NETFLIX STA GIRANDO IL DOCUFILM SU TIZIANA CANTONE

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    Le telecamere di Netflix si accendono sulla storia di Tiziana Cantone, un dramma nazionale che diventerà un docufilm per la più celebre delle streaming tv. Così come riportato dal portale Fanpage , il colosso fondato da Reed Hastings e Marc Randolph ha iniziato le riprese per ricostruire quanto avvenuto prima e dopo il suicidio della giovane donna, datato 13 settembre 2016.



    Sarebbe stata proprio la madre di Tiziana Cantone (Maria Teresa Giglio) a parlare del progetto in occasione dell' udienza preliminare al processo che vede imputato Sergio Di Palo, l' imprenditore napoletano ed ex compagno della Cantone al quale vengono contesti i reati di accesso abusivo al sistema informatico, simulazione di reato e calunnia.



    «Non può sostenere il mio sguardo - si legge sul portale di Fanpage - per questo non è venuto in tribunale. Oggi qui rappresento mia figlia, combatto la sua battaglia per la tutela dei diritti alla privacy, all' oblio e contro il cyberbullismo. Lo faccio non solo in sua memoria ma per tutte quelle persone che sono cadute nelle trappole di Internet e, credetemi, ce ne sono moltissime: adulti, bambini, ragazzi. Spero che quello che ha ucciso mia figlia possa spingere a scrivere nuove leggi a tutela delle persone e dei loro diritti più intimi».



    TIZIANA CANTONE 2
    TIZIANA CANTONE 2

    Giglio aveva già anticipato in tv della possibilità che la storia di sua figlia potesse ispirare un docufilm, un lavoro che in qualche modo potesse approfondire le insidie della Rete. Del resto non sarebbe la prima volta che Netflix si occupa di clamorose vicende di cronaca: nel mese di ottobre ha fatto parlare, e ha riscosso un enorme successo, il docufilm Sulla mia pelle , che ha raccontato le ultime ore di vita di Stefano Cucchi.



    Attorno al progetto che intende ricostruire la storia della povera Tiziana Cantone c' è al momento molto riserbo, la cosa certa è che le riprese sono già iniziate e che potrebbe servire molto tempo per arrivare all' ultimo ciak, soprattutto se (come pare che sia) l' intento della produzione è anche quello di seguire le varie fasi processuali della vicenda giudiziaria.



    Per Tiziana Cantone l' incubo era iniziato nell' aprile 2015 a causa di alcuni video hot che da una chat per cellulari erano arrivati sino al web. Video che la ragazza non avrebbe mai voluto diffondere, divenuti ben presto virali, al punto da rovinarle in poco tempo la vita. La sua speranza era che la bufera finisse, che il web le concedesse almeno il diritto all' oblio. Nulla di tutto questo. Il "fenomeno Cantone", come molti lo definirono, non accennava a placarsi.

    Ogni volta che sembrava essere sparito si ripre-sentava più forte: una volta sotto forma di becera satira, un' altra volta con una valanga di offese. E poi, i motori di ricerca: a Tiziana Cantone bastava mettere il proprio nome su Google per ritrovarsi sommersa da quelle immagini orrende. Nel marzo del 2016 un primo tentativo di suicidio, a settembre il tracollo definitivo.

    Ancora oggi - a distanza di più di due anni - il web è pieno dei video di scherno o di offese che sono nati attorno al "fenomeno Cantone". Al di là della verità processuale, forse è questo l' obiettivo più importante che il docufilm di Netflix potrà raggiungere: restituire alla memoria di Tiziana la sua dimensione di donna. Troppo fragile per resistere ad un' umiliazione tanto brutale e inarrestabile. Vittima di un mondo popolato non da persone, ma da "utenti"; dimensione che si definisce virtuale, ma che - la storia di Tiziana lo insegna - ha conseguenze molto reali nella vita di tutti i giorni.
     
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