I soldatini di Putin, nati dopo il 2001 e morti in Ucraina

i soldati russi giovanissimi uccisi in guerra arrivano dalle zone economicamente più in difficoltà

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    Ragazzi diversi, provenienti da regioni diverse dalla Russia, che però in comune hanno la storia: sono nati durante il governo di Putin e sotto il suo regime sono morti, nella guerra voluta dallo zar con l'invasione dell'Ucraina. I media locali raccontano le vicende degli ultimi di una lista della quale non si conoscono i confini: Marat Zhunusov, nato nel 2001, nella regione di Chelyabinsk; Vadim Cherepanov, nato nel 2001, nella regione di Buriazia; Anton Petukhov, 2001, nella regione di Mari El; Ruslan Mudarisov, 2001, nella regione di Altaj Krai. Aree della Russia quasi dimenticate, di certo tra quelle economicamente più in difficoltà e in fondo alla classifica del reddito pro capite nazionale.

    Conoscere il numero di quanti siano davvero i giovanissimi soldati nati agli inizi degli anni 2000 e morti in battaglia, è difficilissimo: secondo Kiev sarebbero quasi 24mila i russi morti. Secondo il Washington Post, l'esercito di Putin ha dato il via nelle scorse settimane alla "leva di primavera" con l'obiettivo di arruolare 134 mila coscritti. Secondo Shoigu, il ministro della Difesa, nessuno di loro verrebbe mandato nelle zone più calde del conflitto. Ma le ripercussioni sono evidenti: in Russia sono schizzate le richieste di aiuto legale per sfuggire alla leva obbligatoria per chi ha tra i 18 e i 27 anni.

    Hanno vissuto tutta la loro vita sotto il governo di Vladimir Putin prima di morire nella guerra in Ucraina, dove sono stati mandati troppo spesso senza addestramento: sono i giovani soldati della "generazione Putin", nati nel 1999 o nei primi anni Duemila e morti al fronte. Capire il numero delle vittime russe nel conflitto è complicato: la Nato stima tra i 7mila e i 15mila soldati russi uccisi nelle prime quattro settimane di guerra.

    La carta di identità è praticamente la stessa per tutti i giovani soldati: da David Arutyunyan, nato nel 2003 a Kyakhta, vicino al confine russo con la Mongolia, fino a Yegor Pochkaenko, arrivato dalla Siberia orientale e morto il giorno prima di compiere 19 anni. Molti di loro non sapevano neanche di andare al fronte. Nel mese di marzo lo stesso ministero della Difesa russo ha riconosciuto l'errore: molti coscritti erano stati mandati in Russia, ufficialmente per delle esercitazioni. Trovandosi poi di fronte ai terribili scenari di guerra per i quali erano totalmente impreparati.
     
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