Poesia e analisi del testo: "Inno a Satana" di Giosuè Carducci

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    Testo della poesia
    1. A te, de l’essere
    2. Principio immenso,
    3. Materia e spirito,
    4. Ragione e senso;

    5. Mentre ne’ calici
    6. Il vin scintilla
    7. Sí come l’anima
    8. Ne la pupilla;

    9. Mentre sorridono
    10. La terra e il sole
    11. E si ricambiano
    12. D’amor parole,
    13. E corre un fremito
    14. D’imene arcano
    15. Da’ monti e palpita
    16. Fecondo il piano;

    17. A te disfrenasi
    18. Il verso ardito,
    19. Te invoco, o Satana,
    20. del convito.

    21. Via l’aspersorio
    22. Prete, e il tuo metro!
    23. No, prete, Satana
    24. Non torna in dietro!

    25. Vedi: la ruggine
    26. Rode a Michele
    27. Il brando mistico,
    28. Ed il fedele

    29. Spennato arcangelo
    30. Cade nel vano.
    31. Ghiacciato è il fulmine
    32. A Geova in mano.

    33. Meteore pallide,
    34. Pianeti spenti,
    35. Piovono gli angeli
    36. Da i firmamenti.

    37. Ne la materia
    38. Che mai non dorme,
    39. Re de i fenomeni,
    40. Re de le forme,

    41. Sol vive Satana.
    42. Ei tien l’impero
    43. Nel lampo tremulo
    44. D’un occhio nero,

    45. O ver che languido
    46. Sfugga e resista,
    47. Od acre ed umido
    48. Pròvochi, insista.

    49. Brilla de’ grappoli
    50. Nel lieto sangue,
    51. Per cui la rapida
    52. Gioia non langue,

    53. Che la fuggevole
    54. Vita ristora,
    55. Che il dolor proroga
    56. Che amor ne incora.

    57. Tu spiri, o Satana,
    58. Nel verso mio,
    59. Se dal sen rompemi
    60. Sfidando il dio

    61. De’ rei pontefici,
    62. De’ re crüenti:
    63. E come fulmine
    64. Scuoti le menti.

    65. A te, Agramainio,
    66. Adone, Astarte,
    67. E marmi vissero
    68. E tele e carte,

    69. Quando le ioniche
    70. Aure serene
    71. Beò la Venere
    72. Anadiomene.

    73. A te del Libano
    74. Fremean le piante,
    75. De l’alma Cipride
    76. Risorto amante:

    77. A te ferveano
    78. Le danze e i cori,
    79. A te i virginei
    80. Candidi amori,

    81. Tra le odorifere
    82. Palme d’Idume,
    83. Dove biancheggiano
    84. Le ciprie spume.

    85. Che val se barbaro
    86. Il nazareno
    87. Furor de l’agapi
    88. Dal rito osceno

    89. Con sacra fiaccola
    90. I templi t’arse
    91. E i sogni argolici
    92. A terra sparse?

    93. Te accolse profugo
    94. Tra gli dèi lari
    95. La plebe memore
    96. Ne i casolari.

    97. Quindi un femineo
    98. Sen palpitante
    99. Empiendo, fervido
    100. Nume ed amante,

    101. La strega pallida
    102. D’eterna cura
    103. Volgi a soccorrere
    104. L’egra natura.

    105. Tu a l’occhio immobile
    106. De l’alchimista,
    107. Tu de l’indocile
    108. Mago a la vista,

    109. Del chiostro torpido
    110. Oltre i cancelli,
    111. Riveli i fulgidi
    112. cieli novelli.

    113. A la Tebaide
    114. Te ne le cose
    115. Fuggendo, il monaco
    116. Triste s’ascose.

    117. O dal tuo tramite
    118. Alma divisa,
    119. Benigno è Satana;
    120. Ecco Eloisa.

    121. In van ti maceri
    122. Ne l’aspro sacco:
    123. Il verso ei mormora
    124. Di Maro e Flacco

    125. Tra la davidica
    126. Nenia ed il pianto;
    127. E, forme delfiche,
    128. A te da canto,

    129. Rosee ne l’orrida
    130. Compagnia nera,
    131. Mena Licoride,
    132. Mena Glicera.

    133. Ma d’altre imagini
    134. D’età più bella
    135. Talor si popola
    136. L’insonne cella.

    137. Ei, da le pagine
    138. Di Livio, ardenti
    139. Tribuni, consoli,
    140. Turbe frementi

    141. Sveglia; e fantastico
    142. D’italo orgoglio
    143. Te spinge, o monaco,
    144. Su ’l Campidoglio

    145. E voi, che il rabido
    146. Rogo non strusse,
    147. Voci fatidiche,
    148. Wicleff ed Husse,

    149. A l’aura il vigile
    150. grido mandate:
    151. S’innova il secolo
    152. Piena è l’etade.

    153. E già già tremano
    154. Mitre e corone:
    155. Dal chiostro brontola
    156. La ribellione,

    157. E pugna e prèdica
    158. Sotto la stola
    159. Di fra’ Girolamo
    160. Savonarola.

    161. Gittò la tonaca
    162. Martin Lutero:
    163. Gitta i tuoi vincoli,
    164. Uman pensiero,

    165. E splendi e folgora
    166. Di fiamme cinto;
    167. Materia, inalzati:
    168. Satana ha vinto.

    169. Un bello e orribile
    170. Mostro si sferra,
    171. Corre gli oceani,
    172. Corre la terra:

    173. Corusco e fumido
    174. Come i vulcani,
    175. I monti supera,
    176. Divora i piani;

    177. Sorvola i baratri;
    178. Poi si nasconde
    179. Per antri incogniti,
    180. Per vie profonde
    181. Ed esce; e indomito
    182. Di lido in lido
    183. Come di turbine
    184. Manda il suo grido,

    185. Come di turbine
    186. L’alito spande:
    187. Ei passa, o popoli,
    188. Satana il grande.

    189. Passa benefico
    190. Di loco in loco
    191. Su l’infrenabile
    192. Carro del foco.

    193. Salute, o Satana,
    194. O ribellione,
    195. O forza vindice
    196. De la ragione!

    197. Sacri a te salgano
    198. Gl’incensi e i vóti!
    199. Hai vinto il Geova
    200. De i sacerdoti

    Parafrasi affiancata
    1-2. A te, principio grandissimo di tutto ciò che esiste,
    3. entità materiale e spirituale,
    4. ragione e sensazione,

    5. mentre nei calici
    6. brilla il vino
    7. come l’anima
    8. negli occhi;

    9-16. e scende dai monti un tremito di una misteriosa relazione d’amore e la pianura fertile sussulta,

    17. verso di te si libera
    18. la coraggiosa poesia,
    19. invoco te, o Satana,
    20. re del banchetto.

    21-22. Prete, metti via l’aspersorio e le tue formule!
    23. No, prete, Satana
    24. non ritorna indietro!

    25. Vedi:la ruggine
    26. corrode all’arcangelo Michele
    27. la sacra spada (con cui scacciò gli angeli ribelli)
    28. e l’arcangelo fedele a Dio

    29-30. cade nel vuoto come un uccello spennato.
    31-32. Il fulmine che teneva in mano Geova (il dio ebraico) si è ghiacciato.

    33. Come stelle cadenti,
    34. come pianeti senza luce
    35. cadono gli angeli
    36. dal cielo.

    37. Nella materia
    38. che non si ferma mai,
    39-41. vive solo Satana (= v. 41), re dei fenomeni naturali, re delle forme.

    42. Egli mantiene il comando
    43. nel bagliore tremolante
    44. di uno sguardo femminile,

    45. sia che struggente
    46. sia sfuggente e resistente,
    47. sia che pungente e languido
    48. sia provocante e insistente.

    49. Brilla nel vino (l’allegro liquido derivato dai grappoli),
    50-56. cosicché la fulminea gioia che dà sollievo alla vita che finisce rapidamente, che allontana il dolore, che ci mette nel cuore l’amore, non si dissolve.

    57. O Satana, tu ispiri
    58. i miei versi,
    59. se mi nascono dal cuore
    60. sfidando il dio

    61. dei papi malvagi
    62. e dei sovrani violenti
    63. e come un fulmine
    64. risvegli le menti.

    65-68. Per te vissero Agramainio, Adone, Astarte e si crearono statue, pitture e opere letterarie,

    69-72. quando Venere che nasce dalle acque rese felici i cieli tranquilli della Ionia.

    73-76. In tua presenza, Adone, amante risuscitato dai morti della divina dea di Cipro (Venere), i cedri del Libano erano mossi dal vento;

    77-80. per te si moltiplicavano i balli e i canti, a te (si rivolgevano) i primi amori innocenti e puri

    81. tra le profumate
    82. palme di Idume
    83. dove si infrangono
    84. le onde di Cipro.

    85-88. Che cosa importa tutto questo, se in modo rozzo la violenza cristiana dei banchetti durante i quali si svolgono riti osceni

    89. con una fiaccola sacra
    90. incendiò i tuoi templi
    91-92. e distrusse buttandole a terra le statue greche?

    93-96. Il popolo, fedele ai culti antichi, ti accolse fuggiasco nelle case di campagna in mezzo agli dei protettori della casa.

    97-100. Quindi agitando un seno di donna, dio ed amante appassionato,

    101-104. induci la strega dalla carnagione pallida, eternamente preoccupata dei suoi rituali, a venire in aiuto agli uomini malati.

    105-112. Tu riveli cieli nuovi e splendenti all’alchimista con l’occhio immobile sui suoi esperimenti, alla vista del mago insoddisfatto, oltre i cancelli del loro chiuso laboratorio.

    113-116. Il monaco triste si nascose a Tebaide, scappando da te nei fenomeni naturali.

    117-120. Anima divisa per mezzo di te, Satana è benevolo; ecco qui Eloisa.

    121. Invano ti logori
    122. nella tunica scomoda:
    123. Satana bisbiglia i versi
    124. di Virgilio (Publio Virgilio Marone) e Orazio (Quinto Orazio Flacco)

    125-132. tra la cantilena dei salmi di David e i lamenti; e ti canta, tra le tonache nere, forme classiche di colori vivaci, porta Liconide e Glicera.

    133-136. Ma la cella del monaco insonne talvolta si riempie di immagini dell’età antica, migliore di quella attuale.

    137-144. Satana risveglia, dai libri concitati di Livio tribuni, consoli e folle agitate; e con la mente piena di orgoglio italico, monaco, ti spinge sul Campidoglio (a tentare di restaurare la Repubblica romana).

    145-152. E voi, Wycliffe e Huss, voci profetiche, che il fuoco rabbioso non distrusse, spargete attraverso l’aria il vostro grido attento; è un’epoca di rinnovamento, l’età è di rinascita.

    153. E ormai sono traballanti
    154. papi e re:
    155. dall’interno della chiesa nasce
    156. la ribellione

    157. e combatte e parla
    158. attraverso (sotto la stuola)
    159. il frate Girolamo
    160. Savonarola.

    161. Fu scomunicato (gettò la tonaca)
    162. Martin Lutero,
    163. getta le tue catene e sii libero,
    164. pensiero dell’uomo,

    165. e risplendi e fulmina
    166. circondato dal fuoco;
    167. materia, elevati,
    168. Satana ha vinto.

    169-188. La macchina a vapore, marchingegno bello e terribile si slancia, percorre in mari e la terra: fiammeggiante e fumante come i vulcani, oltrepassa le montagne, corre tra le pianure; passa sopra le voragini, poi si nasconde in grotte segrete, in gallerie profonde; poi esce e, indomabile, emette il suo suono come quello di una tempesta di spiaggia in spiaggia, spande il suo vento come quello di una tempesta: egli passa, o popoli, il grande Satana.

    189. Passa benefico
    190. di luogo in luogo
    191-192. su un carro di fuoco che non si può fermare.

    193. Ti saluto, o Satana,
    194. o ribellione,
    195. o forza vendicatrice
    196. della ragione.

    197-200. Salgano a te i sacri incensi e i buoni propositi! Hai sconfitto il Dio che predicano i sacerdoti!

    Parafrasi discorsiva

    A te, principio grandissimo di tutto ciò che esiste, entità materiale e spirituale, ragione e sensazione, mentre nei calici brilla il vino come l’anima negli occhi; e scende dai monti un tremito di una misteriosa relazione d’amore e la pianura fertile sussulta, verso di te si libera la coraggiosa poesia, invoco te, o Satana, re del banchetto. Prete, metti via l’aspersorio e le tue formule! No, prete, Satana non ritorna indietro! Vedi:la ruggine corrode all’arcangelo Michele la sacra spada (con cui scacciò gli angeli ribelli) e l’arcangelo fedele a Dio cade nel vuoto come un uccello spennato. Il fulmine che teneva in mano Geova (il dio ebraico) si è ghiacciato. Come stelle cadenti, come pianeti senza luce cadono gli angeli dal cielo. Nella materia che non si ferma mai, vive solo Satana, re dei fenomeni naturali, re delle forme. Egli mantiene il comando nel bagliore tremolante di uno sguardo femminile, sia che struggente sia sfuggente e resistente, sia che pungente e languido sia provocante e insistente. Brilla nel vino (l’allegro liquido derivato dai grappoli), cosicché la fulminea gioia che dà sollievo alla vita che finisce rapidamente, che allontana il dolore, che ci mette nel cuore l’amore, non si dissolve. O Satana, tu ispiri i miei versi, se mi nascono dal cuore sfidando il dio dei papi malvagi e dei sovrani violenti e come un fulmine risvegli le menti. Per te vissero Agramainio, Adone, Astarte e si crearono statue, pitture e opere letterarie, quando Venere che nasce dalle acque rese felici i cieli tranquilli della Ionia. In tua presenza, Adone, amante risuscitato dai morti della divina dea di Cipro (Venere), i cedri del Libano erano mossi dal vento; per te si moltiplicavano i balli e i canti, a te (si rivolgevano) i primi amori innocenti e puri tra le palme profumate di Idume dove si infrangono le onde di Cipro. Che cosa importa tutto questo, se in modo rozzo la violenza cristiana dei banchetti durante i quali si svolgono riti osceni con una fiaccola sacra incendiò i tuoi templi e distrusse buttandole a terra le statue greche? Il popolo, fedele ai culti antichi, ti accolse fuggiasco nelle case di campagna in mezzo agli dei protettori della casa. Quindi agitando un seno di donna, dio ed amante appassionato, induci la strega dalla carnagione pallida, eternamente preoccupata dei suoi rituali, a venire in aiuto agli uomini malati. Tu riveli cieli nuovi e splendenti all’alchimista con l’occhio immobile sui suoi esperimenti, alla vista del mago insoddisfatto, oltre i cancelli del loro chiuso laboratorio. Il monaco triste si nascose a Tebaide, scappando da te nei fenomeni naturali. Anima divisa per mezzo di te, Satana è benevolo; ecco qui Eloisa. Invano ti logori nella tunica scomoda: Satana bisbiglia i versi di Virgilio (Publio Virgilio Marone) e Orazio (Quinto Orazio Flacco) tra la cantilena dei salmi di David e i lamenti; e ti canta, tra le tonache nere, forme classiche di colori vivaci, porta Liconide e Glicera. Ma la cella del monaco insonne talvolta si riempie di immagini dell’età antica, migliore di quella attuale. Satana risveglia, dai libri concitati di Livio tribuni, consoli e folle agitate; e con la mente piena di orgoglio italico, monaco, ti spinge sul Campidoglio (a tentare di restaurare la Repubblica romana). E voi, Wycliffe e Huss, voci profetiche, che il fuoco rabbioso non distrusse, spargete attraverso l’aria il vostro grido attento; è un’epoca di rinnovamento, l’età è di rinascita. E ormai sono traballanti papi e re: dall’interno della chiesa nasce la ribellione e combatte e parla attraverso il frate Girolamo Savonarola. Fu scomunicato Martin Lutero, getta le tue catene e sii libero, pensiero dell’uomo, e risplendi e fulmina circondato dal fuoco; materia, elevati, Satana ha vinto. La macchina a vapore, marchingegno bello e terribile si slancia, percorre in mari e la terra: fiammeggiante e fumante come i vulcani, oltrepassa le montagne, corre tra le pianure; passa sopra le voragini, poi si nasconde in grotte segrete, in gallerie profonde; poi esce e, indomabile, emette il suo suono come quello di una tempesta di spiaggia in spiaggia, spande il suo vento come quello di una tempesta: egli passa, o popoli, il grande Satana. Passa benefico di luogo in luogo su un carro di fuoco che non si può fermare. Ti saluto, o Satana, o ribellione, o forza vendicatrice della ragione. Salgano a te i sacri incensi e i buoni propositi! Hai sconfitto il Dio che predicano i sacerdoti!

    Figure Retoriche
    Enjambements “de l’essere / principio immenso” (vv. 1-2); “sorridono / la terra e il sole” (vv. 9-10); “fremito / d’imene” (vv. 13-14); “palpita / fecondo il piano” (vv. 16-17); “disfrenasi / il verso ardito” (vv. 17-18); “o Satana / re del convito” (vv. 19-20); “Satana / non torna” (vv. 23-24); “la ruggine / rode” (vv. 25-26); “fedele / spennato” (vv. 28-29); “arcangelo / cade” (vv. 29-30); “lampo tremulo / d’un occhio nero” (vv. 43-44); “de’ grappoli / nel lieto sangue” (vv. 49-50); “rapida / gioia” (vv. 51-52); “fuggevole / vita” (vv. 53-54); “il dio / de’ rei pontefici” (vv. 60-61); “ioniche / aure serene” (vv. 69-70); “de l’alma Cipride / risorto amante” (vv. 75-76); “ferveano / le danze e i cori” (vv. 77-78); “virginei / candidi amori” (vv. 79-80); “odorifere / palme” (vv. 81-82); “biancheggiano / le ciprie spume” (vv. 83-84); “barbaro / il nazareno” (vv. 85-86); “nazareno / furor” (vv. 86-87); “femineo / sen” (vv. 97-98); “fervido / nume” (vv. 99-100); “pallida / d’eterna cura” (vv. 101-102); “occhio immobile / de l’alchimista” (vv. 105-106); “indocile / mago” (vv. 107-108); “fulgidi / cieli” (vv. 111-112); “monaco / triste” (vv. 115-116); “mormora / di Maro e Flacco” (vv. 123-124); “davidica / nenia” (vv. 125-126); “orrida / compagnia” (vv. 129-130); “immagini / d’età più bella” (vv. 133-134); “si popola / l’insonne cella” (vv. 135-136); “pagine / di Livio” (vv. 137-138); “ardenti / tribuni” (vv. 138-139); “turbe frementi / sveglia” (vv. 140-141); “fantastico / d’italo orgoglio” (vv. 141-142); “rabido / rogo” (vv. 145-146); “vigile / grido” (vv. 149-150); “tremano / mitre” (vv. 153-154); “brontola / la ribellione” (vv. 155-156); “stola / di fra’ Girolamo” (vv. 158-159); “Girolamo / Savonarola” (vv. 159-160); “orribile / mostro” (vv. 169-170); “infrenabile / carro” (vv. 191-192); “forza vindice / de la ragione” (vv. 195-196); “salgano / gl’incensi” (vv. 197-198); “Geova / de i sacerdoti” (vv. 199-200);
    Anafore “re” (vv. 39-40); “che” (vv. 55-56); “a te” (v. 73, 77, 79); “mena” (vv. 131-132); “corre” (vv. 171-172); “come di turbine” (vv. 183, 185); “passa” (vv. 187, 189);
    Polisindeti “e marmi […] / e tele e carte” (vv. 67-68);
    Apostrofi “o Satana” (vv. 19, 57, 193); “prete” (vv. 22, 23); “de l’alma Cipride / risorto amante” (vv. 75-76); “alma divisa” (v. 118); “o monaco” (v. 143); “voci fatidiche, Wiclef e Husse” (vv. 147-148); “uman pensiero” (v. 164); “materia” (v. 167); “o popoli” (v. 187);
    Chiasmi “materia e spirito / ragione e senso” (vv. 3-4); “De’ rei pontefici, / De’ re crüenti” (vv. 61-62); “i monti supera / divora i piani” (vv. 175-176);
    Anastrofi “de l’essere / principio immenso” (vv. 1-2); “ne’ calici / il vin scintilla” (vv. 5-6); “d’amor parole” (v. 12); “ghiacciato è il fulmine / a Geova in mano” (vv. 31-32); “de’ grappoli / nel lieto sangue” (vv. 49-50); “la fuggevole / vita ristora” (vv. 53-54); “e marmi vissero” (v. 67); “del Libano / fremean le piante” (vv. 73-74); “de l’alma Cipride / risorto amante” (vv. 75-76); “i templi t’arse” (v. 90); “te accolse […] / la plebe” (vv. 93-95); “de l’indocile / mago a la vista” (vv. 107-108); “del chiostro torpido / oltre i cancelli” (vv. 109-110); “ardenti / tribuni […] sveglia” (vv. 138-141); “il vigile / grido mandate” (vv. 149-150); “piena è l’etate” (v. 152); “di fiamme cinto” (v. 166);
    Similitudini “scintilla / sì come l’anima / ne la pupilla” (vv. 6-8); “come fulmine / scuoti le menti” (vv. 63-64); “corusco e fumido / come i vulcani” (vv. 173-174); “come di turbine […] / l’alito spande” (vv. 183-186);
    Metafore “palpita / fecondo il piano” (vv. 16-17); “meteore pallide / pianeti spenti” (vv. 33-34); “piovono gli angeli” (v. 35); “nel lampo tremulo / d’un occhio nero” (vv. 43-44); “lieto sangue” (v. 50); “aspro sacco” (v. 122); “insonne cella” (v. 136); “un bello e orribile / mostro” (vv. 169-170);
    Sineddoche “pupilla” (v. 8); “spume” (v. 84); “mitre” (v. 154); “corone” (v. 154);
    Metonimia “occhio nero” (v. 44); “sen” (v. 59); “marmi” (v.67); “tele” (v. 68); “carte” (v. 68); “segni argolici” (v. 91); “l’egra natura” (v. 104); “pagine” (v. 137);
    Personificazione “sorridono / la terra e il sole / e si ricambiano / d’amor parole” (vv. 9-12); “insonne cella” (v. 136); “gitta i tuoi vincoli, uman pensiero” (vv. 163-164); “materia, innalzati” (v. 167); “manda il suo grido” (v. 184).

    Commento
    L’Inno a Satana è una composizione occasionale, scritta di getto per il brindisi al banchetto di un amico nel 1863, pubblicata poi su una rivista bolognese nel 1869 con lo pseudonimo di Enotrio Romano. Il componimento chiude la fase delle opere giovanili e l’autore stesso, in seguito, l’avrebbe definito “una volgare chitarronata”.

    Siamo dunque ancora di fronte ad un’opera giovanile di Carducci, che, nella prima fase della sua produzione, tramite l’esaltazione del mondo classico, manifestò toni di invettiva e violenta polemica, innanzitutto contro l’attuale viltà e mancanza di eroismo dell’Italia, ma anche contro la Chiesa, il Papa e l’oscurantismo religioso: i toni apertamente provocatori e blasfemi intendono scandalizzare i borghesi e la loro mentalità, da lui considerata chiusa, ipocrita, immobilista e moralista. Infatti, Carducci contrappone alle false credenze religiose, che rendono gli uomini molli e inerti, la luce della ragione, la gioia di vivere, il progresso, rappresentato qui dalla figura di Satana.

    Il rovesciamento delle ideologie religiose dominanti e ben espresse in quegli anni dal Sillabo di Pio IX è totale: per Carducci, infatti, quanto i reazionari bollano come opera di Satana, appaiono in questo componimento tutti come aspetti positivi della vita: le gioie terrene, le bellezze della natura, la libertà di pensiero, che invece il Cristianesimo condanna senza appello, puntando piuttosto alla vita ultraterrena. Satana rappresenta la materialità (contrapposta allo “spirito”), il piacere concreto e terreno, l’ebbrezza vitale, lo spirito della modernità che ormai tutto pervade ed esalta l’intelligenza umana e la potenza creatrice della ragione. Di questa modernità, della sua velocità, della sua portata rivoluzionaria e della forza della materia, negli ultimi versi è simbolo l’immagine della locomotiva. Ovviamente l’Inno a Satana costituisce un’opera molto provocatoria, dal tono ribelle e battagliero, e rivelatrice dello spirito carducciano giovanile, laico, democratico, anticlericale, cultore della scienza e del progresso, tutti valori illuministici incarnati nella figura di Satana, simbolo di una nuova religiosità razionalistica e immanente, che mescola arbitrariamente diverse idee e visioni del mondo: da Savonarola, a Hus, a Lutero.

    La brevità del verso quinario conferisce alla poesia un ritmo veloce e incalzante, che è molto adatto all’intento fortemente polemico e provocatorio.
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