Perché è pericoloso trattenere a lungo la pipì?

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    Trattenere la pipì fa male: quante volte è normale andare in bagno?

    In media si stima che una persona sana faccia pipì tra le quattro e le sette volte al giorno. Naturalmente il numero delle volte in cui dobbiamo andare alla toilette, cambia non solo da persona a persona, ma da situazione a situazione:

    Ci sono persone più sensibili di altre. C’è insomma chi ha subito uno stimolo molto intenso e chi può aspettare.
    Dipende dalla quantità di liquidi che assumiamo. Quindi non solo quando beviamo, ma anche quali cibi mangiamo. Sappiamo ad esempio che alcuni frutti sono particolarmente ricchi di acqua.
    C’entra anche la quantità di sudore che emettiamo.
    Ci sono poi alcune sostanze che stimolano la diuresi, come la caffeina o l’alcol.
    Stati emotivi come lo stress e l’agitazione.
    Anche l’assunzione di farmaci, come i diuretici, aumenta sensibilmente il numero delle volte che andiamo in bagno.
    Ci sono poi disturbi come la cistite o malattie come quelle che colpiscono la prostata che ci costringono ad andare molto più spesso ai servizi igienici.
    Esistono poi i casi di incontinenza urinaria.

    Riuscire a trattenere la pipì è assolutamente normale

    Nelle persone sane a partire dai 2-3 anni, la minzione, che non è altro che l’atto di urinare, è un meccanismo che si può controllare in modo volontario. Anche se sentiamo lo stimolo, possiamo scegliere volontariamente di procrastinare l’appuntamento con il bagno. Ci sono invece delle malattie che prevedono lesioni neurologiche oppure negli anziani il controllo della vescica viene via via a mancare.

    In genere lo stimolo di andare in bagno comincia in modo leggero, per crescere sempre di più, fino ad arrivare a un proprio e vero bisogno impellente. Spesso per pigrizia, per pudore o anche per mancanza di una toilette degna di questo nome, rimandiamo l’atto della minzione. Quanto è cattiva questa abitudine e quali sono le conseguenze?

    Quanta pipì riesce a contenere la vescica?

    Come abbiamo detto i reni producono l’urina, che è un miscuglio di acqua e prodotti di scarto, come le tossine. Da qui entra negli ureteri per raggiungere la vescica. A questo punto entra in gioco il muscolo detrusore. Quando si rilassa permette alla vescica di gonfiarsi come un palloncino e di riempirsi di pipì. Quando la vescica è piena, questo muscolo si contrae. È questo il momento in cui l’orifizio uretrale interno si apre in modo automatico e l’urina entra così nell’uretra, fermandosi al tappo naturale che si chiama orifizio uretrale esterno. Se si vuole dare pipì basta rilasciare lo sfintere, altrimenti si continua a tenerlo chiuso in modo volontario.

    Mentre avviene tutto questo sono al lavoro anche diversi nervi del corpo. Il loro compito è quello di mandare segnali sempre più intensi al cervello. Bastano 150-200 millilitri di pipì nella vescica per percepire pressione. Quando si accumulano tra i 400 e i 500 millilitri ormai la pressione diventa importante. In genere può contenere fino a un litro, dopo di che potrebbe anche esplodere. Per evitare questa situazione, di solito, perdiamo il controllo della vescica e ci facciamo la pipì addosso. In caso di rottura della vescica, occorre sottoporsi a un delicato intervento chirurgico.
    Trattenere la pipì fa male: ecco cosa si rischia

    La prima conseguenza importante che può avvenire se tratteniamo troppo a lungo la pipì è la comparsa di infezioni dell’apparato urinario. L’urina stagnante favorisce infatti la proliferazione di batteri patogeni. Lo sanno bene le donne che sono spesso interessate da episodi di cistite, che comunque possono colpire anche gli uomini.
    Rinviare l’appuntamento con il bagno può indebolire i muscoli che si trovano attorno alla vescica. A lungo andare il muscolo detrusore può avere problemi e far svuotare solo parzialmente la vescica. In questi casi si continua a sentire lo stimolo di andare al water. Anche questa situazione può causare dolorose e pericolose infezioni. Succede spesso negli anziani.
    Come anticipato, il rischio più importante è la rottura della vescica. Se abbiamo l’abitudine di trattenere a lungo la pipì, indeboliamo la muscolatura della zona, provocando la rottura in alcune parti della secca. A questo punto si può solo intervenire chirurgicamente.
     
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