Va a fare il medico di base in Alto Adige, ma adesso vuole scappare

Contro di me mobbing e vandalismi perché non so il tedesco

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    Vive dal 2018 in val Pusteria, ma adesso vuole scappare: «Forse sono arrivata con aspettative troppo alte, ma adesso non ce la faccio più. Non sopporto più la valanga di accuse infamanti, voglio andare via, in un’altra regione».

    A parlare così è Corrada Ambrogio, di professione dottoressa, medico di base a Gais. Nelle ore di lavoro in ospedale ha sentito spesso frasi offensive rivolte alla sua persona: «Devi andartene, sei più inutile degli infermieri, non sono né il tuo badante, né la tua baby sitter».
    E alcuni articoli online di testate tedesche hanno parlato di lei definendola «L’italiana dalle aperte simpatie neofasciste per Giorgia Meloni e che «nega ai pazienti l’uso della lingua tedesca».

    Lei è siciliana e dalla Sicilia si era trasferita in Alto Adige dopo aver studiato tedesco per due anni a Vienna. I tirocini a Bressanone e Bolzano conclusi con successo. Ma poi arriva va a lavorare al pronto soccorso di Brunico e lì cominciano le sue disavventure. «Mi hanno obbligata a lavorare in sala operatoria come secondo chirurgo, pur non potendo farlo».

    Lei si rifiuta ed ecco che scattano le ritorsioni. Viene bocciata e deve rifare daccapo il tirocinio a San Candido.

    Poi le viene proposto un appoggio temporaneo a Brunico, e il Comune le propone un seminterrato dove lavorano anche i colleghi del Servizio infermieristico che nello stesso periodo sospendono temporaneamente l’attività causa Covid.

    Qui la dottoressa Ambrogio subisce varie angherie. Trova la porta dell’ambulatorio aperta e i suoi appunti per i pazienti gettati nel cestino. Qualche paziente si lamenta di non poterle parlare in lingua tedesca.

    Vengono fatte anche delle segnalazioni contro di lei all’Asl. E poi dispetti di varia entità come i muri imbrattati di vomito e urina. A questo punto la dottoressa allerta i Carabinieri e si mette in mutua per un periodo perdendo così centinaia di pazienti.

    L’ultimo tentativo di salvare anni di lavoro è dello scorso gennaio quando la dottoressa scrive una lettera all’Asl. La risposta è un pugno nello stomaco: «Da tempo persistono problemi. Qualora dovessero verificarsi ulteriori comportamenti inopportuni, non è esclusa la nostra presa di posizione, informando l’Ordine dei medici e intraprendendo vie legali».

    A questo punto la dottoressa annuncia le dimissioni: «Me ne andrò a giugno». Non commenta il sindaco Gartner. «Non ho più voglia di discutere, non ne vale la pena. C’è qualcuno che vuole fare polemica e basta. Noi stiamo lavorando: l’obiettivo è avere due medici di base a Gais».
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