L'invenzione dell'inferno,la verità sulla Bibbia e la gnosi cristiana

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  1. riccardo51
     
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    Caro Orlando con questo concludo l'argomento e ti ringrazio
    Anche se Geova è l’Onnipotente, è possibile essere suoi amici. Abraamo, per esempio, divenne suo amico. Geova lo considerò tale perché vide che confidava in lui e gli ubbidiva. (Genesi 22:2, 9-12; Giacomo 2:21-23) Se confidiamo in Geova e facciamo quello che richiede, anche noi possiamo diventare suoi amici. — Leggi Salmo 15:1, 2. Ciao
     
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    Caro Riccardo ho letto tutti i versi che mi hai citato e vorrei farti notare che il rapporto che voi cristiani avete con Dio non è un'amicizia nel vero senso del termine ma timore riverenziale misto ad un sincero rispetto.

    Per quanto rispettabile sia questo rapporto,non si tratta di amicizia intima come quella a cui aspiro io.

    Un Hare Krishna situato nel sakhya-rasa(relazione d'amicizia) tratta Dio come un amico intimo e senza nessuna traccia di riverenza o rispetto formale: per esempio scherza con Krishna.

    Concludo il post mostrandoti un'immagine che ritrae Krishna mentre abbraccia affettuosamente e amichevolmente un Suo devoto:
    FB_IMG_1469727954386
     
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  3. riccardo51
     
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    Caro Orlando
    ti cito il Salmo 23 dove dice " Geova è il mio Pastore Non mi mancherà nulla ....ristora la mia anima , mi guida nei sentieri battuti della giustizia ...,
    benchè cammin i nella valle della profonda ombra non temo nulla di male ,poichè TU SEI CON ME.... E certamente dimorerò nella casa di Geova per la lunghezza dei giorni!!!! Ciao

    L’induismo può soddisfare i vostri bisogni spirituali?
    MAI prima d’ora l’uomo ha avuto un così grande bisogno di guida spirituale, ma dove si può trovare tale guida? Negli ultimi anni molti hanno abbandonato le chiese della cristianità e del giudaismo per cercare questa guida in filosofie e pratiche che affondano le proprie radici nell’induismo. Che dire di voi? Se adottaste le idee indù, soddisferebbero i vostri bisogni spirituali?
    L’induismo possiede una gran quantità di letteratura sacra, inclusi i Veda e le Upanisad. Si possono trarre da questi scritti informazioni positive sul Creatore e sul modo di servirlo? Che cosa dice l’induismo dell’origine della terra e della più antica storia dell’umanità?
    Riscontrerete che i suoi scritti sono deludenti sotto questo aspetto. Riguardo all’origine del mondo, per esempio, il Rigveda, uno dei più antichi e autorevoli testi religiosi indù, dice:
    “Chi sa, dunque, da dove essa venne all’esistenza in principio? Egli, l’origine prima di questa creazione, se la formò o non la formò, . . . in verità egli lo sa, o forse non lo sa”.
    Naturalmente, negli scritti indù ci sono alcune favole che descrivono la creazione del mondo, come quella secondo cui un uovo d’oro si spaccò a metà per formare i cieli e la terra. Ma pochi prenderebbero sul serio tali racconti.
    Alla voce “Induismo”, l’Encyclopædia Britannica (edizione del 1974) osserva: “La sostanza della religione [indù] non dipende neppure dall’esistenza o dall’inesistenza di Dio o dal fatto che ci sia un dio o che ce ne siano molti”. Un sistema religioso così vago circa il supremo Creatore soddisferebbe i vostri bisogni spirituali di conoscere e servire Dio?
    Trasmigrazione e “karman”
    Che dire dello scopo della vita e di una speranza per il futuro? Una credenza diffusa nell’induismo riguarda la trasmigrazione e il “karman”. La “trasmigrazione” implica che gli uomini abbiano in sé un’anima invisibile, spirituale, che è il loro vero io. Alla morte l’anima ‘trasmigrerebbe’ o passerebbe in un altro corpo. Chi accetta questa credenza pensa di avere già vissuto innumerevoli vite e di continuare a passare da una vita all’altra in un ciclo di rinascite praticamente senza fine.
    Il “karman” (opere) implica che le azioni compiute in una vita determinano il tipo di vita successiva. La vostra attuale condizione nella vita, perciò, è considerata come il diretto risultato della condotta buona o cattiva tenuta nella vita che ha preceduto quella attuale. Il Chandogya-Upanisad, una delle scritture indù, spiega in questo modo la legge del karman:
    “Quelli che tengono qui una condotta piacevole hanno la prospettiva di entrare davvero in un seno piacevole, o nel seno di un brahmano [sacerdote], o nel seno di uno ksatriya [militare], o nel seno di un vaisya [contadino o mercante]. Ma quelli che hanno qui una condotta fetida hanno davvero la prospettiva di entrare nel seno di un cane, o nel seno di un maiale o nel seno di un paria”.
    Queste idee potrebbero appagare il vostro bisogno di guida spirituale? Hanno recato vero beneficio agli abitanti dell’India, dove si pratica l’induismo nelle sue molteplici forme?
    Alcuni effetti dell’insegnamento indù
    Poiché le scritture indù contengono poche informazioni specifiche sul supremo Creatore e sul modo di adorarlo, molti indù seguono pratiche religiose primitive. Nell’articolo “Induismo”, l’Encyclopædia Britannica (1974) dice delle “caste inferiori” dell’India:
    “Queste caste si accontentano di sfuggire ai poteri del malocchio; di influenzare gli spiriti dimoranti in pozzi, alberi, pietre, acqua e suolo; di combattere maledizioni, stregoneria, piaga e colera; e di adorare le divinità minori dei villaggi che possono dare la pioggia o una messe abbondante. Credono nell’astrologia, nell’oroscopia, nella divinazione e nella lettura dei presagi e dei momenti propizi”.
    E qual è stato l’effetto dell’insegnamento della trasmigrazione e del karman? Il prof. John Noss scrive in Man’s Religions: “Gli indù hanno chiamato il processo delle rinascite ‘la ruota’. La guardano con disperazione. . . . il loro cuore viene meno alla prospettiva di forse mille milioni di rinascite che li attendono”.
    Un ulteriore cattivo frutto di questa dottrina è la credenza che la propria “casta”, o condizione sociale, è determinata da azioni compiute nella vita precedente. Per questo gli appartenenti agli strati sociali inferiori, specie i “paria”, o gli “intoccabili”, hanno poco incentivo o poche occasioni di migliorare la loro sorte in questa vita. A questo proposito, il Times di New York del 22 settembre 1974 riferì i commenti di Satyavani Mathu, un ex ministro del benessere che curava gli interessi degli “Harijan” (intoccabili) di uno stato dell’India:
    “Nessuno se ne cura. Tutti questi anni di indipendenza, tutte queste garanzie costituzionali e gli Harijan sono ancora paria, gli infimi. Quasi in ogni villaggio, gli Harijan non possono prendere il tè nello stesso albergo dove lo prendono gli Indù di casta, non possono prendere l’acqua allo stesso pozzo.
    “È una vergogna. L’induismo dice che gli Harijan nacquero per essere schiavi. E gli Indù di casta lo accettano e non applicano le norme favorevoli agli Harijan. Dicono: ‘Come potreste essere uguali a noi?’”
    Pure interessanti sono i seguenti brani tratti dal codice indù di Manu riguardo alle donne:
    “Anche se privo di virtù, o se cerca piacere altrove, o se non ha buone qualità, tuttavia il marito dev’essere continuamente adorato come dio da una moglie fedele. . . . Se vuole, faccia dimagrire il proprio corpo vivendo di semplici fiori, radici e frutta; ma dopo la morte del marito non deve mai menzionare il nome di un altro uomo. . . . Venendo meno al proprio dovere verso il marito, la moglie è disonorata in questo mondo; dopo la morte entra nel seno di uno sciacallo, ed è tormentata dalle malattie, la punizione per il suo peccato”.
    In quanto all’effetto dei princìpi indù su milioni di abitanti dell’India, lo scrittore Mulk Raj Anand fece questo commento: “Purtroppo, la riasserzione del dharma [usanza] indù nel codice di Manu, con un sistema di caste più rigido, con la sua degradazione della donna, e l’insistenza sui riti, ha mantenuto le discriminazioni che avrebbero diviso permanentemente la società indiana”. — The Illustrated Weekly of India, 17 novembre 1974, pag. 13.
    In considerazione di questo fatto, che cosa c’è nelle credenze e nelle pratiche indù che negli ultimi anni ha attirato tante persone dei paesi occidentali?
    Un modo di “evadere”
    Il libro Man’s Religions spiega: “Il motivo di gran parte del pensiero indù . . . e buddista in India è quello di evadere”. In che senso?
    Una popolare forma di filosofia indù sostiene che l’“anima” invisibile di ciascuna persona, il suo vero io, è effettivamente separata dalla mente e dal corpo. L’anima è considerata parte di una causa prima (chiamata talora “Dio”) così come i raggi emananti dal sole si possono considerare parte del sole. Secondo questo insegnamento, chi si rende conto che il suo vero io fa parte di Dio e che l’esistenza carnale risulta dall’imprigionamento dell’anima in un corpo fisico, può perdere il desiderio di continuare la vita fisica. Smette di compiere opere per assicurarsi una vita migliore nella sua successiva incarnazione. Giacché per tale persona non c’è più alcun karman nel senso comune della parola, essa si sottrae al ciclo delle rinascite. Alcuni dicono che giunti a tale condizione si è conseguito il “Nirvana”, benché questa parola sia divenuta più popolare nel buddismo.
    La conoscenza di questa strana “unità” con Dio, tuttavia, non si può ottenere coi normali processi intellettivi. Invece, si ottiene “con un estatico lampo di certezza nel corso di profonda meditazione”, secondo il prof. Noss. Un testo classico indù, il Bhagavadgita (Il canto del Signore), descrive tale sistema di meditazione con queste parole attribuite al dio Krishna:
    “Il fedele deve continuamente dedicarsi all’astrazione, stando in un luogo appartato, solo, . . . rimanendo fermo, guardandosi la punta del naso, . . . deve controllare la propria mente e concentrarla sull’Io . . . il fedele la cui mente è sotto controllo consegue quella tranquillità che culmina nell’emancipazione e nell’assimilazione con l’Io”.
    Questo metodo ha relazione con il “sistema yoga” dell’induismo. Secondo un altro scritto indù, lo yoga può provocare “una trance in cui la mente, svuotata ora di ogni contenuto e non più consapevole né dell’oggetto né del soggetto, è assorta nell’Ultimo, ed è uno con l’Uno”. Chi arriva a questo punto può provare sentimenti di tranquillità o anche l’estasi. È noto che da questo speciale tipo di meditazione sono risultate facoltà sovrumane mentali e fisiche, come chiaroveggenza e levitazione.
    Una scuola di buddisti cinesi che dava importanza a tale pratica pronunciava la parola sanscrita per meditazione (dhyana) “ch’an”, e in Giappone divenne “zen”. Avete udito parlare della popolare pratica odierna della “meditazione trascendentale”? Anche questa ha relazione con le summenzionate vedute indù.
    Un altro metodo per ottenere la libertà dal ciclo delle rinascite e la ‘consapevolezza dell’unione’ con Dio si chiama bhaktì. Questo è un modo per rendere speciale devozione a una divinità indù, accompagnato talvolta da danza e recitazione estatica di una preghiera detta “mantra”. L’articolo di una rivista pubblicato dalla Società internazionale per la Consapevolezza di Krishna dichiara:
    “Lo yoga-bhaktì è il processo per elevarsi al livello della consapevolezza di [Krishna] . . . Questa recitazione dell’Hare [Krishna] . . . è il mezzo più semplice e più opportuno per acquistare la consapevolezza di [Krishna]. . . . Quando avrete imparato la recitazione e vi sarete concentrati a ripetere continuamente il nome, [Krishna] apparirà allora nell’occhio dell’anima, ed Egli danzerà sulla vostra lingua. Allora gusterete il Supremo; i vostri pensieri saranno assorti in [Krishna], e la vostra consapevolezza sarà perfetta”.
    Pensate che queste vedute indù circa il modo di ‘evadere’ possano appagare i vostri bisogni spirituali? Sarebbe profittevole per voi dedicarvi a questo tipo di meditazione o alla danza e alla recitazione che hanno fatto cadere in estasi alcuni?
    Può appagare i vostri bisogni?
    Sarà istruttivo considerare cosa dice la Bibbia di queste cose. Gli studiosi di tutto il mondo sono rimasti colpiti dall’accuratezza storica della Bibbia, dal fatto che non contiene miti e dai suoi impareggiabili princìpi per i rapporti umani. Le Scritture, in Atti 17:26, 27, indicano il più fondamentale dei bisogni umani, dicendo: “[Dio] ha fatto da un uomo ogni nazione degli uomini . . . perché cerchino Dio, se possono brancolare per lui e realmente trovarlo”.
    Non è questo il vostro desiderio? Ma riuscirete a ‘brancolare’ per ‘trovare’ il vero Dio negli scritti che parlano di una vaga realtà “ultima” o che esortano ad adorare numerosi dèi e dee della mitologia?
    In quanto alle pratiche della meditazione di tipo yoga, e le danze e la recitazione bhaktì, ricordate che si basano sulla fondamentale credenza indù che l’uomo abbia in sé un’“anima” invisibile che può trasmigrare ed essere “assorta nell’Ultimo”. Ma questo insegnamento rappresenta la verità?
    Sono state fatte considerevoli ricerche scientifiche per vedere se gli uomini hanno un’anima spirituale che alla morte si separa dal corpo oppure no. Ma nonostante gli sforzi diligenti e le ingenti spese di denaro, non è stata ancora trovata la prova scientifica che tale anima si separi. Quando si muore, è ancora evidente che si muore del tutto, senza che nulla automaticamente sopravviva.
    In modo interessante, la Bibbia è d’accordo su ciò. Sapevate che le Scritture non dicono mai che l’uomo abbia un’anima immortale che alla morte si separa dal corpo? Al contrario, la Bibbia dichiara che l’anima è l’intera persona. (Gen. 2:7; Eso. 1:5; 1 Piet. 3:20; 2 Piet. 2:14) Quando la persona muore, perciò, l’anima muore. (Ezec. 18:4, 20) E, secondo le Scritture, “in quanto ai morti, non sono consci di nulla”. — Eccl. 9:5.
    L’idea di ottenere l’“unità” dell’anima con una realtà trascendentale tramite la meditazione o qualche altra pratica mistica, perciò, non è affatto vera. Le creature umane non hanno un’anima separata per conseguire tale unità. Potreste trarre profitto in eterno da qualcosa che si basa su una menzogna religiosa?
    Le Scritture avvertono dell’esistenza di “malvage forze spirituali che sono nei luoghi celesti”, ed esortano a resistere loro rivestendo la “completa armatura di Dio”. (Efes. 6:11, 12) Per riuscire in questo tipo di guerra bisogna servire Dio con ‘tutta la propria mente’ e con la propria “facoltà di ragionare”. (Matt. 22:37; Rom. 12:1) Potreste dare ascolto a tale consiglio seguendo una pratica che sopprime la normale consapevolezza? Non potreste esporvi così a possibili influenze di forze demoniche? L’individuo ipnotizzato, ad esempio, è soggetto al controllo di un’altra persona intelligente, l’ipnotizzatore. E, secondo l’Encyclopædia Britannica (edizione del 1974), il primo passo per farsi ipnotizzare è di “rilassarsi e mettersi a proprio agio e fissare lo sguardo su qualche oggetto”. Non è proprio ciò che avviene negli stadi iniziali della meditazione indù?
    La Bibbia mette specificamente in relazione le facoltà di chiaroveggenza, come quelle possedute da chi pratica stadi avanzati di yoga, con i demoni. (Atti 16:16-18; Deut. 18:10-12) Sarebbe saggio dedicare ogni giorno sia pure brevi periodi di tempo ad attività che in stadi più avanzati rendono soggetti all’influenza dei demoni? Certo questi non sono i modi per soddisfare i vostri bisogni spirituali.
    Chi desidera avere un’eccellente relazione con il Creatore deve cercare di ottenerla soddisfacendo le esigenze di Dio, esposte nella Sacra Bibbia. Perché non investigate e non vedete personalmente se il modo logico e positivo in cui viene presentata la verità divina non vi convince che è davvero la parola di Dio? (2 Tim. 3:16) Se desiderate essere aiutati a imparare le fondamentali verità della Bibbia, i testimoni di Geova saranno lieti di assistervi.
     
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    ...una curiosità Orlando...

    ...ormai è noto a tutti che per avere consensi e più fedeli, quasi tutte le religioni in modo non ufficiale hanno propri esponenti anche di "alto livello" che dicono che l'omosessualità è accettata senza problema.

    (di fatto questo vale per ogni altro tipo di questione, situazione o anche "peccato grave" come adulterio o addirittura pedofilia; sempre colui che vive una situazione particolare o che commette qualche cosa di "grave" e ne parla con il sacerdote, o il guru, o il pastore, o il Shiksha, insomma una guida spirituale riconosciuta nella fede che si pratica, allora troverà qualcuno che gli dirà che può continuare a praticare tale fede senza problemi, anche se ufficialmente la stessa fede afferma il contrario)

    Ecco Orlando, mi piacerebbe saper la tua opinione in merito.
    Quando tu scegli una fede, ti basi sulle dicerie e le idee personali (ovviamente espresse con convinzione e persuasione) di una guida spirituale che hai conosciuto e che ti va a genio, oppure ti basi sulle reali dottrine ufficiali insegnate da quella fede?

    Un esempio:

    che ne pensi di questo:
    Boy George rifiutato dall'Hare Krishna perchè gay
    Di Desperate Gay Guy martedì 28 luglio 2009

    Boy George Hare Krishna Sembra un periodo complicato per le star e il loro "credo": dopo John Travolta minacciato dalla setta di Scientology, oggi tuona la notizia di Boy George che sarebbe stato bloccato dal diventare un membro totale dal movimento Hare Krisnah perchè omosessuale. Pubblicamente seguace durante gli anni Ottanta, quando era a capo dei "Culture Club", ma per diventare un membro a tutti gli effetti dovrebbe sposare una donna.

    La star, che recentemente aveva combattuto per problemi di droga, alcol ed era stato arrestare per aver imprigionato un gigolò, ha ammesso di essere "parecchio sconvolto" dalla cosa. Marianne Elliot-Said, membro degli Hare Krishna ha dichiarato:

    "George non è mai diventato un Hare Krishna praticante. Era interessato ma gli hanno detto che non avrebbe potuto perchè praticava l'omosessualità"

    La Società Internazionale per la Consapevolezza Krishna dice di accettare i gay, ma loro devono sposare una donna e avere figli che saranno seguaci del movimento.

    Questa regola è uno dei caposaldi principali: il sesso e il desiderio non conducono all'esistenza spirituale e uno dovrebbe fare sesso solo con lo scopo di riprodursi. Tuttavia, alcuni capi del movimento accettano e supportano l'omosessalità e le relazione gay. Un certo Goswami è uno di questi: ha benedetto nel 2008 una cerimonia per coppie gay a Los Angeles:

    "Il nostro amore per l'altro è il riflesso dell'amore di Dio per noi. La perfezione in ogni coppia è vedere Dio nell'altro"

    Un po' un controsenso unico, non credete? Generalmente accettano i gay, basta che si sposino con una donna e abbiano dei figli. Che suona un po' come un vegetariano che però deve mangiare carne...

    Fonte | Pinknews
    oppure di questo:

    "Bhaktivedanta Swami Prabhupada, maestro spirituale e fondatore della ISKCON (Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna), in una occasione disse: "L'appetito omosessuale di un uomo per un altro uomo è demoniaco e non è per un uomo sano di mente nel corso ordinario della vita."




    ciao!!

    Edited by <geniv> - 22/10/2017, 18:51
     
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    Caro Riccardo sorvolo sulla parzialità dell'articolo che hai postato e mi accingo a rispondere nel modo più sinteticamente possibile.

    1)La parola "Induismo" non compare mai nelle sacre Scritture Vediche.

    Copio da un altro forum:
    Iniziamo subito col dire che il termine "indu" non compare nelle scritture vediche, ma fu coniato molto piu' recentemente dai musulmani invasori dell'India (intorno al 700 d.C.) i quali chiamarono cosi' le popolazioni che vivevano al di la' del fiume Sindhu (ora Indo), per una questione di mancata pronuncia della "S" iniziale (Sindhu - Hindhu - Indu)

    2)Dire "Induismo" è come dire "insieme delle religioni indiane",quindi tale termine significa tutto e niente allo stesso tempo.

    3)Il movimento Hare Krishna è un percorso devozionale e teista proprio come il Cristianesimo,noi ci sforziamo di amare il Dio-persona,non un'energia mistica impersonale come la "Forza" di cui si parla nella saga cinematografica di Star Wars.

    Krishna è a tutti gli effetti una persona dotata di propria individualità e prova sentimenti(per esempio apprezza e ricambia l'amore dei Suoi devoti).

    Ti faccio leggere cosa dice Krishna nella Bhagavad-gita(8.9):
    Si deve meditare sulla Persona Suprema come sull'Essere onnisciente, il più antico, Colui che controlla e mantiene tutto, che è più piccolo del più piccolo, che è inconcepibile e rimane quindi al di là di ogni comprensione materiale, pur restando sempre una persona. Luminoso come i sole, Egli trascende questa natura materiale

    4)Il corrotto sistema delle caste non è scritturale.

    Krishna ha diviso la società umana in 4 varna o classi sociali(non "caste"): brahmana(sacerdoti e intellettuali),ksatriya(guerrieri e amministratori),vaisya(agricoltori e commercianti) e sudra(lavoratori).

    L'appartenenza ad un varna non dipende dalla nascita ma dalle qualità della persona.

    Krishna elenca le qualità tipiche di ogni classe sociale,come esempio ti faccio leggere solo quella dei brahmana,la classe sociale più elevata in quanto si occupa di distribuire la conoscenza spirituale agli altri varna:
    Tranquillità, controllo di sé, austerità, purezza, tolleranza, onestà, conoscenza, saggezza e religiosità sono le qualità naturali che caratterizzano le attività del brahmana(Bhagavad-gita 18.42)

    Inoltre non c'è rivalità tra i 4 varna ma collaborazione.

    Gentile Riccardo fammi cortesemente sapere se sono stato esauriente,dopo la tua risposta risponderò a pyskelletto
     
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    Grazie Orlando!!

    Si aspetto davvero la tua risposta al mio post!
    Però a parole tue e non con copiando d un altro forum o da altri siti se è possibile, io scrivo di mia mano, magari con piccolissime citazioni copiate ma scrivo quello che io stesso comprendo ovviamente menziono se è il mio parere o ciò che afferma effettivamente la Bibbia.

    Se cito una religione, ugualmente scrivo di mia propria mano, menzionando se è ciò che ufficialmente dice tale religione o se è solo quello che mi passa per la testa.

    Per questo che apprezzerei di più se magari mi rispondi di tua mano, anche se la mia domanda era inerente a ciò che ufficialmente isnegna la tua religione e non a quello che è la tua idea personale...

    grazie!!!


    PS:

    ho un dubbio...tu citi (copiando da un forum) il Bhagavad-gita (8.9) e lo citi così:



    CITAZIONE (Orlando1987 @ 23/10/2017, 14:20) 
    Ti faccio leggere cosa dice Krishna nella Bhagavad-gita(8.9):
    Si deve meditare sulla Persona Suprema come sull'Essere onnisciente, il più antico, Colui che controlla e mantiene tutto, che è più piccolo del più piccolo, che è inconcepibile e rimane quindi al di là di ogni comprensione materiale, pur restando sempre una persona. Luminoso come i sole, Egli trascende questa natura materiale

    Ma io quando ho confrontato, ho notato che diceva in questo modo: "Chiunque mediti sull’Onnisciente, il Maestro originario, più piccolo e sottile di ciò che esiste di più piccolo, eppure fondatore dell’universo, dall’inconcepibile forma, effulgente come il sole e sempre al di là delle tenebre" (Bhagavad-gita(8.9))

    Quindi mi trasmetterebbe l'idea di qualche cosa di trascendentale, inconcepibile o no?
     
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    Caro pyskelletto adesso rispondo alla tua domanda.

    Prima di tutto,è bene capire che la coscienza di Krishna non è una religione fatta di regole e regolette tassative ma un viaggio verso l'amore,viaggio che può richiedere più vite/incarnazioni prima che venga concluso.

    I principi della coscienza di Krishna sono "punti della perfezione",dicono dove si deve arrivare,ma quanto tempo ci vuole per arrivarci è un altro discorso.
    Usando un'analogia,io posso voler andare a Roma ma quanto tempo ci metto è un altro discorso.

    Per esempio la sessualità,idealmente una coppia di devoti di Krishna dovrebbe vivere come fratello e sorella,senza avere rapporti sessuali non finalizzati alla procreazione e senza nemmeno baciarsi o darsi ad altre effusioni amorose che sono normali in una coppia sposata.

    Ma una simile castità totale non è per tutti,così come non è per tutti sollevare i pesi che riuscirebbe a sollevare un culturista allenato.

    Ci possono volere più incarnazioni prima di arrivare alla castità totale,chi non ci riesce è completamente libero di continuare a praticare la coscienza di Krishna.

    Riguardo l'omosessualità,io sono che nessun maestro spirituale autentico ha mai rifiutato un discepolo sulla base del suo orientamento sessuale.

    Per quanto riguarda la Bhagavad-gita,io uso la versione tradotta e commentata da Srila Prabhupada,il fondatore dell'Associazione Internazionale per la coscienza di Krishna:
    http://www.harekrsna.it/old_2016/index.php...d=49&Itemid=153

    Spero di essere stato esauriente,se qualcosa non ti torna,non farti problemi a pormi ulteriori domande :)
     
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  8. riccardo51
     
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    Caro Orlando
    Che differenza c’è fra la reincarnazione e la speranza che offre la Bibbia?
    Reincarnazione: Secondo questa credenza, quando la persona muore, l’anima, il “vero io”, passa a un’esistenza migliore se la persona è stata buona, ma potrebbe rinascere come animale se è stata più cattiva che buona. Si crede che ogni rinascita riporti l’individuo in questo stesso sistema di cose, dove dovrà affrontare altre sofferenze e infine la morte. I cicli di rinascita sono considerati praticamente infiniti. È questo il futuro che vi attende? Secondo alcuni, la sola maniera di sfuggire è quella di sopprimere qualsiasi desiderio di cose che attraggano i sensi. Dove ci si rifugerebbe? In quella che secondo alcuni sarebbe un’esistenza priva di coscienza.
    Bibbia: Secondo la Bibbia, l’anima è l’intera persona. Anche se in passato la persona può aver fatto cose cattive, se si pente e cambia condotta Geova Dio la perdonerà. (Sal. 103:12, 13) Quando si muore, nulla sopravvive. La morte è come un profondo sonno, in cui non si sogna nemmeno. Ci sarà una risurrezione dei morti. Non si tratta di una reincarnazione, ma di riportare in vita la stessa personalità. (Atti 24:15) Per la maggioranza delle persone, la risurrezione consisterà nell’essere riportate in vita sulla terra. Avrà luogo dopo che Dio avrà posto fine all’attuale sistema malvagio. Malattie, sofferenze e persino l’inevitabile morte, diverranno cose del passato. (Dan. 2:44; Riv. 21:3,
     
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    CITAZIONE (Orlando1987 @ 25/10/2017, 08:59) 
    Caro pyskelletto adesso rispondo alla tua domanda.

    Prima di tutto,è bene capire che la coscienza di Krishna non è una religione fatta di regole e regolette tassative ma un viaggio verso l'amore,viaggio che può richiedere più vite/incarnazioni prima che venga concluso.

    I principi della coscienza di Krishna sono "punti della perfezione",dicono dove si deve arrivare,ma quanto tempo ci vuole per arrivarci è un altro discorso.
    Usando un'analogia,io posso voler andare a Roma ma quanto tempo ci metto è un altro discorso.

    Per esempio la sessualità,idealmente una coppia di devoti di Krishna dovrebbe vivere come fratello e sorella,senza avere rapporti sessuali non finalizzati alla procreazione e senza nemmeno baciarsi o darsi ad altre effusioni amorose che sono normali in una coppia sposata.

    Ma una simile castità totale non è per tutti,così come non è per tutti sollevare i pesi che riuscirebbe a sollevare un culturista allenato.

    Ci possono volere più incarnazioni prima di arrivare alla castità totale,chi non ci riesce è completamente libero di continuare a praticare la coscienza di Krishna.

    Riguardo l'omosessualità,io sono che nessun maestro spirituale autentico ha mai rifiutato un discepolo sulla base del suo orientamento sessuale.

    Per quanto riguarda la Bhagavad-gita,io uso la versione tradotta e commentata da Srila Prabhupada,il fondatore dell'Associazione Internazionale per la coscienza di Krishna:
    www.harekrsna.it/old_2016/index.php...d=49&Itemid=153

    Spero di essere stato esauriente,se qualcosa non ti torna,non farti problemi a pormi ulteriori domande :)

    ...ok, adesso comprendo meglio vari aspetti, grazie per la risposta Orlando...

    Perdonami se esprimo le mie perplessità, ma mi appare molto come il Cattolicesimo e gli Evangelici...o diciamo come la stragrande maggioranza delle religioni.
    Mi spiego, e scusami ma è solo un impressione...

    Da quello che ho letto ufficialmente dei testi della religione della "coscienza di Krishna" ci sono precetti e norme come in ogni religione solo che, come accade oggi praticamente in quasi ogni religione, alla fine coloro che rappresentano la religione insegnano idee non ufficiali per poter ottenere più aderenti possibili.

    Anche se vai da un prete, ti dice che in fondo non c'è nessun problema se sei omosessuale o meno, e lo stesso accade quasi in ogni fede addirittura nei filo musulmani occidentali. tutte le norme di fede che possano essere viste come un limite, vengono abbattute non ufficialmente, mentre tutte le tradizioni ed i dogmi che non hanno un impatto sulla vita reale dei fedeli vengono mantenuti. Così i dogmi e le tradizioni marcano una differenza tra religione e religione, ma di fatto i fedeli possono praticare la vita che preferiscono all'interno di qualsiasi fede.

    Certamente questo può apparire allettante, e con l'idea che reincarnandosi puoi migliorare, quasi ti si toglie il peso dei tuoi errori e li si fanno ricadere su una vita precedente o futura che la stragrande maggioranza neanche ricorda. Lo stesso con altre fedi che ti fanno credere che Dio perdona tutto e tutti e che l'importante è "volersi bene" (che poi uno lo faccia imbracciando un arma per "difendere" la patria massacrando migliaia di persone, questo non importa).


    Ma un "semaforo" che per troppi è un limite alla propria libertà, di fatto è una protezione per se stessi e per gli altri, esattamente come le norme date da Dio sulla moralità e su altri aspetti della vita vengono viste come "regole e regolette tassative" ma vengono da chi ci ha creati e sa perfettamente cosa è per il vero bene nostro e altrui.


    Davvero perdonami caro Orlando, ma sinceramente mi crea mille dubbi una religione che ufficialmente ha dei semafori (magari utili) che poi vengono ignorati da coloro che la rappresentano e la insegnano, ma che poi si impegna a propagandare ed inculcare dogmi e tradizione futili e fatte solo per appagare la coscienza e le sensazioni.


    PS: ho confrontato il Bhagavad-gita(8.9)con il sito che mi hai indicato, e di fatto è discordante non solo dalle altre traduzioni riconosciute ed esistenti online, ma è discordante anche dentro lo stesso sito da te citato; se leggi il verso e poi la traduzione ti accorgerai da solo che ci sono delle aggiunte inesistenti nel testo e non provenienti dal contesto.

    Il verso in se stesso trasmette l'idea di una divinità trascendentale ed inconcepibile... la traduzione si discosta moltissimo... la spiegazione è ancora più lontana dal verso in se per se... se ogni passo viene così tergiversato, allora chiunque può far dire quel che vuole ad ogni verso esattamente come fanno le religione che dicono di essere Cristiane con la Bibbia, la leggono interpretando ciò che di fatto non dice... non ti pare?
     
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    CITAZIONE (riccardo51 @ 26/10/2017, 13:52) 
    Reincarnazione: Secondo questa credenza, quando la persona muore, l’anima, il “vero io”, passa a un’esistenza migliore se la persona è stata buona, ma potrebbe rinascere come animale se è stata più cattiva che buona. Si crede che ogni rinascita riporti l’individuo in questo stesso sistema di cose, dove dovrà affrontare altre sofferenze e infine la morte. I cicli di rinascita sono considerati praticamente infiniti. È questo il futuro che vi attende? Secondo alcuni, la sola maniera di sfuggire è quella di sopprimere qualsiasi desiderio di cose che attraggano i sensi. Dove ci si rifugerebbe? In quella che secondo alcuni sarebbe un’esistenza priva di coscienza.

    La parte finale vale solo per gli impersonalisti,cioè quei spiritualisti che hanno una visione impersonale del Divino e vogliono fondersi nel Brahman,lo sfolgorio impersonale che emana dal corpo di Krishna.

    Invece noi seguaci del movimento Hare Krishna siamo personalisti,cioè abbiamo una concezione del tutto personale di Dio,Krishna è a tutti gli effetti una persona e a Lui indirizziamo i nostri sentimenti,il nostro amore.

    La via impersonalista è più difficile di quella personalista,infatti lo stesso Krishna dice nella Bhagavad-gita(12.5):
    Per coloro la cui mente è attratta dal non manifestato, dall'aspetto impersonale del Supremo, l'avanzamento è pieno di difficoltà. Progredire in questa via è sempre difficile per gli esseri incarnati

    Inoltre un impersonalista che abbia effettivamente realizzato l'unione con il Brahman non può veramente aver raggiunto il suo obiettivo finchè è ancora vivente in questo mondo,in quanto vive ancora come individuo.

    Dopo la morte corporale,l'anima resta "fusa" nel Brahman ma,siccome la sua(dell'anima) natura è essere attiva,dopo un tempo incalcolabile ritorna nel mondo materiale e quindi nel ciclo di morti e rinascite.

    Invece chi realizza Dio,cioè Krishna,va a vivere per l'eternità nel mondo spirituale e non torna mai più in questo mondo di sofferenze:
    Tutti i pianeti del mondo materiale, dal più alto al più basso, sono luoghi di miseria dove nascita e morte si susseguono ripetutamente. Ma chi raggiunge la Mia dimora, o figlio di Kunti, non rinasce più(Bhagavad-gita 8.16)
     
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  11. riccardo51
     
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    Caro Orlando
    LA FELICITÀ dipende principalmente dal luogo in cui si vive? La maggioranza delle persone ammetterà che la felicità dipende più che altro da fattori come l’avere buona salute, uno scopo nella vita e buoni rapporti con gli altri. Un proverbio biblico dice: “È meglio un piatto di verdura dove c’è amore che un toro ingrassato insieme all’odio”. — Proverbi 15:17.
    Purtroppo, però, la nostra dimora terrestre ha una lunga storia di odio, violenza e altre forme di malvagità. Ma che dire del cielo, o reame spirituale, dove molti sperano di andare dopo la morte? È sempre stato un luogo di beata pace e tranquillità, privo di ogni disturbo, come si ritiene comunemente?
    La Bibbia insegna che Dio risiede in cielo con milioni di creature spirituali chiamate angeli. (Matteo 18:10; Rivelazione [Apocalisse] 5:11) Questi vengono definiti “figli [spirituali] di Dio”. (Giobbe 38:4, 7) Come gli esseri umani, anche gli angeli sono dotati di libero arbitrio: non sono degli automi. Ne consegue che anch’essi possono scegliere fra il bene e il male. È possibile che un angelo scelga di fare il male? Alcuni potrebbero rimanere sorpresi apprendendo che migliaia di anni fa un gran numero di angeli peccarono in effetti contro Dio, ribellandosi a lui! — Giuda 6.
    Ribelli in cielo
    Il peccato comparve nel reame spirituale con la ribellione di un angelo che fu poi chiamato Satana (oppositore) e Diavolo (calunniatore). Questo angelo, un tempo ubbidiente, decise di fare il male di sua spontanea volontà. In seguito esercitò un’influenza corruttrice su altre creature spirituali, così che al tempo di Noè, prima del Diluvio, un gran numero di esse si unì a Satana nella ribellione contro Dio. — Genesi 6:2, nota in calce; 2 Pietro 2:4.
    Quegli angeli decaduti non furono immediatamente espulsi dal cielo. Fu permesso loro di continuare ad accedervi — benché a quanto pare con certe restrizioni — per migliaia di anni. Comunque, quando Dio non li tollerò più, quei malvagi vennero ‘scagliati’ giù dal cielo, per essere infine distrutti. Allora una voce dal cielo disse: “Per questo motivo rallegratevi, o cieli e voi che risiedete in essi!” (Rivelazione 12:7-12) Di sicuro gli angeli fedeli si rallegrarono grandemente del fatto che, finalmente, i cieli erano stati liberati da quegli indegni ribelli!
    Considerando questi particolari in genere poco noti, si comprende che non può mai esserci vera pace quando creature intelligenti non tengono conto delle leggi e dei princìpi di Dio. (Isaia 57:20, 21; Geremia 14:19, 20) Viceversa, quando tutti ubbidiscono alla legge di Dio, regnano pace e tranquillità. (Salmo 119:165; Isaia 48:17, 18) Se quindi tutti gli esseri umani amassero Dio, gli ubbidissero e si volessero bene gli uni gli altri, la terra non sarebbe una dimora veramente felice e piacevole? La Bibbia risponde di sì!
    Che dire però di quelli che egoisticamente rifiutano di abbandonare le loro vie malvage? Turberanno per sempre la pace di coloro che vogliono fare davvero la volontà di Dio? No. Come Dio si occupò degli angeli malvagi in cielo, così si occuperà dei malvagi sulla terra.
    Una terra ripulita
    “I cieli sono il mio trono, e la terra è lo sgabello dei miei piedi”, disse Dio. (Isaia 66:1) Essendo la santità in persona, Dio non lascerà che lo “sgabello” dei suoi piedi venga deturpato dal male per sempre. (Isaia 6:1-3; Rivelazione 4:8) Proprio come ripulì i cieli dagli spiriti malvagi, così eliminerà dalla terra tutti gli uomini malvagi. I seguenti passi biblici lo confermano:
    “I malfattori stessi saranno stroncati, ma quelli che sperano in Geova sono coloro che possederanno la terra”. — Salmo 37:9.
    “I retti son quelli che risiederanno sulla terra, e gli irriprovevoli quelli che vi resteranno. Riguardo ai malvagi, saranno stroncati dalla medesima terra; e in quanto agli sleali, ne saranno strappati via”. — Proverbi 2:21, 22.
    “È giusto da parte di Dio rendere tribolazione a quelli che vi fanno tribolare, ma, a voi che soffrite tribolazione, sollievo con noi alla rivelazione del Signore Gesù dal cielo con i suoi potenti angeli in un fuoco fiammeggiante, allorché recherà vendetta su quelli che non conoscono Dio e su quelli che non ubbidiscono alla buona notizia intorno al nostro Signore Gesù. Questi stessi subiranno la punizione giudiziaria della distruzione eterna dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua forza”. — 2 Tessalonicesi 1:6-9.
    “Il mondo [del genere umano malvagio] passa e pure il suo desiderio, ma chi fa la volontà di Dio rimane per sempre”. — 1 Giovanni 2:17.
    La terra rimarrà un luogo pacifico?
    Sebbene le Scritture indichino chiaramente che Dio non tollererà i malvagi per sempre, come possiamo essere certi che il male, una volta eliminato, non ricomparirà? In fondo, dopo il Diluvio dei giorni di Noè il male ricomparve presto in proporzioni tali che Dio dovette confondere la lingua del genere umano per sventarne gli empi progetti. — Genesi 11:1-8.
    Il motivo principale per cui possiamo avere fiducia che il male non ricomparirà è che la terra non sarà più governata dagli uomini come avvenne poco dopo il Diluvio. Sarà governata dal Regno di Dio. Questo Regno, che dominerà dal cielo, sarà l’unico governo della terra. (Daniele 2:44; 7:13, 14) Interverrà prontamente contro chiunque tenti di reintrodurre il male. (Isaia 65:20) Alla fine distruggerà addirittura colui che ha dato origine alla malvagità, Satana il Diavolo, insieme ai demoni, gli angeli malvagi che lo seguirono. — Romani 16:20.
    Inoltre il genere umano non avrà più da preoccuparsi per cibo, vestiario, alloggio e lavoro, la cui scarsità oggi induce alcuni a commettere reati. L’intera terra sarà trasformata in un paradiso che produrrà in abbondanza per tutti. — Isaia 65:21-23; Luca 23:43.
    Cosa più importante, il Regno insegnerà ai suoi sudditi a vivere in pace e al tempo stesso li eleverà alla perfezione umana. (Giovanni 17:3; Romani 8:21) Allora l’umanità non dovrà più lottare contro debolezze e tendenze peccaminose, e questo renderà l’ubbidienza a Dio sia possibile che dilettevole, come lo fu per l’uomo perfetto Gesù. (Isaia 11:3) Gesù rimase leale a Dio nonostante grandi tentazioni e torture, cose che nel Paradiso non esisteranno affatto. — Ebrei 7:26.
    Perché alcuni vanno effettivamente in cielo
    Molti lettori della Bibbia, però, conoscono le parole di Gesù: “Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore. . . . Vado a prepararvi un luogo”. (Giovanni 14:2, 3) Ciò non contraddice l’idea di una vita eterna su una terra paradisiaca?
    Questi insegnamenti non si contraddicono. Anzi, l’uno sostiene l’altro. La Bibbia infatti spiega che solo un numero limitato di cristiani fedeli — 144.000 — vengono destati come creature spirituali per vivere in cielo. Perché ricevono questa meravigliosa ricompensa? Perché formano il gruppo che in una visione Giovanni vide ‘venire alla vita e regnare col Cristo per mille anni’. (Rivelazione 14:1, 3; 20:4-6) In paragone con i miliardi di abitanti della terra, i 144.000 sono davvero un “piccolo gregge”. (Luca 12:32) Inoltre, avendo sperimentato i problemi comuni al genere umano, saranno in grado come Gesù di “compatire le nostre debolezze” mentre soprintenderanno alla riabilitazione del genere umano e alla rigenerazione della terra. — Ebrei 4:15.
    La terra, dimora eterna dell’umanità
    Quasi 2.000 anni fa, dopo aver provveduto il sacrificio di riscatto di Gesù Cristo, Dio cominciò a radunare i 144.000 e tutto indica che ora il gruppo è al completo. (Atti 2:1-4; Galati 4:4-7) Comunque, il sacrificio di Gesù non era solo per i peccati dei 144.000, “ma anche per quelli di tutto il mondo”. (1 Giovanni 2:2) Perciò tutti coloro che esercitano fede in Gesù hanno la prospettiva della vita eterna. (Giovanni 3:16) Quelli che dormono nella tomba ma che sono nella memoria di Dio saranno risuscitati non in cielo, ma su una terra purificata. (Ecclesiaste 9:5; Giovanni 11:11-13, 25; Atti 24:15) Cosa li attenderà su questa terra?
    Rivelazione 21:1-4 risponde: “Ecco, la tenda di Dio è col genere umano . . . Ed egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non ci sarà più, né ci sarà più cordoglio né grido né dolore. Le cose precedenti sono passate”. Pensate: gli uomini saranno liberati dalla morte, e il dolore e le grida che essa causa scompariranno per sempre! Finalmente il proposito originale di Geova per la terra e l’umanità sarà gloriosamente adempiuto. — Genesi 1:27, 28.
    Dobbiamo scegliere fra la vita e la morte
    Ad Adamo ed Eva non fu mai offerta l’opportunità di andare in cielo. La scelta che avevano dinanzi era se ubbidire a Dio e vivere in eterno nel Paradiso terrestre o disubbidirgli e morire. Purtroppo scelsero di disubbidire e quindi tornarono alla “polvere” del suolo. (Genesi 2:16, 17; 3:2-5, 19) Non è mai stato proposito di Dio che la famiglia umana in generale morisse e andasse a popolare il cielo passando per la tomba. Dio creò miriadi di angeli perché vivessero in cielo; queste creature spirituali non sono esseri umani deceduti e poi risuscitati alla vita in cielo. — Salmo 104:1, 4; Daniele 7:10.
    Cosa dobbiamo fare per ricevere la benedizione di vivere per sempre in un Paradiso terrestre? La prima cosa da fare è studiare la Parola di Dio, la Sacra Bibbia. “Questo significa vita eterna”, disse Gesù in preghiera, “che acquistino conoscenza di te, il solo vero Dio, e di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. — Giovanni 17:3.
    Un altro passo verso la felicità eterna in Paradiso è mettere in pratica tale conoscenza. (Giacomo 1:22-24) Coloro che vivono in armonia con la Parola di Dio hanno la prospettiva di vedere con i loro occhi l’adempimento di profezie entusiasmanti come quella riportata in Isaia 11:9, la quale dice che gli uomini “non faranno danno né causeranno rovina in tutto il mio monte santo; perché la terra sarà certamente piena della conoscenza di Geova come le acque coprono il medesimo mare”.
     
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    Gentile Riccardo ormai dovresti sapere che per me Satana è solo un entità mitologica inesistente e che la Bibbia,sebbene io la rispetti,non è il mio testo sacro di riferimento.

    Inoltre,come ti ho già detto tempo fa,io aspiro ad associarmi personalmente con Dio(Krishna),quindi il "nuovo mondo" geovista non mi interessa per quanto allettante.

    CITAZIONE
    Ma che dire del cielo, o reame spirituale, dove molti sperano di andare dopo la morte? È sempre stato un luogo di beata pace e tranquillità, privo di ogni disturbo, come si ritiene comunemente?

    Dalla mia ottica,la risposta è positiva.
    Gli abitanti del mondo spirituale vivono tutti in pace,armonia e sono felici di stare in compagnia di Dio.
    Spero che un giorno potrò diventare anch'io un abitante del mondo trascendentale.

    Le Scritture Vediche spiegano che esistono innumerevoli altri universi oltre al nostro,che tra l'altro è uno dei più piccoli.
    Tutti questi universi costituiscono il mondo materiale,che occupa solo un quarto della creazione.
    Gli altri tre quarti costituiscono il mondo spirituale.

    Nel mondo spirituale ci sono un numero incalcolabile di pianeti chiamati Vaikuntha("senza ansietà"),in ognuno di questi pianeti trascendentali regna una forma di Dio(Vishnu,Narayana,Ramacandra e innumerevoli altre).

    Il più importante pianeta spirituale si chiama Krishnaloka e vi vive Krishna,la Suprema Personalità di Dio,insieme ai Suoi eterni compagni.

    Negli altri pianeti Vaikuntha,gli abitanti provano verso Dio un amore misto a riverenza,invece a Krishnaloka c'è un amore privo di timore riverenziale.
     
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  13. riccardo51
     
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    Caro Orlando
    Tutti i buoni vanno in cielo?
    Atti 2:34: “Davide [che la Bibbia definisce ‘un uomo secondo il cuore di Geova’] non ascese ai cieli”.
    Matt. 11:11: “Veramente vi dico: Fra i nati di donna non è stato suscitato uno maggiore di Giovanni il Battista; ma il minore nel regno dei cieli è maggiore di lui”. (Giovanni non andò dunque in cielo quando morì).
    Sal. 37:9, 11, 29: “I malfattori stessi saranno stroncati, ma quelli che sperano in Geova sono coloro che possederanno la terra. . . . I mansueti stessi possederanno la terra, e in realtà proveranno squisito diletto nell’abbondanza della pace. I giusti stessi possederanno la terra, e risiederanno su di essa per sempre”.
    Se Adamo non avesse peccato, sarebbe infine andato in cielo?
    Gen. 1:26: “Dio proseguì, dicendo: ‘Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza, e tengano sottoposti i pesci del mare e le creature volatili dei cieli e gli animali domestici e tutta la terra e ogni animale che si muove sopra la terra’”. (Il proposito di Dio per Adamo era dunque che custodisse la terra e la sua fauna. Non si accenna affatto all’eventualità che egli andasse in cielo).
    Gen. 2:16, 17: “Geova Dio impose all’uomo anche questo comando: ‘Di ogni albero del giardino puoi mangiare a sazietà. Ma in quanto all’albero della conoscenza del bene e del male non ne devi mangiare, poiché nel giorno in cui ne mangerai positivamente morirai’”. (Non rientrava nel proposito originale di Geova che un giorno l’uomo morisse. Il comando di Dio qui citato mostra che egli lo metteva in guardia contro la condotta che lo avrebbe portato alla morte. La morte sarebbe stata la punizione per la disubbidienza, non il trapasso a miglior vita in cielo. L’ubbidienza sarebbe stata ricompensata con la vita senza fine, la vita eterna, nel Paradiso che Dio aveva dato all’uomo. Vedi anche Isaia 45:18).
    Si deve andare in cielo per avere un futuro veramente felice?
    Sal. 37:11: “I mansueti stessi possederanno la terra, e in realtà proveranno squisito diletto nell’abbondanza della pace”.
    Riv. 21:1-4: “Vidi un nuovo cielo e una nuova terra . . . Allora udii un’alta voce dal trono dire: ‘Ecco, la tenda di Dio è col genere umano ed egli risiederà con loro, ed essi saranno suoi popoli. E Dio stesso sarà con loro. Ed egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non ci sarà più, né ci sarà più cordoglio né grido né dolore. Le cose precedenti sono passate’”.
    Mic. 4:3, 4: “Non alzeranno la spada, nazione contro nazione, né impareranno più la guerra. E realmente sederanno, ciascuno sotto la sua vite e sotto il suo fico, e non ci sarà nessuno che li faccia tremare; poiché la medesima bocca di Geova degli eserciti ha parlato”.
    Gesù aprì la via al cielo a coloro che erano deceduti prima della sua morte?
    Qual è il senso di 1 Pietro 3:19, 20? “In questo stato [in spirito, dopo la sua risurrezione, Gesù] andò anche a predicare agli spiriti in prigione, che una volta erano stati disubbidienti quando la pazienza di Dio aspettava ai giorni di Noè, mentre era costruita l’arca, in cui alcune persone, cioè otto anime (“anime”, VR, Ri; “persone”, CEI), furono salvate attraverso l’acqua”. (Questi “spiriti in prigione” erano forse le anime delle persone che si erano rifiutate di prestare ascolto alla predicazione di Noè prima del Diluvio e veniva ora aperta loro la via per andare in cielo? Confrontando 2 Pietro 2:4 e Giuda 6 con Genesi 6:2-4 si comprende che questi spiriti erano i figli angelici di Dio che si materializzarono e si sposarono ai giorni di Noè. In 1 Pietro 3:19, 20 la parola greca per “spiriti” è pnèumasin, mentre la parola tradotta “anime” è psychài. Gli “spiriti” non erano anime disincarnate, ma angeli disubbidienti; le “anime” qui menzionate erano persone viventi, esseri umani, Noè e la sua famiglia. Ciò che fu predicato agli “spiriti in prigione” dovette pertanto essere un messaggio di giudizio).
    Qual è il senso di 1 Pietro 4:6? “Infatti, per questo scopo la buona notizia fu dichiarata anche ai morti, affinché fossero giudicati in quanto alla carne dal punto di vista degli uomini ma vivessero in quanto allo spirito dal punto di vista di Dio”. (Questi “morti” erano forse le persone decedute prima della morte di Cristo? Com’è già stato detto, i morti non sono gli “spiriti in prigione”. Quegli spiriti erano gli angeli disubbidienti. Inoltre la predicazione non avrebbe recato nessun beneficio fisico agli esseri umani morti, poiché, come dice Ecclesiaste 9:5, essi “non sono consci di nulla”, e Salmo 146:4 aggiunge che alla morte della persona “periscono in effetti i suoi pensieri”. Ma in Efesini 2:1-7, 17 si parla di persone che erano spiritualmente morte e che erano venute alla vita spirituale allorché avevano accettato la buona notizia).
    La vita celeste è presentata nel “Nuovo Testamento” come la speranza di tutti i cristiani?
    Giov. 14:2, 3: “Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore. Altrimenti, ve l’avrei detto, perché vado a prepararvi un luogo. E, se sarò andato e vi avrò preparato un luogo, verrò di nuovo e vi riceverò a casa presso di me, affinché dove sono io siate anche voi”. (Qui Gesù mostra che a tempo debito i suoi fedeli apostoli, ai quali stava parlando, sarebbero stati con lui nella “casa” del Padre suo, in cielo. Ma non dice quanti altri sarebbero andati in cielo).
    Giov. 1:12, 13: “A quanti l’hanno ricevuto [Gesù] ha dato l’autorità di divenire figli di Dio, perché hanno esercitato fede nel suo nome; ed essi sono nati non da sangue né da volontà carnale né dalla volontà dell’uomo, ma da Dio”. (Si noti che il contesto, al versetto 11, si riferisce con l’espressione “i suoi” al popolo di Gesù, gli ebrei. Quanti di loro lo ricevettero quando venne da loro nel I secolo divennero figli di Dio, con la prospettiva della vita celeste. In questi versetti i verbi sono al passato, per cui il brano non si riferisce a tutte le persone che sono divenute cristiane da allora).
    Rom. 8:14, 16, 17: “Tutti quelli che sono condotti dallo spirito di Dio, questi sono figli di Dio. Lo spirito stesso rende testimonianza col nostro spirito che siamo figli di Dio. Se, dunque, siamo figli, siamo anche eredi: eredi in realtà di Dio, ma coeredi di Cristo, purché soffriamo insieme per essere insieme anche glorificati”. (È vero che al tempo in cui furono scritte queste parole tutti coloro che erano condotti dallo spirito di Dio erano figli di Dio con la speranza di essere glorificati con Cristo. Ma non era sempre stato così. Luca 1:15 dice che Giovanni il Battezzatore sarebbe stato ripieno di spirito santo, ma da Matteo 11:11 è evidente che egli non avrebbe partecipato alla gloria del regno celeste. Così anche dopo il radunamento degli eredi del Regno celeste ci sarebbero stati altri che avrebbero servito Dio come seguaci di suo Figlio e che tuttavia non avrebbero partecipato alla gloria celeste).
    Quali riferimenti specifici vi sono nel “Nuovo Testamento” a una vita eterna sulla terra concessa come ricompensa a dei cristiani?
    Matt. 5:5: “Felici quelli che sono d’indole mite, poiché erediteranno la terra”.
    Matt. 6:9, 10: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome. Venga il tuo regno. Si compia la tua volontà, come in cielo, anche sulla terra”. (Qual è la volontà di Dio riguardo alla terra? Cosa indicano Genesi 1:28 e Isaia 45:18?)
    Matt. 25:31-33, 40, 46: “Quando il Figlio dell’uomo sarà arrivato nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, sederà quindi sul suo glorioso trono. E tutte le nazioni saranno radunate dinanzi a lui, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri. E metterà le pecore alla sua destra, ma i capri alla sua sinistra. . . . Il re dirà loro [alle pecore]: ‘Veramente vi dico: In quanto l’avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me’. E [i capri] andranno allo stroncamento eterno, ma i giusti [le pecore] alla vita eterna”. (Notate che queste pecore non sono i fratelli del Re, i quali sono “partecipi della chiamata celeste”. [Ebr. 2:10–3:1] Ma queste persone simili a pecore sarebbero state in vita al tempo in cui Cristo sarebbe stato sul suo trono e al tempo in cui alcuni dei suoi “fratelli” avrebbero ancora avuto difficoltà sulla terra).
    Giov. 10:16: “Ho altre pecore, che non sono di questo ovile; anche quelle devo condurre, ed esse ascolteranno la mia voce, e diverranno un solo gregge, un solo pastore”. (Chi sono queste “altre pecore?” Sono seguaci del Pastore eccellente, Gesù Cristo, ma non sono nell’ovile del “nuovo patto”, con la speranza della vita celeste. Ciò nonostante vengono a trovarsi in stretta associazione con coloro che sono in quell’ovile).
    2 Piet. 3:13: “Secondo la sua promessa noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, e in questi dimorerà la giustizia”. (Anche Rivelazione 21:1-4)
    Riv. 7:9, 10: “Dopo queste cose [dopo che l’apostolo Giovanni ebbe visto il completo numero dei “suggellati” che erano stati “comprati dalla terra” per essere con Cristo sul celeste monte Sion; vedi Rivelazione 7:3, 4; 14:1-3] vidi, ed ecco, una grande folla, che nessun uomo poteva numerare, di ogni nazione e tribù e popolo e lingua, che stavano in piedi dinanzi al trono e dinanzi all’Agnello, vestiti di lunghe vesti bianche; e nelle loro mani c’erano rami di palme. E continuano a gridare ad alta voce, dicendo: ‘La salvezza la dobbiamo al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello’”.
     
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    ...hummm....Orlando...

    pensavo che mi avresti spiegato altre cose sulla base del mio ultimo post...ma non c'è problema e ti faccio volentieri una domanda più diretta:

    Che impatto ha sulla tua vita l'appartenere a tale religione...

    Non mi riferisco all'effetto che tu senti, perché tale effetto che hai spiegato più volte lo sentono membri di ogni religione (non dico tutti i membri di ogni religione, ma intendo dire in ogni religione ci sono membri che vivono tale religione in un modo che gli fa sentire lo stesso che tu senti nella tua fede).

    Piuttosto mi riferisco a che impatto ha la tua fede in ciò che devi fare quotidianamente, nella tua vita sotto l'aspetto non di sentire ma di agire.
     
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    Gentile pyskelletto non sono sicuro di aver capito la tua domanda: mi stai chiedendo se mi "pesa" praticare la coscienza di Krishna?

    In ogni caso torno indietro per rispondere alle tue obiezioni.

    Come ti ho già spiegato,i principi della coscienza di Krishna sono "punti della perfezione".

    Questo discorso non vale solo per la sessualità ma per tutto lo stile di vita che un praticante "perfetto(e io non lo sono) dovrebbe seguire.

    Per essere sicuri di ottenere la liberazione dal ciclo di morti e rinascite bisogna dedicarsi completamente ad amare Krishna e astenersi da qualsiasi godimento sensoriale(per esempio ascoltare musica),in altre parole seguire una vita ascetica.

    Se dovessimo trasformare la coscienza di Krishna in una religione fatta di regole tassative,dovremmo cacciare fuori quasi tutti i praticanti,si salverebbero solo i guru(maestri spirituali) e i sannyasi(monaci).

    Per arrivare ad un tale livello di spiritualità bisogna prima abbandonare il gusto per i piaceri materiali,il che avviene assaporando il gusto superiore costituito dall'amore per Dio.

    Krishna dice nella Bhagavad-gita(2.59):
    L'anima incarnata può astenersi dal godimento dei sensi, sebbene il gusto per gli oggetti dei sensi rimanga. Ma se perde questo gusto, sperimentando un piacere superiore, resterà fissa nella coscienza spirituale

    Questo gusto si può provare associandosi con devoti spiritualmente avanzati e prendendo rifugio in un puro devoto che faccia da guida spirituale al praticante:
    Cerca di conoscere la verità avvicinando un maestro spirituale, ponigli delle domande con sottomissione e servilo. L'anima realizzata può rivelarti la conoscenza perché ha visto la verità(Bhagavad-gita 4.34)

    Purtroppo io non ho modo di incontrare fisicamente un puro devoto di Krishna che mi faccia da guru(maestro spirituale) e non ho modo di associarmi con altri praticanti.
    Ci sono due templi in una città che dista circa 45 minuti d'auto dal mio paese ma per motivi personali non posso guidare,quindi non ho modo di associarmi con altri Hare Krishna nè di viaggiare in generale.
     
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