Paura che il pene scompaia, la sindrome di Koro

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    Che la dimensione del pene sia un’ossessione maschile che si perde nella notte dei tempi è cosa nota a tutti, ma che questa ossessione possa portare alcune persone a temere che esso si restringa fino a scomparire nell’addome lascia abbastanza esterrefatti.

    Potrebbe, quindi, sembrare una cosa su cui sorridere, ma invece, a coloro cui succede da sorridere non viene proprio. Per due precisi motivi: nella Sindrome di Koro, o anche Sindrome di retrazione genitale (GRS) intanto, l’elemento in questione di cui si teme la scomparsa sono i genitali e questo già non è divertente, secondariamente si tratta di un vero e proprio disturbo caratterizzato da una fortissima ansia generalizzata (del tutto irrazionale) che porta a stare malissimo.

    In parole semplici è una forma di malattia psichica, per cui si crede o si percepisce che i propri genitali si stiano ritraendo fino a scomparire del tutto nel corpo provocando la morte. Naturalmente, a livello fisiologico non c’è nessun danno reale, le “dimensioni” non sono davvero diminuite (né il pene sta rientrando nell’addome) e tutto funziona alla perfezione.

    Secondo alcuni specialisti l’insorgenza del disturbo sembra essere legato alla presenza di eventi traumatici o di situazioni particolarmente stressanti. E come moltissime altre malattie psichiche, sembra essere profondamente legato al contesto culturale in cui si sviluppa. Peraltro l'accusa per il reato di “pene rubato” è spesso costata la vita a chi veniva ritenuto colpevole del furto.

    Il disturbo arriva improvvisamente e durante questi episodi si manifesta come una sorta di distorsione dell'immagine corporea, caratterizzata dalla percezione che le dimensioni o il tono dei propri genitali stiano mutando, paura di perdere la propria prestanza sessuale, paura d'impazzire o di essere posseduti da spiriti maligni, paura di morte imminente, paura di perdere i genitali o che questi possano ritirarsi nell'addome.

    I primi casi di “koro” noti alla medicina occidentale, come hanno raccontato alcuni medici olandesi, sono avvenuti sull’isola di Sulawesi nel Ventesimo Secolo, per poi ritornare sotto forma di epidemie in Cina nel 1907, a Singapore nel 1967, in Thailandia nel 1974, in India nel 1982. La sindrome è diffusa anche in Bangladesh, Giappone, Filippine e ovviamente in Africa.

    Si può curare? Attualmente non si dispone di dati scientifici che possano indicare una metodologia specifica per il trattamento del disturbo. È sicuramente necessaria una valutazione accurata dei sintomi in modo da stabilire, caso per caso, le tecniche psicoterapeutiche più adeguate.

    In ogni caso, ci teniamo a tranquillizzarvi: quasi tutti i casi si sono presentati soprattutto nel Sudest asiatico, in particolare a Singapore. Quindi al momento potete dormire sonni tranquilli. Di solito, l’uomo italico, non ne soffre. E casomai ne dovesse soffrire, la sua sindrome tenderebbe a vederlo doppio piuttosto che scomparso (solitamente l’autostima in questo campo non manca!). Ma sul tema si dovrebbe aprire un altro lungo discorso.
     
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