Controfestival

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  1. Duedipikkee
     
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    L'attrice alla kermesse di Mantova parla di satira e tv.
    Poi chiede che il biglietto per il suo intervento venga rimborsato.
    Guzzanti al Controfestival: "Non è il momento per ridere".
    Circa 2 milioni di spettatori per la prima puntata dello spettacolo

    MANTOVA - Non è il Controfestival, eppure a Mantova come a Sanremo le cose sembrano funzionare secondo le stesse regole: auditel e polemiche innanzitutto. Dopo le rinunce per motivi vari di Aldo Busi e degli Skiantos, la prima serata della kermesse organizzata da Nando Dalla Chiesa e Lidia Ravera si infuoca con Sabina Guzzanti che, quando ha saputo che il suo spettacolo di stasera a Mantova insieme a Marco Travaglio, che lei ritiene essere una conversazione, era a pagamento, si è ribellata. Ha proposto agli organizzatori di restituire i soldi del biglietto agli spettatori.

    Il giallo, poi, si è risolto con una mediazione: chi ha pagato il biglietto per la Guzzanti potrà accedere alla manifestazione canora, in una delle sere, gratuitamente, oppure avere il biglietto rimborsato. L'ingresso allo show della Guzzanti è costato dieci euro, quello per la manifestazione canora, in platea, trenta euro.

    Sabina Guzzanti questa sera è tornata a parlare del suo show televisivo 'Raiot', di cui si è vista una sola puntata. "E' andata abbastanza bene - ha detto - una sola puntata, poca ma buona. Non faceva ridere, io non faccio ridere. Non ridete (rivolta al pubblico, ndr), non ridete perché altrimenti siete faziosi". Poi ha spiegato che la trasmissione sulla Rai è stata chiusa perché è arrivata la querela di Mediaset, "è anche buffa la querela, arrivata dallo studio Previti, poco dopo che ha preso gli altri cinque anni. Previti ci spiega che cos'è la satira, quella che fanno loro. Non è il momento storico per ridere".

    Questo un volto dello spettacolo. L'altro è quello dell'auditel. La prima serata del Mantova musica festival sul circuito Odeon Tv, con molti problemi di ritmo, ha fatto il 2,1% medio, con circa due milioni di spettatori. "Un buon risultato", dicono gli organizzatori anche se il direttore dell'Auditel Walter Pancini ha spiegato che "per quanto riguarda lo share, il dato, per il tipo di calcolo con cui è stato ricavato, non è paragonabile con quello di Rai e Mediaset".

    Dalla Chiesa si lamenta per il fatto che "il programma che abbiamo messo in piedi avrebbe dovuto attirare tantissime aziende e invece non è stato così, chissà perché...". Tra la notte e la mattina i due direttori artistici del festival, Titty Santini e Vittorio Cosma, si sono rimboccati le maniche e, fra riunioni e incontri, hanno "ricompattato" l'offerta televisiva per stasera e i prossimi giorni.

    Il 'dopo festival' condotto da Lidia Ravera, in diretta dal rinascimentale palazzo della Ragione, aprirà le trasmissioni alle 20.30, anche con spezzoni dei concerti della giornate precedenti. Poi via alle esibizioni dal vivo all'Ariston, molto più ravvicinate rispetto alla prima giornata: saltati Zuzzurro e Gaspare per l'influenza che ha colpito Andrea Brambilla (Zuzzurro), la serata è aperta da Alice. La cantante già presente a Sanremo, è seguita da Bruno Lauzi, La Cruz e i semi- esordienti Gigi Marras, Suso, Federico Siriani, Riccardo Tesi. Concludono i Modena City Ramblers, che nel pomeriggio hanno suonato in duo a sorpresa nella centralissima piazza Erbe, applauditi da decine di persone.

    E proprio il tentativo di far vedere in tv anche quello che succede nelle strade e nelle piazze di Mantova ha portato ad altri cambiamenti televisivi: andranno in onda collegamenti, interviste e riprese registrate dei tanti eventi che si susseguono in città, spesso in contemporanea. Come il concerto di Paolo Fresu e Gian Maria Testa, un jazzista di fama mondiale e un cantante atipico insieme in un'esibizione che ha regalato molte emozioni al pubblico dell'antico teatro Bibiena.

    Poco prima, nel pomeriggio, era toccato alle poesie di Bruno Lauzi e a un intervento di Enzo Iannacci. Il cantante milanese ha detto che "per risolvere la crisi di questi tempi sarebbe necessario l'M60".

    Quanto alla dichiarazione di Tony Renis, che ipotizza la sua assenza da Sanremo l'anno prossimo, dalla Chiesa è caustico: "Non ci interessa - dice scrollando la testa - e comunque non credo che, se andasse via, sarà per quello che abbiamo fatto qui a Mantova. Forse aveva delle difficoltà, che al massimo io ho accentuato", conclude il senatore della Margherita.


    (La Repubblica 3 marzo 2004)
     
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