Maturità: «Solo orale sì, ma non più semplice»

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    Da oggi, mercoledì 16 giugno, partono le prove della maturità 2021. Sono 540mila i ragazzi coinvolti. Come lo scorso anno c’è solo l’orale e non i due scritti che da anni caratterizzavano l’esame che è uno spartiacque per molti. Non c’è quindi l’attesa collettiva che caratterizzava la notte prima della prova di italiano che da sempre ha inaugurato l’esame di fine corso delle scuole superiori.

    Ognuno quest’anno, come l’anno scorso, ha un suo giorno d’esame e quindi una notte che lo precede.

    I timori però sono comuni.

    Secondo un sondaggio di ScuolaZoo il 51% dei maturandi ha paura di non sapere fare i collegamenti tra le materie, il 37% ha il terrore di fare scena muta e il 9% teme la commissione schierata dopo tanti mesi di didattica a distanza. Quasi tutti trascorrono la notte prima degli esami studiando o comunque a casa in relax. Solo un 25% di coraggiosi uscirà con gli amici.

    La parola chiave è stress, come è sempre stato, ma anche DAD. L’indagine di Skuola.net e Associazione Di.Te. riporta che per 7 maturandi su 10 la mancata presenza a scuola ha rovinato la preparazione per l’esame. A questo si aggiunge il fatto che gli adulti non sembrano comprenderlo. Due studenti su tre percepiscono una generale sottovalutazione del valore della Maturità al tempo della pandemia.

    Per il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, «è un esame dove c’è una prova scritta che è quella di un elaborato, non è una prova scritta tradizionale, abbiamo scelto la via delle attività didattiche avanzate, cioè concordo un tema con i miei docenti, un tema che permetta di esplorare anche tutto ciò che hai appreso ed acquisito nel tuo percorso scolastico». Le commissioni d’esame sono composte da 6 docenti interni più un presidente esterno.

    «L’anno scorso da adulti non avevamo valorizzato questo esame di stato che i ragazzi avevano dovuto fare in questo modo, non per colpa loro, e sentendosi anche dire che era facile. Un esame è un esame. La maturità poi è un rito di passaggio importantissimo. Sta a noi adulti farglielo vivere per quello che è», spiega Emanuela Confalonieri, psicologa dello sviluppo e dell’educazione, docente all’Università Cattolica di Milano.

    Quest’anno si parte dell’esperienza già fatta. «Sarà di più un vero esame. Nel senso simbolico del termine. Non nel senso che verranno bocciate più persone. L’esame orale non è detto che sia più facile. Per le materie scientifiche può essere più complicato per esempio. Sia come insegnanti sia come alunni in questo anno scolastico l’esame può essere davvero un rito di passaggio che porta a un nuovo pezzo di vita», conclude la professoressa.

    La colonna sonora? È ancora Notte prima degli esami di Venditti, ma nelle playlist dei maturandi svettano i Måneskin, Sangiovanni e Coldplay fra i contemporanei, Queen e Pink Floyd fra i classici. La musica fa da compagna a un maturando su due.
     
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