I segreti di Putin svelati da una sua ex guardia del corpo

È paranoico, teme patologicamente per la sua vita

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    Gleb Karakulov, ex capitano del Servizio federale di protezione, è scappato dalla Russia a ottobre con la sua famiglia. Ora racconta al sito «Dossier Center» quello che ha visto al Cremlino e nei cerchi più ristretti dei fedelissimi del presidente

    È in condizioni di salute «migliori di quelle di molte persone della sua età», ma «teme patologicamente» per la sua vita. Non utilizza internet, si informa attraverso la tv di Stato. La sua paura per una infezione da Covid è ancora «paranoica» e per questo pretende che il personale al suo servizio continui a sottoporsi a lunghe quarantene.

    A raccontare questi dettagli così intimi della vita di Vladimir Putin è una persona che gli sarebbe stata al fianco per anni. Fino a quando, pochi mesi fa, ha deciso di fuggire dal Cremlino e dalla Russia.

    Gleb Karakulov ha servito Putin per tredici anni
    . Come ingegnere della squadra delle comunicazioni dell’Fso (il Servizio federale di protezione, responsabile delle scorte del presidente e degli alti ranghi dello Stato) ha raccontato di aver seguito lo Zar in oltre 180 viaggi, sempre pronto a garantire a lui e ai suoi immediati sottoposti linee di comunicazione sicure in qualsiasi circostanza.

    L’ultima trasferta in ordine di tempo, ad Astana, a metà ottobre. Poi la fuga con la sua famiglia, dopo mesi di pianificazione: prima la Turchia, ora un luogo sicuro (e segreto).

    Quando ancora era rintracciabile, la confessione al sito Dossier Center, finanziato dall’esule miliardario Mikhail Khodorkovsky: un’ora di domande, un’ora di risposte, per entrare nel «bozzolo» che Putin si è costruito attorno e in cui vive ormai da anni.

    Un «bozzolo, isolato da una serie di barriere» nel quale la realtà è distorta dalle uniche fonti di informazione che lo Zar consulta: niente internet, niente smartphone. Solo i canali statali, che devono essere disponibili anche quando si trova all’estero. Selezionatissimi anche i contatti. Dopo tre anni di pandemia, Putin - secondo Karakulov — avrebbe ancora una terribile paura di essere contagiato, e per essere ammessi alla sua presenza sono necessari quattordici giorni di quarantena. E pensare che, stando a quanto afferma l'ex guardia del corpo (e contrariamente a quanto ipotizzato da diverse fonti), Putin sarebbe piuttosto in forma: «Non soffre di nessuna patologia, non ha segreti clinici». La «buona salute», però, non rassicura il capo del Cremlino: «La sua patologia è che teme continuamente per la sua vita».

    Vita che trascorre nelle numerose residenze (compreso il faraonico palazzo sulle sponde del mar Nero la cui esistenza è stata svelata da Aleksej Navalny): in ognuna di esse Putin avrebbe fatto costruire repliche dell’ufficio di Mosca, così da poter fingere di essere sempre collegato dalla capitale. A fargli compagnia in ogni buen retiro sono i familiari, altro «segreto poco segreto» dello Zar che avrebbe figli e amanti più o meno noti nelle ristrette cerchie del Cremlino.

    L’ultima domanda a cui risponde Karakulov è: perché? Perché lasciare un ruolo di alto profilo – secondo Dossier, è l’ufficiale dei servizi di più alto grado mai che abbia disertato nella storia recente della Russia – per scappare?

    «Considero Putin un criminale di guerra», spiega, «e sarebbe stato un reato ancora peggiore della defezione rimanere al lavoro come se nulla fosse». Anche lui teme per la sua vita. «Non mi stanno ancora cercando con il Novychok, ma sono andati a far visita a più di un mio familiare».
     
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