La saga di nightmare

Che paura Freddy Krueger!

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    Nightmare

    «Ma quale pagliaccio di “It”!? Io non ho dormito per colpa di Freddy» (cit.).




    Beata adolescente degli anni 80, hai davvero capito tutto.

    Nel nostro decennio preferito, a fare paura era proprio il super cattivo della saga iniziata con “Nightmare – Dal profondo della notte” (“A Nightmare on Elm Street”,1984) di Wes Craven.

    Difficilmente potremo dimenticare la dolce Nancy/Heather Langenkamp molestata e seviziata dal laido Mr. Krueger/Robert Englund (mentre Glen/Johnny Depp veniva ingoiato dal letto e vomitato sotto forma di geyser di sangue).



    Lasciamo perdere il sequel “Nightmare 2 – La rivincita” (1985), dove Freddy si direbbe più attratto dai ragazzotti palestrati, e saltiamo direttamente al terzo atto del 1987.



    Sorpresa: si rivedono Nancy, cresciuta bene, e il maestro Craven (in veste di produttore-sceneggiatore): il risultato è insperato. “Nightmare 3 – I guerrieri del sogno” di Chuck Russell resta uno dei migliori della serie.



    Nightmare 4 – Il non risveglio” (1988) di Renny Harlin, e “Nightmare 5 – Il mito” di Stephen Hopkins (1989) sfoggiano un gran repertorio di effetti speciali, con qualche momento splatter azzeccato.

    Ormai Nightmare è un trademark, il pubblico accorre a prescindere e Englund/Krueger è una star che giganteggia sui manifesti. C’è solo un guaio, un guaio grosso: Freddy non fa più paura.

    Senza i robusti rimandi freudiani delle origini, il babau ha ormai gli artigli spuntati.



    Con il sesto capitolo “Nightmare 6 – La fine” entriamo negli anni 90, e non è certo un 3D zoppicante a risollevare le sorti della serie.

    Per fortuna, nel 1994 Craven in persona torna sul luogo del delitto con l’ispirato e metacinematografico “Nightmare – Nuovo incubo” (Wes Craven’s New Nightmare).



    Gli anni 2000, infine, portano il crossover con “Venerdì 13”, ovvero “Freddy vs. Jason” di Ronny Yu e l’inutile, deludente reboot “Nightmare”.

    Volto ustionato, cappellaccio d’ordinanza e maglione a righe rossoverdi.

    Ma senza Robert Englund per Freddy Krueger e i ragazzi di Elm street non c’è più storia.



    fonte:gli anni 80.it
     
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