Racconti e romanzi di Andrea Camilleri Relazioni di narrativa

relazioni sui racconti e romanzi del commissario Montalbano

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    Gli arancini di Montalbano
    di Andrea Camilleri
    Relazione di narrativa



    AUTORE: Andrea Camilleri è nato a Porto Empedocle (Agrigento) nel 1925. Ha lavorato a lungo come sceneggiatore e regista teatrale e televisivo, producendo le famose serie del commissario Maigret e del tenente Sheridan. Esordisce come romanziere nel 1978, con il Corso delle cose. Con Garzanti pubblica il secondo romanzo, Un filo di fumo (1980) premio Gela e con Rizzoli l'ultimo, La mossa del cavallo.

    RIASSUNTO: Il racconto da me riassunto è “Gli arancini di Montalbano”.

    E’ la vigilia di capodanno e il commissario si trova a dover decidere dove festeggiarlo, dato che ha appena litigato con la fidanzata Livia. Riceve diversi inviti che gentilmente declina; l’unico che veramente lo attira è quello fattogli dalla sua cameriera Adelina, ottima cuoca e madre di due pregiudicati, che intende festeggiare le loro eccezionali libertà dal carcere cucinando i suoi famosi arancini di riso. Purtroppo nel pomeriggio viene a sapere che uno dei figli di Adelina, tale Pasquale Cirrinciò, è indagato per un furto in un supermercato di Montelusa. La cena di capodanno è a rischio! Montalbano incomincia le sue indagini quando riceve una telefonata da Pasquale; lo incontra segretamente e viene a sapere che lui e la sua banda stavano veramente programmando una rapina in quel supermercato ma per la serata successiva a quella in cui era successo. Qualcuno li aveva preceduti! Inoltre la polizia aveva trovato il portafogli,che Pasquale aveva perduto, vicino alla cassa dello stesso supermercato, per cui aveva già trovato i colpevoli.

    In commissariato è stato portato uno dei soci della banda, tale Peppe Nasca, e Montalbano lo interroga, confidandogli di conoscere tutta la vicenda, anzi dice di avere addirittura una audiocassetta registrata della pianificazione della rapina. Afferma inoltre che se li arrestasse grazie a queste prove sarebbero considerati, in carcere, come degli incapaci perché finiti in galera senza aver commesso un reato e nessun ricettatore avrebbe voluto più lavorare con loro. Peppe Nasca, a questo punto, confessa. Montalbano fa una telefonata anonima alla “Mobile” in cui comunica i nomi dei veri colpevoli e dove recuperare la refurtiva. Finalmente,dopo una lunga giornata, sarebbe andato da Adelina e si sarebbe goduto gli arancini, non solo per la loro celestiale bontà, ma anche perché si sarebbe sentito perfettamente in pace con la sua coscienza di sbirro.

    AMBIENTE:L’ambiente è quello siciliano e Vigata è la cittadina, di sua invenzione, in cui si sviluppano tutte le vicende sia quelle del tempo passato come quelle di oggi. Una Sicilia che l’autore conosce bene in tutte le sue pieghe, nei suoi vizi, nelle sue virtù: sonnacchiosa e lenta, rispettosa e di parola ma anche sordida e falsa, servile e corrotta. Sotto quel sole a picco, sugli incantevoli lungomare, sulle piazze di chiacchiere si muovono i personaggi che costituiscono la vera ragione dell’opera di Camilleri.

    LINGUAGGIO:Il nuovo linguaggio inventato da Camilleri un siciliano ibrido, comprensibile anche ai “nordici” seppur con un minimo sforzo. Questa è stata sicuramente la “genialata” dell’autore conscio di come certi modi di dire sono figli di certi modi di essere e nessuna parlata poteva funzionare in bocca ai suoi siciliani doc.

    ARGOMENTO:È la seconda raccolta di racconti dedicati al commissario Salvo Montalbano. Venti storie dove non sempre c’è il morto ammazzato su cui indagare ma sempre c’è un piccolo o grande caso da risolvere o cui dare una spiegazione. Strani crimini e altrettanto strani criminali nati dalla fantasia di Camilleri che, però, prende sempre spunto dalla quotidianità.

    COMMENTO:Questo breve racconto, come tutti quelli della raccolta, ben si presta allo stile di Camilleri che riesce con poche frasi a delineare i connotati della vicenda e a descrivere i personaggi. Sono storie tratte dalla quotidianità, ma che talvolta tendono a sconfinare nel surreale.
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    La forma dell'acqua
    di Andrea Camilleri


    TITOLO: Il titolo dell’opera è la forma dell’acqua, pubblicato nel 1994. L’edizione da noi utilizzata è Sellerio.

    AUTORE: Andrea Camilleri è nato a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, nel 1925. A Roma nel 1949 dopo una fitta produzione teatrale e televisiva, approdò alla letteratura con il romanzo Il corso delle cose (1978). È il primo di una serie di romanzi "storici", ambientati nella Sicilia ottocentesca, che comprende anche Un filo di fumo (1980), La strada dimenticata (1984), Il birraio di Preston (1995, premio Vittorini), La concessione del telefono (1999), La scomparsa di Patò (2000). Il re di Girgenti (2001) è invece ambientato nella Sicilia di inizio Settecento e si ispira a un episodio storico: l'autoproclamazione di un contadino di Agrigento a re della città, trasformata, per sei giorni, in regno indipendente.

    Il successo di pubblico arrivò con Un mese con Montalbano (1998), serie di racconti brevi che continuano un ciclo di romanzi gialli incentrati sulla figura del commissario siciliano Salvo Montalbano. La struttura del giallo è più che altro un pretesto per offrire uno spaccato della società siciliana, reso ancor più vivido da un linguaggio ricco di termini dialettali. Tra gli altri titoli del ciclo si ricordano: La forma dell’acqua (1994), Il cane di terracotta (1996), Il ladro di merendine (1996), La voce del violino (1997), Gli arancini di Montalbano (1999), La gita a Tindari (2000) e La paura di Montalbano (2002).

    RIASSUNTO: Pino Catalano e Saro Montaperto, due disoccupati geometri, trovano il cadavere dell’ingegner Luparello in una zona malfamata di Vigata. I due giovani prima di avvisare i carabinieri chiamano l’avvocato Rizzo. Dopo l’operazione della scientifica, arriva il commissario Montalbano che non accetta l’ipotesi che Luparello sia morto di morte naturale dopo un rapporto sessuale con una prostituta. Il commissario riflette su ogni particolare, ispeziona ogni luogo e a poco a poco emergono dei fatti significativi in contraddizione con la dinamica apparente degli eventi. Il primo indizio è una collana d’oro massiccio ritrovata da due spazzini vicino al cadavere. Questa collana viene richiesta con la giustificazione che accidentalmente una coppia di ubriachi si trovavano ai margini del luogo del delitto e li smarrita, senza alcuna relazione con il delitto. Il secondo indizio è Ingrid Sjostrom, considerata una donna di facili costumi, in realtà viene usata e incastrata coma la donna che era in macchina durante l’omicidio di Luparello, per proteggere un grosso scandalo. Grazie anche all’aiuto della moglie del defunto il commissario ricostruisce i fatti; l’ingegner Luparello dopo un incontro amoroso muore, l’amante si spaventa e chiede aiuto a Rizzo che approfitta della situazione per fini politici. Infatti trasporta il cadavere nel luogo malfamato di Vigata e nasconde una collana vicino ad un cespuglio. Tale oggetto incatena Ingrid nel luogo dove fu ucciso l’ingegnere. Le prove vengono fornite da Giorgio che era molto affezionato allo zio e che uccide Rizzo nel tentativo di salvarne la memoria. La mattina dopo Giorgio muore schiantandosi contro un muretto. È in un colloquio finale con Livia che scopre l’ultima verità: Luparello era morto nella sua villetta durante un rapporto sessuale con Giorgio che impaurito chiama Rizzo che si traveste da Ingrid per incolparla. Giorgio vedendo dopo alcuni giorni le foto dello zio morto, capisce d’essere stato raggiato da Rizzo e lo uccide.

    PERSONAGGI: Il personaggio principale di questo romanzo è Salvo Montalbano, il commissario di Vigata, un paesino della Sicilia, uomo onesto, non corrotto dai politici locali e sempre pronto ad aiutare i deboli. Montalbano è un anticonformista che non ama le regole, non viene descritto fisicamente. Uomo solitario e indipendente, ama il nuoto e il mare. Con i suoi collaboratori è un deposta, a volte nervoso e scorbutico, altre volte è malinconico.

    L’ingegnere Luparello è un uomo politico molto noto che viene ucciso e ritrovato in un luogo malfamato, dopo una laurea al Politecnico di Milano, era ritornato al paese dove dopo alcuni anni divenne una figura importante. Non ci sono dati sull’aspetto fisico, ma viene descritto elegante ed estremamente curato.

    La vedova Luparello è nata a Grosseto, ma non è siciliana. Mostra un carattere forte e fiero e riesce con il suo coraggio a la sua determinazione ad aiutare il commissario avvicinandolo alla verità.

    Giorgio Luparello è un giovane di circa vent’anni, alto, biondo e con un corpo perfetto. Era molto affezionato allo zio ucciso tragicamente e sente molto la sua mancanza, è molto debole e fragile tanto che imbottito di tranquillanti e sedativi si uccide.

    L’avvocato Rizzo è l’erede spirituale dell’attività politica di Luparello e quando gli viene comunicata la notizia della morte lui non ha nessuna reazione e non chiede spiegazioni. È un uomo falso e opportunista, invischiato con i politici e le persone di potere, viene ucciso da Giorgio che ha amato veramente l’ingegnere.

    Ingrid Sjostrom è una donna molto bella, considerata di facili costumi in quanto straniera, leale e sincera. In Svezia lavorava come meccanico ed era un abile guidatrice e possedeva un auto rossa.

    Pino Catalano è un geometra disoccupato che con Saro trova il cadavere di Luparello e la collana.

    Saro Montaperto trova con Pino il cadavere di Luparello ed ha un figlio gravemente malato.

    Adelina è la domestica del commissario, brava cuoca ed è molto legata a Montalbano anche se ha restato uno dei suoi figli.

    Livia è la compagna di Montalbano, fedele e paziente, e non traspare alcun particolare fisico.

    SPAZIO: La vicenda si svolge a Vigata, un paesino siciliano inventato dall’autore, prevalentemente in luoghi aperti.

    TEMPO: Il periodo storico in cui si svolgono i fatti non è precisato. Prevalgono i discorsi diretti tra i vari personaggi.

    STILE: L’autore utilizza un italiano con molti elementi dialettali. Ci sono molti descrizioni di luoghi o fatti che aiutano alla comprensione.

    NARRATORE: I fatti sono raccontati come da un spettatore esterno, onnisciente che non assume il punto di vista di alcun personaggio. La narrazione è chiara.

    COMMENTO: Questo libro ci ha affascinato moltissimo e soprattutto l’onestà e la simpatia del personaggio. Inoltre è allo stesso tempo divertente perché ci sono molti elementi dialettali.
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    La veggente
    di Andrea Camilleri


    TITOLO
    Il titolo deriva dal fatto che questo romanzo è composto da ventuno racconti (uno al giorno = tre settimane) che hanno come protagonista il commissario Montalbano. L’edizione è Arnoldo Mondadori.

    AUTORE
    Andrea Camilleri è nato a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, il 6 settembre 1925. Da bambino, in campagna ha cominciato a lavorare come regista teatrale. Da allora ha messo in scena più di cento opere, tra cui molti lavori di Pirandello. Ha realizzato numerose regie di opere teatrali e di romanzi sceneggiati per la radio e per la televisione. È stato autore, sceneggiatore e regista di programmi culturali per la radio e la televisione. Ha prodotto diversi programmi televisivi. Ha insegnato al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma; è stato titolare della cattedra di regia all'Accademia Nazionale di Arte Drammatica “Silvio D'Amico”. Ha tenuto corsi, conferenze e stage di regia sia in Italia che all'estero. A vent’anni alcune sue poesie furono pubblicate in un’antologia curata da Ungaretti. Nello stesso tempo scriveva i suoi primi racconti per riviste e quotidiani. Ha pubblicato cinque romanzi che hanno come protagonista il commissario Montalbano: La forma dell'acqua (1994), Il cane di terracotta (1996), Il ladro di merendine (1996), La voce del violino (1998), La gita a Tindari (2000). Dai suoi romanzi incentrati sulla figura del commissario Montalbano è stata tratta una serie di film per la TV, andata in onda su Rai Due tra il 1999 e il 2000, alla realizzazione della quale Camilleri ha collaborato come sceneggiatore. È sposato, ha tre figlie e quattro nipoti. Attualmente vive a Roma.

    RIASSUNTO – La veggente
    Nell’86 Il vicecommissario Montalbano era stato trasferito a Carlòsimo per sostituire il precedente. Una mattina, entrando in ufficio vide due suoi agenti che si stavano malmenando. Una volta divisi, gli agenti raccontarono a Montalbano che tutto era iniziato per via del circo e delle sue attrazioni che non riuscivano. Cominciano a discutere sull’unica che invece li aveva meravigliati: una veggente che indovinava ogni cosa senza trucchi. Incuriosito, il vicecommissario decide di andare al circo. Quella sera, i giochi riuscirono tutti e, quando arrivò il momento dello spettacolo della veggente, il direttore presentò Eva Richter. L’intrattenimento si svolgeva così: uno spettatore prestava un suo oggetto alla veggente per qualche secondo e lei raccontava varie notizie sulla vita del proprietario dell’oggetto. Il gioco riuscì due volte, alla terza, quando il farmacista Rizzitano diede un fazzoletto, Eva Richter lo chiamò assassino. Da quel momento lo spettacolo finì. Quella stessa notte il dottor Spalic si impiccò, lasciando solamente una lettera “Ero troppo giovane, non capivo il male che facevo. Perdonatemi”. Montalbano, la mattina successiva, si recò alla farmacia di Rizzitano; gli disse che lo aveva visto prendere il fazzoletto dalla tasca del dottor Spalic e voleva spiegazioni. Il farmacista spiegò che, una sera di qualche anno prima, il dottore, gli aveva raccontato di quando faceva parte delle ss e aveva ucciso un giovane a Trieste. Il vicecommissario venne informato dal direttore del circo che la veggente si era fatta assumere da solo due mesi e che aveva molta fretta di arrivare a Carlosimo; scoprì anche che Eva Richter era sparita lasciando solo la sua valigia, contenente un vestito, biancheria, un revolver carico e un giornale del novembre del ’45 del quale in un articolo era nominato Vinko Spalic, criminale nazista colpevole dell’omicidio di Giani Richter.

    PERSONAGGI – La veggente

    Protagonisti

    — Montalbano è il vicecommissario che viene mandato in vari paesi della Sicilia per sostituire i mancanti membri delle forze pubbliche locali. Ha capacità ottime di osservazione e buone di deduzione. A volte è impertinente e non si esprime in maniera consona alla situazione. Un tratto caratteristico della morale di Montalbano è la sua reazione di fronte ai suoi casi: capita che conceda la grazia ad alcuni colpevoli perché non ritiene giusto che siano arrestati; oppure non si oppone anche quando sa che un’azione criminale sta per essere commessa. È abbastanza furbo e molto fortunato.

    —Eva Ricther è la veggente del circo, che indovina eventi della vita di altre persone (senza trucco). È sempre vestita di nero, ha i capelli grigi raccolti sulla testa. È decisa ad uccidere l’assassino di suo fratello ma, dopo quarant’anni di ricerche, non ne ha avuto bisogno.

    Personaggi secondari

    —Palmisano e Ingarriga sono due agenti subordinati a Montalbano che non danno l’aria di essere bravi poliziotti. Si picchiano a causa di sciocchezze.

    —Rizzitano è il farmacista di Carlòsimo. Per fare uno scherzo al suo amico Spalic, purtroppo, lo fa riconoscere dalla veggente e ne causa la morte. È utile a Montalbano per la risoluzione di quel suicidio.

    —Vinko Spalic è il dottore del paese dal ’52, si era laureato a Napoli e aveva passato la sua giovinezza a Trieste, dove ha fatto parte delle ss. Durante questo periodo uccide un giovane e dopo circa quarant’anni si pente e si suicida.

    —Arturo Passerini è il proprietario e direttore del circo. Aiuta la veggente ad arrivare a Carlòsimo.

    SPAZIO – La veggente
    La storia è ambientata a Carlòsimo, un paesello della Sicilia. I luoghi sono esclusivamente interni (commissariato, circo, farmacia) e svolgono la funzione di Sfondo alle vicende narrate. In vari casi le ambientazioni simboleggiano lo stato d’animo dei personaggi (il buio del circo sotto il tendone e le luci fosche sono anche da atmosfera allo spettacolo straordinario e un po’ cupo della veggente).

    TEMPO – La veggente
    La storia è ambientata nel 1986, si svolge in un paio di giorni. Prevalgono i tempi lenti (in particolar modo per le riflessioni ) ma spesso la scena scorre sotto gli occhi del lettore con la stessa velocità con cui sta leggendo. È presente un’analessi sottoforma di flash-back

    STILE
    Lo scrittore usa prevalentemente il dialogo per far capire al lettore come si svolge la vicenda. Vi sono molte espressioni dialettali siciliane, dato che le vicende si svolgono quasi tutte in Sicilia. Il registro è, nella maggior parte dei casi, colloquiale. Fa esprimere i personaggi in modo quasi prevalentemente informale, ma anche formale a seconda della situazione in cui si trovano.

    TECNICHE DI PRESENTAZIONE DELLE PAROLE E DEI PENSIERI
    Per presentare i pensieri e le parole dei personaggi, lo scrittore utilizza spesso il discorso diretto (per facilitarne la comprensione); è presente anche, in alcuni casi, il discorso indiretto libero. In alcuni casi, il discorso diretto è sostituito da un monologo interiore: questo permette al lettore l’immediata comprensione dei pensieri dei personaggi.

    NARRATORE
    Il narratore non è un personaggio, ma è esterno alle vicende. In questo romanzo il narratore è onnisciente ed esprime, nei casi in cui venga usato il discorso indiretto libero il punto di vista di alcuni personaggi.

    TEMATICHE
    Uno dei temi più ricorrenti nei racconti del commissario Montalbano è il problema della mafia: in questo libro è però trattato un po’ superficialmente e, a volte, solo con un breve accenno. Questo tematica è quasi sempre presente nei romanzi ambientati in Sicilia e, anche in questo caso, è argomento di casi risolti e irrisolti. Si può notare che (non solamente in questo libro) il tema è trattato come un “giallo da risolvere”: tutt’oggi si può vedere come un problema non ancora risolto, quello del pericolo della mafia.

    COMMENTO
    Non mi ha mai attirato il personaggio di Montalbano ma, dopo questa lettura, devo ammettere che mi attira ancor meno. Essendo abituato a leggere libri gialli (e li leggo con il preciso scopo di risolverli), questi racconti non li considero proprio tali: mi sembrano più dei “racconti-freddura”, insomma, sono delle storie che iniziano come racconti gialli e finiscono con un risvolto particolare e (qualche volta) comico; devo però riconoscere che alcuni racconti, tipo quello analizzato, mi sono piaciuti proprio per questo. Un difetto di questo libro è l’enorme frequenza di parole dialettali siciliane: ne limita la comprensione se il lettore non ne conosce il significato. In alcuni racconti, inoltre, il problema della criminalità organizzata è trattato superficialmente e compare semplice da controllare: nei racconti Montalbano riesce a imbrogliare i mafiosi e a farli arrestare; mentre, purtroppo non è così nella realtà e, secondo me, non è giusto svilupparlo in questo modo.
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