Una questione di proporzioni

Racconti erotici incesto

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    Sono un ragazzo di vent'anni e questa è una storia accaduta realmente.

    Fin dalla pubertà ho sempre avuto dei testicoli enormi, sproporzionati, pendevano tra le mie gambe grossi e gonfi, dondolando a ogni mio movimento.

    Crescendo non hanno fatto altro che aumentare di dimensioni e ora sono grossi come pompelmi, causandomi non pochi fastidi, anche se ormai mi ci sono abituato.

    Il problema maggiore per quanto mi riguarda è la frequenza con cui devo masturbarmi: ogni due per tre devo correre in bagno per dar sollievo alle palle sempre piene da scoppiare.

    Ovviamente, anche la quantità e la potenza delle mie venute sono proporzionate alle dimensioni, per cui l'unica soluzione che ho è entrare in doccia e segarmi lì.

    All'inizio facevo tutto di nascosto, ma inevitabilmente mia madre a un certo punto si accorse di qualcosa e fui costretto a confessarle tutto.

    Mia madre è una donna non molto alta, con qualche chilo di troppo ma ancora tutte le curve al posto giusto, una fantastica quarta e un bel culone largo, grasso e grosso e ancora bello rotondo.

    Siamo sempre stati molto in intimità, per cui quando le esposi la mia situazione dopo un primo momento di imbarazzo, in cui divenne rossa come un pomodoro, prese in mano la situazione e divenne la mia fedele alleata.

    Mi aiutava a nascondere a tutti il fatto che avevo le palle così grosse, e spesso mi aiutava anche in modo molto più diretto, permettendomi di toccarla o di strusciarmi contro di lei per poi correre in bagno a sborrare come un animale.

    Questa vicenda è avvenuta un pomeriggio di primavera in cui mio padre era uscito per andare a trovare dei parenti, e in casa eravamo rimasti solo io e mia madre.

    Per un motivo o per l'altro dalla mattina non avevo avuto occasione di andare in bagno e non ce la facevo più, avevo troppo bisogno ed era troppo allettante la visione di mia madre che si sporgeva sul tavolo della cucina per pulirlo, offrendo involontariamente alla mia vista le due belle chiappone ampie e invitanti fasciate da un paio di jeans aderenti.

    Allungai una mano e le palpai il culo

    "cosa fai?"

    "niente, ho solo voglia di toccarti un po'"

    "che stupido..."

    "appoggiati qui" le dissi guidandola verso il piano della cucina "così, brava"

    Si sporse in avanti, offrendomi il grosso sederone, che presi a palpare con entrambe le mani, godendomi la morbidezza e il calore

    "sei contento ora? Poi però vai in bagno a tirarti una sega così ti calmi"

    la massaggiai ancora un po', poi mi appoggiai con il pacco contro di lei e presi a spingere

    "siamo intraprendenti oggi eh?" rise divertita

    "ti piace?"

    "certo che mi piace, stai smaniando come un asino in calore per il mio corpo" sogghignò "però tra poco vai in bagno, non so quando torna tuo padre..."

    Mi sfregai contro di lei per qualche minuto, poi le chiesi "posso abbassarti i pantaloni?"

    "no!" mi rispose seccamente

    La sommersi letteralmente di baci su collo e guance, stringendola forte e rinnovando la mia richiesta regolarmente

    "eh va bene" disse rassegnata "puoi farlo. Solo i pantaloni però, se mi tocchi le mutande finisce qui" mi ammonì: tra noi due c'era sempre stata questa regola, non potevo mai toglierle le mutande, per evitare che le cose ci sfuggissero di mano.

    Mi accovacciai e le abbassai i pantaloni fino alle caviglie: aveva davvero un bel culo, grasso e rotondo, con una leggera cellulite.

    "hai un sederone bello grosso" le dissi mollandole una pacca

    "guarda che se non ti piace puoi anche smetterla allora..." sbuffò

    ridacchiando baciai e leccai le natiche che avevo davanti, poi tornai in posizione, abbracciandola da dietro mentre spingevo.

    Riuscivo perfettamente a sentire la forma e la consistenza delle sue chiappone anche attraverso la tuta che indossavo, ero in paradiso

    "ti manca tanto? Avrei da fare io..."

    "un po'" risposi "però se potessi spogliarmi finirei subito..." buttai lì

    "allora mi spiace ma dovrai aspettare ancora" rispose senza riuscire a nascondere un sorriso

    la pompai a lungo, poi mi chiese

    "di un po', hai intenzione di venire così vero?"

    "mi hai beccato..."

    "potevi anche chiedermelo..."

    "mi avresti detto di no"

    "questo è un altro discorso, la prossima volta chiedimelo prima"

    Nonostante sembrasse seccata notai che si era messa in punta di piedi per agevolarmi i movimenti

    le baciai il collo e rinnovai la forza con cui mi sfregavo.

    Non mi bastava ancora però, volevo sentire meglio il contatto con le sue chiappone, quindi mi abbassai i pantaloni

    "ehi!"

    "ti prego...ti prego...ho troppa voglia..." ansimai continuando a muovermi "su, da brava......lasciami fare..."

    mugugnò qualcosa che non capii ma non la prese male, anzi vedevo che le piacevano le mie attenzioni e i baci che le stampavo di tanto in tanto sulle guance

    dopo un po' "sto per venire" annunciai

    "era ora, fatti questa benedetta sborrata e basta"

    "ecco.....vengo...vengo... aiutami mamma...aiutami a venire"

    "cosa?"

    "fammi venire..." ripetei ansimandole nell'orecchio "muoviti"

    "ma che pervertito!" esclamò ridendo

    "forza...dai che vengo.... mamma....mamma ne ho bisogno..."

    Fece per un po' la preziosa godendo della mia impazienza finchè con mia grande gioia prese anche lei a sfregare il culone contro di me, strappandomi un gemito.

    "mi piace il tuo sederone, bello grosso e morbido.... ora vengo...vengo sulle tue chiappe molli..."

    la feci ridacchiare a questa uscita

    "ecco....ecco...vengo..sto venendo..ooohhh, si cosi'....oooohhhh....vengo....ohhhh....brava....muoviti così...brava...ecco....ecco"

    continuai a rantolare finchè non decisi di venire , mi abbassai le mutande e liberai il cazzo durissimo e gonfio, ma soprattutto le palle enormi che finalmente poterono pendere libere tra le mie gambe, rosse e piene da scoppiare tanto che pulsavano debolmente.

    Mi segai velocemente guardandole il culone enorme, le palle penzoloni che oscillavano a ritmo con la mia mano, scontrandosi tra di loro ogni tanto.

    Sentivo l'orgasmo montare, ero eccitatissimo.

    Mi afferrai con la mano libera le palle per massaggiarle (o meglio dire una palla alla volta, due certo non mi ci stavano in mano) e finalmente urlando proruppi in una sborrata colossale, lunghissima e molto intensa che mi lasciò senza fiato.

    Le schizzai violentemente infiniti getti caldi e densi sul culo, colpendole entrambe le chiappone grasse per poi scendere lungo le gambe.

    Addirittura gli ultimi schizzi, meno potenti, le caddero sui piedi.

    Ero venuto talmente tanto che faticai a restare in piedi.

    Mi diede tempo per riprendermi, poi si spostò e si rialzò i pantaloni

    "ora per colpa tua devo farmi una doccia e smacchiare questi pantaloni" si lamentò "però sono contenta di essere stata utile" disse sorridendomi

    le sorrisi in risposta e andai a cambiarmi.
     
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    Se te lo facevi strusciare fra le natiche venivate prima
     
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