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‘Gomorra la serie’ non piace ai Magistrati. Perché “la fiction televisiva non coglie alcun aspetto della camorra di oggi”. “La serie televisiva – ha spiegato Giuseppe Borrelli, uno dei tre coordinatori della Dda di Napoli rispondendo alle domande degli studenti nel corso di un incontro a Bologna su giovani e mafia – offre una rappresentazione folkloristica dei clan, una rappresentazione pericolosa perché distoglie l’attenzione dall’attuale configurazione della camorra”.
“La camorra raccontata in Gomorra è un’entità paradossalmente tranquillizzante” e non mostrerebbe “le caratteristiche molto sgradite per chi se ne occupa professionalmente” ha precisato Borrelli.
“La camorra – ha raccontato agli studenti – non è più solo omicidi, estorsioni e traffici illeciti, ma si rivolge a nuovi attori sociali. Ha fatto un salto profondo rispetto a dieci anni fa, non c’è più un rapporto di contiguità con la parte politica dell’amministrazione, oggi esprime propri rappresentanti in regioni, province e comuni“.
Insomma, non è in discussione la qualità del prodotto, ma la sua aderenza alla realtà. Una carenza molto pericolosa perché rende “troppo simpatici” i malavitosi facendo così passare il messaggio che la camorra, tutto sommato, non è poi così male.
“Credo che evidenziare i rapporti umani – ha invece detto il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, intervistato da Lucia Annunziata – come se la camorra fosse un’associazione come tante altre non corrisponda a quello che realmente è: la camorra è fatta soprattutto di violenza“.
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