia, cercai, così, la conferma, allontanando il mio volto dalla fica, cessai di lavorarla con la lingua e con le dita e lei mi cercò subito, mi richiese a gran voce, voleva che ricominciassi, che la sbattessi, che la fottessi, senza più ritegno, Le sorrisi beffardamente dicendole: “non sei più la donna di mio cugino? Che gli dirai che ti ho violentata e che tu ti sei sbrodata tutta, ma tu lo sai che non ti ho violentato…….” No, no, ma ora scopami” Mi implora di scoparla, di riempirla, mi voleva, urlava il mio nome, e io la scopai severamente. Ora era davvero pronta tra un mare di effluvi, sensazioni, orgasmi, umori. La sua fica grondava, il liquido tracimava e lei non riesciva ad interrompere di singhiozzare. L’ultimo orgasmo, in particolare era stato troppo duro anche per lei, io continuo ad essere spietato duro, le chiesi perché non rideva più e le feci sentire il cazzo che può avere un uomo con la pancetta: “si tratta di una questione di muscoli è vero?, ebbene il muscolo del mio cazzo è grossissimo, duro ed è molto molto allenato, mentre la pompo dentro inficandola a ritmo indescrivibile, sbattendole il batacchio nell’utero e succhiando a più non posso le tettone, con lei che affanna e non sa come bloccarmi, io le spiego che la mia maratona è appena iniziata e che la scoperò senza tregua a sangue. Ho intenzione di prendere tutto anche quello che lei non vorrà donarmi. Non sa rispondermi la povera Cinzia,lei ha i muscoli, corre nuota ma sono io che la monto. Non ho dubbi è in mia balia, la sua fica è oleata a dovere, io entro ed esco senza alcuna difficoltà. Guaisce laida la sorcona. Gode senza ritegno e mi implora a gran voce fa il mio nome, gli e lo faccio ripetere, quattro, cinque volte, implora proprio il mio cazzo, la mia nerchia in fica, mi chiede di sfondarla e io la sfondo. Lei gronda di umori è impazzita, si muove come una dannata, io con calma la infico possente ritmato e sento il suo raglio di ritorno è una vera asina. Mi fermo tutto ad un tratto e lei non vuole apre ancora più le gambe, le mette in aria sulle mie spalle in modo che il mio pene aderisca al suo utero. Entro sempre più dentro. La sformo e la trasformo, la sto plasmando a mia immagine mentre lei ora dice solo si, con il suo difetto, con il pisello in bocca la lingua impastata dal seme, il caldo il sudore ma è un si convinto. Si a me all’uomo con la pancetta che non sarebbe in grado di fare dieci chilometri ma che l’ha messa in ginocchio, le ara la miciotta, come lei la chiama, l’utero, l’ha sfondata in fica per sua ammissione. Da me si aspetta con brama crescente di essere irrigata in vagina ma il mio seme tarda a venire. Io sono abituato a resistere, quindi la sottopongo ad un tour de force incredibile. Cinzia è cotta, anzi più che cotta. “Tutti sti muscoli, tutto sto fisico, e la resistenza sessuale le chiedo, che fine ha fatto?”. Le scavo la sorca, io lavoro senza tregua entro ed esco e lei subisce, la sento che ha una buona tenuta ancora. Io sento il mio pene, la mia voglia ha centuplicato le mie forze, la gonfio ancora e so che prima di fiottare il mio orgasmo ci vorrà un altro po’. Cinzia mi chiese se volevo distruggerla, io le ho risposto di no, ma che voglio che lei si ricordi bene, molto bene di me e del mio cazzo, visto che presumibilmente questa sarà l’unica scopata fra noi. Cinzia si strinse a me, strinse le gambe e il mio cazzo entrò ed uscì con sempre maggiore difficoltà aveva stretto i muscoli pelvici, voleva iniziare a fare la difficile ora? Le infilai entrambe le mani fra le natiche, le aprii e iniziai un lungo massaggio perianale che mi portò ad inserirle prima un dito, poi un secondo e poi un terzo in ano. Cinzia reagì d’istinto, come una fiera, io infilai sempre più forte e lei cedette in vagina emettendo una serie di suoni simili a ragli intensi. Ora la sbattevo senza ostacoli e lei godeva senza ritegno. Mi sento vicino alla eiaculazione e lei ormai all’unisono con me aveva capito. Aumentai l’andatura, andai più profondo e via, via, via, mentre lei si inarcava come meglio poteva il suo bacino per agevolare la mia esplosione deliziandosi delle mie ciurrate al seno da cui le mie labbra non si erano quasi mai straccate come la lingua. Le sue mani erano ritte a stringere il mio culo duro e tondo. Ci guardiamo negli occhi, io sopra lei sotto “allora sei la mia troiazza, sei la mia troia e così dicendo la inondo mentre lei urla il suo piacere. Adesso sentivamo ambedue l’esigenza di tirare un po’ di sollievo. Continuai a stare in fica fino all’ammosciamento totale, temevo che una volta svuotato Cinzia riprendesse il suo atteggiamento per cui la tenni sotto costante impegno. Dopo averle dato respiro avevo ricominciato ad impormi spagnoleggiando il suo seno. Già da moscio potevo insenarla viste le dimensioni delle poppazze e Cinza stette senza fare questioni, neanche quando il suo cellulare squillò. Era il suo uomo. Le porsi il cellulare mentre io continuavo la mi opera: lei rispose, si sentiva la sua voce affannata e quella di mio cugino preoccupata. Cinzia disse che era stanca, sorrisero, poiché Vittorio pensava alla scopata pre allenamento non immaginando che la donna stesse chiavando in quel preciso istante. Disse che era arrivato ad un chioschetto, che stava bevendo per non disidratarsi e sarebbe ritornato a casa. Aveva ancora 5 km da fare, mentre io eccitato dal possedere i seni di Cinzia mentre parlava con il suo uomo la inondai in piena telefonata e lei lasciò cadere il telefono per prendere senza che gli e lo chiedessi il mio cazzo in bocca. Vittorio rimase con l telefonata in sospeso, senti un sospiro e qualche mugugno chiese cosa succedeva ma Cinzia disse prontamente che dovevano essere interferenze, “sento anche io rumori strani disse bene allora ci vediamo fra una oretta e ricordati che oggi andiamo alla pizzeria con tuo cugino”. Chiuse il telefonino. Si stasera andavamo in pizzeria. Dove ti scopa Vittorio, come ti scopa, alzati e mettiti di fronte al tavolo, ti voglio alla pecorina”. La sistemai a 90 gradi. La sua bocca aveva fatto miracoli, mi aveva resuscitato io ero più tonico della prima volta. Lavorai bene con le dita la vagina, quindi il buchetto che avevo già esplorato. La feci arrivare più volte di vagina con il mio pene che sbatacchiò imperversando. In questa posizione era magnifico le poppazze scampanellavano all’impazzata e più io forzavo il ritmo più loro ondeggiavano erano dei campanacci per le vacche, scampanellavano e io giocavo a trattenerle pur sapendo che la loro grossezza era pari a due cocomeri maturi. Godevo del loro sbattere, del loro scampanare. Cercai a questo punto di incularla senza avvertimento ma lei si ritorse nuovamente come una belva. La mia cappella svettava puntando all’ano, e a contatto, voleva sfondarlo a tutti i cosi quell’ano apparentemente stretto, ma solo apparentemente. Spinsi, lei era rabbiosa io mi feci strada a forza, non era molto largo ma neanche chiuso chi l’aveva sodomizzata aveva fatto il suo dovere, sapeva il fatto suo e aveva goduto molto a mio parere a spaccare. Lei gridava no, ma io dicevo si. Le dissi: Mi senti Cinzia, mi senti ciucciazza, sono anche dentro il tuo culo. L’uomo con la pancetta ti ha preso anche il culo che facciamo chiamiamo Vittorio tuo? Così sente qualche altro disturbo sulla linea, qualche altra interferenza mentre ti apro come un melone. Che faccio lo chiamo? Sono entrato ed è un culo sontuoso, sontuoso”. La sento aprirsi, lei si limita a degli urletti quando io affondo. Sfondo, le voglio fare il culo e gli e lo voglio fare bene, mentre le poppe ballonzolano impazzite con lei che cerca di frenarle e io che la spingo sempre più giù sul tavolo. La mia nerchia tutta dentro fino alle palle sta ritta gioendo dei suoi movimenti non sempre elastici, lei cerca di liberare il buchino ma il gioco non funziona così. Inizio a sbatterla come si deve e lei capisce che è tutta un’altra storia. Quante volte l’ho messo in culo a mia cognata………..Entro ed esco, entro ed esco, sempre più forte, sempre più possente: “dai asina dai che abbiamo quasi finito, dai, poi ti lascio al tuo Vittorio, dai, fai la brava brava la mia ciuccia, ciuccia, dai ciuccia. Sei una asina fantastica”. La sfondo con lei che mi riempie di improperie in romanesco ma il cazzo è dentro. La sento abbaiare ma io la monto a sangue lei è come un’asina e io la monto senza riguardo. La riempio, mi sente nell’intestino, mi sente nel suo intimo mi sente, lo dice, mi sente, mi incita, la lascio senza fiato con una serie di colpi profondi, buco, buco. Le tette sobbalzano e lei sembra cascare per terra il mio pene e le mie mani sui fianchi la sorreggono: “donna bionica, allora…..” Il tuo culo è aperto, l’ho sfondato a dovere” quasi come ha potuto fare un mio predecessore che non è il mio cuginetto, cara Cinzia. Anche qui adesso analmente è arrendevole. Riparto con l’entra ed esci, su e giù nel culo, in maniera tosta selvaggio e se il suo culo è selvaggio più selvaggia è la mia monta. La inculo con violenza, mentre lei ansima, geme e subisce. Non so quanto gode finche la vedo succhiarsi i cocomeroni, stringendoseli con le mani e subendo i miei ditalini in fica oppressivi, stancanti, inesauribili. I miei ditalini le marinano la miciotta, non le danno scampo e lei orgasma. La sento è finalmente sfranta, frollata. La pistono senza tregua, lei non mi chiede più di uscire, sa che l’ho sfondata, del resto non era assolutamente vergine e escludo che l’abbia inculata mio cugino, non ha il culo scopato di fresco. Ora Cinzia sa veramente di cazzo e ci vuole la mia quarta sborrata per finire di montarla a dovere. Quello che segue è una mia rincorsa all’eruttazione del mio seme. Il culo è largo, la fica straziata sbrodola toppi di liquidi, e Cinzia non geme neanche più: “Arrivo, arrivo, vengo ti sto venendo in culo bella asinazza mia” e svuoto tutto me stesso con lei che raglia all’unisono, un raglio di sottomissione. Si accascia sul tavolo. Rimaniamo abbracciati mentre io le stringo il bcino, i fianchi, che sento in mio possesso almeno fino all’ultima goccia. Ora siamo più tranquilli, Cinzia chiama il suo amore, ha avuto un contrattempo ci vorrà una mezzora, non ci sono più le interferenze Vittorio è felice, Cinzia mi invita addirittura a fare la doccia insieme, mi accarezza la pancetta per tutto il tempo, rimaniamo bagnati a toccarci, le infilo ancora una volta il cazzo fra le tette, questa volta l’hot dog è veloce sborro ancora quelle poppe, me lo chiede lei vuole sentire il mio odore. Abbiamo anche il tempo di fare la doccia insieme. La serata è splendida, in una pizzeria in collina, un agriturismo. Lei scende in uno splendido bagnetto, confortevole e con la chiave, squilla il telefono in un attimo sono giù nel bagnetto e in due attimi la infico. Dieci minuti con mia moglie e Vittorio che ridono e scherzano, Cinzia sale prima e io dopo. La miciotta di Cinzia nel bagno dell’agriturismo presa alla sveltina è ancora più buona…………..
     
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