10 milioni a Apple e di 5 milioni a Samsung sabotavano i cellulari per farli invecchiare prima

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    Finalmente adesso c’è un precedente anche in Italia: il Garante dei consumatori ha inflitto una bella multa di 10 milioni a Apple e di 5 milioni a Samsung per la vendita di apparecchi telefonici con obsolescenza programmata. Una truffa per i consumatori.

    Il funzionamento dell’imbroglio finalmente sanzionato da un’Autorità di garanzia è molto semplice. La Apple e la Samsung mandano ai loro clienti degli aggiornamenti del software che però gli smartphone in possesso dei poveri malcapitati non sono in grado di gestire. Il risultato è un vero cortocircuito, l’obsolescenza programmata, che costringe il proprietario del telefonino a difendersi in un solo modo: comprando un nuovo apparecchio. La multa di qualche milione fa solo solletico a due colossi come Apple e Samsung, ma almeno punta il faro sull’imbroglio degli elettrodomestici costruiti per durare poco.
    OBSOLESCENZA PROGRAMMATA

    L’obsolescenza programmata è uno dei motori dello spreco. Specie all’interno dell’economia domestica, perché grazie alla capacità di programmare elettrodomestici in modo da ridurne il ciclo di vita, si costringono i consumatori ad acquistare nuovi oggetti e nuovi prodotti. Tutto dura meno. O meglio: tutto deve durare meno, per vendere di più, anche quando non serve.

    Adesso che, in alcuni paesi come la Francia, è un reato, possiamo capire meglio che cosa è e come funziona l’obsolescenza programmata, un diabolico meccanismo che danneggia i consumatori inconsapevoli di questo procedimento.

    Perché quando si rompe la parte di un oggetto è più conveniente ricomprarlo che sostituire il pezzo rotto? Perché dopo qualche mese dall’acquisto, il cellulare diventa un dinosauro tecnologico? In via di progettazione, gli ingegneri che creano le cose, possono decidere la loro durata. Più o meno un paio d’anni, il tempo per far scadere la garanzia: questo processo si chiama obsolescenza programmata.
    OBSOLESCENZA PROGRAMMATA ELETTRODOMESTICI

    Progettare gli oggetti inserendo parti che possono usurarsi facilmente e non fornire i pezzi di ricambio è uno dei modi con cui operano i fautori dell’obsolescenza. L’altro sistema è la pubblicità che crea bisogni indotti, che incentiva le persone a disfarsi del “vecchio modello” per passare ad uno nuovo. Via dunque all’uscita di dispositivi tecnologici con software più aggiornati, più piccoli in formato tascabile, più grandi per essere fruiti più facilmente a seconda del pubblico per il quale vengono creati.

    L’illusione di possedere il meglio ci spinge a disfarci del vecchio per passare al nuovo, della marca meno conosciuta in favore di quella più cool.
     
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