SANT'AGOSTINO Appunti di filosofia

Riassunto sulla filosofia di Sant'Agostino

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    Antonius Muccam Est 2jbo7tc

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    SANT'AGOSTINO
    Riassunto e appunti sulla sua filosofia



    Nasce in Africa nel 354. All'età di venti anni entra a far parte della setta dei manichei, i quali verranno criticati in seguito dallo stesso Agostino, e inizia a insegnare retorica a Cartagine. Nel 383 si reca a Roma per continuare la sua carriera da insegnante nella speranza di guadagnare più denaro, ma qui rimane deluso e si reca a Milano. Qui conosce il vescovo Ambrogio che lo avvicinerà alla religione cristiana e lo battezzerà. Ritorna nella città natale dove fu ordinato sacerdote e diventò vescovo di Ippona.

    Tra i suoi scritti più importanti troviamo le "Confessioni", un testo sia autobiografico che filosofico in cui Agostino si rivolge a Dio e gli narra di tutte le sue vicissitudini e in particolare di come lui sia arrivato alla conversione al cristianesimo.

    CONCETTO DI PERSONA
    Per quanto riguarda il suo pensiero filosofico, per prima cosa, Agostino riflette sul concetto di persona che egli vede come una sintesi tra anima e corpo. Il corpo però è un qualcosa creato da Dio, perciò è perfetto, mentre l'anima è ciò che fa peccare il corpo. L'anima non è fatta solo di intelligenza ma c'è la volontà, le memoria, ed ogni individuo prima di essere un essere razionale è una persona, un essere complesso che non è coerente con se stesso.



    RAGIONE E FEDE
    Un altro concetto affrontato da Agostino è quello di ragione e fede.
    - La ragione è la facoltà di pensare e di determinare rapporti logici e di formulare giudizi.
    - La fede invece è il principio su cui si basa la religione cristiana ed è definibile come l'adesione a un messaggio fondata sull'accettazione di una realtà.

    Queste due dottrine sono complementari, l'una rimanda all'altra, e cioè:
    io comprendo per credere (intelletto, filosofia) e credo per comprendere (fede)
    Per avere una piena conoscenza di una verità bisogna partire dalla fede. Una volta "sviluppata" la fede, si può applicare la ragione. Solo chi ha la fede può applicare la ragione. Però é solo con la ragione che si può comprendere la fede. E tuttavia la sola ragione non basta per comprendere Dio, servono necessariamente entrambi poiché sia fede che ragione provengono da Dio.



    IL DUBBIO


    - Negli scettici investe qualunque dottrina dal momento che non si può accedere ad alcun tipo di verità dunque si ha un'assenza di turbamento
    - In Agostino investe la conoscenza sensibile, ma dato che noi dubitiamo è segno della nostra esistenza, della verità, e perciò dobbiamo andare alla ricerca di Dio

    IL MALE
    Arriviamo al concetto di male. Per Agostino il male è il peccato, è una deviazione del bene ed è frutto della libera scelta dell'uomo, parliamo dunque di libero arbitrio. Tutto ciò che ha creato Dio è buono, ma troviamo il male nel momento in cui quella cosa viene utilizzata in modo sbagliato.
    Agostino divide il male in:
    - male metafisico, scelta di un bene minore
    - male fisico, da cui Dio trae il bene
    Quindi si giunge alla conclusione che il male in realtà non esiste dato che si tratta o di qualcosa che deriva da un ordine cosmico, perciò è considerato un bene, oppure è dovuto dalle scelte dell'uomo. Con questa tesi dunque Agostino contraddice ciò che aveva affermato quando faceva parte dei manichei.



    IL TEMPO
    Il tempo è qualcosa che è difficile da definire poiché sfugge continuamente.
    All'inizio non esisteva il tempo, c'era solo Dio che è eterno e non ha tempo. Secondo Agostino Dio crea il mondo dal nulla, successivamente crea gli uomini attraverso il logos che corrisponde all'immagine di Cristo. Dio creando il mondo, creando gli uomini, crea anche il tempo.
    Dividiamo il tempo in:
    - passato, ciò che non c'è più (memoria)
    - presente, ciò che si trova tra passato e futuro (attenzione)
    - futuro, ciò che ancora deve avvenire (attesa)
    Il tempo è una dimensione dell'anima. Il nostro animo si distende tra presente e futuro (distentio animi).
    Il tempo è una linea retta: nell'anno zero Dio crea il mondo, successivamente ci sarà la caduta, arriviamo poi alla redenzione e infine al Paradiso.




    LE DUE CITTA'
    Agostino scrive il "De Civitatae Dei" con l'intento di difendere i cristiani in quanto accusati dai pagani di essere stati la rovina dell'impero romano. L'episodio del "sacco di Roma" fu interpretato come la fine del mondo classico.
    Agostino vuole far capire che le invasioni a Roma esistevano già prima dell'avvenuta del cristianesimo e che i pagani e in generale nella storia di Roma ci sono stati diversi soprusi e ingiustizie per la sola sete di potere.
    Agostino nel "De Civitatae Dei" intende mettere al centro della storia diverse epoche e civiltà. In particolare parla di due città che sono in continua lotta tra di loro:
    - la città di Dio che rappresenta il bene, caratterizzata dall'amore verso Dio e il disprezzo di sé stessi
    - la città del diavolo che rappresenta il male, caratterizzata dal disprezzo di Dio e l'amore smisurato per sé stessi



    POLEMICA AL PELAGIANESIMO
    Dottrina del monaco Pelagio. Secondo la sua dottrina il peccato di Adamo ha solo indebolito la capacità dell'uomo di raggiungere la grazia e quindi la salvezza. Quindi secondo il monaco per raggiungere la salvezza basta operare nel bene.
    Agostino invece non la pensa allo stesso modo: egli crede che la grazia sia un dono che può fare solo e soltanto Dio. Con il peccato di Adamo l'umanità non è altro che una massa dannata. Questo però non deve indurre l'uomo a non impegnarsi nella vita e a non operare il bene nonostante il destino sia già scritto.



    GRAZIA , LIBERTA' E PREDESTINAZIONE
    Agostino comincia a creare una serie di interrogativi, in particolare si chiedeva se la grazia fosse o meno determinante in relazione alla salvezza. Giunge alla conclusione:
    - grazia determinante nel momento in cui solo Dio è in grado di donarla agli uomini e di conseguenza salvarli;
    - grazia non determinante nel momento in cui, nonostante la grazia donata da Dio agli uomini, essa non è sufficiente al fine di raggiungere la salvezza.

    Nonostante le due teorie siano differenti si evince che in entrambi i casi la grazia è necessaria, perciò sorge un altro dubbio: la grazia Dio la concede a tutti indistintamente oppure è un dono riservato solo ad alcuni?
    Agostino risponde ponendo altre due teorie:
    - la prima è quella della libertà, cioè Dio concede la grazia a tutti gli uomini indistintamente, ma spetta a essi accogliere questo dono di Dio oppure decidere di perdersi nel peccato;
    - la seconda teoria invece è quella della predestinazione per cui non tutti gli uomini sono destinati a ricevere la grazia e quindi essere salvati, ma è Dio che sceglie "gli eletti".

    Possiamo dunque dire che Agostino non giunge a una vera e propria conclusione ma che oscilla tra diverse teoria che sono in contrasto tra loro, avendo però una sorta di preferenza per la teoria della predestinazione per cui l'unico a poter compiere l'impresa della salvezza è Dio.

     
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