Strage sulla Marmolada, identificate 4 delle 6 vittime: bilancio dei morti destinato a salire, 20 i dispersi

la valanga nel tratto che porta da Pian dei Fiacconi a Punta Penia per la via normale alla vetta della Marmolada

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    Ci sono italiani, tedeschi, cechi e probabilmente anche romeni tra gli escursionisti che risultano dispersi da ieri pomeriggio sulla Marmolada, quando un importante seracco di ghiaccio si è staccato a causa della temepratura elevata e ha travolto quanti stavano affrontando la montagna. Le ricerche sono proseguite anche nel corso della notte impiegando personale della Protezione Civile trentina, con il supporto del soccorso alpino e dei droni dei Vigili del fuoco dotati di termocamere, in grado di individuare anche al buio la fonte di calore emessa da una persona. Le vittime accertate sono al momento sei: secondo Ansa quattro sarebbero state identificate e si tratterebbe di tre cittadini italiani e un ceco. Da identificare ci sarebbero ancora un uomo e una donna, mentre è salito a 20 il numero dei dispersi: inizialmente si era parlato di 16 persone.
    Le vittime sono tutte al Palaghiaccio di Canazei, dove è stata allestita la camera ardente e dove i parenti, in mattinata, inizieranno il doloroso rito dei riconoscimenti dei corpi. Il bilancio è verosimilmente destinato ad aggravarsi. Atteso in mattinata anche il presidente del consiglio Mario Draghi: insieme al capo del Dipartimenti della Protezione civile, Fabrizio Curcio, alle autorità locali e ai soccorritori verrà fatto il punto della situazione. Tra i dispersi ci sono tre alpinisti del Cai di Malo e una guida alpina di Valdagno, Vicenza. Sono Davide Miotti, guida alpina di Tezze sul Brenta, la compagna Erica CampagnaroFilippo Bari, 27 anni e padre di un bimbo piccolo. Il fratello di quest'ultimo ha raccontato al Giornale di Vicenza di averlo sentito al telefono poco prima della tragedia, mentre stava raggiungendo il ghiacciaio.
    Le auto ferme nei parcheggi
    Secondo le verifiche fatte sulle strade di Passo Fedaia e nei parcheggi attorno al lago Fedaia, da cui partono gli attacchi dei sentieri che portano alla Marmoalda ci sono 16 auto il cui proprietario non è ancora stato identificato. È una delle indicazioni con cui carabinieri e personale di soccorso cercano di individuare gli escursionisti dispersi, incrociando i numeri di targa con le prenotazioni delle strutture ricettive in zona.
    La valanga a 300 chilometri l'ora
    La massa di materiale staccatosi dal ghiacciaio della Marmolada è scesa da una velocità di 300 chilometri l'ora. È quanto hanno accertato i tecnici del Soccorso Alpino che hanno mappato tutta l'area della montagna in cui si è verificato il crollo del seracco. Una parte consistente del ghiacciaio è ancora attaccata alla montagna: si tratta di un fronte di ghiaccio di 200 metri con un'altezza di 60 metri ed una profondità di 80 metri. Se si volesse fare un termine di paragone, dicono gli esperti, si tratta dell'equivalente di due campi di calcio colmi di ghiaccio. Il tutto esposto a 45 gradi di pendenza. Il materiale che si è staccato è invece esteso su un fronte di due chilometri sulla via normale ad un'altezza di circa 2.800 metri: e questo significa, appunto, che la massa di materiale staccatosi ha percorso almeno 500 metri con una velocità stimata dai tecnici pari a 300 km l'ora.
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