La mia prima esperienza con una donna

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    Pensate a come sono rimasta quando la mia migliore amica mi confessa, dopo anni di dichiarata troiaggine, di essere lesbica. Eppure il tempo non l’ha smentita. Da quel giorno è stata solo con donne. Possiamo definirla una lesbica seria, di cazzo non vuole nemmeno più sentir parlare. Passarono vari mesi da quella stranissima confessione. Michela, così si chiama la mia migliore amica, era tornata la troia di sempre, solo concentrando le proprie attenzioni sul gentil sesso. Ci vedevamo quasi ogni sera, quando non aveva qualche appuntamento romantico ed allora mi deliziava con racconti altamente erotici sulle sue avventure saffiche. Confesso di non aver mai pensato di poter essere attratta dalle donne, eppure quelle sue storielle piccanti, mi provocavano sempre una scia di umori nelle mutandine. Una sera, è estate, siamo in camera sua e Michela mi confida di essere stanca di andare con donne sempre diverse, di avere voglia di fermarsi, di trovare quella giusta. Siamo sedute per terra, nel nostro angolino a guardare il cielo, come spesso accade quando dormo da lei. Michela parla e intanto mi guarda dritta negli occhi, con una strana luce nello sguardo. Mi dice che non c’è nessuno con cui si senta a suo agio come con me, ha sempre pensato che le nostre affinità elettive significassero qualcosa. Le dico ridendo che sembra quasi una dichiarazione d’amore. Michela non ride. Anzi, credo di non averla mai vista così seria prima. Sempre fissandomi si avvicina lentamente al mio viso ed in un secondo, prima che abbia il tempo di fare o dire qualunque cosa, appoggia le sue labbra contro le mie. Non so cosa pensare, non riesco a pensare. Vorrei staccarla, ma non ci riesco, non voglio, non lo so. Mi guarda, ferma, come aspettasse il consenso per continuare. Deve interpretare la mia non reazione come positiva, perchè comincia a muovere le labbra sulle mie, schiudendole dolcemente. E’ un bacio dolce ma caldo, anche se ancora non c’è nemmeno stata la lingua. Mi faccio prendere dall’emozione e inizio a partecipare attivamente al bacio. Le nostre labbra si mordono, si mangiano, si succhiano, si aprono le une sulle altre. E d’istinto inizio a cercarla anche con la lingua. La mia la infilo piano nella sua bocca, prima leccandole le labbra, poi trovando la sua e giocandoci con gusto. Le nostre lingue si sfiorano appena, con rapide passate, mentre le labbra continuano a mangiarsi. Mi riprendo un istante. Io sono molto su di giri, completamente allagata tra le cosce. Quell’eccitazione mi dà uno stimolo che supera la barriera della prima volta con una donna. Ecco perché inizio a muovermi in ruolo attivo. I baci continuano, così sensuali e morbidi da richiedere di sdraiarci. Non riesco a tenere ferme le mani. L’istinto, puro e semplice ed arcaico istinto, mi porta a metterle le mani sulle tette. Che strana sensazione. Le mie mani sono sul suo seno, lo accarezzo appena con un tocco leggerissimo con il palmo, che la fa fremere. I suoi capezzoli sono comparsi, più che evidenti pur attraverso la stoffa del reggiseno e della maglietta. Inizio a stringerli e accarezzarli, lei sospira eccitata. La mia eccitazione sale e i tocchi si fanno più decisi. Ora la palpo forte, con foga, quasi con brutalità. Poi mi stacco, mi alzo e la trascino al divano, dove mi siedo a cavalcioni su di lei. Riprendiamo a baciarci, in men che non si dica le mie mani tornano sul seno, stavolta però insinuate sotto la maglietta, le slaccio il reggiseno e lo tiro su, senza toglierlo e senza togliere la maglia. Riprendo a palparla sotto la maglietta, stuzzicandole i capezzoli sempre più duri, con le mani a coppa. Lei reclina la testa indietro, ansimando. Mi stacco dalla sua bocca e scendo verso il collo, leccando e baciando piano ogni centimetro di pelle che incontro, dai lobi, alla nuca, alla gola. Le sue mani forzano per toccarmi, ma non glielo concedo, non ancora. Le sfilo maglietta e reggiseno rapidamente e mi tuffo tra le sue tette. Mentre le reggo con le mani lecco piano un capezzolo, poi l’altro. Lei trema quando comincio a succhiare e mordicchiare piano i suoi capezzoli ormai durissimi. Non resiste più, cerca di slacciarsi i jeans. Mi tiro su e riprendo a baciarla, strusciandomi su di lei. In un attimo ci siamo tolte i pantaloni, senza mai smettere di baciarci. Io porto un perizoma nero, lei una specie di culottes bianca. Entrambe depilate. Mi fa sdraiare e sento la sua lingua abbandonare la mia gola e scendere solleticandomi fino al seno. Mi stuzzica il seno con le mani mentre mordicchia i lobi delle orecchie. Sento le sue mani sempre più appassionate palparmi forte. Quando è arrivata ai capezzoli, stringendoli tra le labbra, io ansimo incontrollata. Mi succhia e mi morde i capezzoli, mentre una mano già scende verso il basso ventre. La sento scostare il filo del perizoma e affondare le dita dentro di me, già fradicia di umori e gonfia d’eccitazione. Mi ficca dentro due dita spingendo fino in fondo, mentre con la bocca ancora mi tortura il seno. Le lascia dentro, ferme, per un tempo infinito. Io mi muovo scompostamente per godere di quella penetrazione. Mi bacia di nuovo, mentre con le dita finalmente inizia a muoversi fuori e dentro di me, non esce molto, ma i movimenti sono sicuri e veloci. Ogni tanto si ferma dentro di me e fa ruotare le dita. Ormai sono fuori controllo, ansimo e gemo forte coprendo il rumore delle sue dita che affondano tra i miei umori. La sua bocca scende lentamente, baciandomi di nuovo il seno e poi la pancia. Si piazza tra le mie cosce, mi sfila il perizoma e inizia a leccare e baciare le labbra, per poi spostarsi con foga crescente al clitoride. Le dita di nuovo dentro di me. Mi lecca sempre più forte ed io sempre più aperta. Mi penetra freneticamente adesso con ben quattro dita mentre succhia il clitoride. Io le spingo la testa sempre più forte, assecondando il suo ritmo col bacino. Non c’è voluto molto, l’orgasmo è arrivato improvvisamente e fortissimo, provocandomi un leggero urlo e lasciandomi devastata mentre lei ripulisce sapientemente i miei umori che colano. Si alza, si sdraia accanto a me e mi bacia con la lingua, passandomi i miei sapori.
     
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