Denunciò i raid sul teatro di Mariupol, cure mentali per la reporter russa

Maria Ponomarenko accusata di screditare le forze armate russe, è trasferita nell'ospedale psichiatrico

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    Dal carcere all'ospedale psichiatrico. Non c'è pace per la giornalista russa Maria Ponomarenko di RusNews, arrestata e detenuta a San Pietroburgo da aprile con l'accusa di screditare le forze armate russe. In alcuni post diffusi sui social media sulla guerra in Ucraina, la reporter aveva denunciato l'attacco russo al teatro nella città ucraina di Mariupol a marzo, in cui vennero uccisi centinaia di civili. Una versione che non era piaciuta affatto alle autorità russe che avevano deciso di fermarla. Giorni dopo le sue denunce il ministero della difesa russo era sceso in campo smentendo anche le accuse di Kiev, precisando che non avevano aderenza alla realtà. Prima di essere arrestata, la reporter si era occupata anche di coprire le proteste contro la guerra a San Pietroburgo e a Novosibirsk.

    Secondo l'avvocato Sergei Podolsky - riporta Radio Liberty - la reporter, che è madre di due figli piccoli, rimarrà presso l'Altai Clinical Psychological Hospital per 28 giorni.
    Un'attivista ha riferito che alla donna è stata vietata la corrispondenza e gli incontri con i parenti, mentre le sarà possibile vedere un legale.
    Le accuse alla Ponomarenko, traggono spunto dalla famosa legge bavaglio sui media approvata dalle autorità russe a marzo, che prevede pesanti sanzioni, fino a 15 anni di carcere, per la pubblicazione di presunte fake news relative alle attività della Russia all'estero. Se verrà giudicata colpevole rischia fino a 10 anni di carcere.
    Ponomarenko non è la prima reporter a cadere nel mirino della giustizia russa. A marzo fece scalpore la vicenda di Marina Ovsyannikova, la giornalista russa autrice del celebre blitz anti-guerra durante il telegiornale serale di Vremya, attaccata e definita una spia, poi arrestata ed infine rilasciata. Adesso vive all'estero e ha confidato che non tornerà nel suo paese fino a quando Putin sarà al potere.

    Ma Ponomarenko e Ovsyannikova non sono gli unici casi. Molti sono infatti le condanne inflitte nei confronti di testate giornalistiche e media indipendenti critici del Cremlino, schiacciati dal pugno di ferro di Putin che intende eliminare il dissenso e l'opposizione.
     
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