Strage d'innocenti

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    Strage d'innocenti
    Cinquantadue bambini uccisi da Andrei Chikatilo







    E' una fredda notte invernale del 1978, mancano pochi giorni al Natale. Nella piccola cittadina di Shakhty, vicino Rostov, nel sud della Russia, la piccola Lena Zakotnova, di nove anni, raccolta nel suo cappotto rosso, uscita da scuola si incammina verso casa. Ma quel giorno i suoi genitori non la vedranno tornare. Lungo la strada la piccola incontra un uomo che le promette una vera rarità: gomme americane importate. Ed e così che i due si incamminano verso una baracca a poche centinaia di metri da lì. In questa baracca si consuma il primo di una lunga serie di omicidi commessi per lo più su bambini sotto i dieci anni. E il carnefice è sempre lo stesso: Andrei Chikatilo.

    Il corpo dissanguato e mutilato della piccola Lena viene ritrovato qualche giorno dopo tra le acque di un fiume. E l'uomo intanto continua imperterrito i suoi delitti. La dinamica è sempre la stessa: Chikatilo abborda i bambini, con delle promesse li attira in luoghi appartati per poi stuprarli, seviziarli, ucciderli a coltellate o soffocarli e infine li colpisce agli occhi con un coltello, convinto che così mantengono impressa l'ultima immagine della loro vita straziata.

    Chikatilo vive una doppia vita. Da mostro che sembra provare piacere e un senso di incontrollabile euforia ed eccitazione sessuale provocando la morte di innocenti, si trasforma in padre di famiglia e professore di scuola. Ed e così che per anni riesce a sfuggire alle piste d'indagine seguite dai due detective Viktor Burakov e Colonel Fetisov. I sospetti cadono infatti su un uomo completamente estraneo agli omicidi: Aleksandr Kravchenko il quale nel settembre del 1984 viene giustiziato a morte accusato di oltre venti delitti.

    Convinti di aver catturato il serial killer di bambini, la polizia russa interrompe le indagini, fino a quando non vengono ritrovati i corpi straziati di altre piccole vittime. A questo punto la polizia chiede l'aiuto di un noto psicologo russo Aleksandr Bukhanovsky il quale traccia un profilo psicologico del killer definendolo il "cittadino X". Secondo lo psicologo si tratta di un uomo di mezza età probabilmente sposato e con figli, che ha sofferto in passato di una forma di inadeguatezza sessuale che compensa attraverso la brutalizzazione delle sue vittime. Sui corpi delle femmine Chikatilo asportava il seno a colpi di coltello, distruggeva l'utero e l'addome; sui maschi mutilava il pene, lo scroto e l'ano.

    La polizia sembra convinta che nella maggior parte dei casi gli abbordaggi del serial killer avvengano in prossimità di stazioni ferroviarie ed è così che un giorno in una delle stazioni pattugliate il signor Chikatilo viene fermato da due poliziotti in borghese. Frugando nella borsa gli agenti trovano una confezione di vaselina, una corda, asciugamani sporchi e un coltello da cucina. Oggetti sufficienti per far pensare che sia lui il pluriomicida ricercato. L'indagine sembra aver raggiunto una svolta, ma è il test del Dna a scagionare Chikatilo. Lo sperma prelevato dai corpi delle vittime infatti (contenente Dna) non corrisponde al gruppo sanguigno dell'uomo. Passano altri anni, Chikatilo non si arresta e continua nella sua efferata serie di omicidi. Altre dieci, venti piccole vittime tutte uccise e mutilate, fino al 1994 quando finalmente la polizia riesce a incastrarlo: Chikatilo, questa volta, confessa tutti i 52 delitti. Ammette, inoltre, l'eccitazione sessuale derivata dall'uccidere, dal mutilare e dal cibarsi dei corpi esanimi dei piccoli.

    Giudicato mentalmente in grado di intendere e volere, Chikatilo viene condannato a morte con un colpo di pistola alla testa nel 1994.

    La discrepanza tra il sangue e lo sperma rimane tutt'oggi un mistero. In natura infatti c'è una compatibilità genetica tra il gruppo sanguigno (contenente le proteine che sono geneticamente determinate) e il Dna. Tuttavia alcuni scienziati hanno ipotizzano che in seguito a delle mutazioni genetiche si possa verificare una forma di "discrepanza" tra le proteine e il Dna: Chikatilo era uno di questi casi.

     
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