Mascherine chirurgiche ancora buone dopo 5 lavaggi.

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    Secondo la rivista Altroconsumo le prestazioni delle mascherine usa e getta restano invariate anche dopo 5 lavaggi. Le mascherine sono uno degli strumenti fondamentali per la prevenzione dal contagio da Covid-19 e, tra le tipologie più diffuse ci sono le chirurgiche, che garantiscono protezione dal virus, ma allo stesso tempo stanno generando un grave impatto ambientale.

    Altroconsumo ha realizzato un test su 80 modelli usa e getta distribuiti nelle scuole di varie marche (5, Luxottica group, Fater Spa, FAB – Grazioli, Giuntini Spa (Salvaguarda), FCA ITALY SPA), dimostrando che esiste la possibilità di riutilizzare questi dispositivi di protezione anche dopo il passaggio in lavatrice. La cosa è importane perché oltre al risparmio economico si ridurrebbe l’impatto ambientale di milioni pezzi che vengono gettati ogni giorno nella spazzatura perché ritenuti non più efficienti.
    Secondo il ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, è possibile indossare nelle aule sia mascherine usa e getta che in tessuto, anche autoprodotte[1]. Tuttavia, molte scuole permettono soltanto l’utilizzo delle chirurgiche in quanto nel nostro Paese non esiste uno standard che certifichi la validità di quelle in stoffa. Secondo l’analisi Altroconsumo, considerando il numero degli studenti italiani (6.763.544[2]) e le ore di lezione, il numero di mascherine utilizzate supera i 33 milioni in una settimana[3].Questa ingente quantità corrisponde a 135 tonnellate di rifiuti e 118 tonnellate di CO2.

    Altroconsumo si è quindi interrogata sulla possibilità di allungare il ciclo di vita delle mascherine usa e getta esaminando un campione (non rappresentativo) di dispositivi distribuiti nelle scuole italiane e dimostrando che è possibile utilizzarli ancora lavandoli in lavatrice, almeno 5 volte. L’associazione ha analizzato in primis la filtrazione e la traspirabilità delle mascherine distribuite nelle scuole e tutti i prodotti hanno ottenuto valutazioni eccellenti. In secondo luogo, è stato verificato un eventuale cambiamento di performance dei prodotti dopo 5 lavaggi a 60°C. Alla fine non solo tutte le mascherine hanno mantenuto invariate le proprietà filtranti ma alcune hanno sono migliorate in termini di traspirabilità. Le precauzioni durante il lavaggio prevedono un normale bucato a 60°C evitando l’aggiunta di additivi.

    Analoghi studi eseguiti in Francia hanno dimostrato attraverso test di laboratorio, che le mascherine chirurgiche possono essere lavate in lavatrice a 60°, asciugate in asciugatrice e riutilizzate fino a 10 volte, senza perdere la propria efficacia. Secondo Altroconsumo “I risultati delle analisi potrebbero condurre a ripensare il modo in cui studenti e cittadini utilizzano le mascherine usa e getta e ridurre efficacemente lo spreco di questi prodotti, che dovremo essere impiegaste ancora per molto tempo. Riteniamo sia fondamentale diffondere un messaggio educativo sull’utilizzo di questi dispositivi di protezione – prosegue Altroconsumo – attraverso una modifica delle indicazioni d’uso. Ma non solo: è importante anche introdurre uno standard che permetta alle persone di identificare in maniera corretta e sicura le mascherine di comunità in stoffa e lavabili, efficaci ed affidabili, al fine di contribuire all’effettiva diminuzione degli sprechi e dell’impatto che la pandemia sta avendo sull’ambiente”.
     
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