Recensione Acer Predator Orion 9000: un mostro per giocare e lavorare

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    Per un appassionato di informatica, assemblarsi il proprio PC è uno dei piaceri più grandi. È il frutto di ore e ore di accurata ricerca, selezione dei componenti, lunghe sessioni di investigazione e confronto sui forum. È un progetto, non un prodotto che compri fatto e finito. È più personale e istruttivo.
    Non tutti, però, hanno le conoscenze, l’interesse o il tempo per scegliere questa strada. Si dice che oggi costruirsi un PC è più semplice di una volta. Io non sono molto d'accordo: dipende dalla cura e dal livello di dettaglio che si vuole raggiungere. Ma anche fosse vero, non è alla portata di chiunque voglia un computer per giocare o lavorare - quale che sia la fascia (e la potenza) di interesse.
    Questa premessa è necessaria per capire che anche un prodotto come Acer Orion 9000 ha il suo scopo nel mercato. Non parlo solo del sia pur legittimo appassionato di videogiochi che vuole (può) concedersi il lusso di una macchina ai vertici della categoria, ma anche del libero professionista - o dell’impresa - che ha bisogno di tanta potenza e poche grane lato garanzia, installazione, manutenzione e assistenza.
    È chiaro che rimane un prodotto di nicchia. Basta un'occhiata ai prezzi di listino per averne conferma definitiva. La configurazione che ho provato costa 5.000 euro, e ruota intorno alla formidabile accoppiata di Intel Core i9-7900X e Nvidia GeForce GTX 1080 Ti. Non c’è molto di meglio sul mercato.



    È difficile che i "desktop di marca" siano una scelta vantaggiosa a livello economico. Chi sa arrangiarsi potrà risparmiare qualche soldo, e magari scegliere componenti un po’ migliori. Beninteso, data la fascia di prezzo si resta sempre ai vertici. Ho apprezzato in particolare l'alimentatore, componente tanto sottovalutato quanto cruciale per la buona salute generale del sistema. È prodotto dalla rispettabile FSP, è modulare, ha potenza massima 1.000 W (sufficienti per gestire in scioltezza una seconda GPU) ed è certificato 80 Plus Gold.
    Non ci sono molti dettagli sulla scheda madre. Il chipset è un Intel X299, e per il resto bisogna rifarsi alle specifiche del sito ufficiale. Non è un prodotto acquistabile al dettaglio: ufficialmente è marchiata Acer, che ne gestisce direttamente gli aggiornamenti. Come da tradizione, l’interfaccia UEFI è meno versatile rispetto a quello delle mobo desktop retail: assomiglia più a quella di un notebook, e l’interfaccia grafica è ancora testuale stile BIOS. Per un overclocker o uno smanettone non sono buone notizie, ma loro scelgono altro. Di seguito la scheda tecnica completa della configurazione in prova.


    • CPU Intel Core i9-7900X (Skylake-X) 10core/20thread @3.30 GHz con dissipatore a liquido

    • GPU Nvidia GeForce GTX 1080 Ti. Ventola singola stile "blower". 1481 MHz

    • 32 (2x16) GB di RAM Kingston DDR4-2666 PC-21300 1.333 MHz 2x16 GB

    • Motherboard Acer PO9-900 Intel X299:

      • 4x slot pci-e x16

      • 6x porte SATA interne

      • 2x slot m.2 con dissipatore passivo

      • 8x slot per la RAM

      • 5x porte USB Type-A 3.0 sul retro

      • 1x porta USB Type-C 3.1 sul retro

      • 2x porte USB Type-A 2.0 sul retro

      • SPDIF e audio analogico

      • Bluetooth 4.2

      • Wi-Fi ac dualband (Intel 7260)

      • Gigabit Ethernet

      • <span>3x porte USB Type-A 3.0 davanti

      • 1x porta USB Type-C 3.1 davanti

    • 256GB SSD Intel NVMe Intel 600p

    • 2TB HDD Toshiba DT01ACA

    • PSU modulare FSP da 1.000w 80 Plus Gold
    Il nocciolo di Orion 9000, dicevo, sono la GTX 1080 Ti e il Core i9-7900X. Sono prodotti già sul mercato da tempo, e già testati in lungo in largo ormai. Non c’è più molto da scoprire a riguardo. Questo test si concentra quindi su come i due chip sono stati implementati da Acer, e come il computer si comporta in scenari d’uso reale.

    La build



    Il case di questo Orion 9000 è imponente anche per gli standard dei tower. Ci sono delle “lame” di contorno ai pannelli laterali che aumentano la profondità complessiva di circa 25 centimetri. È un case di buon livello, con tanti alloggiamenti per l’espansione e tutte le feritoie necessarie per nascondere i cavi, mantenendo l’ordine interno. Nel pannello anteriore si nascondono un masterizzatore DVD e un supporto per appoggiare le cuffie. In alto si trovano tre porte USB 3.0 e una USB Type-C 3.1, oltre agli ingressi per cuffia e microfono e il pulsante Turbo che attiva l’overclock di fabbrica. Le antenne Wi-Fi sono integrate nel case, e in generale garantiscono un’ottima ricezione.
    Trasportare questo bestione da oltre 20 kg non è semplice, ma le due maniglie in alto e le ruote posteriori aiutano - finché non ci sono scale. Diversi i “punti luce”: due fasce anteriori, una striscia sulla paratia con finestra, le ventole anteriori e posteriore e svariati LED sulla scheda madre. Per default è tutto impostato in un bell’azzurrino coordinato; l’applicazione PredatorSense permette di modificare colori e animazioni per tutto tranne le ventole.
    Ci sono alcuni accorgimenti interessanti relativi alla ventilazione: l’alimentatore è isolato dal resto del case con un carter in plastica, e una feritoia interna convoglia un po’ dell’aria delle ventole anteriori dietro alla motherboard, dove sono montati gli hard disk. Sul processore è infine montato un dissipatore a liquido realizzato da Cooler Master. Il radiatore è montato in alto, e si avvale di due ventole da 12 centimetri (non illuminate). L’accesso all'impianto è facilitato da una griglia fissata al case da solo un paio di viti. Il risultato complessivo è un computer estremamente espandibile: c’è spazio per ben 4 GPU e 6 tra SSD e HDD.

    Accessori
    La dotazione include un mouse ottico Predator (SM-9627) “quasi-ambidestro” (il corpo è simmetrico, ma ci sono due pulsanti aggiuntivi solo sul lato sinistro, raggiungibili con il pollice destro) con selezione DPI, e una tastiera a membrana (SK-9627). Entrambe le periferiche sono illuminate con lo stesso azzurrino del PC.
    Il mouse è un po’ piccolo per la mia mano e il mio palm grip, e ha una gobba piuttosto pronunciata. Il claw grip è l’ideale, quindi. La tastiera ha un layout piuttosto pulito e ordinato, con pulsante “Game” che disattiva il tasto Windows. C’è l’essenziale anche a livello di controlli multimediali, senza strafare.
    Nella confezione sono anche inclusi diversi cavetti per l’alimentatore: in pratica c’è tutto l’occorrente per montare una seconda Nvidia GTX 1080 Ti, incluso il ponte SLI.
    Acer Orion 9000 è offerto con Windows 10 Home e qualche software proprietario: Acer Care Center, che include centro aggiornamenti, assistenza, tool di pulizia e manutenzione, e Predator Sense, tramite cui si possono regolare effetti di illuminazione, overclock della CPU, velocità delle ventole, e monitorare le prestazioni di CPU e GPU. Non manca infine il motore audio Sound BlasterX 720° Pro Gaming - con relativa applicazione di gestione Sound Blaster Connect.
    Come va
    Ho usato Orion 9000 come PC principale per un paio abbondante di settimane. Ci ho lavorato tutti i giorni, giocato e fatto qualche progetto più impegnativo. È ovvio che una build con queste specifiche non può andare male in senso assoluto. Per il lavoro da ufficio - le solite decine di schede Chrome aperte, YouTube, Spotify Office, fotoritocco - è naturalmente esagerato. Non è un male in sé ("la potenza di fuoco non basta mai", insegna Billy Rosewood), ma se l'uso è solo questo tanto vale ridurre la potenza in favore di una minor rumorosità.
    Il processore, però, diventa il punto di forza dell’intero progetto quando si passa a lavori più intensivi. I dieci core sono una svolta per chi deve compilare software, fare render con programmi che ancora non si sono “convertiti” alla GPU, modellazione 3D, decoding/encoding/transcoding video, esecuzione di più macchine virtuali e molto altro. Per fare un esempio concreto con Autodesk Revit: i tempi di render sono esattamente dimezzati rispetto al mio Core i7-5820K (Haswell-E) a 6 core. È un potenziale risparmio di ore al giorno.
    Nel gaming non ci sono sorprese. La GTX 1080 Ti è ancora la GPU consumer più potente sul mercato. L’apporto della CPU in questo frangente è modesto, ma questa rimane la configurazione a GPU singola più potente che si possa comprare.
    A grandi linee, funziona così: con tutti i dettagli al massimo, si può giocare senza incertezze in 4K a 30 FPS; in 2K a 60 FPS; in FHD a 120 FPS. Se il motore del gioco non è proprio recentissimo (o è ottimizzato particolarmente bene), si possono avere soddisfazioni anche maggiori. Con Bioshock Infinite e Doom, per esempio, si mantengono i 60 FPS in 4K, con picchi minimi trascurabili - qualche sporadico 53 o 54. Parimenti, va da sé, abbassando la risoluzione a 2K si riesce a giocare con grande stabilità a 120 FPS.
    Con giochi più intensi come Final Fantasy XV o Forza 7, per un 4K a 60 FPS spesso non basta nemmeno scendere a dettagli medi o bassi. Con The Witcher 3 può bastare disattivare Nvidia HairWorks, ma in zone particolarmente complesse da renderizzare (penso a una battaglia con tanti avversari durante un temporale) qualche drop significativo è da mettere in conto. Insomma, se il 4K@60 sempre e comunque è l'obiettivo primario bisogna attendere la prossima generazione (oppure optare per una seconda GPU).
    Quale modalità è migliore? La testa dice 2K@60 FPS, ma cuore il 4K@30. Dopo aver ammirato i ricchissimi scenari medieval fantasy di The Witcher 3, ogni più piccolo dettaglio, rifrazione ed effetto ambientale di Forza 7, tornare indietro è difficile - anche per uno come me, la cui carriera videoludica è iniziata con il 320 x 240 di Doom e degli arcade al bar. Vedere per credere:



    Temperature e rumore
    Acer Orion 9000 non si può definire silenzioso, ma è efficiente nella dissipazione del calore. I test qui sotto illustrano un’ora di uso reale, non con benchmark sintetici, in tre situazioni - uso leggero, gaming e render CPU in modalità “Turbo” (overclock). Il dato più importante è che, sotto carico pesante, le temperature e la velocità delle ventole (e quindi il rumore) rimangono sempre costanti, senza cali di prestazione, anche dopo molto tempo. In generale, comunque, le parti più rumorose sono le due ventole del dissipatore a liquido della CPU; i 2.500 RPM sono la soglia limite del fastidio. Quando rallentano dopo un periodo prolungato a pieno carico (circa 3.000 giri in modalità automatica) si tira un bel sospiro di sollievo. La ventola della GPU è meno rumorosa, anche perché ha un tono più grave, girando più lentamente.
    Impostando manualmente le ventole al 100 per cento - e accettando quindi un rumore ben più elevato - si possono raggiungere risultati anche più sorprendenti: perfino nel famigerato torture test Prime95 8k, e con la modalità “Turbo” attivata, la temperatura sul processore non sale mai oltre i 74 gradi - nemmeno dopo un’ora. Certo, non si può stare nella stessa stanza senza delle cuffie.

    Conclusioni
    Questa configurazione di Acer Orion 9000 è un po’ sbilanciata per un uso gaming “puro”, ma è l’opzione ideale per chi ha esigenze elevate sia per svago sia per lavoro. Il case è di chiara natura gaming ma non esagerato: perfettamente accettabile per un libero professionista, un po’ al limite per un ufficio o una scuola - se proprio, si possono disattivare i LED frontali, laterali e della motherboard (rimangono quelli delle ventole, però).
    Il case è grosso e imponente, ma grazie a rotelle e maniglie non è troppo scomodo da spostare da una parte all'altra di un ufficio o un appartamento. È anche comodo da aprire e offre accesso rapido a tutti i componenti, per manutenzione ed eventuali upgrade. Non è troppo rumoroso per l’hardware che monta ed è ben ventilato. Si sarebbe potuto fare meglio con le periferiche di input e con l’edizione di Windows, ma non sono ostacoli insormontabili.
    La configurazione in prova non pare disponibile presso nessun rivenditore affidabile e conosciuto. Perfino lo stesso Acer Shop offre solo la variante con doppia GTX 1080 Ti, a 5.999 euro (incluso il 15 per cento di sconto). È difficile da consigliare ad occhi chiusi. A degli svantaggi importanti - maggiori consumi, maggior rumore - non corrisponde il vantaggio prestazionale che ci si aspetta. Gli FPS non sempre raddoppiano, e il supporto non è universale.
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