Omicidi satanici

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    Dall'interrogatorio di uno degli imputati emerge una setta
    che stava al di sopra degli autori dei delitti e li organizzava
    Omicidi satanici, Volpe rivela
    "Prendevamo ordini da Torino"


    Il luogo dove sono stati scoperti i resti di due giovani uccisi nel 1998

    BUSTO ARSIZIO (Varese) - Le "Bestie di Satana",
    come si chiamava il gruppetto di giovani satanisti accusati di aver ucciso e seppellito 6 ani fa Fabio Tollis e Chiara Marino, prendevano ordini da una setta che ha sede a Torino. Lo ha detto Andrea Volpe, considerato uno dei personaggi più rilevanti nell'inchiesta (partita proprio dall'omicidio della fidanzata di Volpe, Mariangela Pezzotta), durante l'interrogatorio che ha sostenuto oggi davanti al magistrato Tiziano Masini.

    La rivelazione di Volpe conferma le voci circolate negli ultimi due giorni su una sorta di cupola del gruppo satanista a Torino, città che ha fama di capitale dell'esoterismo. Anche se proprio stamani il procuratore capo della Repubblica di Busto Arsizio, Antonio Pizzi, aveva smentito l'esistenza di un presunto capo nel capoluogo piemontese.

    Secondo quanto riferito dal suo legale, Giovanna Menichino, Volpe avrebbe inoltre confermato che esiste una organizzazione a più livelli nelle sette sataniche. "Ma sei anni fa io ero l'ultimo arrivato - ha detto Andrea riferendosi all'anno in cui vennero massacrati i due ragazzi, il 1998 - facevo quello che mi diceva di fare un altro del mio gruppo, che a sua volta mi diceva di prendere ordini da qualcun altro sopra di lui che stava a Torino".

    Questa setta, secondo quanto riferito dal legale, Volpe l'avrebbe definita con il nome 'X'. Volpe ha infine negato di aver partecipato direttamente al duplice omicidio. "Mi hanno detto che ero troppo giovane - avrebbe raccontato - e al momento del massacro mi hanno mandato via".


    Intanto Volpe ed Elisabetta Ballarin, anche lei accusata di essere coinvolta negli omicidi stanisti continuano a
    scriversi lettere d'amore dalle rispettive celle in cui sono rinchiusi. Lei, 19 anni, è accusata di corresponsabilità nell'omicidio di Mariangela Pezzotta, uccisa a gennaio nella villa di campagna dei Ballarin a Golasecca, perché avrebbe aiutato poi il fidanzato a nascondere la vettura della vittima.

    "E ci tengo molto a precisare - ha detto il legale di Elisabetta, Michele Picerno - che la mia assistita non ha mai avuto nulla a che fare con le sette sataniche". Il legale oggi è andato a trovare Elisabetta nel carcere di Monza, dove la ragazza è rinchiusa da gennaio. "E' chiaramente frastornata per quanto sta accadendo - ha detto l'avvocato -. Ma sa che deve pagare per ciò che ha fatto".

    Pare proprio che lei nulla sapesse di sette sataniche, messe nere o riti sacrificali, e neppure che Andrea Volpe, di quasi dieci anni più anziano di lei, nascondesse nel suo passato il segreto della morte di Fabio Tollis e Chiara Marino, spariti il 17 gennaio 1998 e i cui resti sono stati ritrovati 15 giorni fa in un bosco di Somma Lombardo.

    Elisabetta ha pianto, secondo quanto riferito dal suo legale, per il 'sacrificio' di un serpente, un pitone, al quale era molto affezionata e che è stato ucciso per ragioni investigative. Il rettile viveva nella villetta in cui è stata uccisa Mariangela Pezzotta, e gli inquirenti non avevano escluso che fosse stato adoperato dopo l'omicidio per fargli divorare parte del cadavere.

    Così, ha spiegato Michele Picerno, è stata notificata alla ragazza la decisione degli investigatori di uccidere il serpente per controllare il contenuto del suo stomaco. Invece nello stomaco del serpente non è stato trovato nulla.
     
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