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Il Bisfenolo A (BPA) è prodotto sin dagli anni '60 dello scorso secolo ed è una sostanza chimica molto utilizzata in tutti i paesi industrializzati.
È impiegato nella produzione delle plastiche in policarbonato (molto diffuse per le proprietà di trasparenza, resistenza termica e meccanica), utilizzate nei recipienti per uso alimentare, e nelle resine epossidiche che compongono il rivestimento protettivo interno presente nella maggior parte delle lattine per alimenti e bevande.
Gli usi in campo non alimentare vanno dalla carta termica degli scontrini ai dispositivi odontoiatrici.
Bisfenoli e diossine interferiscono con gli ormoni e sono in grado di danneggiare la qualità dello sperma. A sostenerlo un nuovo studio della Brunel University di Londra. È bene chiarire subito che – secondo i ricercatori – le sostanze chimiche non solo le uniche a determinare un danno allo sperma: gli epidemiologi nutrizionali affermano che anche mangiare molti cibi grassi – formaggio, burro, grassi economici, molta carne grassa – non fa bene alla qualità dello sperma.
La conta spermatica e la concentrazione hanno subito un allarmante calo nei paesi occidentali per decenni – hanno affermato gli scienziati – con la conta spermatica che si è dimezzata negli ultimi 40 anni. Altri disturbi sessuali maschili come malformazione del pene, cancro al seno e testicoli ritenuti sono in aumento. Le sostanze chimiche che alterano gli ormoni sono le prime sospettate e lo studio britannico getta nuova luce sul potenziale danno dei cocktail chimici.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Environment International, ha preso in considerazione i danni che sono potenzialmente in grado di provocare nove sostanze chimiche tra cui bisfenolo, ftalati e paracetamolo. I ricercatori hanno misurato la loro concentrazione nei campioni di urina di quasi 100 uomini danesi di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Per valutare l’entità dell’esposizione, gli studiosi hanno utilizzato i dati esistenti, principalmente dall’Agenzia europea per gli standard alimentari.
Questi dati sono stati confrontati con livelli accettabili di esposizione, derivati anche dalla letteratura scientifica. Ciò ha fornito una misura del potenziale impatto di ciascuna sostanza chimica, che è stata quindi sommata utilizzando un metodo consolidato per produrre una misura del rischio complessivo per il cocktail di sostanze chimiche in ciascuno degli uomini.
Tutti gli uomini sono stati esposti a esposizioni combinate non sicure e il più esposto nello studio aveva livelli 100 volte superiori ai valori accettabili, con una media di 17 volte. “La nostra valutazione rivela allarmanti superamenti delle esposizioni combinate accettabili”, hanno concluso i ricercatori.
I ricercatori sono stati anche in grado di classificare le sostanze chimiche, con il Bpa che è il principale fattore di rischio, seguito da diossine, paracetamolo e ftalati. Tuttavia, la rimozione del Bpa non ha ridotto l’esposizione combinata a livelli accettabili.
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