I quattro aspetti del Divino secondo l'Induismo

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    Comprensione Tradizionale del concetto del Divino



    In un passaggio dello Yogavāsistha, composto di 27.000 versi, Sri Rāma chiede ad Hanumān, il grande devoto, il dio-scimmia: “In qual modo tu mi adori?”. Con questa domanda Sri Rāma fa esprimere ad Hanumān il concetto del Divino, secondo la Dottrina tradizionale. Hanumān così risponde: “Finché conservo il sentimento di avere un corpo fisico, finché non mi è possibile liberarmi dall’idea della forma fisica, io sono vostro servitore, io non sono che un misero organismo (prāni) e un abisso insormontabile mi separa da Voi. Se, al contrario, perdendo la nozione del corpo grossolano mi ritrovo jīva con una coscienza individuata, parlo, utilizzo la mia mente e commetto errori. In questo stadio io mi rendo conto che faccio parte del vostro Corpo superiore, ho il sentimento della vostra immanenza. Se mi elevo ancora di un gradino e domino completamente la mia mente, scopro in me un Centro spirituale che né il pensiero né il linguaggio possono cogliere; questo Centro superiore, che si pone di là dal mondo empirico, è l’ātman, è il Sé: tra me e Voi non c’è più alcuna differenza, alcuna distinzione, esiste solo Brahman e nient’altro che Brahman”.

    Se ci si vuole spogliare dell’idea del corpo e operare sul piano dell’intelletto superiore, ci s’incammina progressivamente verso l’Identità; si può passare, così, dal Dualismo al Monismo fino all’Advaita: Uno-senza-secondo. Se si desidera conservare l’idea del corpo, di fronte a Dio si sostiene un ruolo di servitore, adoratore, devoto, ma questa posizione dualista consente, tuttavia, la purificazione dell’io.

    Esistono, dunque, molteplici aspetti del Divino che, dal punto di vista metafisico, vanno dalla concezione più “tangibile” e “concreta” a quella più “sottile” e “noumenica”.
    Quest’insegnamento del differente accostamento alla Realtà è sintetizzato nella Gītā. Non si deve, però, pensare che ciò significhi confusione o disordine sul piano spirituale. L’idea di una religione o fede dogmatica uguale per tutti è assolutamente estranea allo spirito indiano. Ogni individuo differisce dal suo simile per la sua struttura mentale, le sue aspirazioni e per la gradazione dei suoi bisogni. (Da questa esigenza sono nati gli ordini sociali). Occorre, dunque, che egli trovi la formula ottimale inerente alla sua particolare esigenza spirituale. Il suo karma è, quindi, di scoprire la verità relativa al suo stato e di esprimerla perché ciò costituisce il suo dharma (dovere).

    Si potrà notare in seguito come Krsna gradatamente fa riconoscere ad Arjuna la sua vera condizione coscienziale, che è quella del guerriero, e l’imprescindibile dovere (dharma) di assecondarla e svelarla nell’azione.

    Il pensiero tradizionale indù abbraccia così tutte le possibili condizioni coscienziali dell’uomo e usa distinguere quattro aspetti del Divino che possono essere appunto adeguati ai differenti livelli di comprensione umana.

    a L’aspetto dell’Assoluto, Brahman nirguna senza attributi, l’Uno-senza-secondo. Sentiero metafisico puro. L’Asparśavāda (il sentiero del senza sostegno, del non-contatto) di Guadapāda e il Vedānta Advaita di Śamkara portano a questo ardito volo.

    b L’aspetto del Dio impersonale, Nirākāra, senza rappresentazione mentale di nessuna natura. “Dio è spirito e verità”.

    c L’aspetto del Dio personale, Ākāra, sotto forma di simbolo. E’ seguito dalle menti più accese, immaginative e devozionali.

    d L’aspetto del Dio incarnato, Avatāra, che assume una configurazione umana per indicare il cammino agli uomini.



    Aspetto dell’Assoluto
    Brahman non è ciò che si indica con la parola Dio. Egli è al di là dal linguaggio e dallo stesso pensiero: è l’Assoluto nella sua incondizionatezza, incausalità, inalterabilità. Realizzarlo comporta la scomparsa dell’intero mondo dei nomi e delle forme. Solo il nirvikalpa samādhi raggiunge Quello. Tale samādhi non è né una comunione né un’unione; è anche impropria la parola Identità perché questa espressione implica ancora due termini, mentre nel nirvikalpa, Brahman rimane l’Uno-senza-secondo, quale Essenza pura. Egli è il Sostrato di ogni noumeno e fenomeno, del Reale e del non-reale, dell’Immanifesto e del manifesto, è la base di ogni possibile polarità, compresa quella del finito e infinito. Brahman non ha termini di paragone o di opposizione, ma è l’abisso ove si annullano e si risolvono tutte le coppie di opposti.
    Speculare sul Brahman è impossibile, solo l’intuizione superconscia può coglierne un riflesso.

    Aspetto del Dio impersonale
    Per la seconda concezione il Divino può considerarsi la causa prima, la sorgente e il principio di ogni cosa manifesta, l’Essenza e la Sostanza universali, l’Uno matematico, mentre Brahman corrisponde allo Zero metafisico. La teologia cristiana ammette la Trinità: Dio Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Lo stesso avviene per gli Indù con l’aspetto Impersonale, Personale e dell’Avatāra, incarnazione divina o Dio fatto carne.
    Così l’aspetto Nirākāra è quello impersonale. Dio è Spirito e non può essere raffigurato da alcuna rappresentazione umana. Corrisponde al Brahman saguna con attributi o a Iśvara, sorgente del mondo dei nomi e delle forme. Essendo la causa del Tutto, contiene il “Germe d’oro” da cui emerge l’intera manifestazione. In Iśvara ogni cosa è già compiuta; Esso è, e la successiva fase manifestante non rappresenta altro che il dispiegamento delle potenzialità latenti della causa prima.
    L’Uno è l’inizio di tutti i numeri e non c’è numero che non abbia come base l’uno. Un milione è formato da tanti uno. La causa prima è il sostegno e il sottofondo di tutte le illimitate forme planetarie e cosmiche. Con Brahman saguna, il numero e la geometria sono all’opera, gli archetipi sono potenzialmente pronti. Molti sentieri yoga portano al contatto con la causa prima, con l’Unità. Afferrare i princìpi primi, il mondo del significato, vuol dire penetrare l’essenza della grande causa. Espandere la coscienza nell’Uno-tutto è la conclusione di molti samādhi. Afferrare le leggi dell’Essere significa comprenderne il meccanismo evolutivo o, meglio, svelante.

    Aspetto del Dio personale
    L’aspetto Ākāra è quello personale del Divino. In tale condizione Dio prende una forma: Śiva, Kāli, ecc. Non sono figure storiche queste, ma simboliche. Con tanti simboli inizia il devozionalismo e il culto; il rapporto tra la Divinità e il fedele è già personale. Queste figure variano con il variare della mentalità dei fedeli, ma, più che altro, e ciò è importante, esse costituiscono veri simboli ideali che aiutano in modo considerevole l’ascesi e la trasmutazione delle potenze interne.

    Aspetto del Dio incarnato
    Dal Dio simbolo passiamo al Dio carne, all’ Avatāra o Messia, secondo le terminologie in uso. La Divinità, o meglio il Principio divino, si esprime mediante un corpo umano abbastanza perfetto. A questo livello gli individui, finalmente, vedono e toccano la Divinità. Dio cammina in mezzo agli uomini svelando un suo particolare attributo: l’Amore, la Sapienza o la Volontà divina. Il più delle volte, però, i fedeli e gli stessi discepoli di quell’Incarnazione non s’innalzano al Principio, ma si fermano all’individualità del semplice mediatore. In tal modo nasce il culto e l’idolatria dell’individualità.

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    Ciao Orlando...

    mi è mancata molto una tua risposta nell'altra discussione che avevi aperto riguardo le presunte "religioni esclusiviste"...certamente sarebbe stato un gradevole scambio di pensieri come sempre...

    Per quanto riguarda questo ultimo post che ha scritto qui sopra, ti faccio un esempio...leggi questo:

    "Inoltre per i testimoni di Geova è il corpo direttivo (che secondo la loro visione è lo "schiavo fedele e saggio" menzionato nei vangeli Matteo 24:45 e Luca 12:42) a dare l'interpretazione delle Sacre Scritture, i fedeli accettano tali interpretazione[60]. Il corpo direttivo si riunisce collegialmente quando si tratta di riesaminare insegnamenti biblici che includono l'esatta comprensione delle profezie dei tempi di Dio riguardanti il suo proposito per la terra, che si realizza dopo il giorno del giudizio, ad Armaghedon."

    Sono delle frasi prese dall'enciclopedia Wikipedia, molto interessanti ma non completamente esatte. Hanno qualche verità mischiata con la visione e le idee di chi si è occupato della stesura del testo (lo ho confrontato con alcuni miei amici che sono Testimoni di Geova).

    Allo stesso modo quello che tu menzioni sopra è un sito italiano (vedanta) che mischia delle verità tratte da testi Indiani ma contornate di interpretazioni occidentali che "spiegano" i testi. In pratica verità (riguardo la cultura e religione Indiana) mischiate a idee personali che piacciono a chi ha curato la stesura del testo e che vuole trasmettere ai lettori del sito.


    Se invece vai in India e studi l'induismo direttamente dalle origini scoprirai che hanno grande valore le parole dello scrittore indiano A. Parthasarathy che spiega: “Gli indù non sono politeisti. L’induismo crede in un solo Dio. I milioni di dèi e dee del pantheon indù sono in realtà rappresentanti dei poteri e dei ruoli dell’unico Dio supremo”.

    Il fatto che non hanno una "chiesa ufficiale" ma hanno moltissimi "guru" o guide spirituali fa si che ogni comunità, o anche ogni casa o famiglia abbia il proprio idolo, ma questo non significa assolutamente che "L’idea di una religione o fede dogmatica uguale per tutti è assolutamente estranea allo spirito indiano".

    Di fatto la religione induista, pur avendo milioni di dei e dee con infiniti precetti diversi, ha come base un unico dio uguale per tutti e con dogmi di base uguali per tutti.

    Per esempio un aspetto dell’induismo universalmente noto è quello del sistema delle caste, il varna, che fa una rigida suddivisione della società in classi. Nessuno che vada in India può fare a meno di notare che la società indù è ancora stratificata da questo sistema. Ma il fatto che nelle grandi comunità indù occidentali continua questo sistema di divisione significa che non è legato alla nazione ma è profondamente impresso nella religione degli indiani. Ecco dunque che in India ciascuno viene al mondo entro un rigido sistema castale e non c’è quasi nessun modo di uscirne. E generalmente l’indù non cerca una via d’uscita. Per lui quella è la sua sorte predeterminata, inevitabile, il risultato delle azioni compiute durante un’esistenza precedente, o karma.


    Il dizionario delle mitologie e delle religioni
    , di Yves Bonnefoy 1989, pagina 361 spiega che secondo la mitologia indù, c’erano in origine quattro caste principali basate sulle parti del corpo di Puruṣa, l’uomo primordiale padre dell’umanità. Gli inni del Rigveda dichiarano:
    “Quando ebbero smembrato l’Uomo [Puruṣa], come ne distribuirono le parti?
    Che cosa divenne la sua bocca? Che cosa divennero le braccia? Le cosce, i piedi, che nome ricevettero?
    “La sua bocca divenne il Brahmano [la casta superiore], il Guerriero [rajanya] fu il prodotto delle braccia,
    le sue cosce furono l’Artigiano [vaisya], dai piedi nacque il Servitore [sudra]”.

    Dunque i brahmani o sacerdoti, la casta più elevata, traevano origine dalla bocca di Puruṣa, la sua parte più alta. La classe politica, cioè guerrieri e re (kshatriya o rajanya), veniva dalle sue braccia. La classe dei commercianti e dei contadini, chiamata vaisya, o vaishya, derivava dalle sue cosce. Una casta inferiore, i sudra, o shudra, gli addetti ai lavori servili, proveniva dalla parte più bassa del suo corpo, i piedi.
    Nel corso dei secoli si crearono caste ancora più basse, i fuori casta e intoccabili. Benché l’intoccabilità sia illegale in India dal 1948, gli intoccabili conducono tuttora un’esistenza orribile. Poco a poco le caste si sono moltiplicate in corrispondenza di quasi ogni tipo di professione e artigianato in seno alla società indiana.

    Oltre a questo dogma della reincarnazione stabilito in modo identico per tutti coloro che sono Indù, esistono poi altri dogmi che sono comuni e validi assolutamente per tutti indipendentemente da quale "parte" dell'unico vero dio che loro professino di adorare. Altre sfumature invece cambiano dipendendo del guro o guida spirituale ed ovviamente se tale gurù insegna in occidente, insegnerà cose volutamente modificate per essere gradevoli agli occidentali...

    ...ma di fatto , questo è un gioco che ormai fanno quasi tutte le religioni includendo quelle cosiddette Cristiane. Sfumare sempre di più dogmi e fare sempre più leva sul individualità, cosa che piace di più alla massa che non cerca una verità ma solo una religione di comodo...
     
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    1)Il sistema della caste non è scritturale,le Scritture Vediche insegnano che l'appartenenza ad uno o l'altro varna(classe sociale) dipende dalle caratteristiche del singolo individuo e non dalla nascita in questa o quella "casta".

    Guarda cosa dice Krishna nell'ultimo capitolo della Bhagavad-gita(versi da 41 a 45):
    Brahmana, ksatriya, vaisya e sudra si distinguono per le qualità determinate dalla loro rispettiva natura sulla base delle influenze materiali, o vincitore dei nemici.
    Tranquillità, controllo di sé, austerità, purezza, tolleranza, onestà, conoscenza, saggezza e religiosità sono le qualità naturali che caratterizzano le attività del brahmana.
    Eroismo, potenza, determinazione, ingegnosità, coraggio in battaglia, generosità e abilità direttiva sono le qualità naturali che emergono nelle attività dello ksatriya.
    La coltivazione della terra, la protezione della mucca e il commercio sono le attività naturali del vaisya, mentre il dovere del sudra consiste nel servire gli altri col suo lavoro.


    Come vedi,si parla di caratteristiche/qualità dell'individuo,non di una situazione legata alla nascita.

    Il fatto che il sistema della caste non è scritturale si invece anche dal fatto che fu rigettato da Krishna stesso,il Quale apparve più di 500 anni fa in India nelle vesti di un Suo stesso devoto,ovvero Sri Caitanya Mahaprabhu:
    shri_chaitanya_mahaprabhu

    Fu il Signore Caitanya(si legge "ciaitania") a iniziare il movimento del canto collettivo del maha-mantra Hare Krishna:
    gaura-purnima-2018-960x597

    2)Proprio perchè "Induismo" è un termine troppo generico che significa tutto e niente allo stesso tempo,io mi identifico come Hare Krishna e non come indù/induista.
     
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    ...Caro Orlando...

    Comprendo perché ti vuoi allontanare dalle idee induiste, il concetto delle caste è molto brutto...perdonami lo ho menzionato ma solo perché tu nel tuo primo post hai citato l'Induismo...

    Il Bhagavad-gita che tu menzioni Orlando è datato intorno ai tre secoli prima di Cristo mentre il sistema delle caste viene introdotto nella religione Induista circa 1500 anni prima di Cristo...molto tempo prima del testo che tu menzioni, ed ha avuto quindi un influenza immensamente più grande.

    Inoltre anche se è vero che le religioni false si adattano alla massa per avere più fedeli e quindi cercano di dare sempre meno regole e sempre più tolleranza, d'altra parte è anche vero che nella massa c'è chi vuole il potere e non lo vuole perdere per se e per la famiglia...quindi creare un sistema di caste che mantiene il potere solo per alcuni e mantiene come "schiavi" gli altri è sempre stato appoggiato dalla religione in ogni parte del mondo, tacitamente o esplicitamente...

    Triste vero Orlando?
    Però di fatto è così...ed ogni religione crea dogmi e precetti, anche quelle religioni che hanno moltissimi dei e divinità hanno pur sempre una base comune con regole e precetti esclusivisti...
     
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    CITAZIONE (pyskelletto @ 14/12/2018, 22:43) 
    Il Bhagavad-gita che tu menzioni Orlando è datato intorno ai tre secoli prima di Cristo mentre il sistema delle caste viene introdotto nella religione Induista circa 1500 anni prima di Cristo...molto tempo prima del testo che tu menzioni, ed ha avuto quindi un influenza immensamente più grande.

    Noi Hare Krishna prendiamo alla lettera i nostri testi sacri e non accettiamo la storiografia ufficiale quando questa contrasta con ciò che c'è scritto nelle Scritture Vediche.

    Quindi noi crediamo che il Mahabharata (di cui fa parte la Bhagavad-gita) fu messo per iscritto poco più di 5000 (cinquemila) anni fa.

    Forse ti può interessare leggere cosa dice il guru Srila Prabhupada nella prefazione de "Il libro di Krishna":
    Quanto a noi, che viviamo sull'esempio della civiltà vedica, accettiamo la Storia dell'universo rivelata dalle Scritture vediche. L'universo è diviso in numerosi sistemi planetari: superiori, detti Svargaloka; intermedi, o Martyaloka; e inferiori, o Patalaloka. Gli scienziati moderni non possono presentare nessuna prova storica di avvenimenti accaduti più di 5.000 anni fa e gli antropologi affermano che 40.000 anni fa l'homo sapiens non era ancora comparso sul nostro pianeta perché non era stato ancora raggiunto un sufficiente grado di evoluzione. Ma la Storia vedica, presentava nei Purana e nel Mahabharata, narra fatti umani che risalgono a milioni e miliardi di anni addietro

    Edited by Orlando1987 - 15/12/2018, 09:21
     
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    CITAZIONE (Orlando1987 @ 15/12/2018, 06:28) 
    Noi Hare Krishna prendiamo alla lettera i nostri testi sacri e non accettiamo la storiografia ufficiale quando questa contrasta con ciò che c'è scritto nelle Scritture Vediche.

    Quindi noi crediamo che il Mahabharata (di cui fa parte la Bhagavad-gita) fu messo per iscritto poco più di 5000 (cinquemila) anni fa.

    ...ops...

    Questo veramente non lo sapevo Orlando, scusami... nessuno me lo aveva detto...

    In ogni caso, il concetto delle caste (arrivato prima o dopo) ha spiazzato tutti gli altri concetti e si è fissato non solo in ambito politico ma soprattutto in ambito religioso molto, molto, molto più dei testi del Bhagavad-gita...permeando l'intera società Indiana.

    Gesù non ha mai mischiato politica e religione, infatti quando lo volevano fare re Lui ha rifiutato...Invece nella storia le religioni si sono sempre immischiate nella politica e la politica ha usato infinite volte la religione per rafforzare il suo potere.
     
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    CITAZIONE (Orlando1987 @ 15/12/2018, 06:28) 
    Noi Hare Krishna prendiamo alla lettera i nostri testi sacri

    Caro Orlando...
    nel leggere il Bhagavad-gita XII (Il Bhakti yoga) noto delle norme che pur abbracciando vari aspetti della vita sono comunque "esclusiviste" perché includono sempre delle precise azioni ed una devozione totale.

    Sbaglio?
     
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    CITAZIONE (pyskelletto @ 14/12/2018, 14:14) 
    Allo stesso modo quello che tu menzioni sopra è un sito italiano (vedanta) che mischia delle verità tratte da testi Indiani ma contornate di interpretazioni occidentali che "spiegano" i testi. In pratica verità (riguardo la cultura e religione Indiana) mischiate a idee personali che piacciono a chi ha curato la stesura del testo e che vuole trasmettere ai lettori del sito.

    Veramente Raphael(così si faceva chiamare) spiega i vari aspetti del Divino in un modo aderente alla forma mentis occidentale.

    Lui aveva(parlo al passato perchè è venuto a mancare l'anno scorso) la capacità di guidare spiritualmente i ricercatori spirituali secondo le diverse idee spirituali di ognuno di loro.
    Raphael era in grado di guidare spiritualmente anche persone che seguivano filosofie occidentali(quindi non induiste): per esempio la filosofia di Platone(che,come già sai,era un filosofo greco)

    Ti faccio leggere cosa disse in un'intervista:
    Quanto alle Tradizioni, il fatto che io abbia il dono dei diversi linguaggi, è qualcosa che lascia le persone un po’ stupefatte, molto sorprese, perché la maggior parte dei discepoli quando cercano un Maestro si aspettano che il Maestro sia Quello e niente altro: così egli è o Buddista o Cabalista o qualcosa di specifico e null’altro.

    Talvolta mi chiedono: “a quale corrente appartiene? E’ lei un Indù? E’ Lei dell’Advaita Vedanta? E io rispondo: “no, non sono nemmeno quello”. “E’ lei un Cabalista, ha scritto libri sulla Qabbalah?” E questo li disorienta completamente! (ridendo). Così generalmente provo a chiedere alla persona: “Che cosa cerchi? Che direzione hai nella vita? A quale punto posso venire verso di te e possiamo aiutarci l’un l’altro?”. Così trovo che è molto difficile quando qualcuno parla di me e dice che io sono un esperto di Vedanta, sento che mi viene da ridere perché questo non è ciò che penso di essere.

    Ci deve essere uno stato di coscienza che integri tutte le diverse possibilità e opportunità, anche se sei fuori da queste correnti, perché questo stato di coscienza non si identifica con alcuno dei diversi sentieri. Questa è la grande difficoltà che ho nel rispondere a specifiche domande. Se qualcuno mi chiede: “ha seguito un particolare sentiero?” La mia sola risposta potrebbe essere: “si, li ho seguiti tutti”.


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    CITAZIONE (Orlando1987 @ 5/5/2019, 15:46) 
    Ci deve essere uno stato di coscienza che integri tutte le diverse possibilità e opportunità, anche se sei fuori da queste correnti, perché questo stato di coscienza non si identifica con alcuno dei diversi sentieri. Questa è la grande difficoltà che ho nel rispondere a specifiche domande. Se qualcuno mi chiede: “ha seguito un particolare sentiero?” La mia sola risposta potrebbe essere: “si, li ho seguiti tutti”.

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    Caro Orlando,

    mi spiace doverti esprimere un punto di vista totalmente opposto, non è per andare contro di te ma purtroppo le affermazioni del signore che citi sono a mio avviso personale (come diceva Pirenei, mi accorgo che di fatto non ho problemi a parlare in molti casi di me stesso "ad personam", è normale che accada in un forum) ecco, dicevo che a mio avviso sono espressioni non solo incoerenti ma anche false per logica...

    ...nelle varie cose che dice, parla di "aver seguito tutti i sentieri" al passato ma lo applica al presente in quanto lo collega alla domanda in cui gli chiedono sempre a che "corrente appartiene" (non a quale corrente è appartenuto). Quindi, applicato al presente, seguire tutti i "sentieri" è semplicemente impossibile proprio perché come accennavo sopra è sia incoerente e che anche falso... ti faccio qualche esempio:

    Per arrivare a Dio posso seguire contemporaneamente il sentiero di Cristo e quello di Krishna? No, perché se seguo quello di Cristo allora mangerei carne e andrei contro quello di Krishna...

    Per arrivare a Dio posso seguire contemporaneamente il sentiero di Cristo e quello Giudeo? No perché gli Ebrei non credono in Cristo come figlio di Dio...

    E potrei continuare con molti altri esempi che non credo siano necessari...


    Quindi quel personaggio è un "guru" spirituale adatto a chi cerca una religione su misura per se stesso, gli può dare mille indicazioni perché probabilmente ha studiato e praticato molte forme religiose...ma di gente così ce ne è moltissima... qualcuno li chiamerebbe "confusi", altri li chiamerebbero "guru" ed altri ancora li definirebbero "indecisi". Per fare una citazione che invece non è una mia idea personale, la Bibbia, in modo molto diretto e schietto, definisce "prostituzione spirituale" l'azione di "darsi" a molte forme di religione (vedi le chiare allegorie di Ezechiele capitolo 16 versetto 25, o capitolo 23 versetto 18 ecc ecc).

    Per questo che un "maestro spirituale" di quel tipo, secondo me può solo portare all'esaltazione di se stessi, alla sensazione di sazietà spirituale, esattamente come l'effetto che un prelibato cibo fast food ha in miliardi di persone...ma non è vero nutrimento, riempie ma non nutre, e ciò che solo riempie...a lungo andare non offre nulla che faccia realmente bene. Questo rimane un mio parere personale, non diretto ad offendere nessuno, ed aperto a rispettosi commenti "ad personam".

    Con stima

    a presto
     
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    Gentile pyskelletto hai ragione a dire che non è possibile seguire contemporaneamente più percorsi spirituali ed infatti Raphael non lo ha fatto,lui è nato spiritualmente illuminato/realizzato in quanto aveva già ottenuto la realizzazione spirituale in una precedente incarnazione(non ne so sicuro ma credo che ciò sia avvenuto nell'ultima).

    Ti faccio leggere cosa ha detto nella stessa intervista:
    D: Che cosa cercava nella sua vita?

    R: Che cosa cercavo? Fortunatamente in questa incarnazione non cercavo assolutamente nulla. Evidentemente avevo cercato e mirato a cose in passate incarnazioni! (ridendo). Possiamo dire, quindi, che in questa particolare incarnazione ciò che possiamo definire uno “stato di coscienza” è apparso su questo piano unicamente per essere svelato in totale innocenza.

    Questo stato di coscienza è venuto soprattutto per svelare i Grandi Misteri o Paravidya secondo il termine tradizionale sanscrito. E’ uno stato di coscienza che è venuto per svelare ciò che può essere definito come l’ultima Verità. Ogni tanto deve esserci un essere che perviene a questa dimensione per perpetuare, per continuare la Tradizione, altrimenti se non ne rimanesse traccia la Tradizione potrebbe persino non esistere più.

    Ci sono alcuni stati di coscienza che sono pervenuti a questa dimensione perché il loro compito, possiamo dire, è quello dell’insegnamento e perciò in termini orientali potremmo dire che sono dei guru. La mia posizione è un po’ diversa, non sono venuto qui per avere discepoli, in quanto tali, se una persona viene da me per essere guidata, non c’è problema, lo farò, ma questo non è il principale scopo di questa particolare incarnazione di coscienza.

    Il Dharma di Raphael è quello di permettere che persone come Samkara, Gaudapada, Platone, Plotino, Parmenide possano parlare nuovamente ed è in loro nome che questo particolare stato di coscienza è disceso su questa dimensione. Quindi, l’immagine di Raphael è messa da parte in modo che questa gente, questi altri stati di coscienza che abbiamo menzionato possano parlare.

    Ci sono alcuni guru che vengono su questo piano, il loro scopo è quello dell’insegnamento, essi possono persino creare un asram e poi scomparire. Tutto finisce lì. Invece, possiamo dire, il mio ruolo non è quello di creare un asram con il proprio nome, ma piuttosto di perpetuare questa Conoscenza che specialmente in Occidente è qualcosa che è carente. Quanto al mio corpo fisico, persino quando ero estremamente giovane, quando avevo circa 20 anni già sapevo esattamente che cosa dovevo fare. Quindi, in questa particolare incarnazione, la persona che incarna Raphael non aveva nessun problema di sadhana, di comprendere certi insegnamenti, di ascensione e di realizzazione perché tutto ciò era stato fatto precedentemente.


    [...]

    D: Visto che in questa vita non c’è stata alcuna ricerca potrebbe dire che lei è nato realizzato?

    R: Questo particolare stato di coscienza non ha un ego che possa dire “io sono un realizzato”, sono gli altri che possono definirmi come un realizzato o non-realizzato. Quando ero molto giovane i fratelli e le sorelle sul sentiero continuavano a dire che ero nato vecchio, invece io pensavo di essere molto normale, secondo me ero come chiunque altro. Altre persone dicevano “tu sei un filosofo” e io rispondevo “non credo, sto solo dicendo le cose che sento di dire”. Tutto è così bello!


    Scusami se ho scritto di mio pugno solo le prime righe di questo post
     
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    Gentile Orlando,

    ho comunque letto con interesse quanto hai scritto anche se non era di tuo pugno, anzi, sono andato su un sito per leggere l'intervista integrale...
    Ormai si può dire che siamo "vecchi amici" in quanto utenti e dialoganti nel forum da molto tempo, quindi chiedo scusa agli altri se generalmente non mi piace leggere i copia incolla, ma con Orlando mi sento di poter fare un eccezione...


    Allora... che dire Orlando...

    ...i punti che io ti menziono sono pressoché sempre molto simili, magari solo con sfaccettature diverse...
    Gli esponenti di potenti religioni, i grandi lider religiosi, lider politici, lider di partiti, lider di marketing, attori, cantanti, sportivi di alto livello ecc ecc vengono invitati spesso a fare gli "opinionisti" e li sentiamo parlare continuamente sopra un infinità di argomenti... la massa ne è affascinata ed afferma di risolvere molte cose nella sfera emotiva e sociale grazie al loro apporto...ma io non posso limitarmi solo ad ascoltare le loro parole... devo vedere la loro vita, non ti pare? Come inviti a fare l'opinionista sull'argomento amore un personaggio dello spettacolo che ha divorziato ripetute volte, ha tentato il suicidio, ha provato molti tipi di droga e soffre di solitudine? Magari sa esprimere fantastiche parole con grande filosofie perché ha studiato, viaggiato e conosciuto molte persone, o per carisma e loquacità espressiva...ma quelle parole rispecchiate con il suo modo di vivere sono assolutamente nulla... tu che ne pensi?

    Vedo una famiglia stupenda, i due si amano da 40 anni, i loro figli sono bravissimi e adorano i genitori...allora gli chiederei: "raccontatemi quale è il vostro segreto? Come posso avere anche io una famiglia così felice?" Caro Orlando se veramente mi reincarno in continuazione ma ogni volta vivo una vita felice con mia moglie e i miei figli, sinceramente non mi importa proprio nulla di raggiungere il livello di Raphael... o no? Se invece vedo una famiglia disastrata, svariati divorzi e anche nel matrimonio attuale litigano ogni giorno...i figli li odiano e sono divisi... bhè ecco...magari non gli chiederei proprio consigli sulla vita...non ti pare?

    Nella Bibbia, la superiore sapienza Divina avvertiva di una cosa molto interessante parlando dei nostri tempi: "Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie" (Bibbia Cattolica CEI - 2 Timoteo cap 4 vers 3)


    Non voglio screditare Raphael, perché semplicemente non lo conosco... e nelle interviste non ho letto nulla sulla sua vita...
    Certamente con filosofie altisonanti lui afferma di non essere "nessuno", di essere al di la di quello che noi concepiamo come "persona"... ma perché vende i suoi libri? Ci sono organizzazioni che divulgano la Bibbia in tutto il mondo che non vendono nulla, la verità non ha un costo, è gratuita e non ci si può lucrare sopra... allora mi chiedo come mai invece i suoi testi vengono venduti... Le interviste che ho letto sembrano svolte da persone che comunque fanno domande che lo "assecondano"... non ho letto intervistatori che mostrano chi è e come vive...


    Nelle sue risposte non trovo risposte, solo questioni che ognuno può interpretare come meglio crede e sentirsi di aver capito qualcosa di magnifico...ma poi come lo applica alla vita reale?


    Sicuramente io sono troppo di basso livello per capirlo, e non amo affatto la filosofia... ma amerei tantissimo poter fare domande a lui direttamente o a chi afferma di capirlo, per vedere che dice e come mette in pratica nella sua vita quanto i suoi insegnamenti...


    Gesù non ha solo insegnato a parole, ma ha anche mostrato al mondo la Sua Vita...quella che di Raphael non vedo nulla...

    Mi capisci vero Orlando?
     
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    CITAZIONE (pyskelletto @ 1/6/2019, 11:15) 
    Gli esponenti di potenti religioni, i grandi lider religiosi, lider politici, lider di partiti, lider di marketing, attori, cantanti, sportivi di alto livello ecc ecc.

    lìder con la ì accentata.
    Adattamento grafico e fonetico, raro, dell’ingl. leader (v.): il magistrato è il lider di questo movimento, di questo incessante rinnovarsi (G. Devoto).

    leader
    Capo, guida di un partito o di uno schieramento politico o sindacale o di un movimento culturale;
    estens., chi occupa una posizione di prestigio o di primo piano: il leader del gruppo musicale; un'azienda che è leader mondiale nel suo settore; anche come agg. ( invar. ).

    lèder
    Ladro in dialetto bolognese, usato spesso nella più identificativa frase dei bolognesi "Boia d'un mond lèder" ovvero boia di un mondo ladro.

    Lieder plurale di Lied che è una parola tedesca, che significa letteralmente "canzone" (o romanza).
    Tipicamente i Lieder sono composizioni per voce solista e pianoforte.
     
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    Siiiii! Hai Ragione!! E chissà quanti miliardi di altri errori faccio!!!! Oltre alla mia mania di mettere un mare di puntini anche dove proprio non centrano nulla!!!!!

    :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D


    Grazie per la correzione Lupo delle Nevi!!
     
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    Anch'io ne faccio tanti di errori ma quello che mi colpito è il fatto che questa volta li hai fatti seriali :D
     
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    CITAZIONE (Lupo delle Nevi @ 2/6/2019, 10:05) 
    Anch'io ne faccio tanti di errori ma quello che mi colpito è il fatto che questa volta li hai fatti seriali :D

    concordo hehehehehehehehehehehe!!!!!!!!!!!!!!!!
     
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