IMPRENDITORE COMO: ASSASSINIO A TRE

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    SVOLTA INDAGINI SU OMICIDIO IMPRENDITORE COMO: ASSASSINIO A TRE

    COMO - Madre e figlio avrebbero preparato e messo in atto un piano per assassinare il padre, con la complicita' dell'amico di lei. E' questa la nuova, clamorosa e scioccante ricostruzione dell'omicidio di Domenico Cucuzza, 58 anni, piccolo imprenditore siciliano residente a Turate, nel comasco, ucciso esattamente un mese fa a colpi di pistola nella camera da letto della sua villa.

    Un colpo di scena che questa mattina ha portato all'arresto della vedova, Giannantonia Puppi, 53 anni, e del figlio maggiore della vittima, Andrea Cucuzza, 28 anni. Sono indagati per concorso in omicidio volontario pluriaggravato dalla premeditazione, dai futili motivi e dal vincolo di parentela.

    Secondo la procura, dunque, l'omicidio non e' stato opera solo di Adelio Miccoli, il dipendente e amico della moglie, arrestato due giorni dopo, che pure aveva giurato di avere fatto tutto da solo, stanco delle vessazioni e delle umiliazioni cui il datore di lavoro lo costringeva, in fabbrica e fuori. Emerge piuttosto una storia che sembra d'altri tempi, maturata in una famiglia spaccata in due da un solco tanto profondo e misterioso quanto insanabile: da una parte il figlio minore Giuseppe (secondo gli inquirenti all'oscuro di tutto) vicino al padre, dall'altra la moglie, l'amico-dipendente e il figlio maggiore, che hanno portato il loro rancore alle conseguenze estreme. Ma il movente non e' ancora chiaro, come la contestazione dei futili motivi sta proprio a confermare.

    ''C'e' stata una sorta di convergenza di interessi'' hanno detto i carabinieri nella conferenza stampa per cercare di spiegare le ragioni del delitto pensato 'a tre'. Una parte importante, pare di capire, l'avrebbe avuta il carattere della vittima, una persona di pochissime parole che, e' emerso dalle indagini, tendeva ad imporsi con atteggiamenti anche duri e spesso irridenti. Gli altri motivi, denaro, interessi o chissa' cosa, al momento non sono stati chiariti.

    Gli arresti sono scattati al termine di una nottata ad alta tensione: Andrea Cucuzza era stato convocato nella caserma dei carabinieri di Como nel tardo pomeriggio di ieri, per vagliare alcuni particolari del racconto reso nei primi giorni. Con il passare delle ore la sua posizione si e' fatta critica e alla fine sarebbe crollato, ammettendo dell'esistenza di un piano per uccidere il padre, concordato con la madre e con Miccoli all' inizio dell'anno. La vedova, invece, e' arrivata in caserma in un secondo tempo, perche' non vedeva tornare il figlio. A differenza di Andrea, lei era gia' indagata per omicidio, per avere fornito l'arma a Miccoli, perche' la sera del delitto lo aspettava in casa, e perche' nelle confidenze telefoniche ad una conoscente aveva parlato del dipendente di suo marito (e suo collega) come del suo fidanzato.
    Con le ammissioni del figlio, la sua posizione e' diventata critica, anche se non si smuove di un millimetro: continua a proclamarsi innocente e a negare ogni relazione sentimentale con Miccoli.
     
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