I bambini italiani leggono bene, ma per il Covid persi 20 anni. «Divario tra Nord e Sud si è triplicato»

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    La scuola elementare italiana funziona: i bambini di 9 anni, nella quasi totalità, sanno leggere correttamente e comprendere il senso di quanto leggono. È quanto emerge dall'indagine dall'indagine Pirls 2021 presentata dalle studiose Invalsi Margherita Emiletti, coordinatrice nazionale dell'indagine e Laura Palmerio, responsabile area indagini internazionali Invalsi e dal presidente di Invalsi, Roberto Ricci.
    Gli studenti di IV elementare ottengono infatti un punteggio medio superiore a quello medio internazionale di tutti i Paesi partecipanti e superiore al quello medio dei Paesi Ue. Il Covid però ha inciso in modo fortemente negativo: in Italia, gli studenti ottengono nel 2021 un risultato medio inferiore di 11 punti rispetto a quello di 5 anni fa riportando i risultati degli studenti nuovamente in linea con quelli di 20 anni fa (Pirls 2001).
    Con il Covid persi vent'anni
    Dei 32 Paesi che dispongono dei dati sia del 2016 che del 2021, 21 Paesi hanno registrato risultati medi di lettura inferiori nel 2021 rispetto al 2016, 8 Paesi non hanno avuto variazioni significative e solo 3 Paesi hanno registrato risultati medi superiori. In Italia, gli studenti ottengono nel 2021 un risultato medio significativamente inferiore di 11 punti rispetto a quello rilevato 5 anni prima, riportando i risultati degli studenti italiani nuovamente in linea con quelli di 20 anni fa (Pirls 2001) e 10 anni fa (Pirls 2011).
    In lettura e comprensione comunque, se in Italia gli studenti di quarta primaria ottengono nel 2021 un punteggio medio pari a 537 punti - superiore a quello medio internazionale di tutti i Paesi partecipanti e superiore al punteggio medio dei Paesi europei partecipanti - tra i Paesi europei, solo gli studenti di Finlandia (549), Polonia (549) e Svezia (544) ottengono un risultato medio superiore a quello dei nostri studenti. Osservando le distribuzioni dei risultati dei diversi Paesi, si notano notevoli differenze, anche di 250 punti, tra gli studenti con risultati più bassi e quelli con risultati più alti.
    Maggiore equità dei risultati
    A questo proposito, l'Italia registra un altro dato positivo: i nostri studenti sono infatti caratterizzati da una differenza di punteggio tra gli estremi della distribuzione (219 punti) relativamente contenuta rispetto alla differenza che si rileva in altri Paesi la cui media non si differenzia in modo significativo da quella italiana, come Norvegia, Danimarca, Repubblica Ceca (Paesi nei quali questa differenza è superiore ai 240 punti) e Bulgaria (292 punti).
    In altre parole, il nostro Paese dimostra comparativamente una maggiore equità dei risultati nella scuola primaria. Questo dato acquista ancora maggior valore nel confronto internazionale se consideriamo che i nostri studenti al quarto anno di scolarità sono anagraficamente più giovani di quasi un anno rispetto all'età media degli studenti di altri Paesi europei che ottengono gli stessi risultati in lettura e l'età è, generalmente, positivamente correlata con il rendimento.
    Divario Nord-Sud si è triplicato
    In 15 anni il divario tra nord e sud sulle competenze di lettura dei bambini di 9 anni è triplicato, emerge dall'Indagine Pirls 2021. Lo studio evidenzia che i risultati del Nord Ovest e del Centro sono significativamente più alti del dato medio dell'Italia, mentre il Sud e il Nord Est hanno punteggi medi che non si discostano dal riferimento nazionale. Il Sud Isole ottiene, invece, un punteggio medio significativamente inferiore alla media italiana.
    Il divario tra le due aree geografiche che conseguono rispettivamente il risultato migliore (Nord Ovest) e quello più basso (Sud Isole) è oggi triplicato: 36 punti nel 2021 rispetto a 12 punti nel 2006. Inoltre, le bambine di 9 anni hanno una abilità di lettura superiore ai maschi. I risultati internazionali mostrano un vantaggio nelle abilità di lettura delle bambine rispetto ai bambini nella maggioranza dei Paesi partecipanti, con una differenza media di 16 punti. In Italia, il vantaggio in lettura delle femmine rispetto ai maschi risulta significativo, sebbene la differenza (+ 7 punti) sia tra le più contenute che emergono dal confronto internazionale.
    Bambini italiani superiori alla media Ue
    La percentuale dei nostri studenti che risponde con successo alle domande più difficili è dell'8%, ossia appena superiore alla mediana internazionale. Per tutti gli altri livelli la percentuale di studenti italiani ha un valore superiore rispetto al benchmark internazionale: in particolare, più di 8 studenti su 10 raggiungono il livello intermedio e, soprattutto, si osserva in Italia la percentuale più alta in assoluto (97%) di studenti che riescono a rispondere almeno ai compiti più semplici di lettura.
    Tuttavia, nella disaggregazione dei dati per area geografica, emergono differenze importanti: nel Sud Isole, infatti, gli studenti che dimostrano di padroneggiare con successo i testi più difficili (4%) sono la metà - o meno della metà - di quelli nelle aree del Nord e del Centro e gli studenti che raggiungono il livello Alto sono 1 su 3, contro circa 1 su 2 nelle suddette aree. Accomuna, invece, tutte le aree geografiche la capacità di portare la quasi totalità degli studenti almeno al livello base di comprensione della lettura, con una percentuale mai inferiore al 95% di studenti che sanno svolgere almeno i compiti più semplici di lettura.
    Sempre in Italia, la percentuale di studenti che raggiungono livelli avanzati ha subito sul lungo periodo una flessione di -3 punti percentuali e i dati di Pirls 2021 ci restituiscono la percentuale più bassa sul livello avanzato mai rilevata in 20 anni, come avviene, ad esempio, in Germania e nei Paesi Bassi. Questi due Paesi europei presentano, dal canto loro, anche un peggioramento dei risultati ai livelli più bassi della scala: nei Paesi Bassi, ad esempio, si registra un calo del 17% di studenti al livello alto e in Germania raddoppia (da 3% a 6%) la percentuale di chi non raggiunge il livello base. L'Italia dimostra, invece, di mantenere nel tempo una sostanziale stabilità delle abilità degli studenti in lettura tanto che oggi i nostri studenti hanno mediamente abilità di comprensione della lettura superiori a quelle degli studenti tedeschi o olandesi che nel 2001 erano pari o superiori ai nostri studenti.
    Chi non usa tablet e pc legge meglio
    Gli studenti che non usano i dispositivi digitali per attività scolastiche ottengono risultati migliori in lettura; gli studenti che frequentano scuole dove c'è una maggioranza di studenti provenienti da famiglie benestanti hanno in media punteggi di lettura più alti (+ 31 punti) rispetto a quelli che frequentano scuole dove c'è una maggioranza di studenti provenienti da famiglie economicamente svantaggiate. Questa differenza è, tuttavia, inferiore a quella media internazionale (42 punti).
    Nelle cinque aree geografiche italiane si va da nessuna differenza significativa nelle aree del Nord Ovest e del Nord Est, a 24 punti del Centro ai 44 e 46 punti del Sud e Sud Isole rispettivamente. Inoltre, dallo studio si evince che il 53% degli studenti frequenta scuole i cui dirigenti non denotano problemi rilevanti legati al comportamento degli studenti, mentre il 31% frequenta scuole con problemi minori e il 16% frequenta scuole con problemi rilevanti. Come a livello internazionale, anche in Italia gli studenti delle scuole in cui non si riscontrano problemi rilevanti conseguono risultati medi in lettura migliori (+ 20 punti) rispetto a quelli delle scuole con problemi moderati o seri.
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