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Testo della poesia 1. A te, de l’essere 2. Principio immenso, 3. Materia e spirito, 4. Ragione e senso;
5. Mentre ne’ calici 6. Il vin scintilla 7. Sí come l’anima 8. Ne la pupilla;
9. Mentre sorridono 10. La terra e il sole 11. E si ricambiano 12. D’amor parole, 13. E corre un fremito 14. D’imene arcano 15. Da’ monti e palpita 16. Fecondo il piano;
17. A te disfrenasi 18. Il verso ardito, 19. Te invoco, o Satana, 20. del convito.
21. Via l’aspersorio 22. Prete, e il tuo metro! 23. No, prete, Satana 24. Non torna in dietro!
25. Vedi: la ruggine 26. Rode a Michele 27. Il brando mistico, 28. Ed il fedele
29. Spennato arcangelo 30. Cade nel vano. 31. Ghiacciato è il fulmine 32. A Geova in mano.
33. Meteore pallide, 34. Pianeti spenti, 35. Piovono gli angeli 36. Da i firmamenti.
37. Ne la materia 38. Che mai non dorme, 39. Re de i fenomeni, 40. Re de le forme,
41. Sol vive Satana. 42. Ei tien l’impero 43. Nel lampo tremulo 44. D’un occhio nero,
45. O ver che languido 46. Sfugga e resista, 47. Od acre ed umido 48. Pròvochi, insista.
49. Brilla de’ grappoli 50. Nel lieto sangue, 51. Per cui la rapida 52. Gioia non langue,
53. Che la fuggevole 54. Vita ristora, 55. Che il dolor proroga 56. Che amor ne incora.
57. Tu spiri, o Satana, 58. Nel verso mio, 59. Se dal sen rompemi 60. Sfidando il dio
61. De’ rei pontefici, 62. De’ re crüenti: 63. E come fulmine 64. Scuoti le menti.
65. A te, Agramainio, 66. Adone, Astarte, 67. E marmi vissero 68. E tele e carte,
69. Quando le ioniche 70. Aure serene 71. Beò la Venere 72. Anadiomene.
73. A te del Libano 74. Fremean le piante, 75. De l’alma Cipride 76. Risorto amante:
77. A te ferveano 78. Le danze e i cori, 79. A te i virginei 80. Candidi amori,
81. Tra le odorifere 82. Palme d’Idume, 83. Dove biancheggiano 84. Le ciprie spume.
85. Che val se barbaro 86. Il nazareno 87. Furor de l’agapi 88. Dal rito osceno
89. Con sacra fiaccola 90. I templi t’arse 91. E i sogni argolici 92. A terra sparse?
93. Te accolse profugo 94. Tra gli dèi lari 95. La plebe memore 96. Ne i casolari.
97. Quindi un femineo 98. Sen palpitante 99. Empiendo, fervido 100. Nume ed amante,
101. La strega pallida 102. D’eterna cura 103. Volgi a soccorrere 104. L’egra natura.
105. Tu a l’occhio immobile 106. De l’alchimista, 107. Tu de l’indocile 108. Mago a la vista,
109. Del chiostro torpido 110. Oltre i cancelli, 111. Riveli i fulgidi 112. cieli novelli.
113. A la Tebaide 114. Te ne le cose 115. Fuggendo, il monaco 116. Triste s’ascose.
117. O dal tuo tramite 118. Alma divisa, 119. Benigno è Satana; 120. Ecco Eloisa.
121. In van ti maceri 122. Ne l’aspro sacco: 123. Il verso ei mormora 124. Di Maro e Flacco
125. Tra la davidica 126. Nenia ed il pianto; 127. E, forme delfiche, 128. A te da canto,
129. Rosee ne l’orrida 130. Compagnia nera, 131. Mena Licoride, 132. Mena Glicera.
133. Ma d’altre imagini 134. D’età più bella 135. Talor si popola 136. L’insonne cella.
137. Ei, da le pagine 138. Di Livio, ardenti 139. Tribuni, consoli, 140. Turbe frementi
141. Sveglia; e fantastico 142. D’italo orgoglio 143. Te spinge, o monaco, 144. Su ’l Campidoglio
145. E voi, che il rabido 146. Rogo non strusse, 147. Voci fatidiche, 148. Wicleff ed Husse,
149. A l’aura il vigile 150. grido mandate: 151. S’innova il secolo 152. Piena è l’etade.
153. E già già tremano 154. Mitre e corone: 155. Dal chiostro brontola 156. La ribellione,
157. E pugna e prèdica 158. Sotto la stola 159. Di fra’ Girolamo 160. Savonarola.
161. Gittò la tonaca 162. Martin Lutero: 163. Gitta i tuoi vincoli, 164. Uman pensiero,
165. E splendi e folgora 166. Di fiamme cinto; 167. Materia, inalzati: 168. Satana ha vinto.
169. Un bello e orribile 170. Mostro si sferra, 171. Corre gli oceani, 172. Corre la terra:
173. Corusco e fumido 174. Come i vulcani, 175. I monti supera, 176. Divora i piani;
177. Sorvola i baratri; 178. Poi si nasconde 179. Per antri incogniti, 180. Per vie profonde 181. Ed esce; e indomito 182. Di lido in lido 183. Come di turbine 184. Manda il suo grido,
185. Come di turbine 186. L’alito spande: 187. Ei passa, o popoli, 188. Satana il grande.
189. Passa benefico 190. Di loco in loco 191. Su l’infrenabile 192. Carro del foco.
193. Salute, o Satana, 194. O ribellione, 195. O forza vindice 196. De la ragione!
197. Sacri a te salgano 198. Gl’incensi e i vóti! 199. Hai vinto il Geova 200. De i sacerdoti
Parafrasi affiancata 1-2. A te, principio grandissimo di tutto ciò che esiste, 3. entità materiale e spirituale, 4. ragione e sensazione,
5. mentre nei calici 6. brilla il vino 7. come l’anima 8. negli occhi;
9-16. e scende dai monti un tremito di una misteriosa relazione d’amore e la pianura fertile sussulta,
17. verso di te si libera 18. la coraggiosa poesia, 19. invoco te, o Satana, 20. re del banchetto.
21-22. Prete, metti via l’aspersorio e le tue formule! 23. No, prete, Satana 24. non ritorna indietro!
25. Vedi:la ruggine 26. corrode all’arcangelo Michele 27. la sacra spada (con cui scacciò gli angeli ribelli) 28. e l’arcangelo fedele a Dio
29-30. cade nel vuoto come un uccello spennato. 31-32. Il fulmine che teneva in mano Geova (il dio ebraico) si è ghiacciato.
33. Come stelle cadenti, 34. come pianeti senza luce 35. cadono gli angeli 36. dal cielo.
37. Nella materia 38. che non si ferma mai, 39-41. vive solo Satana (= v. 41), re dei fenomeni naturali, re delle forme.
42. Egli mantiene il comando 43. nel bagliore tremolante 44. di uno sguardo femminile,
45. sia che struggente 46. sia sfuggente e resistente, 47. sia che pungente e languido 48. sia provocante e insistente.
49. Brilla nel vino (l’allegro liquido derivato dai grappoli), 50-56. cosicché la fulminea gioia che dà sollievo alla vita che finisce rapidamente, che allontana il dolore, che ci mette nel cuore l’amore, non si dissolve.
57. O Satana, tu ispiri 58. i miei versi, 59. se mi nascono dal cuore 60. sfidando il dio
61. dei papi malvagi 62. e dei sovrani violenti 63. e come un fulmine 64. risvegli le menti.
65-68. Per te vissero Agramainio, Adone, Astarte e si crearono statue, pitture e opere letterarie,
69-72. quando Venere che nasce dalle acque rese felici i cieli tranquilli della Ionia.
73-76. In tua presenza, Adone, amante risuscitato dai morti della divina dea di Cipro (Venere), i cedri del Libano erano mossi dal vento;
77-80. per te si moltiplicavano i balli e i canti, a te (si rivolgevano) i primi amori innocenti e puri
81. tra le profumate 82. palme di Idume 83. dove si infrangono 84. le onde di Cipro.
85-88. Che cosa importa tutto questo, se in modo rozzo la violenza cristiana dei banchetti durante i quali si svolgono riti osceni
89. con una fiaccola sacra 90. incendiò i tuoi templi 91-92. e distrusse buttandole a terra le statue greche?
93-96. Il popolo, fedele ai culti antichi, ti accolse fuggiasco nelle case di campagna in mezzo agli dei protettori della casa.
97-100. Quindi agitando un seno di donna, dio ed amante appassionato,
101-104. induci la strega dalla carnagione pallida, eternamente preoccupata dei suoi rituali, a venire in aiuto agli uomini malati.
105-112. Tu riveli cieli nuovi e splendenti all’alchimista con l’occhio immobile sui suoi esperimenti, alla vista del mago insoddisfatto, oltre i cancelli del loro chiuso laboratorio.
113-116. Il monaco triste si nascose a Tebaide, scappando da te nei fenomeni naturali.
117-120. Anima divisa per mezzo di te, Satana è benevolo; ecco qui Eloisa.
121. Invano ti logori 122. nella tunica scomoda: 123. Satana bisbiglia i versi 124. di Virgilio (Publio Virgilio Marone) e Orazio (Quinto Orazio Flacco)
125-132. tra la cantilena dei salmi di David e i lamenti; e ti canta, tra le tonache nere, forme classiche di colori vivaci, porta Liconide e Glicera.
133-136. Ma la cella del monaco insonne talvolta si riempie di immagini dell’età antica, migliore di quella attuale.
137-144. Satana risveglia, dai libri concitati di Livio tribuni, consoli e folle agitate; e con la mente piena di orgoglio italico, monaco, ti spinge sul Campidoglio (a tentare di restaurare la Repubblica romana).
145-152. E voi, Wycliffe e Huss, voci profetiche, che il fuoco rabbioso non distrusse, spargete attraverso l’aria il vostro grido attento; è un’epoca di rinnovamento, l’età è di rinascita.
153. E ormai sono traballanti 154. papi e re: 155. dall’interno della chiesa nasce 156. la ribellione
157. e combatte e parla 158. attraverso (sotto la stuola) 159. il frate Girolamo 160. Savonarola.
161. Fu scomunicato (gettò la tonaca) 162. Martin Lutero, 163. getta le tue catene e sii libero, 164. pensiero dell’uomo,
165. e risplendi e fulmina 166. circondato dal fuoco; 167. materia, elevati, 168. Satana ha vinto.
169-188. La macchina a vapore, marchingegno bello e terribile si slancia, percorre in mari e la terra: fiammeggiante e fumante come i vulcani, oltrepassa le montagne, corre tra le pianure; passa sopra le voragini, poi si nasconde in grotte segrete, in gallerie profonde; poi esce e, indomabile, emette il suo suono come quello di una tempesta di spiaggia in spiaggia, spande il suo vento come quello di una tempesta: egli passa, o popoli, il grande Satana.
189. Passa benefico 190. di luogo in luogo 191-192. su un carro di fuoco che non si può fermare.
193. Ti saluto, o Satana, 194. o ribellione, 195. o forza vendicatrice 196. della ragione.
197-200. Salgano a te i sacri incensi e i buoni propositi! Hai sconfitto il Dio che predicano i sacerdoti!
Parafrasi discorsiva A te, principio grandissimo di tutto ciò che esiste, entità materiale e spirituale, ragione e sensazione, mentre nei calici brilla il vino come l’anima negli occhi; e scende dai monti un tremito di una misteriosa relazione d’amore e la pianura fertile sussulta, verso di te si libera la coraggiosa poesia, invoco te, o Satana, re del banchetto. Prete, metti via l’aspersorio e le tue formule! No, prete, Satana non ritorna indietro! Vedi:la ruggine corrode all’arcangelo Michele la sacra spada (con cui scacciò gli angeli ribelli) e l’arcangelo fedele a Dio cade nel vuoto come un uccello spennato. Il fulmine che teneva in mano Geova (il dio ebraico) si è ghiacciato. Come stelle cadenti, come pianeti senza luce cadono gli angeli dal cielo. Nella materia che non si ferma mai, vive solo Satana, re dei fenomeni naturali, re delle forme. Egli mantiene il comando nel bagliore tremolante di uno sguardo femminile, sia che struggente sia sfuggente e resistente, sia che pungente e languido sia provocante e insistente. Brilla nel vino (l’allegro liquido derivato dai grappoli), cosicché la fulminea gioia che dà sollievo alla vita che finisce rapidamente, che allontana il dolore, che ci mette nel cuore l’amore, non si dissolve. O Satana, tu ispiri i miei versi, se mi nascono dal cuore sfidando il dio dei papi malvagi e dei sovrani violenti e come un fulmine risvegli le menti. Per te vissero Agramainio, Adone, Astarte e si crearono statue, pitture e opere letterarie, quando Venere che nasce dalle acque rese felici i cieli tranquilli della Ionia. In tua presenza, Adone, amante risuscitato dai morti della divina dea di Cipro (Venere), i cedri del Libano erano mossi dal vento; per te si moltiplicavano i balli e i canti, a te (si rivolgevano) i primi amori innocenti e puri tra le palme profumate di Idume dove si infrangono le onde di Cipro. Che cosa importa tutto questo, se in modo rozzo la violenza cristiana dei banchetti durante i quali si svolgono riti osceni con una fiaccola sacra incendiò i tuoi templi e distrusse buttandole a terra le statue greche? Il popolo, fedele ai culti antichi, ti accolse fuggiasco nelle case di campagna in mezzo agli dei protettori della casa. Quindi agitando un seno di donna, dio ed amante appassionato, induci la strega dalla carnagione pallida, eternamente preoccupata dei suoi rituali, a venire in aiuto agli uomini malati. Tu riveli cieli nuovi e splendenti all’alchimista con l’occhio immobile sui suoi esperimenti, alla vista del mago insoddisfatto, oltre i cancelli del loro chiuso laboratorio. Il monaco triste si nascose a Tebaide, scappando da te nei fenomeni naturali. Anima divisa per mezzo di te, Satana è benevolo; ecco qui Eloisa. Invano ti logori nella tunica scomoda: Satana bisbiglia i versi di Virgilio (Publio Virgilio Marone) e Orazio (Quinto Orazio Flacco) tra la cantilena dei salmi di David e i lamenti; e ti canta, tra le tonache nere, forme classiche di colori vivaci, porta Liconide e Glicera. Ma la cella del monaco insonne talvolta si riempie di immagini dell’età antica, migliore di quella attuale. Satana risveglia, dai libri concitati di Livio tribuni, consoli e folle agitate; e con la mente piena di orgoglio italico, monaco, ti spinge sul Campidoglio (a tentare di restaurare la Repubblica romana). E voi, Wycliffe e Huss, voci profetiche, che il fuoco rabbioso non distrusse, spargete attraverso l’aria il vostro grido attento; è un’epoca di rinnovamento, l’età è di rinascita. E ormai sono traballanti papi e re: dall’interno della chiesa nasce la ribellione e combatte e parla attraverso il frate Girolamo Savonarola. Fu scomunicato Martin Lutero, getta le tue catene e sii libero, pensiero dell’uomo, e risplendi e fulmina circondato dal fuoco; materia, elevati, Satana ha vinto. La macchina a vapore, marchingegno bello e terribile si slancia, percorre in mari e la terra: fiammeggiante e fumante come i vulcani, oltrepassa le montagne, corre tra le pianure; passa sopra le voragini, poi si nasconde in grotte segrete, in gallerie profonde; poi esce e, indomabile, emette il suo suono come quello di una tempesta di spiaggia in spiaggia, spande il suo vento come quello di una tempesta: egli passa, o popoli, il grande Satana. Passa benefico di luogo in luogo su un carro di fuoco che non si può fermare. Ti saluto, o Satana, o ribellione, o forza vendicatrice della ragione. Salgano a te i sacri incensi e i buoni propositi! Hai sconfitto il Dio che predicano i sacerdoti!
Figure Retoriche Enjambements “de l’essere / principio immenso” (vv. 1-2); “sorridono / la terra e il sole” (vv. 9-10); “fremito / d’imene” (vv. 13-14); “palpita / fecondo il piano” (vv. 16-17); “disfrenasi / il verso ardito” (vv. 17-18); “o Satana / re del convito” (vv. 19-20); “Satana / non torna” (vv. 23-24); “la ruggine / rode” (vv. 25-26); “fedele / spennato” (vv. 28-29); “arcangelo / cade” (vv. 29-30); “lampo tremulo / d’un occhio nero” (vv. 43-44); “de’ grappoli / nel lieto sangue” (vv. 49-50); “rapida / gioia” (vv. 51-52); “fuggevole / vita” (vv. 53-54); “il dio / de’ rei pontefici” (vv. 60-61); “ioniche / aure serene” (vv. 69-70); “de l’alma Cipride / risorto amante” (vv. 75-76); “ferveano / le danze e i cori” (vv. 77-78); “virginei / candidi amori” (vv. 79-80); “odorifere / palme” (vv. 81-82); “biancheggiano / le ciprie spume” (vv. 83-84); “barbaro / il nazareno” (vv. 85-86); “nazareno / furor” (vv. 86-87); “femineo / sen” (vv. 97-98); “fervido / nume” (vv. 99-100); “pallida / d’eterna cura” (vv. 101-102); “occhio immobile / de l’alchimista” (vv. 105-106); “indocile / mago” (vv. 107-108); “fulgidi / cieli” (vv. 111-112); “monaco / triste” (vv. 115-116); “mormora / di Maro e Flacco” (vv. 123-124); “davidica / nenia” (vv. 125-126); “orrida / compagnia” (vv. 129-130); “immagini / d’età più bella” (vv. 133-134); “si popola / l’insonne cella” (vv. 135-136); “pagine / di Livio” (vv. 137-138); “ardenti / tribuni” (vv. 138-139); “turbe frementi / sveglia” (vv. 140-141); “fantastico / d’italo orgoglio” (vv. 141-142); “rabido / rogo” (vv. 145-146); “vigile / grido” (vv. 149-150); “tremano / mitre” (vv. 153-154); “brontola / la ribellione” (vv. 155-156); “stola / di fra’ Girolamo” (vv. 158-159); “Girolamo / Savonarola” (vv. 159-160); “orribile / mostro” (vv. 169-170); “infrenabile / carro” (vv. 191-192); “forza vindice / de la ragione” (vv. 195-196); “salgano / gl’incensi” (vv. 197-198); “Geova / de i sacerdoti” (vv. 199-200); Anafore “re” (vv. 39-40); “che” (vv. 55-56); “a te” (v. 73, 77, 79); “mena” (vv. 131-132); “corre” (vv. 171-172); “come di turbine” (vv. 183, 185); “passa” (vv. 187, 189); Polisindeti “e marmi […] / e tele e carte” (vv. 67-68); Apostrofi “o Satana” (vv. 19, 57, 193); “prete” (vv. 22, 23); “de l’alma Cipride / risorto amante” (vv. 75-76); “alma divisa” (v. 118); “o monaco” (v. 143); “voci fatidiche, Wiclef e Husse” (vv. 147-148); “uman pensiero” (v. 164); “materia” (v. 167); “o popoli” (v. 187); Chiasmi “materia e spirito / ragione e senso” (vv. 3-4); “De’ rei pontefici, / De’ re crüenti” (vv. 61-62); “i monti supera / divora i piani” (vv. 175-176); Anastrofi “de l’essere / principio immenso” (vv. 1-2); “ne’ calici / il vin scintilla” (vv. 5-6); “d’amor parole” (v. 12); “ghiacciato è il fulmine / a Geova in mano” (vv. 31-32); “de’ grappoli / nel lieto sangue” (vv. 49-50); “la fuggevole / vita ristora” (vv. 53-54); “e marmi vissero” (v. 67); “del Libano / fremean le piante” (vv. 73-74); “de l’alma Cipride / risorto amante” (vv. 75-76); “i templi t’arse” (v. 90); “te accolse […] / la plebe” (vv. 93-95); “de l’indocile / mago a la vista” (vv. 107-108); “del chiostro torpido / oltre i cancelli” (vv. 109-110); “ardenti / tribuni […] sveglia” (vv. 138-141); “il vigile / grido mandate” (vv. 149-150); “piena è l’etate” (v. 152); “di fiamme cinto” (v. 166); Similitudini “scintilla / sì come l’anima / ne la pupilla” (vv. 6-8); “come fulmine / scuoti le menti” (vv. 63-64); “corusco e fumido / come i vulcani” (vv. 173-174); “come di turbine […] / l’alito spande” (vv. 183-186); Metafore “palpita / fecondo il piano” (vv. 16-17); “meteore pallide / pianeti spenti” (vv. 33-34); “piovono gli angeli” (v. 35); “nel lampo tremulo / d’un occhio nero” (vv. 43-44); “lieto sangue” (v. 50); “aspro sacco” (v. 122); “insonne cella” (v. 136); “un bello e orribile / mostro” (vv. 169-170); Sineddoche “pupilla” (v. 8); “spume” (v. 84); “mitre” (v. 154); “corone” (v. 154); Metonimia “occhio nero” (v. 44); “sen” (v. 59); “marmi” (v.67); “tele” (v. 68); “carte” (v. 68); “segni argolici” (v. 91); “l’egra natura” (v. 104); “pagine” (v. 137); Personificazione “sorridono / la terra e il sole / e si ricambiano / d’amor parole” (vv. 9-12); “insonne cella” (v. 136); “gitta i tuoi vincoli, uman pensiero” (vv. 163-164); “materia, innalzati” (v. 167); “manda il suo grido” (v. 184).
Commento L’Inno a Satana è una composizione occasionale, scritta di getto per il brindisi al banchetto di un amico nel 1863, pubblicata poi su una rivista bolognese nel 1869 con lo pseudonimo di Enotrio Romano. Il componimento chiude la fase delle opere giovanili e l’autore stesso, in seguito, l’avrebbe definito “una volgare chitarronata”.
Siamo dunque ancora di fronte ad un’opera giovanile di Carducci, che, nella prima fase della sua produzione, tramite l’esaltazione del mondo classico, manifestò toni di invettiva e violenta polemica, innanzitutto contro l’attuale viltà e mancanza di eroismo dell’Italia, ma anche contro la Chiesa, il Papa e l’oscurantismo religioso: i toni apertamente provocatori e blasfemi intendono scandalizzare i borghesi e la loro mentalità, da lui considerata chiusa, ipocrita, immobilista e moralista. Infatti, Carducci contrappone alle false credenze religiose, che rendono gli uomini molli e inerti, la luce della ragione, la gioia di vivere, il progresso, rappresentato qui dalla figura di Satana.
Il rovesciamento delle ideologie religiose dominanti e ben espresse in quegli anni dal Sillabo di Pio IX è totale: per Carducci, infatti, quanto i reazionari bollano come opera di Satana, appaiono in questo componimento tutti come aspetti positivi della vita: le gioie terrene, le bellezze della natura, la libertà di pensiero, che invece il Cristianesimo condanna senza appello, puntando piuttosto alla vita ultraterrena. Satana rappresenta la materialità (contrapposta allo “spirito”), il piacere concreto e terreno, l’ebbrezza vitale, lo spirito della modernità che ormai tutto pervade ed esalta l’intelligenza umana e la potenza creatrice della ragione. Di questa modernità, della sua velocità, della sua portata rivoluzionaria e della forza della materia, negli ultimi versi è simbolo l’immagine della locomotiva. Ovviamente l’Inno a Satana costituisce un’opera molto provocatoria, dal tono ribelle e battagliero, e rivelatrice dello spirito carducciano giovanile, laico, democratico, anticlericale, cultore della scienza e del progresso, tutti valori illuministici incarnati nella figura di Satana, simbolo di una nuova religiosità razionalistica e immanente, che mescola arbitrariamente diverse idee e visioni del mondo: da Savonarola, a Hus, a Lutero.
La brevità del verso quinario conferisce alla poesia un ritmo veloce e incalzante, che è molto adatto all’intento fortemente polemico e provocatorio.
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