Il generale Vyacheslav Abroskin scrive ai russi:Mi offro in cambio dei bambini rimasti a Mariupol

Liberare i bambini ancora intrappolati a Mariupol in cambio della sua vita è la proposta

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    Vyacheslav Abroskin, generale e vice capo della polizia nazionale ucraina, vicino al battaglione Azov — il battaglione di estrema destra che comanda la resistenza in città —, si è proposto come ostaggio alle truppe russe in cambio dell’evacuazione dei bambini da Mariupol. Lo ha dichiarato lui con un post su Facebook.

    «La mia vita appartiene solo a me – ha scritto – e la offro in cambio della vita dei bambini che restano ancora a Mariupol». La città infatti è ormai sotto assedio da settimane, mancano elettricità e acqua mentre quasi la totalità degli edifici è stata distrutta. Le autorità denunciano sempre più cittadini morti per la fame. Tra di loro ci sono bambini, intrappolati tra i bombardamenti con i corridoi umanitari bloccati da giorni.

    «Ancor prima che la guerra iniziasse, promisi agli abitanti della città che in caso di guerra, insieme ad Azov avrei difeso Mariupol – continua il generale —. Oggi sono rimasti molti bambini in una città completamente distrutta, che se non salvati ora moriranno nei prossimi giorni, il tempo stringe. Faccio appello agli occupanti russi. Datemi l’opportunità di far uscire i bambini da Mariupol, invece di loro mi offro io. Vi chiedo di farmi entrare in città per raccogliere bambini e organizzare la loro uscita. Ho bisogno di tre giorni. All’ultimo posto di blocco, liberati i bambini, mi consegnerò».

    Dal 2014 al 2018 Vyacheslav Abroskin era a capo delle proteste contro la Russia organizzate a Donetsk, entrando nella lista nera di Mosca. «Hai organizzato anche un tentativo di eliminarmi» conclude.
    A diffondere l’appello del generale Abroskin è stata Nexta Tv, uno dei principali media dell’Est Europa, anticipando di poco la notizia che sarebbero trecento le vittime del bombardamento russo avvenuto il 16 marzo scorso sul teatro di Mariupol. Attacco arrivato a distanza di qualche giorno dall’attacco all’ospedale pediatrico, costato la vita alla ragazza fotografata con il pancione accanto alle macerie.

    Con un comunicato su Telegram il sindaco di Mariupol, Vadym Boychenko, ha denunciato anche deportazioni dei suoi cittadini in «città remote della Russia. Sono sottoposti al controllo da parte dei russi dei propri telefoni e dei documenti personali e poi portati via» ha dichiarato il primo cittadino.
    Secondo quanto riportato da Ansa, l’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov avrebbe preso le distanze da quando comunicato sostenendo che «la Russia non sta attaccando i civili nella città ucraina di Mariupol o in altre località ma seguendo le indicazioni del presidente Vladimir Putin di colpire solo siti militari. È necessario valutare con molta attenzione quanto sta accadendo a Mariupol. I militari russi stanno proponendo di aprire dei corridoi umanitari per consentire a queste persone di uscire» ha concluso.
     
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