La vera storia della casa infestata del film Amityville Horror

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    La casa infestata di Amityville Horror



    Nella piccola cittadina di Amityville, a Long Island, nello stato di New York, c'è una bella e grande casa che si dice maledetta e infestata dagli spiriti




    La casa infestata di Amityville Horror Quando Jay Anson, nel 1977, pubblicò il romanzo The Amityville Horror: A True Story, non pensò che la sua storia sarebbe divenuta una famosa leggenda metropolitana né che il cinema avrebbe sfruttato per diversi anni il suo libro, con ben quattro film.



    Di vero c'è che il romanzo scalò le classifiche di vendita e che Anson (1921-1980) fu uno scrittore incaricato di creare un romanzo sulla base di presunti "fatti veri" avvenuti anni prima.



    Amityville Horror: le origini della casa infestata


    Il libro si basa su un fatto realmente accaduto.

    Il 13 novembre 1974, intorno alle 3 di notte, al 112 di Ocean Avenue di Amityville (una cittadina della contea del Suffolk, a Long Island, nello stato di New York), i coniugi Ronald DeFeo (43 anni) e Louise DeFeo (42), assieme a quattro dei loro cinque figli, Dawn (18), Allison (13), Marc (12) e John Matthew (9), furono uccisi durante il sonno.



    Quel giorno stesso, intorno alle 18, Ronald DeFeo Jr. (23 anni), detto Butch, il maggiore dei figli della famiglia DeFeo, si recò all'Henry's Bar e, fingendo di essere preoccupato, disse al suo amico Bobby Kelske che non riusciva a contattare nessuno della famiglia e che avrebbe dovuto rompere il vetro di una finestra ed entrare a controllare.



    Pochi minuti dopo, Butch DeFeo tornò al bar in stato di agitazione e disse: «Bob, devi aiutarmi! Qualcuno ha ucciso mia madre e mio padre!»



    Il ragazzo, assieme all'amico e a un piccolo gruppo di persone, si recò al 112 di Ocean Avenue, che si trovava a poca distanza dal bar, e trovò i genitori del ragazzo morti. Joe Yeswit, uno del gruppo, chiamò la polizia della Contea del Suffolk, che scoprì in casa i corpi degli altri quattro figli, uccisi anch'essi a letto.



    Tutta la famiglia fu assassinata con un fucile Marlin 336C calibro 35, due colpi per i coniugi DeFeo e uno solo per ognuno dei figli.



    Secondo la ricostruzione, Louise DeFeo e sua figlia Allison furono le uniche vittime a essere svegliate dagli spari nel momento della loro morte. Ronald Jr., il principale sospettato per la carneficina, fu in seguito effettivamente arrestato, dichiarato colpevole e incarcerato.


    La villa di Amityville, sul finire degli anni '70



    Amityville Horror: i Lutz e i la casa posseduta dal male


    La casa fu quindi messa in vendita e acquistata da George e Kathy Lutz, che vi si trasferirono l'anno successivo assieme ai loro tre figli. Poco dopo il trasferimento, i Lutz cominciarono a sostenere che la casa fosse stregata.



    Secondo la testimonianza dei Lutz, nella casa si verificarono dei fatti alquanto insoliti e inquietanti: porte divelte, armadi che si aprivano, melma verde che colava dal soffitto, sciami di insetti che attaccavano la famiglia e infine l'immagine di un volto demoniaco dagli occhi rossi che spiava la famiglia di notte, lasciando sulla neve tracce ungulate.



    La copertina del libro di Jay Anson
    Quando fu chiamato un prete a benedire la casa, una voce demoniaca gli urlò «Fuori!» e sulle mani dell'uomo apparvero delle vesciche.



    Una troupe televisiva locale girò un filmato sulla casa e furono persino chiamati molti cacciatori di fantasmi e presunti sensitivi. Tutti convennero che la casa fosse posseduta da uno spirito maligno e che soltanto un esorcismo avrebbe posto fine alle sue attività.



    I Lutz lasciarono la casa e collaborarono con Anson al libro The Amityville Horror, libro che in seguito divenne il film The Amityville Horror. L'autore garantì la veridicità della storia, asserendo che vi fossero troppe conferme ai fatti accaduti per credere che i Lutz abbiano immaginato o perfino inventato quegli eventi.



    Anson fu presentato alla famiglia Lutz dall'editor Tam Mossman della Prentice/Hall. George e Kathy Lutz si rifiutarono di essere intervistati per il libro, ma diedero ad Anson i nastri che avevano registrato per documentare ciò che era loro accaduto nella casa.



    La casa infestata di Amityville: tutto inventato dai Lutz?


    Ma ci fu anche chi espresse dubbi su questi episodi da "casa posseduta".

    Il ricercatore Rick Moran stilò un elenco con oltre cento incongruenze e discrepanze fra la “vera storia” narrata da Anson e la verità. Il remake omonimo del 2005 del film originale, The Amityville Horror, introdusse dei dettagli nuovi alla storia, come la presenza di Indiani nell'area e l'adorazione del diavolo da parte dei primi coloni.



    Tribù indiane abitarono effettivamente a Long Island, come scoprì Moran, ma non nelle vicinanze di Amityville, bensì a 70 miglia di distanza.



    Moran intervistò Padre Ralph Pecoraro, il prete che fu cacciato dalla casa dal demone, il quale disse di non aver mai visto nulla di strano o particolare all'interno della casa.



    Anche Joe Nickell, autore del libro Entities: Angels, Spirits, Demons, and Other Alien Beings, che visitò personalmente Amityville house e intervistò gli ultimi proprietari della casa, trovò parecchi buchi nella storia.



    I Lutz non poterono aver trovato le tracce del demone sulla neve, perché secondo i dati meteo non c'era stata alcuna nevicata tale da potervi lasciare impronte.



    Anche se il libro parla di ingenti danni alle porte e ai materiali della casa, serrature, maniglie e cerniere originali erano in realtà intatte.



    Nel libro, come nel film, viene mostrato che fu chiamata la polizia in seguito a quei fatti accaduti ma, come ha scritto Nickell, i Lutz non la chiamarono mai.



    La copertina del DVD di Amityville Horror, nei cinema nel 1979
    Nonostante le varie smentite, grazie a testimonianze oculari e prove di indagini, la famiglia Lutz guadagnò migliaia di dollari con i diritti del libro e del film.



    Che cosa c'è di vero, dunque, in ciò che accadde nella casa di Amityville durante la permanenza della famiglia Lutz?
    Sicuramente nulla di paranormale.



    L'avvocato di Butch DeFeo, William Weber, ha ammesso di aver creato quella storia dell'orrore assieme ai Lutz "dopo molte bottiglie di vino", inventando di sana pianta le raccapriccianti esperienze della famiglia nella casa stregata. Jay Anson fece il resto, abbellendo la storia per il suo libro, che lo sceneggiatore adattò per il film.



    I Lutz e l'avvocato sfruttarono a proprio vantaggio la loro creazione.

    Mentre la famiglia Lutz, come detto, guadagnò moltissimo coi diritti del romanzo e del film, l'avvocato Weber pensò di usare l'infestazione della casa per ottenere un nuovo processo per il suo cliente, Butch DeFeo.



    A dispetto delle varie smentite e delle verità emerse sull'intera storia, George Lutz sostiene ancora che gli eventi siano in gran parte reali, anche se non ha dato alcuna prova per convalidare la sua rivendicazione.



    Bisogna poi aggiungere che la storia di Amityville sia stata influenzata da quella del film L'Esorcista, uscito nel dicembre 1973.



    Il romanzo The Amityville Horror uscì due anni più tardi, quando possessioni demoniache e infestazioni avevano già riempito la mente del pubblico.



    Che la storia di Amityville sia un falso non è ancora ampiamente noto oggi. Gli unici fatti reali che accaddero in quella casa furono le sei vittime della famiglia DeFeo e le continue molestie subite dai successivi occupanti da parte di curiosi e appassionati di horror che volevano fotografare e visitare la casa.



    Oltre a tutti quelli che sono stati ingannati dai sottotitoli del libro e del film, convinti di essere di fronte a una storia basata su eventi realmente accaduti.




    Amityville house: la catena dei proprietari della villa "maledetta"


    Secondo gli agenti immobiliari è una casa stupenda, anche se il basamento è un po' freddo, come dice Denise Mierzejewski.

    La casa, che ha cinque camere da letto in stile coloniale olandese, è stata valutata dalla Daniel Gale Sotheby's International Realty 1,15 milioni di dollari.



    «L'unica cosa spaventosa sono le tasse», ha commentato l'agente Rich Tancredi.



    Quando i proprietari di Riverhead Raceway, James e Barbara Cromarty, l'hanno acquistata nel 1977, non credevano a nessuna delle storie sulla casa e continuano a non crederci. Cambiarono l'indirizzo da 112 Ocean Drive a 108, per tenere lontani i curiosi.



    Nei 36 anni che seguirono la strage della famiglia DeFeo la casa ha visto diversi proprietari.

    «Oggi, chi vuole acquistarla è perché crede che sia stregata», ha commentato David Spiegel, un altro agente immobiliare.



    James Cromarty acquistò la casa nel 1977 e vi rimase per dieci anni, assieme alla moglie Barbara. I coniugi vendettero la casa a Peter e Jeanne O'Neill nel 1987, che a loro volta la vendettero nel 1997 per 310.000 dollari all'attuale proprietario, che i registri indicano come Brian Wilson. Peter O'Neil morì durante l'attacco al World Trade Center nel 2001.



    A vendere la casa alla famiglia DeFeo fu la famiglia Riley, dell'attrice Christine Belford, che conobbe da bambino Butch DeFeo.
    In seguito a quella storia sono state fatte molte ipotesi e la fantasia della gente non ha praticamente conosciuto limiti.



    Sebbene sia stato accertato che nessun fenomeno paranormale né tanto meno demoniaco si sia verificato nella casa di Amityville, si sono supposti collegamenti con il vampirismo e il satanismo.



    La casa maledetta, com'era e com'è




    Amityville House e il sottile legame coi vampiri


    Il vampirologo Stephen Kaplan, un insegnante che crede nel soprannaturale, criticò George Lutz e la storia della casa stregata. Gli antenati di Kaplan vengono dall'Europa dell'Est e hanno fondato un'organizzazione chiamata Vampire Research Center.



    Amityville si trova a est del villaggio di Bohemia, abitato da contadini slavi che provengono dalle montagne dell'Europa orientale.



    Montague Summers, autore del libro The Vampire in Europe, ha detto che la piccola provincia europea di Bohemia è il principale centro delle attività dei vampiri, con fama peggiore della Transilvania. È da questa cittadina che gli slavi vennero, per abitare nella Bohemia di Long Island.




    Amityville House e il satanismo di Ricky Kasso


    Ricky Kasso è stato per lungo tempo paziente all'Amityville Asylum. Secondo quanto riferito dal Rolling Stone Magazine il 22 novembre 1984, Kasso mostrava comportamenti minacciosi, aveva l'abitudine di scavare tombe e faceva uso di allucinogeni e altre droghe. Tentò varie volte il suicidio. Per i medici era semplicemente antisociale ma non psicotico e lo dimisero dal manicomio.



    Ricky Kasso era di Amityville.

    Un amico della sua famiglia disse al funerale del ragazzo: «Ricky mi raccontò come uscì dal South Oaks Hospital», come si chiamò in seguito l'Amityville Asylum. «Disse ai medici un mucchio di idiozie. Quando entrò disse di adorare Satana e altre scemenze del genere, poi disse di stare bene, che voleva tornare a scuola e che non credeva più a Satana. Riuscì a convincere i medici, che lo lasciarono andare via.»



    Il ragazzo fu coinvolto nel satanismo e frequentò un gruppo di ragazzi con la stessa mentalità, chiamato Knights of the Black Circle (Cavalieri del Cerchio Nero).



    Nel giugno del 1984 a Northport, New York, Ricky Kasso e James Troiano furono accusati di aver ucciso il diciassettenne Gary Lauwers cavandogli gli occhi e pugnalandolo 17 volte dopo tre ore di tortura. Alla fine del calvario, Kasso e Troiano obbligarono Lauwers a dire «Ti amo, Satana».



    Kasso fu ossessionato dalla magia nera e dal satanismo dopo aver letto Satanic Bible di Anton LaVey e prese a vantarsi di quell'omicidio, definendolo un sacrificio umano. Kasso si impiccò dopo aver confessato l'assassinio, mentre Troiano fu assolto dall'accusa di omicidio di secondo grado.



    Il suo amico Mark Fisher disse: «Ricky apparteneva al diavolo. Quando assumeva acidi, voleva andare nei boschi, fino ad Aztakea, per parlare col diavolo. Diceva che il diavolo gli appariva sotto forma di un albero, che spuntava dal terreno e brillava.»



    Kasso e i Cavalieri del Cerchio Nero si dedicarono a molte attività insolite a ovest della contea di Suffolk. Preparavano cerimonie al diavolo con sacrifici di animali e, stando a quanto disse Kasso stesso, anche con sacrifici umani.



    Kasso fu arrestato per aver profanato delle tombe. Da una tomba del XIX secolo trafugò un teschio per servirsene durante una cerimonia.



    A lui fu anche attribuita la scomparsa di alcuni bambini nella zona, ma non ci furono prove per sostenere questa ipotesi.



    Riguardo alle gesta di Kasso, fra i ragazzi della contea del Suffolk ci fu molta reticenza, una specie di congiura del silenzio. Quasi tutti i bambini della zona sapevano del sacrificio umano compiuto da Kasso, ma per due settimane nessuno raccontò nulla alla polizia. Infine una ragazza, sentendo altre parlarne, decise di avvertire le autorità.



    La casa maledetta di Amityville




    La leggenda del cimitero indiano di Amityville


    In realtà esistono numerosi luoghi di sepoltura indiani ad Amityville e nelle sue vicinanze, ma nessuno di questi è mai stato trovato fino a oggi dove sorge la ben famosa casa in cui fu massacrata la famiglia DeFeo.



    Il luogo di sepoltura più importante è situato all'angolo fra Merrick Road e Cedar Shore Road, un miglio e mezzo dalla casa in questione. Questo fu l'unico posto a Long Island dove fu ucciso un gran numero di indiani. La gente del posto credeva che la terra di quel luogo fosse notevolmente differente da quella del circondario, di un colore rosso scuro, che gli anziani sostengono provenga dal sangue degli indiani.



    La zona in cui avvenne il massacro di indiani era considerata parte di Amityville, ma ora è chiamata East Massapequa. Long Island era divisa fra olandesi e inglesi e Amityville sorgeva proprio sul confine fra i due territori.



    Per combattere gli indiani gli olandesi assoldarono un capitano inglese, John Underhill, che fu un ottimo soldato e nel 1644 uccise 120 indiani nella battaglia più importante avvenuta a Long Island. Per questo massacro fu pagato 25.000 fiorini olandesi dal Governatore Willem Kieft.



    Amityville Horror: i film ispirati alla casa stregata


    Alle vicende (vere o false che siano) legate alla intrigante villa al 112 di Ocean Avenue si è ispirata una delle più famose saghe horror della cinematografia moderna.
    Il franchise targato "Amityville Horror" non è certo tra i migliori in aquanto a qualità media delle pellicole prodotte, ma è uno dei più numerosi in circolazione.



    I suoi film sono infatti 11, 2 dei quali in via di realizzazione e attesi per il 2012 e 2013.

    Ecco un esaustivo elenco:



    Amityville Horror (The Amityville Horror, 1979)

    Amityville Possession (Amityville II: The Possession, 1982)

    Amityville III (Amityville 3-D, 1983)

    Amityville Horror: la fuga del diavolo (The Amityville Horror: The Evil Escapes, Part 4, 1989)

    Amityville: il ritorno (The Amityville Curse, 1990)


    Le locandine degli primi 5 film su Amityville Horror




    Amityville 1992 (Amityville: It's About Time, 1992)

    Amityville: A New Generation (Amityville: A New Generation, 1993)

    Amityville dollhouse (Amityville Dollhouse: Evil Never Dies, 1996)

    Amityville Horror (The Amityville Horror, 2005)

    Amityville: The Legacy 3-D (in lavorazione)
    br />Le locandine degli ultimi 5 film su Amityville Horror



    Personaggi famosi e curiosità di Amityville


    Amityville ha visto fra i suoi residenti diversi personaggi famosi.

    Annie Oakley (1860-1926), una bravissima tiratrice che, grazie alla sua abilità col fucile, divenne una diva molto apprezzata nel celebre spettacolo Buffalo Bill Wild West.



    L'attore, comico e giornalista Will Rogers (1879-1935), che a quel tempo fu una delle star di Hollywood più pagate.



    Perfino Al Capone (1899-1947), che nacque a Long Island e arrivò ad Amityville nel 1919, anche se puntò i suoi interessi verso la città di Chicago e della sua presenza ad Amityville non resto più di una partita a baseball.



    Buffalo Bill (1846-1917) fu un visitatore regolare di Amityville, da quando il suo Wild West Show ebbe il quartier generale nella zona, e visitò spesso la casa di Fred Stone, un popolare vaudeville, sul Clocks Boulevard e anche quella del comico Will Rogers.



    George Washington (1732-1799) mangiò ad Amityville. Nel suo storico viaggio post-rivoluzionario a Long Island nel 1790, il primo presidente cenò presso la casa di Zebulon Ketcham, nella zona est di Amityville, casa che ora è diventata una locanda e taverna.
    Washington ricorda nel suo diario la casa del Capitano Ketcham come “molto pulita e dignitosa”.



    L'antico nome di Amityville era piuttosto lungo e ingombrante: Huntington West Neck South. Così, nel 1846, i residenti si incontrarono per decidere del nome dell'ufficio postale. L'incontro si trasformò ben presto in una baraonda, tanto che uno dei partecipanti esclamò «What this meeting needs is some amity». Ciò di cui ha bisogno quest'incontro è un po' di amicizia.



    Dai fatti appena narrati non sembra, comunque, che quel nome abbia portato molta fortuna alla comunità di Amityville.



    Amityville Horror, la leggenda della casa posseduta dal male



    Amityville Horror


    Un racconto di Daniele Imperi ispirato alla leggenda della casa infestata di Amityville



    Una Brougham del '57 parcheggiò nel vialetto davanti la grande casa vittoriana, al 108 di Ocean Avenue di Amityville. A quell'ora era buio e nessuno vide arrivare l'auto, sebbene già da tempo si sapesse in tutta la contea del Suffolk che qualcuno avesse finalmente acquistato la casa.

    Non appena l'auto si fermò, una delle portiere posteriori si aprì e un bambino ne uscì correndo. Prima che suo padre potesse richiamarlo, stava già tentando di aprire la porta di casa. «È vero che c'è anche una rimessa per le barche, papà?», chiese il piccolo, urlando.

    «Tommy, vieni qui e aiutaci a portare dentro i bagagli», rispose invece suo padre, aprendo il baule.

    «Andremo in barca, papà?»

    «Prima dovremmo comprarne una, Tommy, che ne dici? Adesso vieni ad aiutare.»

    Il bambino si arrese e tornò alla macchina. «Non scappare, appena entreremo. Non voglio che te ne vada in giro per la casa da solo», gli disse sua madre, mentre gli porgeva una piccola borsa. «Robert, hai tu le chiavi?»

    «Sì», rispose l'uomo, mentre si frugava in tasca. Quindi aprì la porta.

    Dentro, la casa era immersa nel silenzio e nell'oscurità. L'uomo trovò l'interruttore della luce e illuminò l'ambiente. «Tommy, non muoverti», disse al bambino, prima che potesse sparire in qualche stanza. «Dobbiamo portare prima tutto dentro.»

    Occorse qualche minuto per scaricare l'auto. Quando finalmente la donna cominciò a preparare la cena, suonarono alla porta. L'uomo andò ad aprire, sorpreso da quell'inattesa visita.

    «Buonasera, signor Morgan, e scusi per l'orario, sono il sergente Coleman, Henry Coleman. Non l'avrei importunata se non fosse stato importante», disse il sergente.

    «Non si preoccupi, sergente, entri e dica pure.»

    «Ecco, immagino conosca la storia di questa casa, quindi verrò subito al punto. Butch DeFeo è fuggito dal carcere...»

    «E la polizia crede che venga qui a reclamare casa sua», aggiunse Robert.

    «È una possibilità, anche se non è stupido e immaginerà che sorveglieremo la casa. Questa è la seconda cosa che sono venuto a dirle. Spero non le dia fastidio.»

    «Assolutamente no, sergente. La ringrazio, ma non credo ci sia nulla da temere.»

    «Me l'auguro. E ricordi che domani è il 13 novembre. L'anniversario della strage», aggiunse cupo il sergente.

    Robert sorrise e salutò il poliziotto. «La polizia ha fantasia da vendere, da queste parti», disse, mentre si accingeva ad apparecchiare la tavola.

    «Che cosa è successo?», chiese sua moglie.

    «Pare che Ronald DeFeo sia fuggito dal carcere e forse potrebbe tornare ad Amityville. Sorveglieranno la casa.»

    «Sono passati più di trent'anni da quegli omicidi o sbaglio?»

    «Trentasette, per l'esattezza. La strage avvenne nel'74, proprio il 13 novembre. Che cos'hai preparato di buono?», aggiunse poi, cambiando discorso.

    «Questa sera dovrete accontentarvi di una cenetta leggera, ma domani in città faremo un bel po' di spesa.»

    La famiglia Morgan cenò chiacchierando del più e del meno, con Tommy che insisteva nel voler vedere la rimessa delle barche proprio quella sera. Con difficoltà suo padre riuscì a convincerlo a rimandare l'ispezione del resto della casa all'indomani. Avevano fatto troppe miglia ed erano stanchi, anche se il bambino sembrava avere ancora una buona riserva di energie.

    Quando finalmente andarono a dormire, mancava poco più di un'ora a mezzanotte. Robert e sua moglie Sally si sistemarono in quella che era stata la camera da letto dei coniugi DeFeo, Ronald e Louise, mentre Tommy occupò la stanza in cui dormivano i fratelli John Matthew e Marc.

    Il silenzio scese nella casa di Amityville e ben presto i Morgan s'addormentarono. L'agente che sorvegliava la casa, dentro l'auto parcheggiata all'incrocio con South Ireland Place, vide l'ultima luce spegnersi al primo piano e sbadigliò, invidiando chi a quell'ora potesse permettersi un letto. Un'ora dopo s'addormentò anche lui.

    Erano circa le tre di notte quando la porta di casa si aprì, con un lieve cigolio. L'agente, sprofondato nel sonno, non poté vedere nessuno avvicinarsi alla casa. Non si svegliò nemmeno quando, pochi minuti dopo, uno sparo spezzò il silenzio notturno. Proveniva dal primo piano, dalla camera da letto in cui dormivano Robert e Sally. A quello ne seguì un secondo e il corpo di Robert smise di respirare.

    Sally si svegliò. Aveva sentito dei rumori, anche se non capiva se fossero reali o li avesse sognati. Non fece in tempo a girarsi nel letto per chiamare suo marito, che un terzo sparo tuonò nella stanza. Il proiettile la raggiunse alla schiena, perforandole un polmone. Subito dopo un quarto sparo mise fine alla sua agonia.

    Trascorse qualche secondo e una quinta e ultima detonazione echeggiò nella casa, uccidendo all'istante il piccolo Tommy.

    La mattina dopo, il sergente Coleman si recò dai Morgan. Trovò l'agente che sonnecchiava in auto. «Hai visto nulla di strano, ieri notte?»

    «No, sergente, tutto tranquillo.»

    «Ok, hai dormito. Torna in centrale.»

    Coleman si avvicinò alla casa e fece per bussare, ma si accorse che la porta era aperta. Si girò verso la strada. L'agente se ne era già andato. Tirò fuori la pistola e spalancò la porta.

    Chiamò i Morgan ad alta voce, ma nessuno rispose. Le tende erano tirate e la luce del mattino non riusciva a ricacciare indietro l'oscurità. Dentro regnava un silenzio innaturale, come se nessuno vi abitasse.

    Salì al piano di sopra ed entrò nella camera a destra. I coniugi Morgan erano a letto. Il sangue aveva macchiato le coperte ed era colato a terra. Il sergente uscì dalla stanza ed entrò in quella del bambino e vide la stessa scena.

    Imprecò ad alta voce e scese di corsa le scale. Raggiunse l'auto e per radio chiamò rinforzi, ordinando di bloccare tutte le strade, anche se ormai era troppo tardi.

    Un'ora dopo arrivò il medico legale. «Quando sono stati uccisi?», volle sapere Coleman.

    «È presto per dirlo, ma direi in piena notte.»

    In centrale, più tardi, il sergente seppe che Butch DeFeo era stato arrestato il giorno prima. Per la prima volta in vita sua, Coleman ebbe paura.

    Chi aveva sterminato, allora, la famiglia Morgan?




     
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