Apparato Sessuale Femminile

com'è fatta la vagina apparato riproduttivo femminile

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    Apparato Sessuale Femminile



     

    L'apparato sessuale
    femminile si compone di: organi genitali esterni; organi
    genitali interni
    ; mammelle

    1. Gli organi genitali esterni


    La vulva è l'organo che riassume tutti i
    genitali esterni della donna, cioè quelli che si possono osservare direttamente.
    Nella vulva si distinguono diverse parti: I. le labbra più esterne, dette
    grandi labbra, che si riuniscono superiormente
    a livello del monte di Venere; 2. una protuberanza
    cedevole che dopo la pubertà è ricoperta di peli; 3. le labbra più interne
    dette piccole labbra, situate internamente
    rispetto alle grandi labbra; 4. il clitoride,
    situato nel punto di riunione superiore delle piccole labbra, e 5. il
    vestibolo, un'area a forma di mandorla all'interno
    delle piccole labbra dove si aprono il meato urinario e l'apertura della
    vagina o ostio vaginale

    femm_est

    1. Le grandi labbra

    Le grandi labbra, le labbra più esterne,
    sono le parti più esterne dei genitali femminili e variano in forma e
    dimensione da donna a donna. Dopo la pubertà sono di solito ricoperte
    di peli.

    Durante l'eccitazione sessuale, le grandi labbra si gonfiano, appiattendosi
    verso l'esterno e lasciando vedere l'apertura della vagina. Ciò è causato
    dall'aumentato afflusso di sangue nella circolazione locale. Le labbra
    delle donne che hanno avuto un figlio hanno una reazione più consistente
    di quelle di donne nullipare. Dopo la menopausa le grandi labbra si assottigliano,
    perdendo la maggior parte del tessuto adiposo che dà loro forma e prominenza;
    non si gonfiano più e non tendono ad appiattirsi in fuori come prima.

    >2. Il monte di Venere

    Il monte di Venere, chiamato anche monte
    del pube, è un deposito di tessuto adiposo situato sopra l'osso pubico.
    Durante la pubertà si ricopre di peli.

    3. Le piccole labbra


    Le piccole labbra, le pieghe di tessuto più
    interne, non sono così spesse come le grandi labbra, ma sono più sensibili
    e se vengono toccate trasmettono una sensazione di piacere. Quando una
    donna raggiunge un certo livello di eccitazione sessuale, le piccole labbra
    cambiano di colore, e ciò indica che, continuando l'attività di stimolazione,
    la donna raggiungerà l'orgasmo. Le piccole labbra delle donne che non
    hanno ancora avuto un figlio diventano di un color rosso chiaro brillante,
    mentre nelle donne che hanno avuto figli il colore è più scuro o ambrato.

    Contemporaneamente al cambiamento di colore, le piccole labbra aumentano
    di volume a causa del maggior afflusso di sangue che è il risultato naturale
    della stimolazione sessuale. Quando la stimolazione cessa, sia le labbra
    esterne che quelle interne riassumono in breve tempo la loro abituale
    forma e dimensione.

    4. Il clitoride

    Il clitoride, che si trova nel punto in cui
    si incontrano le piccole labbra o labbra più interne, possiede un'unica
    funzione: quella di dare piacere. Esso non ha nulla a che vedere con il
    concepimento della prole, ma le numerosissime terminazioni nervose disposte
    in esso e nell'area immediatamente adiacente significano che è molto sensibile
    al contatto diretto o indiretto. Il clitoride è formato da una parte terminale,
    arrotondata, detta glande del clitoride, e da una parte allungata detta
    asta o corpo del clitoride. Il corpo del clitoride è di solito protetto
    da una piega di tessuto formata dalle piccole labbra che assomiglia a
    una specie di cappuccio.


    In condizioni normali, quando non è stimolato, il clitoride ha più o meno
    le dimensioni di un nocciolo di ciliegia. Le normali variazioni di lunghezza
    sono comprese tra un tre millimetri e un centimetro. Quando viene stimolato,
    si riempie di sangue e aumenta di dimensioni, sia a livello del glande
    che del corpo: il glande, in particolare, può raddoppiare il proprio diametro.
    Se la stimolazione continua e l'orgasmo si avvicina, il clitoride si ritira
    sotto il cappuccio protettivo e riemerge solo quando la stimolazione ha
    termine.

    Dopo l'orgasmo il clitoride recupera le proprie normali dimensioni nel
    giro di dieci minuti circa. Se la donna non ha avuto l'orgasmo il sangue
    in eccesso che ha riempito il clitoride in risposta alla stimolazione
    può rimanere in sede, per cui le dimensioni del clitoride rientrano nella
    norma solo dopo diverse ore. Molte donne trovano fastidioso questo comportamento.
    L'orgasmo invece porta a un riassorbimento del sangue affluito in eccesso.

    5. Il vestibolo

    Il vestibolo è diviso in due parti principali,
    l'uretra e l'apertura o ostio della vagina. L'uretra è il canale di passaggio
    per l'urina dalla vescica all'esterno. La sua apertura è situata sotto
    il clitoride e sopra l'apertura della vagina.

    Appena sotto il meato o apertura dell'uretra si apre l'ostio della parte
    iniziale della vagina stessa. L'apertura della vagina non è molto grande
    e può essere vista meglio scostando entrambe le coppie di labbra.

    >2. Gli organi genitali interni


    Gli organi genitali interni della donna si
    possono così elencare: 1. l'imene, sottile diaframma
    di tessuto che in parte ostruisce l'ingresso della vagina; 2. Le ghiandole
    del Bartolino
    , situate da ciascun lato rispetto alle piccole labbra,
    che secernono alcune gocce di liquido durante la fase di eccitazione della
    donna; 3. l'uretra, canale di passaggio per l'urina;
    4. la vagina, il passaggio che conduce dalla vulva
    alla cervice (5), altrimenti nota come collo dell'utero;
    6. l'utero, in cui l'uovo fertilizzato si sviluppa
    fino al completamento del feto prima della nascita; se l'uovo non è stato
    fertilizzato, la mucosa di rivestimento delle pareti dell'utero sarà eliminata
    nel corso delle mestruazioni; se l'utero è sede di manifestazioni patologiche
    può rendersi necessaria la sua rimozione mediante un intervento detto
    di isterectomia; all'estremità superiore dell'utero si trovano le tube
    di Fallopio
    (7), lungo cui transita l'uovo e dove avviene l'incontro
    con lo spermatozoo maschile; le uova sono contenute nelle due ovaie
    (8).


    femm_int

    1. L'imene

    Appena oltre l'apertura della vagina si trova
    l'imene, un sottile diaframma di tessuto che ostruisce in parte l'accesso
    alla vagina. Prende nome dal dio greco del matrimonio e non ha alcuna
    funzione biologica nota. Anche se alcune donne sono nate prive di imene,
    la maggior parte di esse ne è provvista; varia in forma e dimensioni da
    donna a donna. L'imene non ricopre interamente l'ingresso della vagina,
    poiché rimane un piccolo passaggio per la fuoriuscita del sangue mestruale.

    L'imene può lacerarsi in caso di esercizi ginnici o sportivi particolarmente
    violenti; può lacerarsi durante il rapporto sessuale o a causa dell'inserimento
    di un tampone igienico durante le mestruazioni, e a volte si lacera per
    motivi non specifici. Un imene lacerato non costituisce prova di avvenuto
    rapporto sessuale, né dimostra la perdita della verginità. Ne è controprova
    il fatto che in alcuni casi l'imene deve essere rimosso chirurgicamente
    (mediante imenectomia) prima della nascita del primo figlio, poi ché la
    sua flessibilità o piccolezza ne aveva impedito la lacerazione durante
    il rapporto sessuale.


    Quando l'imene si lacera, sia durante il rapporto sessuale, sia in altre
    occasioni può aversi una piccola perdita di sangue e si può avvertire
    un po' di dolore. Sia l'emorragia che il dolore sono del tutto normali
    ed entrambi cesseranno entro breve tempo. Per alcune donne la lacerazione
    dell'imene non comporta alcun dolore.

    A volte una donna può essere in tensione durante il rapporto sessuale,
    soprattutto se si tratta del primo, e questo stato può causare più disagio
    che non la perforazione stessa dell'imene. Inoltre, gli uomini che durante
    il rapporto sessuale hanno pochi riguardi e delicatezze, o cercano di
    penetrare in vagina prima che questa sia opportunamente lubrificata e
    pronta all'introduzione del pene, possono causare dolore. Di solito, tuttavia,
    l'eccitazione che prelude al rapporto sessuale risolve il problema, per
    cui la donna avverte un disagio minimo anche se il suo imene non era ancora
    stato lacerato.

    E' importante ricordare che una donna può rimanere incinta anche se il
    suo imene è ancora intatto e se il pene non è penetrato in vagina. Se
    lo sperma giunge a contatto con le labbra o con la zona vaginale, esso
    può penetrare attraverso la normale apertura dell'imene, e risalendo la
    vagina fino all'utero determinare uno stato di gravidanza.

    2. Le ghiandole del Bartolino


    Le ghiandole del Bartolino sono situate da
    una parte e dall'altra delle piccole labbra. Queste ghiandole si aprono
    in prossimità dell'ingresso della vagina e quando la donna è sessualmente
    eccitata secernono una piccola quantità di liquido. Si riteneva che il
    liquido in questione fosse importante per la lubrificazione della vagina,
    ma le ricerche di Masters e Johnson hanno dimostrato che la lubrificazione
    della vagina è attuata da secrezioni che provengono dall'interno della
    vagina più a monte, per cui le ghiandole del Bartolino non hanno l'importanza
    presunta durante la fase di eccitazione sessuale. Quale sia la vera funzione
    delle ghiandole è quindi ancora da scoprire.

    A volte le ghiandole del Bartolino si irritano o si infettano; possono
    allora gonfiarsi e diventare dolenti. Ciò può essere facilmente curato
    dal medico.

    3. L'uretra

    L'uretra è il breve canale di collegamento
    tra la vescica a monte e il vestibolo a valle. L dunque il passaggio
    che permette l'eliminazione dell'urina. La sua apertura o meato è situata
    tra il clitoride e l'apertura della vagina.


    4. La vagina

    La vagina inizia affacciandosi all'esterno
    con l'ostio vaginale e termina in profondità al collo dell'utero. La vagina
    ha dimensioni che variano da una donna all'altra, ma di solito è lunga
    da sette a tredici centimetri. Ha la forma di un tubo appiattito con le
    pareti che si toccano. Le pareti della vagina non sono lisce, ma presentano
    dappertutto rughe e pieghe. La vagina ha una enorme capacità di espansione
    e di contrazione: ad esempio si dilata durante il processo del parto e
    durante il rapporto sessuale può adattarsi a qualunque dimensione del
    pene.

    Durante la fase di eccitazione sessuale, la vagina risponde pressoché
    immediatamente agli stimoli di piacere. In pochi secondi lungo le sue
    pareti compaiono goccioline di liquido. Se la stimolazione continua queste
    goccioline si diffondono fino a ricoprire uniformemente le pareti della
    vagina. Quando una donna comincia ad eccitarsi sessualmente i vasi sanguigni
    delle pareti della vagina si riempiono rapidamente di una quantità in
    eccesso di sangue. Il perseverare di questa situazione di congestione
    determina la compressione dei vasi sanguigni contro i tessuti circostanti,
    costringendo i liquidi tissutali fisiologici a essudare dalle pareti della
    vagina stessa. Il liquido non è solo sintomo di eccitazione sessuale,
    ma funziona da lubrificante per il rapporto sessuale, senza il quale la
    penetrazione per la donna sarebbe dolorosa. La vagina, come l'occhio,
    è un organo capace di mantenere. da sé le proprie condizioni igieniche
    senza bisogno di particolari interventi esterni. Le lavande non sono quindi
    necessarie, a meno che non siano state prescritte da uno specialista,
    poiché sottraggono alla vagina stessa le sostanze naturali che provvedono
    al suo equilibrio ambientale. Le pareti della vagina non sono sede di
    numerose terminazioni nervose, per cui non sono eccessivamente sensibili.
    I due terzi superiori della vagina sono dunque più sensibili alla pressione
    che alla manipolazione, mentre il terzo inferiore, soprattutto attorno
    all'ingresso della vagina, ha una innervazione più ricca ed è quindi molto
    più sensibile alla manipolazione.

    vagina

    5. Il collo dell'utero

    Il collo dell'utero è quella parte terminale
    dell'utero che, restringendosi, sconfina nella zona superiore della vagina.
    In questa zona il collo dell'utero si apre mediante un passaggio detto
    ostio cervicale. E’ un passaggio molto stretto, come l'estremità
    di una cannuccia di paglia, e assomiglia alla punta di un naso o a un
    mento con la fossetta. Le donne che usano gli IUD
    come anticoncezionali hanno il filo dello IUD
    che pende attraverso il collo dell'utero nella vagina.


    Il collo dell'utero possiede la capacità di espandersi e di contrarsi
    per permettere il passaggio e l'espulsione del feto al momento della nascita.
    Attraverso il collo dell'utero passa anche il sangue mestruale prima di
    raggiungere la vagina. E lo sperma dalla vagina raggiunge l'utero e le
    tube di Fallopio passando attraverso il collo dell'utero. Il collo dell'utero
    secerne un liquido detto muco cervicale. Il muco varia in aspetto e consistenza
    nel corso del ciclo mestruale e viene sfruttato da coloro che praticano
    metodi naturali di controllo delle nascite come indicatore della possibilità
    di avere o non avere rapporti sessuali senza timore di rimanere incinte
    (questo metodo si chiama metodo Billings o del muco cervicale)

    6. L 'utero

    In una donna che non è in stato di gravidanza,
    l'utero ha le dimensioni di un pugno chiuso (da sette a dieci centimetri
    di lunghezza e cinque centimetri di larghezza) ed ha la forma di una pera
    capovolta. In gravidanza, quando è completamente dilatato, misura circa
    trenta centimetri di lunghezza. L'estremità inferiore, più stretta, è
    detta collo dell'utero: trapassa nella vagina e termina con l'ostio cervicale.
    La parte più ampia dell'utero è quella superiore, in cui durante la gravidanza
    e fino al parto il feto cresce e si nutre. L'utero ha pareti molto spesse
    ed è insolitamente elastico, poiché deve espandersi per contenere il feto
    in via di sviluppo, mentre dopo il parto riacquista più o meno le sue
    dimensioni normali. L'utero è rivestito da tre strati di tessuto speciale
    e di muscolo. Lo strato più interno è l'endometrio, un tessuto molto particolare.
    Dopo la pubertà, questo strato di tessuto riveste il corpo centrale dell'utero
    pronto a fornire un luogo di parcheggio e di nutrizione a un uovo fertilizzato
    fin dai primi istanti della gravidanza. Se una donna non è incinta questo
    rivestimento non è necessario, per cui si stacca dall'utero e lascia il
    corpo attraverso il flusso mestruale. Questo processo si ripete mensilmente.
    Immediatamente un nuovo strato di rivestimento comincia a formarsi per
    rendersi disponibile nel caso la donna rimanga incinta nel ciclo successivo.
    Tranne che nel corso della gravidanza, questo ciclo di eventi molto regolare
    continua ininterrottamente dalla pubertà fino alla menopausa.


    Il secondo strato della parete dell'utero è formato da un potente strato
    muscolare detto miometrio, che conferisce all'utero la sua grande forza
    ed elasticità. Questo strato si contrae durante il processo della nascita
    costringendo il feto a uscire dall'utero e a passare nella vagina. Il
    terzo strato della parete dell'utero è il peritoneo, che ricopre gli altri
    due strati, miometrio ed endometrio e anche gli altri organi della cavità
    addominale.

    L'utero è mantenuto in posizione all'interno dello scavo pelvico da diverse
    serie di legamenti (il legamento largo dell'utero, il legamento rotondo
    e i legamenti anteriori e posteriori). Durante la fase di eccitazione
    sessuale l'utero si solleva, aumenta di dimensioni e rimane tale fino
    all'orgasmo o fino al termine della stimolazione. L'orgasmo si traduce
    in un rapido ritorno dell'utero alle sue dimensioni normali. Il motivo
    della dilatazione e del sollevamento dell'utero è che nella fase di eccitazione
    sessuale affluisce alle sue pareti una maggior quantità di sangue.

    7. Le tube di Fallopio

    Le tube di Fallopio sono due, ciascuna lunga
    circa 10 centimetri, fissate a ciascun lato della parte superiore dell'utero.
    Ciascuna tuba conduce a un'ovaia. Le tube di Fallopio (dal nome dell'anatomista
    del sedicesimo secolo Gregorio Fallopio, che per primo le descrisse) sono
    piuttosto strette (da uno a due millimetri), e sono il canale di passaggio
    che permette all'uovo di raggiungere l'utero partendo dall'ovaio. Le tube
    di Fallopio non sono fissate alle ovaie in un punto ma le circondano
    avvolgendole alla loro estremità superiore. La estremità superiore delle
    tube di Fallopio è aperta e appare come l'imbuto di una tromba dotato
    di un bordo frastagliato (le frange sono chiamate fimbrie). Quando l'uovo
    è liberato dalla ovaia viene avviato rapidamente verso l'apertura della
    tuba di Fallopio e da lì comincia a muoversi verso l'utero, che si trova
    all'altra estremità della tuba.


    Le pareti delle tube di Fallopio sono ricoperte da strutture pilifere
    dette cilia, che si contraggono lievemente insieme alle tube garantendo
    il movimento dell'uovo verso l'utero. E' interessante notare che lo spermatozoo
    si muove nella tuba contro la corrente delle cilia. Quindi è solo lo spermatozoo
    più maturo e sviluppato che è in grado di compiere il viaggio. E' il modo
    che l'organismo ha di assicurare, in caso di fertilizzazione, buone possibilità
    che si realizzi una gravidanza senza problemi.

    La fertilizzazione, cioè l'incontro dello spermatozoo e dell'uovo, si
    verifica di solito nel tratto superiore della tuba di Fallopio. In qualche
    caso, la tuba si ostruisce, e a volte un uovo fertilizzato rimane incastrato
    nella tuba di Fallopio e lì si sviluppa: questo evento prende il nome
    di gravidanza ectopica.

    8. Le ovaie

    Le donne possiedono due ovaie, ciascuna delle
    quali è situata a fianco dell'utero nella sua parte superiore. Esse sono
    situate da ciascuna parte rispetto all'ombelico, proprio sotto, e non
    sono direttamente connesse con l'utero e con le tube di Fallopio. Esse
    sono mantenute in situ dai legamenti ovarici. Le ovaie hanno forma di
    mandorla, e sono lunghe circa quattro centimetri, alte poco meno di due
    centimetri e larghe due centimetri e mezzo. Le ovaie assolvono a due importanti
    funzioni: esse liberano le uova attraverso un processo chiamato ovulazione;
    l'uovo può quindi essere fertilizzato da uno spermatozoo maschile; inoltre
    le ovaie producono ormoni femminili chiamati estrogeni e progesterone.
    Gli estrogeni sono fondamentali per lo sviluppo sessuale della donna,
    mentre il progesterone è molto importante per la gravidanza. Questi ormoni
    passano direttamente dalle ovaie nel circolo sanguigno.


    Una donna nasce con circa 200.000 ovuli in ciascuna ovaia. Nel corso del
    periodo fertile della donna verranno liberati da 300 a 500 ovuli. Ciascun
    uovo è contenuto in un follicolo, una cavità in cui l'uovo immaturo rimane
    protetto. Quando l'uovo matura, esso esce dalla cavità e viene liberato
    dall'ovaia nella tuba di Fallopio. La maturazione dei follicoli che permette
    la liberazione dell'uovo ha inizio alla pubertà, quando un follicolo dell'ovaia
    destra o di quella sinistra libera un uovo nella tuba di Fallopio. Questo
    processo prende il nome di ovulazione, e si verifica circa una volta ogni
    quattro settimane dalla pubertà alla menopausa. Per tutto il tempo che
    una donna è gravida, l'ovulazione cessa; e riprende il suo ciclo normale
    poco dopo la nascita del feto.

    3. Le mammelle

    Tre sono gli aspetti importanti che caratterizzano
    le mammelle femminili: sono spesso fonte di piacere erotico, giocano un
    ruolo non piccolo nel formare l'immagine che una donna ha di sé, e la
    donna con esse può nutrire i propri figli. Le mammelle maschili possono
    essere fonte di piacere erotico, ma hanno ben poca influenza sull'immagine
    che l'uomo ha di sé. Una reazione normale alla stimolazione è l'erezione
    del capezzolo femminile. Fino alla menopausa, se la donna non ha allattato,
    le sue mammelle stimolate cresceranno in dimensione per un aumento del
    flusso del sangue venoso. Le mammelle maschili non aumentano in dimensione
    se vengono stimolate ma un po' più del 50% degli uomini dimostrano una
    erezione evidente del capezzolo. Spesso anche lo stare nudi e al freddo
    fa rizzare i capezzoli. Le mammelle femminili sono fatte nel seguente
    modo: al centro sulla superficie esterna si trova (1) il capezzolo,
    circondato dalla (2) areola. All'interno si trovano
    le (3) ghiandole lattifere, che in seguito alla gestazione
    e al parto di un bambino producono latte, e (4) i dotti
    lattiferi
    , che trasportano il latte dalle ghiandole lattifere ai capezzoli.
    La struttura restante della mammella è fatta di tessuto adiposo e di tessuto
    connettivo fibroso che dà consistenza e forma alla mammella.


    mammelle

    1. Capezzoli

    I capezzoli possono essere molto prominenti,
    oppure avere scarso rilievo, possono essere un po' infossati nella mammella,
    oppure possono essere invertiti. L'ambito normale delle diverse morfologie
    è vasto. I dotti lattiferi che partono dalle ghiandole lattifere convergono
    e si svuotano proprio nel capezzolo, permettendo così al bimbo di succhiare.
    Ciascun capezzolo è provvisto di terminazioni nervose che lo rendono molto
    sensibile al tatto. Le minuscole fibre muscolari presenti in ciascun capezzolo
    gli permettono di diventare eretto in seguito all'eccitazione sessuale
    e in risposta ad altri stimoli come il freddo. Proprio come una mammella
    può essere leggermente più voluminosa dell'altra, così anche un capezzolo
    può diventare più eretto dell'altro in seguito alla stimolazione sessuale.

    2. Areola

    L'areola mammaria è la zona scura e pigmentata che circonda
    ciascun capezzolo; l'intensità del suo colore varia da donna a donna.
    L del tutto normale che nell'areola vi siano minuscole protuberanze:
    si tratta di ghiandole produttrici di grasso che secernono una sostanza
    lubrificante per rendere più facile l'allattamento. Nel corso della gravidanza
    l'areola diventa più scura e rimane tale fino a un certo periodo dopo
    il parto. Le dimensioni dell'areola variano da donna a donna.

    3. Ghiandole lattifere

    All'interno di ciascuna mammella si trovano
    da 15 a 25 piccole ghiandole produttrici di latte. Il latte da esse prodotto
    viene portato al capezzolo per mezzo di dotti lattiferi, pronto per essere
    succhiato dal bambino. Le dimensioni delle ghiandole lattifere sono più
    o meno le stesse in tutte le donne, e producono la stessa quantità di
    latte, indipendentemente dalle dimensioni complessive della mammella.

    4. Dotti lattiferi

    Questi dotti mettono in comunicazione le
    ghiandole lattifere di ciascuna mammella con il capezzolo. Il latte viene
    prodotto dalle ghiandole, passa nei dotti e si accumula attorno al capezzolo.
    Il bambino allora può succhiare il latte dal capezzolo. Il latte viene
    prodotto come risposta all'azione di due ormoni, la prolattina e l'ossitocina.
    La prolattina stimola le ghiandole lattifere a produrre latte, e quando
    il bambino succhia, viene liberata una ulteriore quota di prolattina nel
    circolo sanguigno per far aumentare la produzione del latte. L'ossitocina
    fa sì che il latte venga portato dalle ghiandole al capezzolo in un processo
    detto di "caduta". A volte, il neonato nei primi giorni di vita
    non è in grado di succhiare in modo sufficientemente vigoroso da permettere
    la liberazione di opportune quantità di ossitocina, per cui il processo
    di "caduta" è inadeguato. Una volta che la madre e il neonato
    hanno sincronizzato i ritmi di allattamento, ogni cosa torna a funzionare
    bene.

    Le mammelle producono un'altra sostanza, il colostro. Il colostro non
    è latte, ma è estremamente nutriente. E una sostanza densa e giallastra
    e nel corso delle ultime settimane di gravidanza può sgocciolare occasionalmente
    dal capezzolo. I bambini si nutrono di colostro nei primissimi giorni
    dopo la nascita, fino a quando sopraggiunge il latte vero e proprio. Il
    colostro non è solo ricco di proteine, ma contiene anche importanti anticorpi
    che permettono al neonato di acquisire protezione immunologica contro
    determinate malattie cui i neonati sono particolarmente suscettibili.





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