Covid, Ippolito (Spallanzani): «Virus sino al 2022, assembramenti non più possibili». Ecdc: «Con varianti più casi»

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    Covid, l'allarme arriva dal Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) : «Con le varianti del virus è alto il rischio di più casi in Europa». È alto il rischio, dunque, che le nuove varianti del coronavirus, quella inglese VOC 202012/01, e quella sudafricana 501.V2, continuino a diffondersi in Europa causando più casi di Covid-19. Anche se non ci sono informazioni che le infezioni causate da questi ceppi siano più gravi, a causa della loro maggiore trasmissibilità, l'impatto del Covid-19 in termini di ricoveri ospedalieri e morti è valutato «come alto, soprattutto per gli anziani o chi ha più patologie», scrive il Centro europeo per il controllo delle malattie in un documento pubblicato sul suo sito.
    L'allarme dello Spallanzani
    «Nonostante la vaccinazione non possiamo pensare che torneremo ai sistemi come erano prima. Il virus ci terrà compagnia fino al primo trimestre 2022. Quei livelli di assembramento non sono più possibili». Così il direttore scientifico dello Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, intervenendo a un webinar sul «Piano dei vaccini anti Covid nel Lazio». «La percentuale di decessi per Covid è tre volte più alta dell'influenza, abbiamo il doppio dei ricoveri in terapia intensiva e mentre l'influenza può essere gestita a casa, per il Covid abbiamo avuto bisogno di ospedalizzazione che nelle forme benigne è stata il doppio dell'influenza». Lo ha detto il direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito nel corso del webinar sul «Piano dei vaccini anti Covid nel Lazio».«La rapidità con cui questa malattia si è diffusa è parallela alla rapidità con cui le istituzioni si sono trovate ad affrontare l'emergenza. Il Lazio ha fatto un gradissimo lavoro».
    Ecdc: varianti del virus in 26 Paesi
    Le varianti del virus SarsCov2 sono segnalate in 26 Paesi, 13 dei quali europei. Lo segnala il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) sul suo sito, in un documento aggiornato al 28 dicembre. La variante inglese è segnalata in Australia, Canada, Hong Kong, India, Israele, Giappone, Giordania, Libano, Sud Corea, Svizzera, Singapore, Stati Uniti e Cile. In Europa è segnalata in Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Islanda, Irlanda, Italia, Olanda, Norvegia, Portogallo, Spagna e Svezia. La variante sudafricana è in Regno Unito e Finlandia.
    Le mutazioni
    La probabilità di una maggiore circolazione di queste mutazioni del coronavirus e quindi di una maggiore pressione sui sistemi sanitari nelle prossime settimane è «considerata alta per il periodo festivo e ancora più alta per i Paesi dove queste nuove varianti sono già in circolazione da tempo». L'impatto di questa maggiore pressione sui sistemi sanitari è considerato «alto» dall'Ecdc anche «con il mantenimento delle attuali misure di salute pubblica». I virus mutano continuamente, sottolinea l'Ecdc, e quindi la comparsa di nuove varianti non è qualcosa di inaspettato o preoccupante di per sè, anche nel caso del SarsCov2. Sono infatti già «migliaia le sue varianti in circolazione e molte ne compariranno, molte delle quali senza effetto sulla trasmissibilità o gravità della malattia».
    L'Ecdc raccomanda agli Stati europei di eseguire tempestivamente il sequenziamento di una parte rappresentativa dei campioni isolati per rilevare l'introduzione di varianti del virus note e di altre eventuali nuove, continuando a monitorare il tasso di trasmissione e la gravità dell'infezione, aumentando il tracciamento e isolando i casi sospetti e confermati con la nuova variante.
    Vanno poi mantenute e rafforzate le misure non farmacologiche a seconda della situazione epidemiologica locale, consigliando alla popolazione di evitare viaggi non essenziali e attività sociali. «Anche se non ci sono dati che suggeriscano che le nuove varianti causino forme più gravi di Covid-19, i risultati preliminari indicano che possono essere più contagiose - commenta il direttore scientifico dell'Ecdc, Mike Catchpole - Il rischio di una loro maggiore circolazione in Europa è dunque alto, così come di più ricoveri e morti. Monitoraggio, test e tracciamento sono perciò essenziali».
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