Bartini-Beriev VVA-14

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    Allo sviluppo della classe Km partecipò anche un fisico italiano (o meglio, di Fiume, ufficialmente Austro-ungarico all’epoca), Roberto Oros di Bartini.

    La sua è una storia curiosa di intelligenza, proletariato e avventura e sarebbe lunga da raccontare.

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    Nase così il Bartini-Beirev, quello che è forse il velivolo KM più affascinante. Purtroppo oggi ci rimane solo una carcassa, qualche foto e alcuni render di quello che fu.

    Fu concepito principalmente come velivolo bombardiere anti-sommergibile, viste le minacce nucleari USA di quegli anni.

    Decisamente più piccolo del Mostro, aveva comunque caratteristiche interessantissime (is the new “non importa quando sia grande il martello ma con che precisione batta il chiodo”).

    Innanzitutto era più ibrido dell’ibrido: non solo era un ekranoplano ma poteva addirittura volare come un normale aeroplano, per di più decollando verticalmente.

    Aveva per questi motivi dimensioni “standard” con una lunghezza di 26 metri a fronte di 28 di apertura alare. Il massimo peso al decollo era di 52 tonnellate, a fronte di 23 tonnellate di peso a vuoto.
    Velocità ed autonomia erano notevoli, se considerato mezzo marino: 760 km/h e 2450 km.

    Purtroppo nel 1974 Bartini morì e il lavoro subì numerosi ritardi. Nel 1977 L’URSS dichiarò il progetto non più rilevante per il paese e così anche il VVA-14 non uscì mai dallo stadio di prototipo.


     
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