Perché nelle conchiglie si sente il rumore del mare?

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    Il rumore del mare ascoltato dopo aver appoggiato una conchiglia all’orecchio non è legato al mare né alla conchiglia di per sé, tant’è che potrebbe essere riprodotto uguale da altri oggetti, come ad esempio una tazza. Quel che si sente non è altro che l’eco del rumore dell’ambiente che ci circonda. Quel refolo di vento, che si insinua tra l’orecchio e la conchiglia, fa vibrare l’aria contenuta nella cavità della conchiglia, lasciata vuota dall’animale, generando un eco, favorito dal carbonato di calcio, che è il materiale duro che costituisce appunto il guscio, sul quale le onde sonore rimbalzano più volte. Quel rumore ripetuto, produce quello sciabordio, che ci riporta indietro nel tempo, all’infanzia, alle vacanze con i nonni, ai primi amori estivi. Ma vi ripetiamo, non si tratta che di un’illusione, intrisa di poesia.
    Risonanza di Helmholtz: l’effetto amplificante delle conchiglie

    Scientificamente ogni onda sonora proveniente dall’esterno e che passa vicino alla conchiglia, fa vibrare l’aria presente all’interno di essa, dando così maggiore intensità a rumori altrimenti poco udibili. Le parenti della conchiglia quindi fungono da cassa di risonanza, proprio per questo, mettendo quest’ultima vicino all’orecchio pare di percepire la risacca del mare. Tale effetto amplificante è simile a quello prodotto dai risuonatori di Helmholtz, dal nome del primo scienziato che studiò l’effetto di risonanza prodotto dai corpi cavi. Si tratta di fenomeno con cui le persone si confrontano tutti i giorni, pur ignorandone il nome e meccanismo: ad esempio quando si soffia delicatamente attraverso il collo di una bottiglia vuota.
     
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