Il Papa sconsiglia i matrimoni misti

Non offrite chiese e cappelle...

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  1. andychow
     
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    Il Papa sconsiglia i matrimoni misti. «Non offrite chiese e cappelle per culti di fedi diverse»

    Non «paura» ma «accoglienza e diritti» per gli immigrati, figli di un fenomeno che coinvolge 200 milioni di persone e che «nessun Paese da solo può pensare di risolvere». E accoglienza verso gli islamici, ma consapevoli delle «convergenze e divergenze» tra culture, e solo se essi riconosceranno «i diritti umani e le libertà fondamentali».

    Lo chiede il Vaticano, con «Erga migrantes caritas Christi». Il documento di una settantina di pagine, firmato dal Papa e curato dal Pontificio consiglio per i migranti, è stato presentato ai media dal cardinale Stephen Fumio Hamao e da mons. Agostino Marchetto, presidente e segretario del Pontificio consiglio.

    Muove dall'invito a non avere «paura» degli immigrati, verso i quali non sono sufficienti «gesti» o «leggi settoriali», bensì è indispensabile una «cultura dell'accoglienza», che realizzi il loro diritto a «ricongiungimento familiare, educazione dei figli, alloggio, lavoro, associazionismo, promozione dei diritti civili e varie forme di partecipazione» nelle società di ingresso. La cultura dell'accoglienza è un «dovere» in particolare per i cristiani; realisticamente il documento riconosce che anche per loro il forte «appello» del Vangelo ad accettare lo straniero «per quanto alto, non elimina, ad esempio, una diffusa paura o l'insicurezza della gente, non assicura il doveroso rispetto della legalità e della salvaguardia della comunità di accoglienza».

    «Ma - invita - lo spirito autenticamente cristiano darà stile e coraggio nell'affrontare questi problemi e suggerirà i modi concreti con cui, nella vita quotidiana delle nostre comunità cristiane, siamo chiamati a risolverli».
    L'atteggiamento verso i migranti «di altre religioni» e in particolare verso i musulmani deve essere improntato a «dialogo sincero, aperto e rispettoso» ma non «ingenuo nè sprovveduto». Tutti gli immigrati devono innanzitutto «accettare le leggi civili del paese che li ospita». Ci sono poi «quattro attenzioni particolari» per le chiese dei paesi ospitanti : non offrire chiese e cappelle per il culto di altre fedi, ma dare invece con generosità altri spazi parrocchiali per incontri sociali interreligiosi e per esigenze pratiche degli immigrati; evitare i matrimoni misti; nelle scuole cattoliche con studenti di altre religioni non trascurare l'insegnamento cristiano; rivendicare la «reciprocità»: se nei paesi europei ci sono le moschee accanto alle chiese, nei paesi arabi si dovrebbe poter costruire una chiesa per i cristiani. Nel dettaglio delle relazioni con islamici, il Vaticano invita a valutare «ciò che è condivisibile e ciò che non lo è» e a non trascurare le «divergenze».

    «Tenendo in considerazione specialmente i diritti umani - si legge nel testo - auspichiamo perciò che avvenga, da parte dei nostri fratelli e sorelle musulmani, una crescente presa di coscienza che è imprescindibile l'esercizio delle libertà fondamentali, dei diritti inviolabili della persona, della pari dignità della donna e dell'uomo, del principio democratico nel governo della società e della sana laicità dello Stato». La non opportunità dei matrimoni misti nel caso dei musulmani nasce dalla constatazione «di amare esperienze» per quanto riguarda l'educazione dei figli e i diritti della moglie, quando è una cristiana che sposa un islamico. L'apertura agli immigrati è una sfida per tutta la Chiesa: lo «straniero è il messaggero di Dio», colui che «rompe la regolarità della vita quotidiana e porta vicino ciò che è lontano».
     
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