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Ho trovato questa interessante spiegazione che cita varie fonti...è molto logica e chiara.
Nella Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture Luca 23:43 dice: “Ed egli disse a lui: ‘Veramente ti dico oggi: Tu sarai con me in Paradiso’”. Gesù disse questo rispondendo alla seguente domanda di uno dei malfattori al palo accanto a lui: “Gesù, ricordati di me quando sarai venuto nel tuo regno”. — Luca 23:42.
Comunque, altre traduzioni della Bibbia mettono una diversa punteggiatura in Luca 23:43. Per esempio, La Sacra Bibbia a cura di mons. S. Garofalo dice: “E Gesù gli disse: ‘In verità ti dico: oggi sarai con me nel paradiso’”.
Non c’è dubbio che la posizione dei due punti cambia il significato del versetto. Ne La Sacra Bibbia a cura di mons. S. Garofalo, essendo i due punti messi prima della parola oggi, si ha l’idea che Gesù dicesse al malfattore che sarebbe stato in Paradiso quel medesimo giorno. Ciò significherebbe che Gesù sarebbe dovuto venire nel suo Regno, e che Gesù, nonché il malfattore, sarebbero stati in Paradiso proprio quel giorno in cui egli parlava.
Com’è la punteggiatura di questo periodo nell’originale lingua greca in cui furono scritte le Scritture Greche Cristiane? La punteggiatura non c’è per nulla. Perché no? Perché a quel tempo gli scrittori delle Scritture Greche non usavano la punteggiatura. The Encyclopedia Americana del 1956, Volume 23, pagina 16, dichiara: “Non si osserva nessuno sforzo di usare la punteggiatura nei più antichi manoscritti e nelle iscrizioni dei Greci”. Solo nel nono secolo E.V. la punteggiatura divenne d’uso generale. Benché in successivi testi greci come quello di Westcott e Hort il segno d’interpunzione sia posto prima della parola greca per “oggi”, essi fecero questo secondo il loro proprio intendimento e le loro credenze religiose. Comunque, nei più antichi testi greci non c’era nessun segno d’interpunzione.
Dove si devono dunque mettere i due punti? Qual è la testimonianza della medesima Parola di Dio a questo riguardo? Che cosa disse Gesù stesso? Credeva egli di ereditare il suo regno e di essere in qualche specie di Paradiso immediatamente dopo morto, in quello stesso periodo di ventiquattr’ore?
Precedentemente, Gesù aveva detto ai suoi discepoli: “Il Figlio dell’uomo deve subire molte sofferenze ed esser rigettato dagli anziani e dai capi sacerdoti e dagli scribi, ed essere ucciso, e il terzo giorno esser destato”. (Luca 9:22) I due angeli presso la tomba dissero alle donne che erano andate lì: “Egli non è qui, ma è stato destato. Ricordate come vi parlò mentre era ancora in Galilea, dicendo che il Figlio dell’uomo doveva essere consegnato nelle mani di uomini peccatori ed esser messo al palo e risorgere il terzo giorno”. — Luca 24:6, 7.
Gesù non fu risuscitato il giorno che morì, ma il terzo giorno dalla sua morte. Pertanto, non sarebbe potuto venire nel suo regno il giorno della propria morte. Dove fu dunque in quei tre giorni, prima della sua risurrezione? Atti 2:24 dice: “Dio l’ha risuscitato, sciogliendo le doglie della morte, perché non era possibile che ne fosse ritenuto”. In quel tempo Gesù fu dunque nella stretta della morte. Atti 2:27 dice ulteriormente riguardo a lui: “Non lascerai la mia anima nell’Ades, né permetterai che il tuo leale veda la corruzione”. Per cui Gesù fu nell’Ades, che è la comune tomba del genere umano. E la Bibbia dice che non c’è “lavoro né disegno né conoscenza né sapienza nello Sceol [LXX, Ades]”. Egli fu dunque nell’inesistenza dell’Ades, come il malfattore. — Eccl. 9:5, 10.
Quindi, il terzo giorno dalla sua morte, Dio destò Gesù dai morti come potente creatura spirituale. Ma il malfattore non fu destato; rimase nella tomba. — 1 Piet. 3:18.
Quando Gesù, dopo la sua risurrezione, si materializzò per apparire ai suoi discepoli, essi gli chiesero: “Signore, ristabilirai in questo tempo il regno d’Israele?” (Atti 1:6) Gesù mostrò che la risposta era No. Non era ancora venuto il tempo per l’istituzione del suo regno.
Quindi, fu il celeste regno di Dio, con Gesù come re, stabilito in qualche tempo durante la vita degli apostoli? No, poiché circa sessantatré anni dopo la morte e risurrezione di Gesù, l’apostolo Giovanni fu ispirato a scrivere che il regno di Dio doveva ancora venire. (Rivelazione capitolo 12) E quel paradiso sarebbe stato restaurato sotto quel futuro regno.
Pertanto, la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture, nella sua versione di Luca 23:43, è in armonia con la verità della Parola di Dio circa l’istituzione del regno di Dio, la terra paradisiaca che sarà ristabilita sotto il dominio del Regno, la condizione dei morti e il luogo in cui fu Gesù in quei tre giorni.
Anche altri traduttori hanno compreso la difficoltà relativa alla punteggiatura in questa scrittura. The Riverside New Testament ha evitato il problema non mettendo affatto alcun segno d’interpunzione, rendendolo così: “Io ti dico veramente oggi tu sarai con me in Paradiso”. D’altra parte, The New Testament di George M. Lamsa lo rende così: “Veramente ti dico oggi: Tu sarai con me in Paradiso”. Anche The Emphasised Bible di Joseph B. Rotherham dice: “Veramente ti dico in questo giorno: Sarai con me in Paradiso”.
Gesù diceva dunque che quando il regno di Dio retto da Cristo sarebbe stato stabilito in un tempo allora futuro, e quando il Paradiso sarebbe stato restaurato sulla terra, questo malfattore poteva aspettarsi d’essere risuscitato per avere l’opportunità della vita eterna. Sarebbe stato incluso fra quelli menzionati in Atti 24:15, dove si legge: “Vi sarà una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti”. Come ‘ingiusto’ sarebbe stato risuscitato e avrebbe ricevuto l’opportunità di apprendere intorno ai propositi e alle esigenze di Dio. Essendo ubbidiente a Dio e al suo Re–Figlio, avrebbe vissuto per sempre in quella terra paradisiaca, qualificato per essere tra quelli di cui il Salmo 37:29 predisse: “I giusti stessi possederanno la terra, e risiederanno su di essa per sempre”.
Il problema della punteggiatura
La forma grammaticale del testo greco consentirebbe di mettere una virgola (o due punti) sia prima che dopo “oggi”. Ma lo scrittore Luca che punteggiatura mise nella frase? Il fatto è che non mise nessun segno di punteggiatura! Il prof. Oscar Paret spiega che il tipo di scrittura greca in cui fu scritto il “Nuovo Testamento” “consiste esclusivamente di lettere maiuscole . . . poste l’una accanto all’altra senza alcun segno di punteggiatura per separare parole e frasi. La letteratura greca usò questo tipo di scrittura fino al IX secolo E.V.”. Pertanto, traducendo le parole di Gesù, W. G. Ballantine, professore di ebraico e di greco, non inserì alcun segno di punteggiatura: “Ti dico veramente oggi tu sarai con me in Paradiso”. — The Riverside New Testament.
Alcuni sostengono però che l’espressione “Ti dico veramente” o “Veramente ti dico” non consenta l’aggiunta della parola “oggi”. È così? Si noti ciò che scrive il dott. George Lamsa:
“Secondo il modo di parlare aramaico, in questo versetto si dà importanza alla parola ‘oggi’ e si dovrebbe rendere [come la Traduzione del Nuovo Mondo]: ‘Veramente ti dico oggi: tu sarai con me in Paradiso’. . . . Questa caratteristica del linguaggio orientale sottintende che la promessa è stata fatta in un certo giorno e sarà sicuramente mantenuta”. — Gospel Light from Aramaic on the Teachings of Jesus.
Anche le Scritture Ebraiche forniscono numerosi esempi di “oggi” usato in questo modo. — Zacc. 9:12; Deut. 4:26, 39, e 40 altri casi solo nel libro di Deuteronomio.
Inoltre, The Companion Bible fa notare che l’assenza della parola greca corrispondente a “che” (hoti) nella promessa di Gesù è significativa. Se il versetto fosse stato espresso in questo modo: ‘Ti dico che oggi . . .’ o in questo: ‘Ti dico oggi che tu . . .’ il significato sarebbe stato chiaro. Ma non essendoci la parola che, “la relazione della parola ‘oggi’ si deve determinare dal contesto”.
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