Russi rubano nave Italiana a Mariupol e Salvini esulta

La storia della nave mercantile Tsarevna e delle sue 15mila tonnellate di acciaio dirette in Italia

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    I soldati russi hanno sequestrato a Mariupol una nave piena di metallo ucraino destinato all’Italia. Con molta probabilità, hanno poi spostato parte del carico su un’altra nave e l'hanno spedita in Russia, a Rostov sul Don. L’armatore italiano Augusto Cosulich, proprietario della nave sequestrata, denuncia il furto. Per tutta risposta, Matteo Salvini esulta. Il leader della Lega ha infatti probabilmente mal interpretato un titolo del Corriere della sera che annunciava la partenza da Mariupol della “prima nave merci”.

    Le dichiarazioni di Salvini
    Il blocco della Tzarevna e delle sue 15 mila tonnellate di acciaio
    La “nazionalizzazione” della Tzarevna
    Il valore del carico



    Le dichiarazioni di Salvini

    “Bene, le armi più potenti sono dialogo e diplomazia, l’impegno per la Pace vale più di qualsiasi critica”, ha scritto Salvini in un tweet la sera del 31 maggio 2022, condividendo la schermata di un articolo del Corriere della sera dal titolo Mosca: Partita dal porto di Mariupol la prima nave merci. Con molta probabilità il leader leghista non è andato oltre al titolo nella lettura del pezzo, perché avrebbe scoperto che non si tratta di una nave di rifornimenti alimentari diretta verso i paesi che attendono il grano ucraino, ma di una nave russa, diretta in Russia, carica di metallo probabilmente rubato.
    Il blocco della Tzarevna

    Ma andiamo con ordine. Lo scorso 24 marzo, a un mese dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, sul sito Shippingitaly l’armatore Cosulich ha denunciato come una delle sue navi battente bandiera maltese, la Tzarevna, fosse stata danneggiata da una bomba mentre era ancorata a Mariupol, restando bloccata in porto dall’inizio dell’aggressione. “Il problema non è tanto il bombardamento, il porto è stato abbastanza risparmiato, ma il mare d’Azov è pieno di mine e non si può uscire, ci vuole un percorso per uscire”, spiegava Cosulich.

    Sulla nave, diretta al porto friulano di Monfalcone, si trovavano 15mila tonnellate di acciaio di proprietà dell’azienda ucraina Metinvest e prodotto nell’ormai famosa fabbrica Azovstal. “Una parte è destinata al nostro impianto siderurgico, la Tecnosider, un laminatoio a San Giorgio di Nogaro dove produciamo 400 mila tonnellate di lamiere da treno ogni anno e dove la materia prima proveniva appunto dall’Ucraina”, ha sottolineato Cosulich.



    Da allora, non si è saputo più nulla della nave e del suo carico, ma nel frattempo Mariupol è caduta in mano russa. È il 20 maggio 2022 quando il Cremlino dichiara la vittoria completa nella conquista della città, come riportato dalla Bbc, e dopo appena dieci giorni una nave carica di acciaio parte alla volta della città russa di Rostov sul Don. Ad annunciarlo su Telegram lo stesso leader filorusso dell’autoproclamata repubblica popolare di Donetsk, Denis Pusilin, pubblicando un lungo messaggio e un video di 3 minuti della partenza della nave.
    La “nazionalizzazione” della Tzarevna

    Siamo quindi arrivati al 31 maggio 2022 e Pusilin scrive su Telegram: “Oggi 2.500 tonnellate di acciaio hanno lasciato il porto di Mariupol e la nave si è diretta a Rostov. Nell’Impero russo la costruzione del porto di Mariupol ha contribuito allo sviluppo industriale della nostra regione. Sono certo che anche ora la sua riapertura contribuirà ad accelerare la ripresa e la crescita economica”. Poco dopo, su Repubblica Cosulich dichiara: “È un furto, è come se ti rubassero la macchina che hai parcheggiato in strada”.

    Secondo le dichiarazioni dell’imprenditore, le autorità separatiste gli avrebbero comunicato che nave e carico sono stati nazionalizzati dal governo dell’autoproclamata repubblica di Donetsk. “Sostanzialmente e in poche parole ce la rubano in spregio al diritto internazionale - ha aggiunto Cosulich -. Abbiamo contattato il primo ministro maltese che farà una protesta ufficiale a Mosca. Ma ci farebbe piacere che, essendo la proprietà italiana, anche il ministero degli Affari Esteri italiano faccia altrettanto”.
    Il valore del carico

    Solo il carico di acciaio valeva circa 21 milioni di euro, più il costo della nave cargo, una perdita non indifferente per l’imprenditore e i destinatari di quelle risorse. L’ipotesi del furto, oltre alle dichiarazioni delle autorità separatiste riportate da Cosulich, è sostenuta anche dalle numerose denunce della Metinvest, secondo cui i soldati russi avrebbero messo gli occhi sui prodotti metallurgici rimasti fermi a Mariupol a causa dell’invasione. Un totale di circa 200mila tonnellate di metalli, per un valore di 170 milioni di dollari, destinate a Spagna, Italia, Belgio, Grecia, Portogallo e Turchia, che invece verranno mandate in Russia.
     
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