La misteriosa sparizione del volo Northwest Orient Airlines 2501

"Un accecante lampo di luce". E l'aereo si 'volatilizzò' sul lago

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    Alle 19.30 del 23 giugno 1950 il volo Northwest Orient Airlines 2501 decolla dall’aeroporto LaGuardia di New York con destinazione Seattle. Ma il velivolo, un Douglas Dc-4 che trasporta 55 passeggeri e 3 membri dell’equipaggio, scompare misteriosamente nei cieli sopra il lago Michigan, e non verrà mai ritrovato.

    La scomparsa e le ricerche

    La sera della tragedia il tempo era bello e caldo a New York, e i passeggeri si preparavano a un tranquillo volo notturno, con uno stop intermedio a Minneapolis, prima di raggiungere Seattle. Al comando dell’aereo c’era il capitano Robert C. Lind, al suo fianco il secondo pilota Verne F. Wolfe e a occuparsi dei passeggeri vi era la hostess Bonnie Ann Feldman. Il Dc-4 oltrepassò Cleveland in Ohio, proseguendo a ovest, verso Minneapolis. A mezzanotte circa, quando raggiunse le sponde del vasto lago Michigan, il capitano Lind chiese agli operatori del traffico aereo di poter scendere a 2500 piedi, a causa di un’imminente tempesta che si stava abbattendo sul lago, ma la richiesta gli venne negata per l’intenso traffico aereo.

    Quella fu l’ultima comunicazione ricevuta dal volo Northwest Orient Airlines 2501, di cui da quel momento si persero inspiegabilmente le tracce. Alle prime ore dell’alba fu chiaro che l’aereo avesse avuto un incidente, anche perché il carburante era ormai esaurito. La Guardia Costiera, la Marina e la polizia di Illinois, Indiana e Michigan, avviarono subito le ricerche del Dc-4. Il 25 giugno, due giorni dopo la scomparsa del velivolo, le navi incaricate di ritrovare eventuali parti dell’aereo nel lago, videro tracce di carburante in acqua.

    Non solo: vennero ritrovati resti di sedili, oggetti appartenenti ai passeggeri e persino quelle che si presume fossero parti del corpo delle vittime galleggiare in acqua. I rottami rinvenuti erano così piccoli che gli inquirenti fecero fatica a stabilire se appartenessero al volo 2501. I detriti arrivarono fino a una spiaggia, che fu chiusa ai bagnanti che in quel periodo di giugno affollavano le rive del lago. Le cattive condizioni degli oggetti e dei resti dei passeggeri diedero la certezza agli investigatori che il velivolo fosse rimasto vittima di una tremenda esplosione, avvenuta con molta probabilità nei cieli sopra Glenn e South Haven in Michigan.

    Come riporta il sito michiganshipswrecks.org il pubblico ministero della contea di Berrien, Louis Kerlikowski e la Guardia Costiera, inizialmente affermarono che l’aereo “aveva vorticato” nelle nuvole, perdendo carburante e causando l’esplosione. “Deve essere stata un’esplosione terrificante”, affermò Kerlikowski, “per disintegrare i corpi in quel modo”. I sommozzatori scandagliarono per ore intere il fangoso fondo del lago Michigan alla ricerca dei pezzi dell’aereo, ma non trovarono nulla, a parte portafogli, valigie e qualche coperta.

    I quotidiani locali iniziarono a riportare del ritrovamento dei macabri resti appartenenti alle sfortunate vittime e raccolsero alcune testimonianze di abitanti del luogo del presunto schianto. Il South Haven Tribune riportò la testimonianza di un ex marine, che dichiarò di aver visto un aereo volare basso sopra la sua abitazione a mezzanotte e venti circa, la notte del disastro e di aver notato un “accecante lampo di luce sul lago”. I testimoni raccontarono tutti di aver notato un lampo di luce accendersi sopra al lago per alcuni secondi, per poi spegnersi.

    La conclusione delle indagini e le ricerche private

    Nei mesi successivi le indagini continuarono ma senza successo. Il volo della Northwest Orient Airlines si era come volatilizzato e a parte i pochi resti rinvenuti, non fu mai trovato il relitto del velivolo, pertanto le cause dell’incidente sono tutt’oggi ignote. Ma nel 2004 l’esploratore e autore Clive Cussler iniziò delle ricerche annuali del relitto del volo 2501. Cussler insieme alla Michigan Shipwreck Research Associates ogni anno scandagliavano i fondali del lago Michigan, con strumentazione all’avanguardia, fino al 2013, quando l’autore smise di partecipare attivamente alle ricerche, ma inviò comunque il suo operatore sonar nel 2015, 2016 e 2017, per affiancare le operazioni di ricerca portate avanti dall'Msra.

    Nel 2008 Chriss Lyon dell’Msra, durante una delle spedizioni alla ricerca del relitto, fece una scoperta che diede una piccola speranza ai parenti delle vittime del disastro, i quali fino ad allora non avevano potuto nemmeno dare una degna sepoltura ai loro cari. Lyon trovò una tomba anonima, una sorta di fossa comune, contenente alcuni corpi. Si presume che i resti appartenessero proprio ad alcuni dei passeggeri del volo scomparso nel 1950. A questo proposito l’esploratrice e co direttrice dell’Msra, Valerie Van Heest, scrisse un libro nel 2009, intitolato Fatal Crossing, nel quale afferma che le vittime furono trovate e sepolte in un cimitero nella zona di St. Joseph, all’insaputa delle famiglie.

    Nel 2015 fu rinvenuto un altro luogo di sepoltura di massa, al Lakeview Cemetery a South Haven, dove furono trovati altri corpi. I familiari delle vittime furono avvisati e nel 2015 venne celebrata una cerimonia in ricordo dei passeggeri che persero la vita in uno dei più gravi e ancora inspiegabili incidenti avvenuti negli anni '50 negli Stati Uniti.
     
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