«Fare sesso con la moglie è un diritto fondamentale»? Cosa dice la legge

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    «Per un uomo, fare sesso con la moglie è un diritto fondamentale». Lo ha detto un giudice inglese (Anthony Hayden, magistrato inglese che si occupa del caso di un uomo sposato da vent’anni a una donna con problemi mentali: lei non può più essere considerata consenziente quindi gli assistenti sociali hanno chiesto un ordine di restrizione per vietargli di avere rapporti con la donna ed evitare così il rischio che si tratti di stupro), provocando una polemica in Gran Bretagna. Ma, in vari modi e con differenti motivazioni, molti dei lettori dell’articolo nel quale abbiamo raccontato il caso la pensano allo stesso modo. Abbiamo cercato di capire, quindi, cosa prevede la legge chiedendo ad Ambrogio Moccia, presidente della sezione V penale del Tribunale di Milano, di commentare alcune dei punti emersi nelle discussioni con i lettori. Partendo dall’affermazione del giudice Hayden.

    «Per un uomo il sesso con la moglie è un diritto fondamentale»
    La sessualità all’interno di una coppia sposata fa parte dei diritti/doveri di assistenza materiale e spirituale, consacrati dal codice civile. Ciò significa che vivere la sessualità di coppia è un’aspettativa lecita da parte di entrambi i coniugi ma con presupposti di armoniosa condivisione: non è tollerabile che ci siano meccanismi di coazione (né fisica, né morale) nella scelta del momento e dei modi della sessualità. La sessualità è un obbligo di carattere interpersonale e assistenziale, non meccanico: non significa che ciascuno deve essere a disposizione dell’altro ma vuol dire che devono essere d’accordo entrambi nei tempi e nei modi.

    Non vale solo per l’uomo, ma anche per la donna.
    I diritti/doveri valgono per entrambi, così come i presupposti di armoniosa condivisione.

    Lui avrebbe una giustificazione se, dato che non fa sesso con la moglie, frequentasse qualche altra donna?
    No: nel matrimonio è previsto l’obbligo di fedeltà. Una coppia che vive problemi acuti ha due possibilità: può impegnarsi per risolverli oppure intraprendere un percorso di separazione. Ma non può contraddire il matrimonio nella sua essenza che prevede, appunto, l’obbligo di fedeltà.

    Nel matrimonio il rapporto sessuale dovrebbe essere contemplato.
    Lo è, ma ricordiamoci che fa parte dei diritti/doveri compresi nella mutua assistenza. Non deve mai prescindere dalla libera adesione di ciascuno: il nostro codice civile non permette di forzare il/la partner (o di pretenderne l’«attivazione») per soddisfare la propria libido. Il consenso deve essere basato sull’armonia e sull’empatia.

    Anche per la moglie è un diritto, in certe situazioni, rifiutarsi.
    Lo è sempre, non solo in «certe situazioni», e vale per entrambi i coniugi. Non ci sono, insomma, situazioni che legittimino il rifiuto e altre che invece non lo legittimino. Cosa fare se lei o lui si rifiuta costantemente? Il partner non deve privarsi del sesso né cercare una sfogo esterno: si certifica lo stato della crisi della coppia e si pensa alla dissolubilità del matrimonio.

    Ma il sesso nella coppia non è un dovere coniugale?
    È un frammento del dovere di assistenza che sicuramente è incoercibile cioè che non espone, in caso di mancato desiderio di coinvolgimento, a rivendicazioni assistite dalla legge o dalla morale. Anzi, espone a una sanzione in caso di rivendicazione aggressiva e quindi di tentativo di soddisfazione forzosa di una delle molte espressioni del dovere di assistenza.
     
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